L’Italia che si racconta DI Italo Moscati Al di là del cinema e della tv ovvero sei film doc menti e di immagini esistente dalla nascita del con ritmo incalzante, gli anni più vicini a noi. al tempo della nuova narratività e dei nuovi cinema e della tv consentono nuove strade crea- Uno spettacolo coerente, intenso, appassionato. schermi di proiezione. Le emozioni, distillate da tive. Mi ritengo uno dei tanti che ci sta pro- Regista, scrittore, sceneggiatore, ho “girato” i immagini e sonori, si trasformano in racconti. vando. film doc realizzando un diverso studio di ripresa Una reinvenzione delle riprese anche col mon- Al centro dei lavori, temi e protagonisti di una e ricostruzione narrativa, tenendo conto di taggio alla moviola elettronica. Scene di realtà. lunga stagione di cambiamenti che introduce i documenti e di scene di film, canzoni, colonne Montaggio creativo. L’elettronica al servizio del fatti e i temi che ci troviamo di fronte : l’incro- sonore, cronache nera e rosa, sfruttando al mas- linguaggio audiovisivo. I sei film raccontano il cio fra influenze che vengono dal mondo e la simo le ricerche sulle immagini attraverso il passaggio tra due secoli, tra il Novecento e i necessità di aprirsi senza traumi, mentre affio- montaggio e le soluzioni della post-produzione. primi anni del Duemila, con la proposta di una rano nuove e sorprendenti esigenze e aspetta- Il filo del racconto - i sei film doc sono com- ricerca stilistica che apre strade diverse e inno- tive. plessivamente un serial, un docudrama a pun- vative. Per anni il cinema è stato il bene e la I personaggi principali dei sei film sono: Maria tate - è l’itinerario dolce e amaro su cui si sono tv il male. Non è più così. Ho scomodato il titolo Callas e Luciano Pavarotti, il grande melo- mossi gli italiani. Girati per conto della Rai, i di un grande libro di Nietzsche, Al di là del bene dramma; Federico Fellini e la Dolce Vita, il lavori sono stati realizzati secondo una scelta e del male, per sostenere semplicemente e para- cinema quando era amato ovunque; la conte- narrativa cinematografica, sulla base delle espe- dossalmente che i linguaggi e le tecniche vanno stazione giovanile e gli anni di piombo, i tor- rienze compiute nella lunga collaborazione con intrecciandosi sempre più. Wim Wenders arriva menti, i dubbi, le paure. Poi: gli italiani che emi- Liliana Cavani, Luigi Comencini e altri registi o al punto di dire che presto ci si potrà sedere alla gravano ai primi del secolo e l’Italia che molti sceneggiatori; e delle parallele esperienze tea- moviola e lavorare sui tasti del computer avid anni dopo diventa paese d’immigrati. E ancora: trali con testi rappresentati in Italia e all’estero. per creare qualsiasi cosa. Forse un’utopia. Ma le gli anni Trenta, quelli di Cinecittà e dei divi, e gli possibilità offerte da un magazzino di docu- anni Quaranta, la guerra e il dopoguerra. Infine, marzo Harold Pinter nella terra di nessuno DI Chiara Augliera Harold Pinter, figura cardine del teatro del ‘900, Frenesia del piacere di Jack Clayton (1964), Nel secondo atto del suo celebre dramma No 2009 si è spento il 24 dicembre scorso, a Londra. Quiller Memorandum di Michael Anderson man's land (1975) uno dei protagonisti, Personalità poliedrica, prolifica e versatile, for- (1966), Festa di compleanno (tratto da una sua Spooner, dice: “No. Sei in terra di nessuno. Che temente influenzato dalle teorie brechtiane e celebre pièce) di William Friedkin (1968), Gli non si muove, non cambia, non invecchia, ma dal teatro dell’assurdo di Ionesco e Beckett, ultimi fuochi di Elia Kazan (1976), L'amico ritro- che resta per sempre gelida e muta”. E Hirst gli Pinter (premio Nobel per la letteratura nel vato di Jerry Schatzberg (1989), solo per citarne risponde: “A questo io brindo”. Proprio con 2005), è stato scrittore, attore teatrale, regista, alcuni. Stende anche una sceneggiatura dall’o- queste parole si potrebbero descrivere le carat- autore per la radio e la televisione, ma lascia pera di Marcel Proust Alla ricerca del tempo per- teristiche contenutistiche del Pinter sceneggia- anche un notevole contribuito al cinema duto, che mai peraltro troverà la luce dello tore: la rappresentazione dell’inadeguatezza inglese ed europeo tanto da ricevere due volte schermo. Va ricordato infine che anche alcune della realtà in cui domina onnipresente il pro- la nomination all’Oscar per la miglior sceneg- sue famose commedie hanno avuto una traspo- blema dell'incomunicabilità; il sempre presente giatura non originale. sizione cinematografica: The Caretaker (1963), impegno civile contraddistinto da una forte cri- Il primo incontro con il cinema avviene nel The Birthday Party (1968), The Homecoming tica sociale; la narrazione di intrecci tra realtà e 1962, quando Pinter, inaugurando il proprio (1973) e Betrayal (1983). finzione i cui confini diventano così labili fino a lungo sodalizio con il regista americano Joseph La peculiarità strutturale delle sue sceneggiature non essere più distinguibili; la disgregazione Losey, firma la sceneggiatura de Il servo, risiede nella predilezione di costruzioni narra- delle molteplici verità; la precisione calibrata superbo dramma psicologico sui rapporti di tive complesse contraddistinte dall'uso ripetuto delle parole e la densità dei dialoghi ora lucidi, classe. In seguito scrive la sceneggiatura per di flashbacks circolari e dalla raffinata tecnica ora ambigui; l’introspezione psicologica che altri film dello stesso Losey: L’incidente e della mise en abîme, del cinema nel cinema, rivela l’insondabilità e l’ambiguità dei senti- Messaggero d’amore. che creano frammentazione della realtà e della menti: “Ci sono luoghi nel mio cuore che nes- Il suo stile impregnato di un claustrofobico sua possibile rappresentazione, distorsione della suna anima viva potrà mai raggiungere”, dice senso di angoscia e di una minuziosa descri- dimensione temporale e destabilizzazione del- Hirst. È questa la terra di nessuno. zione psicologica dei personaggi è evidente l’illusorio e precario equilibrio esistenziale dei anche nelle sceneggiature per opere come protagonisti. L'altra metà del cielo illumina lo schermo DI Cristina Morello “E’ lei che aspettavo”, disse Fassbinder quando (Marlene Dietrich e Joseph von Sternberg, e Louis Malle, Anna Karina e Jean-Luc Godard), conobbe a Monaco, ai tempi dell’Action Theatre, Katharine Hepburn e George Cukor, Carmen in una contaminazione continua tra donna e per- quella che diventerà la sua musa, Hanna Maura e Pedro Almodóvar). sonaggio. Nomi e volti che hanno ricevuto premi Schygulla. E questo è ciò che devono aver pen- Queste attrici di indiscusso talento, di innato e riconoscimenti internazionali, conquistando gli sato tutti quei registi che hanno scelto di legare fascino e di straordinaria eleganza, grazie al loro spettatori di tutto il mondo e contribuendo a far il loro nome a quello delle attrici che li hanno carattere libero e indipendente, sono diventate emergere all’estero i loro maestri (si pensi a accompagnati nel corso della loro carriera. Nomi vere e proprie icone del cinema mondiale, resi- Gong Li che, proprio grazie a Zhang Yimou, inscindibili, legati a doppio filo da affinità artisti- stendo al tempo e alle mode. negli anni novanta diviene il volto del cinema di Anno XXIII, n. 2 marzo 2009 che ed affettive (Giulietta Masina e Federico Anticipatrici dei tempi, donne sublimi e miste- Pechino più noto in occidente). Autorizzazione Tribunale di Venezia Fellini, Gena Rowland e John Cassavetes, Fanny riose, sensuali e problematiche, a volte incar- Lontane dalle regole del rigido star system, le muse n. 1070 R.S. del 5/11/1991 Ardant e François Truffaut, Liv Ullmann e Ingmar nano la bellezza della sofferenza e dell’inquietu- – cui è dedicata la rassegna di marzo del Candiani DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Ellero Bergman) o uniti dalla necessità del regista di dine (come Monica Vitti nei film di Michelangelo – hanno saputo incarnare un ideale di attrice che, Mensile edito dal Comune di Venezia trasferire su un altro corpo, parte della propria Antonioni), molto spesso sono gli stessi autori - forse, non esiste più, nascosto nella disarmante Ufficio Attività Cinematografiche essenza. La musa diviene così attrice feticcio e soprattutto della Nouvelle Vague – a cucire loro immediatezza delle parole di un’ineffabile Marlene alter ego femminile di registi spesso omosessuali addosso le parti da interpretare (Jeanne Moreau Dietrich: «Non nasci leggenda, lo diventi». REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Palazzo Mocenigo, San Stae 1991 30125 Venezia tel. 0415241320, fax 0415241342 Il futuro e la speranza, per immagini http://www.comune.venezia.it/cinema/ [email protected] DI Michele Gottardi L'edizione di Fermoimmagine 2009, tradizio- tascienza, di cui studiosi e docenti universitari terà un suo film, prodotto per la grande mostra DIRETTORE Roberto Ellero REDAZIONE Norma Dalla Chiara (capo), nale appuntamento no-stop di parole e cinema, analizzeranno alcuni aspetti, dal Solaris di sul futurismo di vent'anni or sono a palazzo Noemi Battistuzzo organizzato dall'Ateneo Veneto da quest'anno Tarkovskij al mondo dei cartoon disneyani anni Grassi, con i due giovani attori Sergio Castellitto HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO assieme a Circuito Cinema, mette assieme due Cinquanta, raffrontato con le più recenti, straor- & Alessandro Haber nei panni di Majakovski e Chiara Augliera, Michele Gottardi, argomenti dominanti, il futuro, tema accade- dinarie, tecnologie della Pixar. Quindi l'atten- Marinetti. Infine Carlo Montanaro presenterà Cristina Morello, Italo Moscati mico dell'Ateneo per il 2009, e il futurismo, di zione si sposterà verso la speranza, alimentata un’antologia di film futuristi tratti da quell'au- GRAFICA Tapiro cui si celebra, com’è ormai noto, il centenario da alcuni registi italiani doc, all'inizio degli anni tentica miniera che è il suo archivio privato. REALIZZAZIONE Stamperia Cetid, Venezia/Mestre della nascita. La prima parte della giornata Sessanta. La serata sarà invece futurista: L’appuntamento è per mercoledì 18 marzo riguarda una delle diverse possibilità con cui il Maurizio Scaparro leggerà le sintesi futuriste all’Ateneo Veneto.
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