Stefano Bottari

Stefano Bottari

RICERCHE INTORNO AGLI ANTONELLIANI Anloncllo Dc Saliba. - Oi Antonello Oe In certo senso, affermato il Berenson, attri­ Saliba, il piiI abile tra i seguaci del grande buendogli alcune opere che «non mostrano se­ Antonello, non conosciamo opera alcuna che gni sicuri di azione veneziana»: la Madonna possa dirsi veramente primitiva (I): dei periodo in trono col Bambino dei Signor Grenville L. cioe durante il quale opera in patria, sotto la Wintrop di New York (3) e la Madonna della immediata influenza dei suo maestro Jacobello, raccolta Marullo di Castellaci in Ragusa In­ alla cui scuola fu dal padre, l'intagliatore in feriore, da lui considerata come il piiI antico legno Giovanni, fatto entrare nel gennaio 1480, lavoro a noi noto dei De Saliba (4). Ma con in eta di 13 in 14 anni, come apprendiamo dal queste due opere il dubbio su questo punto del­ contratto in quella occasione stipulato m. I' attivita desalibiana rimane sempre lecito, pei­ Prescindendo dal ben noto gruppo di opere, che non appare sufficientemente dimostrata la le­ che fondatamente si ritengono eseguite in Ve­ gittimita deli' attribuzione: per la prima valgono nezia, e dalle quali si e soliti prendere le mosse le stesse argomentazioni del Berenson che ha per studiare il Oe Saliba, I' opera piiI antica, creduto far seguire da un prudente punto in­ con data certa, che noi conosciamo, e la tavola terrogativo I' attribuzicne; per la seconda I' af­ della Pinacoteca di Spoleto - evidentemente fermazione assoluta deI Berenson, come ha gia ispirata dalla Madonna antonelliana di Vienna osservato il Mauceri (5), non basta a far sen­ in cui il Berenson rinocobbe la parte centrale z' altro scartare le osservazioni acute del Bru­ del famoso polittico di S. Cassiano - sotto­ nelli (6), che per primo ha illustrato criticamente scritta dall' artista nel 1494, e, fra quelle esi­ I' opera, osservazioni accolte sostanzialmente a~­ stenti in Sicilia, la tavola dei Museo Civico di che da A. Venturi (7), secondo le quali il di­ Catania compiuta nel 1497: tra queste date - pinto, per le vive analogie che, specialmente 1480-1494-7 - si pone appunto la permanenza nella sua colorazione, presenta con alcune 0- del Oe Saliba in Venezia, senza la quale non pere di Antonello, risulterebbe eseguito da un si potrebbero spiegare i contatti diretti che si artista appartenente alla prima generazione de­ notano tra le sue opere e quelle di pittori vene­ gli antonelliani, la cui personalita resta ancor ziani, come Cima da Conegliano e piiI spe­ oggi indeterminata. cialmente Giovanni Bellini, le cui Madonne Un gruppo di dipinti, fin qui poco conosciuti, vennero spesso imitate dal nostro artista. Queste ci permette di ritornare sulla questione - in­ supposizioni trovano una conferma indiretta nel teressante per chiarire la formazione del Oe fatto che proprio fino al i 497 non si hanno no­ Saliba e seguire gli ulteriori sviluppi in Sicilia tizie certe di un' attivita dei Oe Saliba in Sicilia, della corrente antonelliana -con elementi de- mentre per il nuovo periodo della sua attivita, CISIV!. che si inizia con il ritorno da Venezia, si Il piiI antico fra questi dipinti si conserva hanno, come risulta dai molti documenti pub­ nella piccola chiesa annessa al monastero fran­ blicati, notizie anno per anno fino al 1535: cescano in Savoca (Proc. di Messina) e qui vale a dire flno alla morte deli' artista. viene per la prima volta presentato agli stu­ Che Antonello Oe Saliba prima di recarsl diosi (8). in Venezia era un pittore gia formato 10 ha. Trattasi di una tavola (fig. '), alta me- 291 tri 1.20 e larga 0.90, in cui si vede raffigurato tiva parallela, ma il rilievo e dato piu che dalla il consueto e caratteristico gruppo della Vergine giustezza de! disegno prospettico - quasi sem­ con il Bambino, posto al disopra della Santa pre curato nelle opere avanzate dei Oe Saliba Casa di Loreto, che quattro figure di angioli, - dalla differenza dei toni. N el lato delle situati ag li angoli, fanno le mosse di trasportare absidi poi, la parte superiore, e, eertamente in volo. La parte inferiore dei quadro e occu­ per inesperienza, immaginata ancora eon la pata dalla raffigurazione della Chiesa che ha stessa prospettiva parallela della fronte : I' ar­ sul prospetto un alto campanile: il fondo e di tista, e ehiaro, per realizzare la profondita non una tinta unita azzurrastra; soltanto al livello ha saputo trovare le linee di concorrenza pro­ deI secondo gruppo di angioli vi e un aeeenno spettica. Come si vede, siamo in presenza di di tonalita piu chiare e s'intravede abbozzato una eomposizione strettamente legata a sehemi un paesaggio, rimasto senza alcuno sviluppo. tradizionali: il suo areaismo risalta in modo e­ La tavola fino a poeo tempo addietro si eon­ vidente dal eonfronto eon un' altra tavola eon servava in ottimo stato: e da lamentare ehe di la stessa figurazione (fog. 2) eonservata nel reeente un frate - e di questo volle laseiare Museo di Palazzo Bellomo in Siracusa ed ese­ traeeia in una solenne iserizione apposta nella guita nel 1507 da Alessandro Padovano e Gio­ parte posteriore - ne altero l' armonia eroma­ vanni Maria Trevisano (9). tica, ridipingendo in maniera volgare le vesti Quanto ho fin qui esposto mi pare piu ehe suf­ de! primo angelo di destra, la Santa Casa, ritoe­ ficiente a provare ehe nella tavola di Savoca eando qua e la le figure, rifaeendo i piedini deI dobbiamo vedere un' opera delI' attivita iniziale Bambino ed in alcune parti il euseino su eui dei Oe Saliba: un' opera nella quale il giovane e seduto, e, finalmente, ripassando eon un oro artista riesce a trovare aeeenti, eosl vibrati e squillante i nimhi ehe aureolano le testine delle eommossi e nello stesso tempo eosl pieni di sin­ quattro figure di angioli. eerita, co me non gli aeeadra ehe raramente in Le singole figure, speeialmente quella della tutto il resto della sua attivita. Vergine e quella deI Bambino, hanno earatteri Nessuna rieerca di preziosita tecniea e eom­ eosl spieeati, ehe non credo sia questa volta il positiva, nessun desiderio di « perfezione » (10) easo di insistere eon raffronti per dimostrare viene qui a sovrapporsi. assorbire ed annullare la legittimita delI' attribuzione alOe Saliba. in se la spontaneita dell'ispirazione. Quello che inveee interessa e far notare la ti­ Quanto all' anno di eseeuzione, anche a vo­ midezza eon eui e eondotta la eomposizione, ler vedere neI Oe Saliba un artista molto pre­ ehe per l' assoluta assenza di earatteri veneziani coee, possiamo indieare per appross'imazione sia nelle figure che nella colorazione, e da sup­ il 1487. porsi ideata dal nostro artista prima dei suo Il dipinto di Savoca, eon i suoi caratteri co SI viaggio in Venezia, vale a dire quando lavo­ spieeati, viene a fornirci e!ementi preziosi per la rava in patria sotto l'immediata influenza di datazione di un' altra tavola deI Oe Saliba, Jaeobello. conservata nel Museo N azionale di Messina Non sfugge- a niuno la ingenua ma pur pia­ (N.o 156) e raffigurante la Madonna in trono eente disposizione delle figure di angeli in grup­ eol Bambino, tra S. Pietro e S. Giovanni. pi sovrapposti piu ehe sfuggenti prospettica­ Il Maueeri, ehe per primo l'ha pubblicata (11), mente; ma quello ehe e piu istruttivo e I' esame eolloea l' opera nel «periodo buono delI' artista», della ehiesetta: essa e immaginata in prospet- vale a dire nel « periodo giovanile earatteriz- 292 Fig. I. - Änlonello De Saliba: Madonna di Lorelo, Savoca, Cappuccini. (Fot. Ane/orson). zato dalla bonta delI' eseeuzione ». Cosi pare nelle figure dei Pontefiee e dell'lmperatore debba intendersi dal eontesto della illustrazione (figg. 3, 4 e 5). ehe egli fa delle varie opere dei Oe Saliba, e­ La tela in origine era applieata su tavola da sposte nel Museo (N.ri 508 e 6555). Oeeorre dove venne tolta nel seco!o seOl·SO, quando ebbe adunque preeisare. La eomposizione fermata a subire per opera del pittore-restauratore mes­ nella tavola in parola e eertamente piil salda, sinese Salv. Mazzarese un largo restauro, eon­ anehe se meno eomplessa; piu unitaria, anehe trollabile aneor oggi, in alcuni punti, mediante se meno rieea e suasiva di quella della tavola il eonfronto eon una ineisione seeentesea pub­ di Savoea: I' artista qui e maggiormente pa­ blieata nell'opera dei Sampieri (13). drone dei suoi mezzi espressivi. Una lapide originariamente murata sotto il Ma se osserviamo piil da vieino il dipinto, quadro nella ehiesetta di S. Benedetto, per la nei tipi raffigurati e nel eromatismo, ci aeeor­ quale fu eseguito, ci fa eonoseere ehe esso venne giamo ehe siamo in presenza di un artista ehe effectum et cal/acatum nel1489 (1 4). proeede per tentativi: di un artista ehe imita da Il dipinto venne dal Oi Marzo ritenuto ini­ altri i tipi dei suoi personaggi, riuseendo ad una ziato da Antonello negli ultimi anni della sua eomposizione organiea soltanto nello schema, vita (1478-9) e portato a eompimento dal fi­ aneh' esso presumibilmente derivato da eompo­ glio Jacobello (15). sizioni analoghe. Il Venturi 10 ritiene inveee opera «di un La Vergine ed il Bambino hanno un preciso maestro dipendente da Antonello.... affine ad riseontro nel gruppo della tavola di Savoca; Antonello Oe Saliba» e vi scorge nei due grnp­ la figura dei S. Pietro risponde tipologicamente pi eon la gerarchia laiea ed ecclesiastiea in­ ad uno schema di probabile origine veneziana, fluenze di modelli fiamminghi (16). 11 Columba largamente diffuso tra i pittori messinesi (12) ; il propende per il Oe Saliba, ma finisee per eon­ S. Giovanni non e altro ehe traduzione di uno cludere ehe « qualsiasi ipotesi sull' autore di degli angioli della tavola della Triade di F orza questa magnifiea opera e prematura )) (17).

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