![Mezzogiorno Risorgimento E Unita D Italia](https://data.docslib.org/img/3a60ab92a6e30910dab9bd827208bcff-1.webp)
ACCADEMIAACCADEMIA NAZIONALENAZIONALE DEIDEI LINCEILINCEI ISTITUTOIOPESTITUTO DELLADELLA EENCICLOPEDIANCICLOPEDIA IITALIANATTAALIANA FONFONDATADAATTTAA DDAA GIOVANNIGIOVVAANNI TTRECCANIRECCANI Mezzogiorno,ezzogggiorno, Risorgimentoisoorgimentog e Unitàià d’Italiatalilia AttiAtti del convegno, 18, 19 e 20 maggio 2011, Roma a cura di Giuseppe Galasso Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTODIPPAARTIMENARTIMENTO PER L’INFORMAZIONELL’’INFORMAZIONENE E LL’L’EDITORIA’EDITORIA Presidenza del Consiglio dei Ministri Mezzogiorno, Risorgimento e Unità d’Italia Atti del convegno Roma, 18, 19 e 20 maggio 2011 a cura di Giuseppe Galasso Accademia Nazionale dei Lincei Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani INDICE PREFAZIONE Giuseppe Galasso.................................................................................................................................................................................................. 5 SALUTI Lamberto Maffei................................................................................................................................................................................................. 11 Giuliano Amato................................................................................................................................................................................................... 13 RELAZIONE INTRODUTTIVA Giuseppe Galasso, Il Regno delle Due Sicilie tra mito e realtà............................................................................................................. 17 RELAZIONI Parte prima Lutz Klinkhammer, La caduta del Regno delle Due Sicilie nell’opinione germanica................................................................. 27 Marcello Garzaniti, La caduta dei Borboni nella testimonianza di un garibaldino dall’Ucraina.......................................... 47 Antonino De Francesco, “Triennio giacobino” in Italia, 1799 napoletano e preannunci dell’idea italiana........................... 53 John A. Davis, Murat and the Italian National Project......................................................................................................................... 63 Guido Pescosolido, Una società immobile? Sviluppo pre-unitario e questione meridionale.................................................. 73 Francesco Traniello, Chiesa, Mezzogiorno e Risorgimento ................................................................................................................ 83 Parte seconda Aurelio Musi, Capitale e province da Murat a Ferdinando II.............................................................................................................. 97 Biagio Salvemini, Alla ricerca di una ‘tara’ di lungo periodo: esercizi cartografici sull’insediamento meridionale ..... 107 Paolo Macry, Immagini riflesse. Il regno delle Due Sicilie negli occhi dell’Europa ottocentesca......................................... 147 Luigi Mascilli Migliorini, Modelli europei, modello nazionale nel Mezzogiorno preunitario.............................................. 157 Volker Sellin, Il Mezzogiorno nella diplomazia europea: 1806-1848 .............................................................................................. 165 Eugenio Di Rienzo, Il Mezzogiorno nella diplomazia europea: 1848-1860.................................................................................... 175 Adriano Viarengo, Il Mezzogiorno nella diplomazia piemontese da Carlo Alberto a Cavour................................................ 191 Marta Petrusewicz, Il Sud nello specchio dei viaggiatori: 1780-1880............................................................................................ 209 Parte terza Werner Daum, La rivoluzione del 1820/21: sfere pubbliche e identità nel Nonimestre costituzionale.............................. 233 Angelantonio Spagnoletti, Il 1848: la “fine in idea” della monarchia meridionale?.................................................................. 259 Giuseppe Giarrizzo, Nord e sud nell’impresa dei Mille........................................................................................................................ 275 Romano Ugolini, Luogotenenza e plebiscito: federalismo e Unità................................................................................................. 283 Emma Giammattei, Letteratura e Risorgimento meridionale........................................................................................................ 291 Enrico Nuzzo, Caratteri delle nazioni e identità patrie nella cultura filosofica meridionale ............................................... 311 Maurizio Torrini, La scienza dall’illuminismo al positivismo......................................................................................................... 327 Adolfo Scotto di Luzio, Scuola, istruzione, libri e giornali................................................................................................................. 335 NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI .................................................................................................................................................. 343 INDICE DEI NOMI ........................................................................................................................................................................................ 349 PREFAZIONE La celebrazione del centocinquantesimo anniversario della proclamazione di Vittorio Emanuele II di Savoia a re d’Italia è avvenuta in un’atmosfera diversa da quella del cinquantenario nel 1911 e del centenario nel 1961. Nel 1911 dominò la convinzione orgogliosa e commossa della grande opera compiuta dalla nazione italiana col Ri- sorgimento e con l’unificazione. Grande opera compiuta certamente, nella sua fase conclusiva, con l’aiuto straniero, senza del quale non si poteva dire quale ne sarebbe stato l’esito. Era, però, la prima volta, dopo oltre tre secoli, in cui si vedevano gli italiani promotori e protagonisti del loro destino politico; la prima volta in cui non erano le potenze europee fuori e al disopra dell’Italia a decidere dell’assetto politico della penisola secondo i loro criteri e i loro interessi; la prima volta in cui criteri e interessi italiani prevalevano su quelli delle potenze transalpine e giocavano un ruolo de- terminante nel loro affermarsi; la prima volta in cui davvero l’Italia era considerata unitariamente non perché il sistema degli Stati italiani e la parte che in esso avevano le potenze europee facevano parte dell’equilibrio europeo e contribuivano a determinarlo, ma perché, considerata ormai un solo paese, nella sua totalità veniva a costituire un nuovo Stato, che avrebbe partecipato autonomamente alla determinazione dell’equilibrio europeo. L’Italia celebrava il cinquantenario della sua unificazione prima che altrettanto potesse fare la grande Germania imperiale del Secondo Reich; e lo celebrava quando da almeno un quindicennio si era inserita nella pattuglia dei paesi second comers della “ri- voluzione industriale”, prima di tanti altri paesi europei e non europei di ben maggiori risorse, e contava, dunque, ormai fra i “grandi” nelle graduatorie moderne della potenza. Orgoglio e commozione non erano, perciò, senza ragione. L’enorme monumento che a Vittorio Emanuele II volle erigere in Roma il regnante nipote Vittorio Emanuele III - pur nella sua subito discussa e mai del tutto perdonata ma- gniloquenza architettonica e nello sfarzoso cromatismo del suo candore - diede, tuttavia, il segno dello spirito che per- meava quell’orgoglio e quella commozione: uno spirito che attestava l’autentica dimensione etico-politica di quelle celebrazioni. Sulle due torri di quel monumento si trovavano, infatti, due iscrizioni che sono un riassunto fulmineo, ma completo dei principii che animarono il Risorgimento e l’unificazione italiana: l’unità della patria e la libertà dei cittadini. Di questi principii, nonostante ogni apparenza in contrario, si era nutrita pure la coscienza civile degli italiani in quel primo cinquantennio di unità; e anche da essi derivava qualcosa dell’orgoglio e della commozione con cui lo ce- lebravano, poiché si trattava dei principii in auge nei grandi paesi occidentali, e condividerli era un’ulteriore maniera di sentirsi nel gruppo dei primi paesi, dei paesi più civili (come allora si diceva) del mondo. Nel 1961 la carriera dell’Italia come grande potenza europea si era disastrosamente conclusa nelle rovine e nei lutti della seconda guerra mondiale. Poi, però, il paese era ripartito, vivendo quasi con sorpresa, ma con vero slancio gli anni indimenticabili di una nuova, vera e propria primavera della sua storia plurimillenaria. Dominante fu il de- finitivo decollo dell’economia che fece dell’Italia non solo un paese avanzato, ma una delle maggiori potenze industriali del mondo. La vita materiale degli italiani ne usciva profondamente trasformata. Mentalità, comportamenti, usi e costumi, redditi e consumi, loisirs e comforts, scuola e cultura, strutture urbane e paesistiche: tutto appariva in fer- vorosa trasformazione. Andava sparendo l’impulso emigratorio che anche dopo la guerra aveva portato un elevatis- simo numero di italiani in Europa, in America latina, in Australia e altrove. Il lavoro si trovava ora sempre più in patria; e un grandioso fenomeno di migrazioni interne fondeva anche sul piano demografico e fisico gli italiani più di quanto fosse avvenuto in tutto il secolo precedente. Iniziava la motorizzazione di massa, il sistema delle
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