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COMPENDIO STORICO DELLA CITTÀ DI FIRENZE SUA COMUNITÀ, DIOCESI, E COMPARTIMENTO FINO ALI/ANNO 1849 DESUNTO DAL DIZIONARIO GEOGRAFICO-FISICO-STOKICO DELLA TOSCANA DI EMANUELE REPETTI CON MOITE AGGIUNTE FATTE DAI.L* AITORE MEDESIMO. Volume liuto FIRENZE, DALLA TIPOGRAFIA TOFANI a spese dell' aotoiie 1849. BIBLIOTHECA EEG1A IMDNAGENSIS. oiioL qKooihI/ U OHIO tfca. tSPKiarcfttae GIUSEPPE GARZONI gHc* qKoouiI U OHIO GIUSEPPE GARZONI c/cjtemo Sumot dlltacttc&eóe' ?<n de-n^-e'me'n/G a-t aia/a anime a/ut ?nc- -moUa c/e// L/cceOùewxAt àet> y obito Ci erniose, eoe' e aeacca&t / -tti/t'eta oAeia c/ef <mte *£/j/.zto4tab/a c/e/m <y adottia, -mt rta /a^ atdcYa, d/e'<maYe'd- dttno §w. dllbatCBeòe/ d/am/iawao a AatYe co*n Kaotie aaatU'n/e / ai&caw ^/■eieeize, ai' anat rai fa a yo\,) cAe avene/o dot/t'/a e/a -naYat a th■i<me'riJa amebe Aet /? dMènte AefafMÙ-na/c aa/fa d/ade'a, ua/zd/e ccn /eM■Z/aate i atMda- *nen.à' c/eU <uudàc Voótto %ocòte) calcinai és fine non. ■mnola ta ■/ena-tfa deua m-ta o/iele/- /a.- Aule aula laaautn/a u Mita -tn/e'n/o, de li- Aeaendi J^oi éAa/tièyed/a, dwutùeés fuu tu'-ut a/t' adfe/ù' Siel /a Mia ave aved/e 4 ■na/a/r. ~ZÌe/ fomanew/e Ao< a/ave *a mancai -tf in-t'a Aavela -tnaeano/ duÀA-Me J^ov ceri 6z aenelo- dt/a c/et Aelaono. S&ccc//a/e (/tentine, Pi Aleao, caleaù «ujoot oilltacttclaede'. rtttedfe /tMa cerne tcn <medcA^ho , ma ^incela a//ed/a/a e/e/iawa J-fana e Uc&nodcenza cAe yi aeééo, men/te UdAe//eda■>ne'n/e Aa -temale a-e c/tc/ualatmi, 6ck Voi y*tea. Sua. Qjmocu&eóeJ EMANUELE REPETTI. PROEMIO. Alconi ieri t lori d'istoria, non .uni. lo vedoto in Tatto, come nule informili del »ero, uno spewo (tulli ui ad tiM-rc piottosto poeti, che >ihm, Istor. di Pirata*, lib. "2. Fu nel percorrere per emendare l'Articolo FIRENZE del mio Dizionario Storico ec. della Toscana, che mi sembrò trovare in esso ripetuti diversi fatti spet tanti alla Storia moderna di molti paesi d'Italia ; tal ché, ad eccezione di qualche aggiunta portata sino al corrente anno 1849, non reputai cosa dispiacevole il ripubblicare in miglior sesto e carattere quell'Articolo, corredandolo di varie osservazioni ivi lasciate, e che mi parvero le più importanti, come quelle dei suoi 1372 Gonfalonieri di giustizia instituiti da Giano della Bella, nell'anno 1293 fino al 1532. Alla quale riforma precederono e tennero dietro molte altre, che saranno nel Compendio storico accennate, a partire dall'epoca dei Consoli seguiti dagli Anziani (anno 1250) che costi tuiscono ciò che i nostri Storici appellavano, il primo popolo, e finalmente dai Priori delle Arti, che tennero MI il primo magistrato della Repubblica col titolo di Si gnoria ; e che formarono il secondo popolo. Avanti il magistrato de' Consoli, diceva lo storico Nardi, e prima delle divisioni guelfe e ghibelline che guastarono l' Italia, non è d' uopo far menzione. Ma fra tante mutazioni di governo, niuna di esse è, maggiormente meritevole a conoscersi, se non m' in ganno di quella relativa alle Arti e Mestieri, divise in 7 Arti maggiori ed in 14 minori, delle quali si può aver contezza in tutti li storici nostri, non volendo i Fiorentini che alcun cittadino della loro Repubblica fosse ammesso al governo della medesima, se non era ascritto, o se non avesse preso la matricola di un'Arte, ancoraché non l' esercitasse. Alcune Società di Artisti dividevansi in ricchi, grassi o potenti, ed in braccianti, ossia in popolo ; in guisa che chi non era ascritto a nessuna di quelle arti poteva oliare ad ufizi pubblici, tostochè la Repubblica fiorentina dichiarava grande colui che era molto ricco o magnale, e passava al titolo di stragrande chi avesse fatto guerra allo stato, mentre era grande o magnate. Allora oltre il privare questi ultimi d'impiego, dovevano allontanarsi dalla città, e considerarsi come ammoniti. W Quindi meglio si spiega in qual modo dopo l'esilio volontario del grasso popolano Giano della Bella, autore della prima istituzione de' Gonfalonieri di giu- (') Per la parola Ammoniti e suo significato, vedasi Nardi, Machia velli, Varchi, Ammirato, e (ulti li storici della Rep. Fior. XIII stizia (1293) nascesse ne' grassi cittadini di Firenze la voglia di mutare lo stato, mentre essi speravano che il popolo minuto degli artigiani operasse concorde con essi, e non facesse loro grande ostacolo. Ma la biso gna andò altrimenti, avvegnaché entrato il popolo in sospetto che i ricchi popolani se l' intendessero coi magnali, aggiunsero innanzi tutto ai sei Priori antichi di Signoria, da prima, altri sei cittadini estratti dalle arti minori uno per Sesto; quindi armati si mostra vano disposti a non concedere alle domande dei grassi cittadini ciò che volevano, e benché inferiori di numero, erano questi superiori in industria, ed arte militare ; finché l' autorità de' Priori delle Arti non s' intromise ed appaciò la cosa pubblica, rimanendo eglino quasi principi dello stato. Altra riformagione politica ed amministrativa fu pure quella che fece il popolo fiorentino dopo la cacciata del duca d'Atene (1343) rispetto specialmente alla ri duzione economica delle città da Sestieri a Quartieri, e che Giovanni Villani dichiarò del secondo popolo ; in guisa che il Sesto di Oltrarno, fu chiamato Quar tiere S. Spirito, e datogli per insegna una colomba bianca in campo azzurro, coi raggi d'oro in becco. I cinque Sesti di qua d'Arno, furono repartiti in tre Quartieri; sicché a 5. Piero Scheraggio si aggiunse più che il terzo di quello di Porta S. Piero, e questo fu chiamato il Quartiere S. Croce, e la sua arme fu una croce d' oro in campo azzurro. Dei due Sesti di XIV Borgo SS. Apostoli e di S. Brancazio se ne fece uno, e fu nominato Quartiere di S. Maria Novella, cui si diede per insegna un sole con raggi d'oro in campo azzurro. All' ultimo Quartiere di S. Giovanni, fu dato tutto il Sestiere di Porta del Duomo, col ri manente, quasi due terzi, dell' altro di Porla S.
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