PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE R. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA GIORNALE STORICO E" LETTERARIO DELLA LIGURIA ANNO XIX 1943 Fascicolo I~II. DIRETTORESocietà Ligure di ARTUROStoria Patria - biblioteca digitaleCODIGNOLA - 2012 GIORNALE STORICO E LETTERARIO DELLA LIGURIA DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE : G E N O V A , VIA LOMELLINI, n Abbonamento annuo per l’Italia e Coloule L · 36, per l’estero L . 80 Fascicolo separato L . 10 per l’Italia e Colonie; per l’estero L *20 SOMM AR IO Achille Riggio, Genovesi e Tabarchini in T u n is ia settecentesca, pag. 1. — Antonio Cappellini, Note sull'arte del velluto in Genova, pag. 23. — Stefano R< bandi, La ghigliottina in Liguria, pag. 31. — Antonio Giusti, Giuseppe Flechin, A p p u n ti sul dialetto ligure, pag. 39. — A. C., JEvelina Rinaldi, pag. 43. Giov. Moni., Giuseppe Pessagno. pag. 45. — RASSEGNA BIBLIOGRAFICA : Carlo C eschi, Barocco romano d'Oriente e barocco italiano del Seicento (Teofìlo Ossian De Negri); P. Francesco Ferraironi, Istantanee Trioresi (Liguria Occidentale) (Leonida Balestreri); Istituto (li Studi L ig u ri, Nizza nella storia (L e o n id a Balestreri); E. Guglieliuino, Genova dal 1814 al 1849. Gli sviluppi economici e Vopinione pubblica (Teofìlo Ossian De N egri); Giuseppe Piersautelli, L a derelitta di Sandro B otticelli (m. 1.); pag. 47. — T. Ossian De Negri: SPI­ GOLATURE E NOTIZIE: Appunti per una bibliografia generale di storia e di cultiora ligure, (pag. 61). CASSADiRISPflRniODiGenOVfì Sede Centrale: GENOVA - Via Davide Chiossone, 5 FILIALI ALASSIO PIETRA LIGURE ALBENGA PIEVE DI TECO GENOVA CENTRO j{ j£ * ») ARENZANO RAPALLO GENOVA SAMPIERDARENA BORDIGHERA RECCO REZZOAGLIO GENOVA SESTRI BUSALLA ROVEGNO GENOVA PEGLI CAMPOLIGURE S. REMO GENCVA VOLTRI CHIAVARI S. MARGHERITA LIGURE GENOVA RIVAfìOLO FINALE LIGURE SESTRI LEVANTE GENOVA BOLZANETO IMPERIAONEGLIA TAGGIA GENOVA PONTEDECIMO LOANO TORRIGLIA GENOVA NERVI MONTOGGIO VARAZZE GENOVA MOLASSANA OSPEDALETTI VARESE LIGURE DEPOSITI A RISPARMIO - CONTI CORRENTI - TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012 Auuu XIX - 1V43 b « «cuoio I -li - Gennuio-Giugao GIORNALE STORICO E LETTERARIO DELLA LIGURIA D i r e t t o r e : ARTURO CODIGNOLA Comitato di redazione : CARLO BORNATE - PIETRO NURRA ■ VITO A. VITALE GENOVESI E TABARCHINI IN TUNISIA SETTECENTESCA Se il registro dei m orti e dei matrimoni dell’Arcliivio dei Cappuc­ cini italiani di Santa Croce mette in suggestiva evidenza la parabola dem ografica degli ultimi tabarcliini caduti in schiavitù nel 1741 (]j, quello dei battesimi rivela la singolare vitalità di Tabarca ó-eno vese (2). b L ’isola dei Loinellini, oltre alla sua importanza economica e mi­ litare, ha avuto una sua specifica funzione nello sviluppo delle co­ lonie cristiane della Reggenza. I suoi robusti pionieri, di transito o fissati sul suolo, fornirono alle comunità cosmopolite della terrafer­ ma i risultati generosi delle loro più disparate attività sociali: in­ dustria, commercio, diplomazia, fede missionaria, la medicina ecc. M a principalm ente Tabarca dava le sue floride donne agli europei della Tunisia. (3) quando in tutta la vasta estensione del territorio barbaresco la presenza del sesso femminile cristiano era vietato o tollerato in casi eccezionali (4). A tal proposito, si può pensare che l’impresa di Younès-Bei sia stata proprio una lontana necessità si- ( 1) C fr. A C H I L L E R i g g t o , Cronaca m archino, dal nse ai primordi dell'Ot- toçento ecc., m « Revue Tunisienne », η. 31-32, 3« e 4° trimestre 1937, passim (2) Per notizie su questo registro, si veda A. Riggio, Comunità caìnhrÀ) nell'Archivio d e i Cappuccini italiani in Tunisia (1777-1807), in « Archivio sto­ rico per la Calabria e la Lucania », 1939, fascicolo III-IV pp 363 e se™ (3) Non erano rare neppure le genovesi che andavano spose a stranieri II primo Atto d. matrimonio è del primo luglio del 1781, in cui si w e che Francesco Ant’Ubber, svizzero, si unisce a Nicoletta Testi, da Genova (4) T ip ico il d iv ieto fatto ai fran cesi di condurre, o far venire donne in Barberia. Sulla line del secolo XVIII, |a loro assenza portava « dans ιοί es esprits la tristesse e l’ennui». Non solo, ma dalla «monotonie acca­ b la n t e » d e r iv a v a n o « l e s vices les plus abominables, une entière corrupWon -de moeurs, 1 abandon aux plus honteux désordres ». Cfr Voyage en Barbe ne, ou Lettres écrites de l’ancienne Numidie pendant les années ma e ma ■ecc., par Μ. 1 Abbe P o ir e t , P a ris, M. DCC. LXXXIX, vol. 1. pp. 7 e segg. '' Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012 2 ACHILLE R1GGIO mile ai classici ratti dell’epoca· eroica (5). Intrighi e dissidi per il possesso dell’isola celavano, forse, il vero incentivo dell’avventura, sorretta segretamente dalle varie collettività locali d’Europa (6). In ­ sieme alla cupidigia del bottino, erano le giovani prolifiche dònne di Tabarca che stimolavano mussulmani e cristiani contro i solidi ta­ bacchini (7). I quali, però, anche da captivi, vollero — in m aggio­ ranza — mantenere intatte le loro origini etnografiche, creando una superba casta, confusa sì, nella policroma popolazione tunisina, ma non inserita in volgari rinnegamenti. Certo, influiva sui loro animi quella indipendenza, quasi sovrana, goduta nell 'isola ospitale, dove essi avevano costruite le loro case, « ornées de beaux jardins » (s), e non meno li aveva sostenuti il soccorso religioso degli instancabili Cappuccini. Le esigenze materialistiche del vivere quotidiano dovevano, per­ tanto, imporre l’inevitabile, e numerose furono le tabacchine che spo­ sarono stranieri, particolarmente francesi. N ell’elemento islam ico — che ebbe anche la sua parte cospicua —- con le donne entrarono pure i rinnegati di sesso maschile, e traccia d e ll’ on om astica is o la n a si rinviene in documenti del t'empo. Un Mustafà Leone, ad esempio, figura fra quei notabili che ospitarono, nel settembre del 1798, a l­ cuni abitanti di Carloforte, portati in schiavitù a Tunisi (9). Il dramma ta barellino — di cui la trama è stata tessuta un po’ dapper­ tutto (10) — balza, contornato di remota poesia, dai registri di Santa Croce, che rappresentano lo stato civile dei cristiani stabiliti nei (5) « il prit (Younès) vingt jeunes filles pour son sérail et quelques gar­ çon pour le servir ». Cfr. E. P l a n t e t , Correspondance des Beys de Tunis et Consuls de France avec la cour (1577-1830), Paris, 1894, vol. II, pp. 327. (6) Un naturalista francese ammetteva senz’altro che l’occupazione ai Tabarca del 1741 era stata provocata da banali questioni donnesche. Gir. Fragments d'un voyage dans les régences de Tunis et d'Alger, fait de 1783 à 1786 par L o u ic h e R ené D esfontaines , publiés par Mr. B u r e a u D e L a m a l l e Paris, 1828, vol. II, passim. (7) Bella razza, invero! Lo storico sardo Giuseppe Manno ce li descrive come « Uomini di fiorita gioventù e di robusta salute : corporatura di fati­ canti: bell’aria di volto, e forme aggraziate nelle femmine: palesici segni di lieta fecondità ». E per quelli che nel 1738 si erano trasferiti dall isola afri­ cana a quella di S. Pietro in Sardegna, informa che « al giungere in Ta­ barca del conchiuso accordo (fra il Tagliafìco ed il Marchese d e lla G uardia) trenta matrimoni si strinsero allo stesso tempo: le giovani spose trovavansi tqtte incinte ri eli’approdare in Cagliari ». Cfr. M ar c ello V i n e l l i , Un epi­ sodio della colonizzazione in Sardegna. Studio storico con documenti inediti, Cagliari, 1896, pp. 38. (8) Cfr. P oiret, op. cit., pp. 177. _ (9) Cfr. P ierre Gr a n d c h a m p , Les Tabarquins de Tunis, in « La Tunisie Fran­ çaise » del 15 e 22 novembre 1941. (10) A parte le pretese, più o meno legittim e, di Venezia, d i T o rin o , d ella Toscana, Tabarca era vpresa di mira dalla Francia, d a ll’In gh ilterra, d a ll’A u ­ stria, e, fin anco, dalla Danimarca. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012 il fulcro su cui poggiavano,e progredivano gli italiani di qualsiasi regione. L ’ordinata amministrazione dell’isola creava nei rapporti ai taristici uno spirito di reciproca tolleranza e di correttezza che per­ metteva — nei confronti degli indigeni e degli avventurieri di ogni paese — un normale svolgimento degli scambi commerciali. Anche (piando la decadenza si affaccia inesorabile, i governatoli di Tabarca sono di una meticolosità ammirevole. In un documento del li) ma­ gio 1708 si legge: —* «Dichiara p. la presente seconda sottoscritta da mia mano come 11 sig. Abram Benjamin Franco mercante Ebreo di Tunisi, ha sodisfatto e pagatto la lettera di cambio delle pesse otto cento ^ tren tra tre e nasse ri (12) dieci sette; stata fatta dalli Sig.i Bios di Livorno, pei- ordine mio al Exeìl.mo Sig. Assen ben Alli Bei di Tunis, havendo me reeevuta la solita tescheia (,{) da quel suo Sig: Ciaia (M) a conto delle lisine (1Γ)) che paga questa Izola, dichiarandosi che la presente ricevuta resta duplicata onde compita la prima questa resti di niun valore. Ettore Doria guver.re cosi sotto scritto nel originale» ( 16). Che la colonia tabarchina-genovese (17) dominasse sulle altre è anche provato dagli inediti e pochissimi registri rimasti presso alcune O1) Tutte le confessioni religiose — eccetto, naturalmente, la maomettana — facevano capo a Santa Crocei Un curioso Atto del 12 settembre 1776 dice : — « Giacinto Rosoricli Ebreo, nato dal Rabbino Aron Talò e da Recca His­ sés (Bessis) Ebrei Livornesi: morto il Padre dopo qualche Anno la Madre si portò a Tunis con Bastimento Veneto: fu convertita, ma non battezzata; ;»i solo Figlio suo quale era in Età di anni 3 fu data l’Acqua Battesimale ed Am­ bedue passarono a Venezia in compagnia del Cancelliere Veneto p colà bat­ tezzarsi la Madre, e compiuti con solennità le altre funzioni Ecclesiastiche al figlio ».
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