Il Lazzaretto Vecchio Stipulata Una Convenzione Tra Soprintendenza Per I Beni Archeologici Del Veneto E Archeoclub Di Venezia Per Il Recupero Dell’Isola

Il Lazzaretto Vecchio Stipulata Una Convenzione Tra Soprintendenza Per I Beni Archeologici Del Veneto E Archeoclub Di Venezia Per Il Recupero Dell’Isola

trimestrale di informazione culturale Archeoclub d’Italia sede di Venezia Venezia pubblicazione riservata ai Soci Anno XXIII, n. 1-4, dicembre 2013 IL LAZZARETTO VECCHIO Stipulata una Convenzione tra Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e Archeoclub di Venezia per il recupero dell’isola L’isola del Lazzaretto Vecchio in una stampa del 1700, prima delle demolizioni per l’uso militare moderno (B.Q.S. - ID 2179) Dopo il Lazzaretto Nuovo, ormai sede di molteplici attività Rimane però ancora molto da fare. Dopo alcuni anni dalla e regolarmente aperta al pubblico, un’altra isola lagunare, il fine dei restauri strutturali, in attesa dei fondi per comple- Lazzaretto Vecchio, viene affidata all’Archeoclub veneziano tare i lavori, l’isola, che ha una superficie di circa due ettari con compiti di custodia e manutenzione, ai fini anche di una e mezzo, di cui 8.000 metri quadrati edificati, si trova ad sua fruizione pubblica. essere nella congiuntura attuale priva di servizi e di collega- Si costituisce così in Laguna un binomio di grande inte- menti e in buona parte ricoperta da vegetazione infestante. resse storico-culturale e monumentale, con particolare rife- Grazie ad un gruppo di volontari, soci e simpatizzanti, rimento alla Storia della Sanità. l’Archeoclub di Venezia da qualche tempo sta lavorando per Istituiti dalla Serenissima nel XV secolo i due Lazzaretti mettere l’isola in sicurezza, per il recupero e la bonifica di furono storicamente i primi esempi di strutture organiz- alcune aree, come l’area del chiostro e quella del priorado, zate per fronteggiare l’emergenza sanitaria derivante dai e ormai si cominciano a vedere i primi incoraggianti risultati. commerci internazionali: con i prodotti d’Oriente e con le Già così com’è oggi, con i suoi grandi edifici storici, con navi arrivavano a Venezia anche malattie terribili e incura- le testimonianze pittoriche alle pareti, con i suoi prege- bili, che dilagavano in vere e proprie epidemie. voli manufatti lapidei, tra i quali le due vere da pozzo dei Finito l’uso sanitario nel 1800 e dopo l’uso militare sec. XV-XVI (una terza databile al 1300 è stata asportata moderno con conseguente dismissione, in anni recenti il intorno al 1975) e con la sua straordinaria posizione lagu- Ministero Beni Culturali è intervenuto nella prospettiva di nare, posta di fronte a S. Marco e alle altre isole (per lo più utilizzare l’isola del Lazzaretto Vecchio per una gestione e abbandonate, come Poveglia, S. Spirito, Sacca Sessola, La valorizzazione futura come centro studi ed espositivo dotato Grazia) il sito è particolarmente suggestivo e meritevole di delle più moderne tecnologie, sulla storia e archeologia di essere visitato. A partire dalla prossima primavera contiamo Venezia e Laguna, secondo un progetto elaborato da Luigi di poterlo aprire, su prenotazione, grazie anche al nuovo Fozzati e da Francesca Zannovello. Sono stati realizzati pontile d’accesso recentemente realizzato dal Magistrato importanti interventi alle strutture: dal restauro dei coperti, al alle Acque, in attesa dei collegamenti con i mezzi pubblici rifacimento di fondazioni, rive e sponde, comprese le opere lagunari. per difendere gli storici “tesoni” dall’alta marea. Inoltre sono state compiute nell’isola importanti indagini archeologiche, Gerolamo Fazzini soprattutto paleo-antropologiche in alcune “fosse comuni” Presidente Archeoclub Venezia delle epidemie di peste. 2 ArcheoVenezia - Anno XXIII, n. 1-4, dicembre 2013 Nazaretum lebbrosi e dei malati contagiosi in dei malati di peste conclamata, per genere. Per distinguerlo dal Lazza- poi trasformarsi gradualmente in Nel 1423 un decreto del Veneto retto Nuovo (edificato a partire dal contumacia preventiva per gli equi- Senato aveva disposto l’istituzione 1468 sull’isola della Vigna Murada, paggi e le milizie provenienti dal – per la prima volta al mondo – di nei pressi del porto di Murano e Levante, da sempre focolaio ende- un ospitale destinato alla cura e del litorale di Sant’Erasmo) l’ospi- mico del contagio. all’isolamento dei malati di peste; tale assumerà nei decenni succes- Già nella seconda metà del Cinque- negli anni immediatamente succes- sivi il definitivo nome di Lazzaretto cento, tuttavia, verrà utilizzato sivi, esaminate varie ipotesi, venne Vecchio e verrà ingrandito in più anche per la quarantena e la “disin- individuata l’isola di Santa Maria riprese, anche grazie all’accre- fezione” delle mercanzie provenienti di Nazareth, ubicata a poche sciuto sviluppo superficiale dell’i- dal mare, come confermerebbero le decine di metri dall’attuale Lido di sola mediante imbonimenti dei scritte e i monogrammi commerciali Venezia. Alla chiesa dedicata alla bassifondali circostanti. Venne tracciati sugli intonaci interni del Vergine (che la tradizione vorrebbe destinato a lungo – a differenza del “tezon grando” – o “tezon vecchio” – fondata nel 1249) si aggiunsero Nuovo – soprattutto per il ricovero eretto nel settimo decennio di quel strutture ricettive e assistenziali secolo ed ancor oggi così frequenti in laguna nell’epoca integro. delle crociate e dei pellegrinaggi Negli anni successivi in Terrasanta, che avevano proprio all’ultima epidemia in Venezia uno dei porti d’imbarco di peste che spopolò privilegiati. Venezia, nel 1630-31, Gli edifici presenti sull’isola, ormai verrà avviata la costru- in abbandono o sottoutilizzati, zione, nelle aree inedifi- nel volgere di pochi anni vennero cate dell’isola in prece- riadattati per le nuove funzioni: denza tenute a prato e già nel 1429 si registra un impor- lungo il perimetro nord tante lascito per l’allestimento di 80 e sud-est, di lunghi camere destinate al ricovero degli capannoni in mura- appestati e, sullo scorcio del secolo, tura con almeno uno un “inventario di robe di Nazareto” dei lati aperto, desti- redatto nel 1484 – oltre alle “robe nati esclusivamente de la giexia e de la sagrestia” e alle alla contumacia delle dotazioni delle cucine – elenca ben merci; inizia quindi a 209 letti consentendoci d’intuire la consolidarsi un diverso capacità ricettiva dell’ospedale. utilizzo dell’isola, che si trasforma da ospedale d’isolamento a contu- macia marittima, desti- nazione che proseguirà anche dopo la fine della Portale marmoreo del Tezon Vecchio, con i Santi Patroni: Veneta Repubblica. San Rocco, San Marco, San Sebastiano (sec. XVI) Monogramma di San Bernardino Chiamato inizialmente Nazaretum – si presume per assonanza con l’agiotoponimo preesistente – l’inse- diamento ospedaliero all’inizio del secolo successivo tenderà ad assu- mere il nome di Lazzaretto: si trat- terebbe di una probabile ‘contami- nazione’ con il vicino insediamento insulare dedicato a San Lazzaro, invocato quale protettore dei Chiostro ArcheoVenezia - Anno XXIII, n. 1-4, dicembre 2013 3 Pianta del Lazzaretto Vecchio (Vanzan Manocchi, 1813 - ASVE, I.R. Magistrato di sanità marittima, b.60) marittima, di sanità Magistrato I.R. ASVE, - Manocchi, 1813 (Vanzan Vecchio del Lazzaretto Pianta 4 ArcheoVenezia - Anno XXIII, n. 1-4, dicembre 2013 Il Lazzaretto Vecchio, visto dal Lido, in un’incisione dell’inizio dell’800, con i due “caselli o torresini da polvere” (polveriere, poi demolite) e con la casa e “cavana” tuttora esistenti (B.Q.S.- B.co Stampe n.3) Nei primi decenni dell’Ottocento, il piano di calpestio con un sopras- indiretta” venne da quell’epoca tuttavia, agli iniziali progetti fina- suolo ligneo per proteggere dalle in qualche modo garantita dalla lizzati a rinnovarlo radicalmente ‘acque alte’ e dall’umidità i barili di presenza di un canile gestito da subentra un orientamento affatto polvere e le munizioni. benemeriti volontari, che aveva diverso: le autorità sanitarie privi- La presenza dei militari (e quindi consentito la conservazione di legeranno infatti l’allestimento la tutela passiva dei luoghi) cessa pregevoli manufatti, fra i quali alcuni ex novo di un nuovo e più esteso nel 1960; una forma di “custodia altorilievi marmorei di notevole stabilimento di ‘sanità marittima’, valore artistico. che verrà definitivamente realizzato I radicali restauri condotti una sull’isola di Poveglia, prossima alla decina di anni or sono dalla bocca portuale di Malamocco e già Soprintendenza veneziana in precedenza saltuariamente utiliz- hanno garantito la tutela zata a tal fine. fisica delle strutture, le quali Il Lazzaretto Vecchio continuerà tuttavia – cessata la presenza comunque ad ospitare, in caso dei cani e in assenza di una di necessità, contumacie di custodia continuativa e di mercanzie almeno fino alla metà nuovi permanenti utilizzi – del XIX secolo, quando l’isola viene iniziavano ormai ad essere destinata, prima parzialmente e poi oggetto di furti e vandalismi, in via esclusiva, a magazzino mili- fino al recentissimo affido tare. Con le ristrutturazioni di fine al benemerito Archeoclub secolo alcuni fra i più antichi edifici di Venezia che ci si augura vengono semplicemente abbattuti: venga concretamente soste- fra di essi la chiesa, il campanile nuto nelle operazioni di tutela, romanico a pianta pentagonale e manutenzione e valorizza- porzioni di quanto restava degli zione così efficacemente edifici medievali. Verranno inoltre condotte negli ultimi decenni abbattuti i due “torresini da polvere” per il Lazzaretto Nuovo. Veranda del Priorado (dove A. Fusinato nel 1949 cinque-seicenteschi e tamponate le scrisse i celebri versi: “Ehi della gondola! Qual novità? téze porticate per lo stoccaggio e Il morbo infuria / il pan ci manca / sul ponte sventola / Giovanni Caniato l’areazione delle merci, rialzandone bandiera bianca”) Archivio

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