
Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali vecchio ordinamento Tesi di Laurea La Fantastica Eloquenza La Tempesta : da Marcantonio Michiel all’età contemporanea Relatore Ch. Prof. Giuseppe Barbieri Laureando Alessandro Chiesa Matricola 775242 Anno Accademico 2016 / 2017 INDICE INTRODUZIONE . 5 CAPITOLO PRIMO. GIORGIONE NEL TEMPO, DA CASTELFRANCO ALL’OLIMPO 9 1.1 I dati biografici 9 1.2 Infanzia e formazione 19 1.3 Cas telfranco, la sua adolescenza 21 1.4 Tracce imperialiste nella «Dominante » 29 1.5 Il mercato artistico di Venezia, nascita del co llezionismo… 32 1.6 «Individualismo» come nuova presa di coscienza e manifes to di «insicurezza 34 sociale» 1.7 Venezia, crocevia di scambi commerciali e artistici , novità «foreste» 35 1.8 Il tonalismo di Giorgione 36 1.9 Il collezionismo e le sue motivazioni. Trasformazioni nel tempo 39 1.10 La «Notizia d’opere» di Marcantonio Mic hiel 42 1.11 Committenza e possesso, puntualizzazioni im prescindibili 45 1.12 Committenti o possessori: i collezionisti di «Zorzi» 46 1.13 La fama pubblica e l’esclusività privat a 47 1.14 I d ue «grandi» dipinti a olio 49 1.15 Le due commissioni pubbliche 50 1.16 Il Fondaco dei Tedeschi 52 1.17 Un mito in «Fieri» 56 CAPITOLO SECONDO. GIORGIONE NELLA STORIA DELL’ARTE 63 2.1 Giorgione rinascimentale 63 2.2 Giorgione neoclassico 76 2.3 Giorgione romantico 79 2.4 Giorgione moderno 82 2.4.1 L’ albero «Pragmatico -filologico» 86 2.4.2 L’albero «E stetico»: filosofia, poesia e letteratur a dei classici 93 2.5 Giorgione e l’Ermetismo 104 2.6 Giorgione e l’Ebraismo 107 3 2.7 La cripticità di Gio rgione: ipotesi di eresia 110 2.8 Giorgi one e la letteratura coeva 112 CAPITOLO TERZO. IL SIMBOLO DEL «MITO»: LA TEMPESTA 123 3.1 I documenti 127 3.1.1 Citazioni, testamenti e inventari 129 3.1.2 Comparazioni 139 3.2 Colori, tecnica, radiografie e restauri 142 3.3 Interpretazioni succedutesi dalla pubblicaz ione della «Notizia d’opere…» a oggi 151 BIBLIOGRAFIA . 213 4 INTRODUZIONE Tra le opere artistiche attribuite a Giorgione da una tradizione consolidata e che sono state più volte stravolte da interpretazioni che andavano ad annullarsi l’una con l’altra, penso che il caso della Tempesta debba essere ritenuto il più emblematico. D’altra parte, senza il minimo supporto documentario o iconografico, la possibilità di declinare il dipinto su percorsi letterari, storici, politici o religiosi non ha incontrato alcuna difficoltà, essendo la Tempesta uno dei pochissimi dipinti che possono aderire a qualsiasi proposta interpretativa. Per dirla come Marco Paoli «…in infinite storie ricorre una donna, un bambino, un uomo, un paesaggio»1, ma basterebbe passare in rassegna le pubblicazioni che si sono susseguite da Il cicerone 2 di Burckardt del 1855, al saggio di Erminio Morenghi 3 del 2013, per comprendere i fiumi di inchiostro utilizzati nello scrivere la probabile soluzione dell’enigma. Se poi dovessimo considerare le varie biografie dell’artista, costruite diversamente in base alle epoche e agli indirizzi intellettuali degli storici e dei critici d’arte, vi troveremmo un Giorgione dalle mille facce 4, come d’altronde si riscontra nelle immagini pubblicate nei vari cataloghi a lui dedicati. L’ultima immagine che abbiamo di lui è quella proposta quest’anno a Roma, dal titolo Labirinti del Cuore . Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma . Una mostra organizzata attorno a un doppio ritratto ( I due amici ), attribuito a Giorgione da una parte della critica, ma considerato oggigiorno uno dei capisaldi nella ritrattistica giorgionesca. Il dipinto rappresenterebbe l'archetipo di una nuova idea di ritratto che intende sottolineare lo stato d'animo e l'espressione dei sentimenti d'amore, in un momento "edonistico" in cui la gioventù patrizia veneziana sta ancora per poco, vivendo lo splendore politico ed economico della Repubblica. Ma il doppio ritratto è di Giorgione? Enrico Maria dal Pozzolo, curatore di quest’ultima mostra, apriva il catalogo del 2009 «con la consapevolezza della cortina di fumo e di incertezza che avvolge la storia del maestro» 5, aggiungendo tuttavia che Giorgione aveva cambiato «le sorti della pittura veneta e non solo del Cinquecento» 6. Egli sarà «il primo responsabile della “maniera moderna”» 7 come lo definiva Vasari. In ogni caso, d’accordo con Dal Pozzolo, «va comunque riconosciuto che i risultati prodotti da generazioni di storici dell’arte hanno permesso di rimettere insieme frammenti di informazioni che, da un certo punto di vista, consentono di 1 MARCO PAOLI , La “Tempesta” svelata: Giorgione, Gabriele Vendramin, Cristoforo Marcello e la Vecchia, Lucca, Pacini Fazzi, 2011, p. 81. 2 JACOB BURCKHARDT , Der Cicerone: eine anleitung zum genuss der kunstwerke italiens , Basel, Schweighauser'sche verlagsbuchhandlung, 1855. 3 ERMINIO MORENGHI , Nel segno della Sibilla Tiburtina. Dagli incunaboli della Palatina alla “Tempesta” di Giorgione riletta in chiave asburgica, Cremona, Fantigrafica, 2013. 4 Vedi: ENRICO MARIA DAL POZZOLO , La barba di Giorgione , in Giorgione , a cura di Lionello Puppi e Enrico Maria Dal Pozzolo, Milano, Skira, 2009, pp. 207-224. 5 ENRICO MARIA DAL POZZOLO , Giorgione , Milano, F. Motta, 2009, p. 8. 6 Ibidem. 7 Ibidem. 5 tentare un’operazione ricostruttiva della sua esperienza e del suo catalogo» 8. A proposito della Tempesta lo storico dell’arte scrive che «le pagine a disposizione (del suo catalogo) non sarebbero bastate a fornire un’informazione dettagliata per la sola Tempesta »9. Egli si limiterà a descriverne l’immagine, proponendo così un approccio metodologico che riguarda il … ciò che si vede . Ma se ritorniamo alla mostra romana, ciò che si vede nel doppio ritratto è una pittura fluida, sapientemente costruita nei giochi del chiaroscuro, nei tagli di luce e dall’impeccabile costruzione anatomica degli arti, dove i particolari della camicia, delle frange dorate, dei capelli ondulati e del melangolo, tradiscono una maniera diversa rispetto alle opere che compongono lo “zoccolo duro” del catalogo giorgionesco. 10 Questo è uno degli ultimi esempi di come da un’attribuzione si possa costruire una mostra i cui temi di carattere sentimentale rimandano al Giorgione romantico ottocentesco, argomento che ho cercato di sviluppare all’interno di questo lavoro. La bibliografia di questi ultimi dieci anni che riguarda direttamente o indirettamente il pittore di Castelfranco, se escludiamo il catalogo di Wolfgang Eller, è composta principalmente da quattro cataloghi: due di essi sono di dal Pozzolo e pubblicati entrambi nel 2009, il terzo è di Alberto Ongarato, sempre dello stesso anno, mentre il quarto è di Mauro Lucco pubblicato nel 2010. Prima e dopo queste pubblicazioni troveremo saggi di vari autori le cui tematiche spaziano dalla creazione del mito giorgionesco al problema della committenza e alcune ulteriori nuove interpretazioni sulla Tempesta. Di particolare rilievo, almeno dagli argomenti proposti è la pubblicazione di Ugo Soragni del 2009, che sviluppa il tema delle eresie e le relative simbologie in pittura. Egli è sodale di Enrico Guidoni, eminente ricercatore di Giorgione e promotore della rivista “Studi Giorgioneschi”, fondata con lo scopo di promuovere e diffondere ricerche, al di fuori del mondo accademico e del mercato editoriale. Se il catalogo giorgionesco edito da Skira e pubblicato per la mostra di Giorgione organizzata a fine 2009 per celebrare i 500 anni dalla sua morte, è composto da saggi di vari autori i cui temi si sviluppano e si chiudono in modo isolato, senza alcun collegamento d’ insieme, il monografico di Dal Pozzolo, edito da Motta, è strutturato in modo più omogeneo e fluido, sebbene tocchi nodi biografici e produzioni artistiche difficili da far collimare. Anche il monografico di Ongarato risulta fluido e discorsivo, ma il contenuto biografico e il catalogo proposto mi risulta essere già stato pubblicato più volte da altri autori. Egli non va oltre alla citazione di dipinti da tempo riconfermati al repertorio giorgionesco: per esempio egli spazia dalla Sacra Famiglia Benson di Washington, alla Madonna con bambino di San Pietroburgo; dalla Madonna leggente di Oxford alle tavolette degli Uffizi. Nella ritrattistica egli pubblica il Ritratto Giustiniani di Berlino assieme al Ragazzo con freccia di Vienna, ma insersce anche, in linea con Dal Pozzolo, il Doppio ritratto di Palazzo Venezia a Roma. 8 Ibidem. 9 Ivi, p. 9. 10 Vedi: Cap. 2.1, Giorgione rinascimentale. 6 Sempre nel 2009 è stato pubblicato un lavoro letterario di Piermario Vescovo in cui si afferma chiaramente di non «offrire un’ennesima “soluzione” del “mistero”» 11 della Tempesta , quanto piuttosto il tentativo di determinare «un orizzonte allegorico di collocazione all’interno di un ragionamento più ampio su Giorgione» 12 , e finalmente di spostare «dai giochi ermeneutici poggianti sulle spalle di presunti committenti alla riconsiderazione del problema del significato dei dipinti del pittore nel mondo del collezionismo» 13 , dove d’altronde nacque il mito di Giorgione e la manipolazione delle sue opere. E sempre a proposito di committenza, nel 2010 esce un saggio di Maurizio Calvesi che spiega la differenza tra “committente” e “possessore” di un’opera artistica, argomento che peraltro si presumeva già enucleato, nel quale a proposito di Marcantonio Michiel e della sua Notizia d’opere … , lo studioso puntualizza l’indicazione di Michiel riguardante la “appartenenza” delle opere artistiche e «non “chi le aveva commissionate”: ed è ben possibile che un quadro sia stato venduto o ceduto dal primo committente» 14 . Il catalogo monografico di Lucco del 2010 si apre invece nella consapevolezza delle drammatiche perdite di opere giorgionesche «ed è cosa che non dobbiamo mai dimenticare» 15 . Ma Lucco indica anche un percorso “a ritroso” nella formazione di una cronologia: «nella quasi totale mancanza d'appoggi per giudicare dei tempi evolutivi della sua carriera, è inevitabile pensare a lui come attore di cambiamenti registrabili poi in altri artisti; di modo che la sua cronologia, di forza ricostruita per così dire "in negativo", basandosi sui suoi riflessi in altri pittori dell'epoca» 16 .
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