Zugare Gòto Silvano Belloni Piron Silvano Belloni Majon Grammatica Pociar Siora Verto Querta Indrìo Fumegar veneta Grammatica Viene finalmente ristampata, riveduta e corretta, la Zugare Gòto Bronsa Grammatica veneta di Silvano Belloni, studioso delle veneta tradizioni venete ed esperto dialettologo, in un contesto Grammatica veneta Bocia storico in cui, a fronte di una inevitabile globalizzazione del linguaggio e dei costumi, risulta sempre più importante conservare e promuovere la conoscenza delle nostre Piron tradizoni e dei nostri dialetti. In quest’ottica Grammatica Carega Masteo veneta si propone come un’opera indispensabile per quanti vogliano conoscere il dialetto veneto: come lo si legge e come lo si parla.Costruita sull’idioletto dell’autore Majon Ciapàr Foresto padovano, Grammatica veneta è di facile comprensione per ogni lettore di base triveneta che può sostituire le sue Silvano Belloni forme locali tipiche conservando il significato ben noto a Pociar Siora Verto tutti i parlanti veneti. Il testo, di gradevole lettura, affronta in modo semplice, ma Querta Indrìo Fumegar esauriente, problemi di fonologia, morfologia, e sintassi, sullo schema delle più comuni grammatiche usate nelle nostre scuole. Vengono presentati anche modi di dire, proverbi, forme di composizione a dimostrazione dell’inesauribile ricchezza della nostra parlata popolare, ormai riconosciuta vera lingua, dopo essere stata per troppo tempo etichettata solo come lingua orale. Bronsa Silvano Belloni vive a Padova, dove è nato, nel popolare rione del Portello, nel 1924. Laureato in Pedagogia e Abilitato alla Vigilanza Scolastica all’Università di Padova, ha concluso nel 1990 la sua lunga carriera scolastica di maestro elementare, Bocia professore di Lettere nelle Scuole Medie, docente di Letteratura Italiana e Storia nelle Scuole Superiori e, per quasi trent’anni, Dirigente Scolastico. Per l’intensa attività didattica svolta a favore degli studenti è stato più volte premiato dalla Comunità Europea. Giornalista, ha lavorato per Il Gazzettino di Venezia, Il Resto del Carlino di Bologna, Il Mattino di Padova. Dialettologo, cultore delle parlate e delle tradizioni popolari venete, è stato cofondatore e direttore della rivista Quatro ciàcoe. Carega Masteo € 21,00 Ciapàr Foresto SILVANO BELLONI GRAMMATICA VENETA Seconda edizione riveduta e corretta PADOVA PRESENTAZIONE della Prima Edizione a cura del Direttore della Facoltà di Dialettologia dell’Università di Padova prof. Cortelazzo. Di solito le chiamano, con una punta di sufficienza, grammatiche pratiche od empiriche, ma, finché gli addetti ai lavori non ne affronteranno la preparazione rigorosamente scientifica, rimangono sempre le preziose fonti, alle quali loro stessi ricorrono per riconoscere la struttura di un dialetto. Questa è una grammatica veneta su base padovana, costruita essenzialmente sul l’idioletto dell’Autore (il dialetto civile della città). Una scelta felice e necessaria: felice perché il Veneto meridionale, sostanzialmente uniforme nelle sue tre varietà – padovano, vicentino e polesano - ricopre il territorio della regione più esteso e più popolato, storicamente sede della più genuina civiltà venetica (Este); necessaria per non disperdere in mille rivoli, divergenti solo nei particolari, una trattazione compatta e unitaria. Gli esempi, che pur sono dati (si veda il capitolo dedicato alla coniugazione verbale), mostrano le difficoltà che si possono incontrare, estendendo la descrizione alle più minute particolarità locali, recuperabili facilmente, del resto, attraverso una semplice operazione commutativa della esecuzione di base. Le intenzioni che hanno spinto l’Autore ad una fatica non lieve e non breve, sono esplicite: dimostrare a chi poteva soffermarsi ancora sull’antico dubbio, espresso dai teorici rinascimentali con la dicotomia fra lingue che si possono scrivere (letterarie) e lingue che non si possono scrivere (prove di letteratura), che il dialetto veneto, come qualsiasi altro dialetto, anche il più remoto e misconosciuto, ha una sua completa ed autonoma organizzazione grammaticale, che può essere analizzata e descritta; e dare la possibilità a chiunque volesse scrivere in dialetto ( e sono tanti) di attingere ad una guida capace di risolvere tutti i quesiti e tutti i poblemi che si affacciano, quando si vuole portare il parlato sulla pagina scritta. Tali sono gli onesti limiti dichiarati di questa grammatica che ha, fra l’altro, il pregio di essere scritta da chi ha una lunga pratica didattica dell’ italiano ed è, quindi, particolarmente attento, nell’esposizione, nella scelta degli esempi, nella successione dei paragrafi, alle possibili reazioni del lettore scarsamente esperto: ed allora, ciò che ad un osservatore superficiale può apparire prolisso, sovrabbondante e superfluo, ha una sua precisa giustificazione nell’esigenza primaria di offrire uno strumento didatticamente efficace. In questo piano globale rientra anche la scelta di seguire lo schema della grammatica tradizionale italiana con il duplice fine di proporre un modello già noto e di confermare la possibilità, che ha il dialetto, di seguirlo facilmente. Gli specialisti non resteranno delusi dopo la lettura di questa grammatica veneta, perché anche a loro possono sfuggire, specie se hanno una competenza attiva di una singola varietà dialettale, alcuni fenomeni, sommersi nella meccanicità della loro realizzazione. Tutte queste ragioni sono sicure premesse ad una larga utilizzazione di un’opera che si presenta, nella sua esposizione piana e completa, ricchissima di dati e di riflessioni, come un manuale raccomandabile a quanti s’interessano di dialetti veneti. prof. Manlio Cortelazzo Padova –1991 PREFAZIONE dell’Autore È indubitabile che da più di una decina d’anni a questa parte, per merito di tanti gruppi spontanei sorti un po’ dovunque nel Veneto, il nostro dialetto sta conquistando nuovi spazi e nuovi cultori, proprio nel momento in cui si constata il suo progressivo deterioramento a seguito del forzato livellamento linguistico operato dai mezzi di comunicazione di massa, nonché dal rimescolamento della popolazione locale per l’inserimento nel tessuto sociale urbano e periferico di persone e nuclei familiari provenienti da altre regioni o addirittura da paesi stranieri. La rinnovata coscienza della necessità di difendere gli ambienti naturali e le caratteristiche tipiche di ogni zona ha suscitato un insperato interesse non solo per i prodotti veneti, la cucina veneta, il folclore veneto, ma anche e specialmente per le ricchezze artistiche e culturali in genere e per il dialetto in particolare, ancora parlato, come ormai è riconosciuto da tutti, dalla stragrande maggioranza della popolazion locale, sia nella vita familiare che nelle attività della vita quotidiana. Nonostante che gli ordinamenti scolastici pubblici ignorino che esiste una ben radicata realtà linguistica diversa da quella ufficiale, circoli, associazioni, compagnie amatoriali di teatro, studiosi e ricercatori di varia estrazione si occupano e si preoccupano di valorizzare le nostre più sentite tradizioni e si impegnano generosamente e disinteressatamente in molteplici iniziative, mirate alla riscoperta delle nostre radici. In questo clima di rinnovato fervore si sono moltiplicate negli ultimi anni le pubblicazioni in lingua veneta, sia in prosa che in poesia. Ma chi scrive in vernacolo non ha avuto il privilegio di studiare a scuola la sua lingua madre, il suo dialetto, per cui non può destare meraviglia se più di qualcuno, scrivendo o parlando, è assalito da qualche dubbio su questioni di fonètica, ortografia o sintassi. Condannato a restare per tanto tempo solo “lingua orale”, il dialetto non si è mai potuto avvalere di un vero e proprio “corpus” di regole grammaticali codificate. Il presente lavoro, frutto di una personale ricerca e riflessione, condotta, se si può dire, sul campo, cioè sul vivo della lingua veneta attualmente parlata dalla gente comune, vuol essere solamente un tentativo di dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che non solo il dialetto veneto ha una sua organica “grammatica” che si può desumere dal modo di esprimersi dei parlanti di ieri e di oggi, ma che tale grammatica ha, né più né meno, una struttura che è analoga a quella della lingua nazionale. Per questo si è preferito, nella stesura del lavoro, seguire la falsariga di un normale testo di grammatica italiana in uso nelle nostre scuole per facilitare anche possibili e significativi confronti. In qualità di Direttore (dalla sua nascita nel 1983) del “Mensile in dialeto de cultura e tradission vènete QUATRO CIÀCOE”, l’autore ha avuto modo di raccogliere più volte e da più parti richieste per una definitiva regolamentazione grafico- grammaticale, non specialistica, ma semplicemente divulgativa e facilmente applicabile da chi intende esprimersi per iscritto in dialetto, sia in prosa che in poesia. Recentemente persino un giornalista brasiliano di Caxias do Sul, di origine veneta di terza generazione, ha chiesto a quale grammatica veneta può riferirsi per iniziare lo studio della lingua veneta che tanto apprezza. Purtroppo, nonostante le numerose e approfondite ricerche settoriali attuate nelle Facoltà di Dialettologia e Linguistica, non si è arrivati ancora ad una uniforme strutturazione grammaticale del dialetto parlato in area veneta. Quanti scrivono in dialetto oggi, e non sono pochi, devono affidarsi al proprio estro e ai propri gusti personali, in mancanza di suggerimenti unitari tanto per la pronuncia delle parole quanto per la grafia delle stesse e per la struttura
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