2. La Storia Della Carta Stampata

2. La Storia Della Carta Stampata

La storia della carta stampata dal papiro a www.quotidiano.net Uno dei primi supporti per la scrittura, che precedettero la carta, fu il papiro. Questo veniva ottenuto già verso il 3500 a.C . in Egitto, incrociando le strisce ricavate dal fusto della omonima pianta, che cresce lungo le rive del Nilo. Le sostanze collanti della pianta servivano a tenere insieme le strisce stesse. Sul papiro si poteva scrivere da una parte sola ed i fogli si avvolgevano su una bacchetta di legno. Nel 170 a.C . fu realizzata in Asia Minore, la pergamena, pelli di animali trattate e conciate. I fogli di pergamena presentavano il vantaggio di poter scrivere su entrambi i lati e quindi di venire tagliati e riuniti per formare un codice. La pergamena era più costosa del papiro e per questa ragione non poté mai sostituirlo. Mentre del papiro ai nostri giorni non si parla più, la pergamena viene usata anche attualmente ed è destinata alla scrittura di documenti che si intendono tramandare attraverso i tempi. I primi quotidiani della storia risalgono all’antica Roma . Nel 59 a.C. iniziano ad essere pubblicati e diffusi gli ACTA DIURNA, vere e proprie gazzette informative quotidiane manoscritte che riportavano notizie di politica e di cronaca. Su tavolette bianche venivano annotati i fatti del giorno: gli editti, le notizie ufficiali, le sentenze dei processi e gli avvenimenti mondani. Furono istituite da Giulio Cesare. Nel I secolo in Cina viene inventata la carta. Per molti secoli l’arte della fabbricazione della carta rimase un segreto ben custodito dai cinesi che, oltre alla stoffa, adoperarono anche la corteccia dell’albero di gelso, finemente sminuzzata. L’uso della carta fu introdotta in Europa dagli arabi e la prima cartiera europea fu costruita in Spagna intorno al 1150. Nel 1450 Johannes Gutenberg inizia la sperimentazione della stampa a caratteri mobili, cioè separati l’uno dall’altro e quindi riutilizzabili più volte. I primi caratteri mobili vengono realizzati in legno, poi in ferro, in rame ed infine in piombo. Nasce così il primo sistema di stampa a rilievo con il metodo tipografico che rivoluzionò il modo di stampare libri. Nel 1455 viene pubblicata la prima opera stampata. Si tratta della Bibbia in latino, la cosiddetta “Bibbia delle 42 linee” perché 42 erano le linee di stampa ovvero le righe in cui era composta ciascuna pagina. Redatta da due tipografi, presentava 1282 pagine e circa 3.800.000 lettere su due colonne. Ne furono stampate 150 copie su carta e 34 su pergamena. Costava la metà rispetto ad un libro manoscritto. Nel 1563 a Venezia viene stampato e diffuso settimanalmente il primo foglio d’avviso stampa. Venne chiamato “gazzetta” per il suo costo, pari al valore di una moneta d’argento detta in veneziano per l’appunto “gazeta”. Quasi nessuna tra queste gazzette viene intitolata, ma tutte riportano la data e la provenienza. Nel 1660 nasce in Germania il primo quotidiano moderno: una pubblicazione giornaliera che contiene il resoconto degli avvenimenti politici e di attualità. Si chiamava Leipziger Zeitung, tradotto: “notizie fresche degli affari della guerra e del mondo” All’epoca era letto principalmente dalle classi borghesi e aristocratiche. Nel 1764 esce prima a Brescia e poi a Milano, la rivista illuminista “Il Caffè”. Fu fondato dai fratelli Pietro e Alessandro Verri e da Cesare Beccaria, uscirono in tutto 74 numeri, uno ogni 10 giorni. Il nome sarebbe derivato da una bottega di caffè aperta a Milano da un commerciante greco. Gli articoli erano quasi sempre firmati con sigle. La rivista suscitò subito aspre polemiche. Il 3 gennaio 1807 , da un vecchio foglio del 1664, nasce la “Gazzetta di Mantova” il più vecchio quotidiano di informazione locale tuttora pubblicato. Nel 1848, nasce l'Associated Press, un’agenzia di stampa fondata a New York da 10 rappresentanti di 6 editori di giornali, allo scopo di riunire le forze per raccogliere notizie all’estero e risparmiare sui costi di trasmissione per via telegrafica. Il 26 marzo dello stesso anno viene emanato l’editto sulla stampa che fissa i diritti ed i doveri in materia di informazione. Nel 1849 a Roma viene fondato “L’Osservatore romano”, giornale di contenuto politico e religioso che nel 1870 diventerà l’organo ufficiale della Santa Sede. Il 13 luglio del 1859 nasce a Firenze “La Nazione”, fondata da Bettino Ricasoli. La notte del 13 luglio Ricasoli convocò in fretta e furia i futuri “soci” dell’avventura, nominò un direttore, scelse lo stampatore: il giorno dopo doveva uscire la prima edizione, il 'numero zero'. Per cinque giorni il quotidiano uscì in un semplice 'mezzo foglio' realizzato grazie all’entusiasmo di un pugno di redattori e tipografi volontari e improvvisati. Poi, il 19 luglio, sarebbe uscito il primo numero vero. La Nazione rappresenta sicuramente uno dei primi esempi di editoria. Nelle pagine storiche de La Nazione sono impresse le firme di penne illustri quali Collodi, Matilde Serao, Capuana, De Amicis, Carducci, Yorick, Jarro, Dumas figlio, Manzoni. Tutte autorevoli testimonianze di fatti accaduti dall’Unità d’Italia in poi Il 5 marzo del 1876 esce a Milano il primo numero del “Corriere della Sera”. Il nome “corriere”, utilizzato da molte testate deriva dal fatto che nel 1700 i giornali ricevevano le notizie per corriere, in diligenza con la posta. Il primo numero viene annunciato dagli strilloni in Piazza della Scala. Per il lancio è scelta la prima domenica di quaresima (tradizionalmente quel giorno i giornali milanesi non uscivano). Il Corriere sfrutta quindi l’assenza di concorrenza, però devolve in beneficenza il ricavato del primo numero. L’8 dicembre 1878 esce a Roma il primo numero de “Il Messaggero”. Il 4 giugno 1870 nasce il trisettimanale “La Provincia Pavese”. Diventerà quotidiano nel 1907. Nel 1880 viene fondato “L’Eco di Bergamo”. Nel 1883 a Piacenza viene fondata “La Libertà”. Il 21 marzo del 1885 nasce a Bologna “Il Resto del Carlino” , diretto da Amilcare Zamorani. Il nome scelto dai fondatori è “Il Resto del … Carlino” dove i puntini di sospensione non sono messi a caso. La testata si rifà infatti ad un modo d’uso locale: “dare il resto del carlino” significa dare a ognuno il suo avere, regolare i conti. Ma dietro al nome c’e anche una precisa strategia commerciale. Il giornale inizialmente viene dato nelle tabaccherie come resto di due centesimi a quanti, con una moneta da 10 centesimi (un carlino) comprano un sigaro. Sulla testata compare una donna che fuma, con il riferimento al tabaccaio da cui si va a comprare il primo sigaro della giornata. Essendo poi richiesto anche dai non fumatori, il giornale è messo in vendita nelle edicole. In pochi anni è il giornale più letto in tutta la città, tanto da diventarne il simbolo. Il suo primo impatto sul mercato è decisamente positivo, sia per il basso costo del quotidiano, e sia perché la struttura e lo stile del giornale lo rendono idoneo ad una facile e veloce lettura, adatta a chi ha poco tempo e vuole essere informato. Nel 1945 il nome del giornale è momentaneamente cambiato in “Giornale dell’Emilia”, ma nel 1953 viene lanciato un referendum tra i lettori sul ripristino del nome storico: vincono i sì. Il 4 novembre la testata torna ad essere Il Resto del Carlino. Nel 1955 viene chiamato a dirigere il Carlino il giornalista e storico fiorentino Giovanni Spadolini. Il "professore" ordina la creazione di un archivio delle fotografie e degli articoli, che il giornale non aveva ancora. Nel 1965 l’industriale Cav. Attilio Monti acquisisce il controllo della società proprietaria de Il Resto del Carlino e de La Nazione di Firenze. Nel 1976 la società passa nelle mani di Andrea Riffeser Monti, nipote del Cav. Attilio Monti. Nel 1914 in novembre Benito Mussolini si dimette dalla direzione dell’Avanti e fonda Il Popolo d’Italia. Nel 1924 Antonio Gramsci fonda a Roma il quotidiano del Partito Comunista Italiano ”L’Unità”. Sempre nello stesso anno viene fondato il trisettimanale “Corriere dello Sport”. Diventerà quotidiano nel 1927. Tra 1945 ed 1955 nascono molti quotidiani: “Il Giornale di Brescia”, “L’Alto Adige”, “Tuttosport” “Il Sole 24 Ore”, “La Provincia di Cremona” “La Notte”; e settimanali: “Oggi”, “L’Europeo” “Il Mondo” “TV Sorrisi e Canzoni”, “”L’Espresso”. Nascono le agenzie di stampa “Agenzia Italia” e l’ANSA. Sempre in questi anni un americano inventa la fotografia a sviluppo immediato Polaroid. Viene adottata in Italia Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo il cui art. 10 stabilisce: ”Ogni persona ha il diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di comunicare informazioni o idee …” Il 21 aprile del 1956 arriva per la prima volta nelle edicole “Il Giorno”, diretto da Gaetano Baldacci. Il Giorno nasce per l’iniziativa di Enrico Mattei, presidente dell’ENI ed ottiene subito un rapido ed inaspettato successo per la sua originalità e anticonfo rmismo. Sfida l’ormai saldo successo del Corriere della Sera e lo fa apportando una serie di importanti innovazioni nel grigio panorama della stampa italiana: sia nella veste grafica che nei contenuti. A differenza delle testate tradizionali, che vedono nel capofamiglia il loro principale destinatario, “Il Giorno” per la prima volta nella storia della stampa quotidiana cerca di rivolgersi all’intera famiglia, compresi i più piccini, ai quali è dedicato un inserto settimanale a fumetti: “Il Giorno dei Ragazzi”. All'interno, il giornale contiene una pagina intera di economia e finanza: è il primo quotidiano d'informazione a farlo. Il giornale si distingue dagli altri quotidiani anche per l'abolizione della tradizionale terza pagina culturale. Le pagine di cultura e spettacoli vengono spostati in un inserto di otto pagine in rotocalco.

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