(Cil, Ii, 5961) Aggiornamenti Sul Ponte-Acquedotto Romano Del Pont D’Aël

(Cil, Ii, 5961) Aggiornamenti Sul Ponte-Acquedotto Romano Del Pont D’Aël

«AQUIS INDUCTIS PER LOCA DIFFICILIA» (CIL, II, 5961) AGGIORNAMENTI SUL PONTE-ACQUEDOTTO ROMANO DEL PONT D’AËL Stella Vittoria Bertarione, Cinzia Joris* «Condotte le acque attraverso luoghi inaccessibili» L’accesso al corridoio pedonale era possibile grazie ad (CIL, II, 5961) una coppia di aperture corredate da serramenti di cui re- stano ancora le tracce a livello di stipiti e di soglia. Un in- Il contesto storico ($- '& !&#$'2%&!"& !"! #$%&'$'($%\*%+& 3,&2-$ %"#-&/' #'&4!& Stella Vittoria Bertarione fronte all’attuale villaggio; un secondo, invece, si situa sul lato opposto ed in origine consentiva l’uscita direttamente Salendo lungo la strada diretta a Cogne, in comune di Ay- sulla strada intagliata nella roccia di cui resta ancora oggi mavilles, è possibile recarsi al grazioso e raccolto villaggio una possente testimonianza. di Pondel (o meglio: Pont d’Aël), il cui toponimo trae origine Sul prospetto nord campeggia un’iscrizione (CIL, V, 6899): « IMP dall’imponente ponte-acquedotto romano che troneggia a CÆSARE AUGUSTO XIII COS DESIG C AVILLIUS C F CAIMUS cavallo del torrente Grand-Eyvia e che ancora oggi lascia PATAVINUS PRIVATUM », 1 che consente di datare con esattez- meravigliati per il suo straordinario stato di conservazione za il monumento all’anno 3 a.C. e di attribuirlo all’azione im- ed il suo notevole impatto storico e paesaggistico. prenditoriale del padovano Caius Avillius Caimus , esponente Si tratta di una grandiosa opera in muratura e blocchi di di una ricchissima famiglia di origine veneta 2 legata al setto- pietra da taglio, posta a 56 m circa di altezza dal livello del re dell’industria edile e al trattamento delle materie prime, corso d’acqua sottostante e sviluppata su una lunghezza soprattutto dei materiali lapidei e dei metalli. Proprietari di che supera i 50 m. numerose nonché decisamente attive \!"#$< (fabbriche di Essendo un ponte-acquedotto, tale struttura era stata laterizi) nella loro terra natìa, 3 gli Avilli sono attestati come progettata con un doppio passaggio e, di conseguenza, imprenditori edili anche nel Piemonte nord-occidentale pensata per un doppio utilizzo; superiormente un condotto (valli di Lanzo e dell’Orco, ma soprattutto nell’antica città pavimentato in grosse lastre litiche squadrate (lo specus ) di Industria , corrispondente all’attuale Monteu da Po, dove e impermeabilizzato da apposita malta idraulica, consen- !"',#$-&$! 3,#%"'&- -$-&/'#-"#!&-4&!"]3-"#!& %*-$4'#!&4-,&*3, - tiva il passaggio dell’acqua, mentre un camminamento to di Iside insieme a membri della gens Lollia ). 4 Alcuni espo- inferiore largo circa 1 m e opportunamente aerato ed nenti di questa importante famiglia sono inoltre attestati sin illuminato permetteva il transito di uomini e animali. In dal II secolo a.C. nell’isola di Delo in qualità di mercanti di !"! #$%&'$'($%\*%+&!"',#$-+& &%"*'$%&/' !0!,-&%//$-11%$-& schiavi, 5 attività che molto probabilmente ha contribuito alla un tratto interrato dello specus le cui pareti presentano loro fama e alla loro straordinaria ricchezza e che li portava tuttora l’ opus signinum di rivestimento. ad “investire” nelle terre di fresca conquista. 6 1. Aymavilles, Pont d’Aël. (S. Pinacoli) 83 Quanto poi alla ragione che portò gli Avilli a realizzare un solo da poche persone e, non a caso, caratterizzato da tanto ardito ponte-acquedotto, risulta presumibile un loro un sistema di accesso controllato da apposite porte. Non coinvolgimento nella costruzione di &'!'()*+,-<).-#* , in solo un ponte, dunque, ma anche un acquedotto; un’infra- particolare nel settore della lavorazione della pietra loca- struttura non destinata a soddisfare direttamente esigenze le visto che nella zona di Aymavilles si ha la presenza di comunitarie, il cui compito era quello di addurre l’acqua ne- importanti cave di marmo bardiglio, materiale di pregio *- %$!%&%(,!&!"#-$- !& /-*!\*!&4!&>3- #'&!6/$-"4!#'$-&*<-+& largamente impiegato nell’Aosta romana; 7 la tesi di una strategicamente, si allineavano con quelli del princeps : connessione dell’opera con attività di estrazione e trat- lavorare il materiale adatto alla monumentalizzazione 14 tamento di materiale ferroso nell’alta e media valle di della neonata colonia 15 di &'!'()*+,-<).-#* . Cogne, per quanto comunemente accolta, 8 non è stata La costruzione di un acquedotto era sicuramente un’im- tuttavia ancora provata per l’età romana. La connessio- presa colossale che richiedeva l’investimento di ingenti ne con attività estrattive legate all’edilizia, invece, è stata risorse, sia umane, 16 deputate tanto alla progettazione avanzata per la prima volta da Rosanna Mollo che pone >3%"#'&%,,S- -*31!'"-+& !%&\"%"1!%$!-8 17 Un testo epigra- giustamente l’accento sul distretto estrattivo di Aymavilles \*'& 4%& Dianium /Denia, nella Tarraconensis 18 esprime e Villeneuve, entrambi posti allo sbocco della valle di Co- chiaramente questa consapevolezza da parte dei costrut- ("-&-4&-"#$%60!&3(3%,6-"#-&*%$%##-$!11%#!&4%& !("!\*%#!2!& tori antichi - « *4'#(+#$1'0)#(+/5-+".0*+1#3\0#"#* amplissimo %7\'$%6-"#!&4!&6%$6'8 9 La Mollo, inoltre, evidenzia come sumptu », ossia “condotte le acque attraverso luoghi inac- tale areale sia connotato dalla presenza di altri materiali cessibili con ingente spesa”. Solitamente i costi dipende- indispensabili all’edilizia quali particolari rocce calcaree vano dalla manodopera impiegata, dal volume di materiale utilizzate nella produzione della calce, nonché sabbia di necessario, dalla lunghezza del tracciato, dalla durata dei *%2%&-& %00!%&4!&\36-&9,'*%,!#&;<%6/%("',,-&!"&;'63"-& ,%2'$!+&"'"*< &4%,,-& /-*!\*<-&4!7\*',#&*' #$3##!2-&!"#-$*-# - di Villeneuve). tabili lungo il percorso che spesso causavano un ulteriore Possiamo davvero immaginare che questi facoltosi im- prolungamento dei lavori se non addirittura il ricorso al ge- prenditori, ormai ben insediatisi nel nord-ovest della Cisal- nio militare in assenza di maestranze capaci. 19 pina, possedessero tutte le risorse economiche e tecniche Si ritiene a questo punto doveroso un breve approfondi- necessarie ad avviare una simile ardita realizzazione che, mento sulla particolare tipologia dei ponti-acquedotto, in- però, non rientra nelle classiche iniziative evergetiche in frastrutture spesso grandiose in grado di unire le qualità quanto non direttamente connessa al soddisfacimento 2!%0!,! #!*<-&4-!&/'"#!&*'"&,-&/!&$%7\"%#-&#-*"!*<-&!4$%3,! - di un bisogno pubblico, ma che parrebbe porsi essenzial- che dell’ingegneria romana. mente come un investimento legato alla possibilità di colti- L’opera di realizzazione degli acquedotti era di tale impe- vare le locali cave di marmo grigio-azzurro da cui, natural- ("'&-4&-7\*%*!%&*<-&B!'"!(!&4!&C,!*%$"% ' poteva scrivere: mente, trarne dovuto guadagno e visibilità. 10 Il problema «Mi sembra che la grandezza dell’impero romano si riveli della proprietà e della gestione delle cave nella prima età mirabilmente in tre cose, gli acquedotti, le strade e le fo- imperiale è da alcuni anni al centro dell’attenzione e del gnature». 20 Successivamente anche l’enciclopedista Pli- 4!0%##!#'&4!&4!2-$ !& #34!' !=& !("!\*%#!2'&#-$$-"'&4!&$!*-$*%& nio il Vecchio osservava che: «Chi vorrà considerare con e di confronto si è rivelato sin da subito l’ambito delle cave attenzione […] la distanza da cui l’acqua viene, i condotti lunensi 11 per le quali sono state considerate, oltre ai dati che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le prettamente storici ed archeologici, le informazioni fornite valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla dalle $.)<+"*/#0#1#$*-'2 . Si tratta di una notevole quan- in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso». 21 tità di iscrizioni presenti su manufatti semilavorati suddi- Gli undici acquedotti di epoca romana che dal 312 a.C. visibili in due macro gruppi: quelle recanti il riferimento vennero costruiti 22 portarono alla città una disponibilità alla colonia e quelle indicanti il passaggio del controllo d’acqua pro capite pari a circa il doppio di quella attuale, 23 delle cave nelle mani dell’imperatore. 12 Normalmente la distribuita tra le case private (ma solo per quei pochi privi- colonia controllava l’attività estrattiva attraverso i suoi legiati che potevano permettersi il pagamento del vectigal edili, mentre l’imperatore si avvaleva di apposite 3*2#"#< *4'<1'0)'( ), le numerosissime fontane pubbliche e quel- di schiavi imperiali; altro è il caso delle numerose $.)<+ le monumentali, le piscine e le terme pubbliche, nonché i lapicidinarum prive sia del riferimento alla colonia, sia di bacini utilizzati per gli spettacoli acquatici come le nauma- >3-,,'&!6/-$!%,-&-&*<-+&43">3-+& %$-00-$'&% *$!2!0!,!&%,&\ - *<!-&-&!&,%(<!&%$#!\*!%,!8&D'"& !&#$%##%2%& ','&4!&6-$%&73"1!' - lone dell’imprenditoria privata. 13 nalità, ma di motivo di vanto e prestigio, per una città, poter Insomma, pur non possedendo purtroppo attestazioni ine- dimostrare come il proprio fabbisogno idrico fosse soddi- renti manufatti iscritti, potremmo tuttavia suppore che il sfatto da uno o più acquedotti, sempre più monumentali “nostro” Avillius rientri in quest’ultima categoria e che po- e articolati: dai primi rudimentali canali scavati in galleria, tesse contare su una sua familia di tecnici specializzati in le condotte iniziarono ad uscire fuori terra, a percorrere idraulica, così come nelle attività di coltivazione ed estra- considerevoli distanze e ad oltrepassare impressionanti zione del materiale lapideo; questo comunque non esclu- salti di quota avvalendosi di poderosi quanto agili sistemi de la possibilità che,

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