Vicino Oriente

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VICINO ORIENTE SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA DIPARTIMENTO SCIENZE DELL’ANTICHITÀ SEZIONE DI ORIENTALISTICA _________________________________________________________________________ VICINO ORIENTE XVI - 2012 ROMA 2012 VICINO ORIENTE SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA DIPARTIMENTO SCIENZE DELL’ANTICHITÀ SEZIONE DI ORIENTALISTICA _________________________________________________________________________ Comitato Scientifico: Carlo Giovanni Cereti, Maria Vittoria Fontana, Lorenzo Nigro, Marco Ramazzotti, Arcangela Santoro, Loredana Sist Direttore Scientifico: Lorenzo Nigro Redazione: Isabella Brancoli Verger, Daria Montanari Tipografia: SK7 - Roma ISSN 0393-0300 Rivista con comitato di referee Journal with international referee system www.lasapienzatojericho.it/SitoRivista/Journal/Rivista.php In copertina: Tabula Rogeriana dal Kitâb Rujar di al-Idrisi - Il Cairo, 1456 - Oxford, Bodleian Library (Ms. Pococke 375 foll. 3v-4; http://classes.bnf.fr/idrisi/grand/9_05.htm) VICINO ORIENTE SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA DIPARTIMENTO SCIENZE DELL’ANTICHITÀ SEZIONE DI ORIENTALISTICA _________________________________________________________________________ SOMMARIO ARTICOLI D. Montanari - Copper axes and double-apses buildings: investigating EB I social interrelations 1 P. Sferrazza - Cattivi presagi: analisi della raffigurazione della Stanza 132 del Palazzo Reale di Mari 29 I. Melandri - A new reconstruction of the anklets of Princess Khnumit 41 G. Ripepi - Gli edifici su podio in Palestina durante l’Età del Ferro II 55 F. Spagnoli - Un altare bruciaprofumi punico dalla “Casa del sacello domestico” a Mozia 71 M. Guirguis - Monte Sirai 2005-2010. Bilanci e prospettive 97 V. Tusa - Le armi dei corredi tombali della necropoli arcaica di Mozia 131 M.C. Benvenuto - F. Pompeo - Il sincretismo di genitivo e dativo in persiano antico 151 M.V. Fontana - S.M. Mireskandari - M. Rugiadi - A. Asadi - A.M. Jaia - A. Blanco - L. Colliva - Estakhr Project - first preliminary report of the joint Mission of the Iranian Center for Archaeological Research, the Parsa-Pasargadae Research Foundation and the Sapienza University of Rome, Italy 167 C.G. Cereti - L. Colliva - M.V. Fontana - G. Terribili - J. Bogdani - A. Bizzarro - A. Tilia - S.S. Tilia - From flint to silicon, modern technologies applied to the understanding of history. The Italian Archaeological Mission in Iraqi Kurdistan 181 M. Rugiadi - Il complesso di ricevimento del palazzo ayyubide a Shawbak 201 L. Nigro - An EB IIIB (2500-2300 BC) gemstones necklace from the Palace of the Copper Axes at Khirbet al-Batrawy, Jordan 227 VICINO ORIENTE SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA DIPARTIMENTO SCIENZE DELL’ANTICHITÀ SEZIONE DI ORIENTALISTICA _________________________________________________________________________ A. Caltabiano - Temples et sanctuaires urbains du littoral syrien à l’âge du Fer: continuité et transformation culturelles 245 M. Sala - Egyptian and Egyptianizing objects from EB I-III Tell es-Sultan/ancient Jericho 275 NOTE F. Spagnoli - Un’anforetta dipinta dalla Tomba T.177 di Mozia 303 EDITORIALE Quando iniziò le pubblicazioni nel 1978, Vicino Oriente era l’organo dell’allora Istituto del Vicino Oriente, diretto da Mario Liverani. Fino al 2000 furono pubblicati dodici volumi in ventidue anni (1978-2000), grazie alla infaticabile dedizione di Isabella Brancoli Verger. La riorganizzazione della rivista nel 2007, ha portato alla pubblicazione di due volumi (XIII-XIV). Nel 2011 la rivista è stata momentaneamente denominata Vicino & Medio Oriente per il solo volume XV, poi, il Comitato Scientifico e la Sezione di Orientalistica hanno preferito tornare alla originale denominazione Vicino Oriente, cogliendo l’occasione per rilanciare la rivista con l’obiettivo di rispettare rigorosamente la cadenza annuale, in modo da fissare la presenza ottenuta nella Classe A delle riviste censite dall’ANVUR. Da questo numero XVI (2012) Vicino Oriente riprende quindi con la sua numerazione e sarà anche disponibile online. Contestualmente verrà ripresa la pubblicazione dei Quaderni (dal volume VI), dedicati ad ospitare raccolte coerenti di scritti derivanti per lo più da Convegni o Festschriften. Complessivamente dal 2000 sono stati dunque pubblicati sette volumi in sette anni con un notevole sforzo economico e soprattutto editoriale e con un amplissimo spettro tematico all’interno delle discipline orientalistiche. Questi risultati sono solamente un aspetto della fiorente attività scientifica svolta da tanti colleghi esterni ed esterni a quella che è stata prima la Sezione Vicino Oriente e poi la Sezione di Orientalistica del Dipartimento Scienze dell’Antichità. Ora che una nuova riorganizzazione dell’Ateneo ha di fatto disperso nuovamente gli orientalisti, Vicino Oriente resta un organo aperto e attivo, dotato di referee esterni (nazionali ed internazionali), di una precisa procedura di valutazione e accesso alla pubblicazione, di un comitato scientifico e, soprattutto, di una redazione cui va il mio più sentito ringraziamento per l’infaticabile sforzo profuso per rispettare i termini di uscita della rivista e garantire la coerenza interna dei contributi e la qualità grafica dell’impaginato. In tempi tanto difficili per l’Italia e, specialmente, per i Paesi ai quali è rivolta non solo l’attenzione scientifica, ma la partecipazione umana di tanti di noi, questo lavoro svolto da giovani dottorandi volontari è la migliore risposta, silenziosa ed efficace, a chi avesse creduto che la fine, dolorosa, di una esperienza potesse esaurirle tutte. La continuazione degli scavi in aree molto difficili, dal Kurdistan all’Iraq, dalla Palestina alla Giordania, dalla Sicilia alla Sardegna, lo sforzo di tanti giovani colleghi nell’apertura di nuove imprese di ricerca sul campo, la prossima apertura del rinnovato Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo nella prestigiosa sede del Rettorato, testimoniano che la nuova generazione si affaccia – finalmente – con coraggio. L’Oriente è ancora una sorgente di luce alla Sapienza. Lorenzo Nigro i [Vicino Oriente XVI (2012), pp. 1-28] COPPER AXES AND DOUBLE-APSES BUILDINGS: INVESTIGATING EB I SOCIAL INTERRELATIONS Daria Montanari - Sapienza University of Rome Il rinvenimento di depositi di fondazione contenenti asce di rame in relazione ad edifici bi- absidati, nel Levante meridionale del Bronzo Antico I (3400-3000 a.C.), risalta sia il valore di queste strutture quali luoghi dedicati ad attività sovrafamiliari e di uso collettivo, sia il valore comunitario di tali armi metalliche. Keywords: axes; double-apses building; Grey Burnished Ware; Southern Levant; Early Bronze I 1. PREMISE The attempt of this study is to highlight the relationship between copper axes and double-apses buildings1 during the Early Bronze I (3400-3000 B.C.) in Southern Levant (fig. 1). The recovery of numerous weapons of this type in connection with such kind of structures of noteworthy dimensions allows the reading, on one hand, of these buildings as community places and, on the other hand, of axes as a community good. Among numerous copper and bronze axes and adzes known for the whole Early Bronze Age in Southern Levant some forty are dated to the Early Bronze I (EB I).2 Some of these were recovered in contexts of different type dated to the EB IB, such as the rich hoard of Kefar Monash,3 Building MA of M3 period of Tell el-Hosn/Beth Shan,4 and a domestic unit of Tell Abu al-Kharaz of Phase I.5 Some others, instead, were collected in other somewhat uncertain contexts of EB I,6 as Tell el-‛Areini,7 Nahal Tabor,8 and Giv’atayim.9 Other specimens, sixteen axes and one adze, afterward analyzed, were recovered in connection with double-apses buildings. These buildings, below presented, are widely 1 Double-apses buildings are large structures with two parallels walls joined to form apses at either edges, known in literature as sausage-shaped buildings (Braun 1989b, 15). It must be stressed that the term ‘apse’ is not used to designate an apsidal building, usually composed by two right angles at one end and a rounded apse at the opposite end (Braun 1997, fn. 6; Golani 1999, 123). A careful examination (Braun 1989b, 18) of architectural remains leaves good exemplars of apsidal type, the one of Tell el-Mutesellim/Megiddo (Engberg - Shipton 1934, fig. 2), and the one of Tell es-Sultan/Jericho (Nigro 2007, fig. 22). 2 They are approximately 110 items. The main part of metal weapons dated to the Early Bronze I comes from grave contexts, but the main part of axes and adzes of the same period belongs to non-funerary deposits. 3 Hestrin - Tadmor 1963, 266-271, figs. 2, 4, 6. 4 Mazar - Rotem 2009, fig. 13:1-3. 5 Fisher 2008, 74-125, 213-216, fig. 311:1-3. 6 Miron 1992, 12, 14. 7 Hestrin - Tadmor 1963, fn. 5; Miron 1992, 14, pl. 5:70. 8 Miron 1992, 12, n. 38. 9 Hestrin - Tadmor 1963, 268, fn. 7, fig. 3. It is probable that this axe, recovered before the beginning of Isserlin’s excavations, belonged to a burial of the Chalcolithic - Early Bronze I cemetery. Daria Montanari VO attested to in Southern Levant especially in the northern region of the Southern Levant during the EB I.10 2. DOUBLE-APSES BUILDINGS In sites included in this note, like as Khirbet Khalalidya/Yiftah’el, Khirbet Sheikh Meser/Meser, Tell el-Hosn/Beth Shan, Qiryat ‘Ata, Palmaḥim Quarry, and Naḥal Alexander, copper axes were recovered in some relation with double-apses buildings, especially in foundation deposits. Some cases, such as Khirbet Khalalidya/Yiftah’el, Khirbet Sheikh Meser/Meser, Tell el-Hosn/Beth Shan and Qiryat ‘Ata, more strongly demonstrate the relation existing

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