Ambiente, Storia, Economia Dei Laghi Dell'italia Centrale

Ambiente, Storia, Economia Dei Laghi Dell'italia Centrale

INDICE Presentazione 05 Ambiente, storia ed economia dei laghi dell’Italia Centrale 07 Adriano Rossi (Arpa Umbria, Direttore Dipartimento Provinciale di Terni) Produzione industriale nei secoli lungo il Rio Vicano a 11 Ronciglione (VT) Italia Vinciguerra (Architetto) Dighe e invasi tra rischi, prospettive e 17 valori paesaggistici. Il caso marchigiano Peris Persi (docente di Geografia presso l’Università di Urbino “Carlo Bo”) Monica Ugolini ( docente di Geografia presso l’Università di Urbino “Carlo Bo”) Il lago di Piediluco e la Cascata delle Marmore 33 Miro Virili (Architetto) Il lago Trasimeno e la centrale di Pietrafitta all’inizio del 73 Novecento Nicoletta Stradaioli (Università degli Studi di Perugia-Dipartimento di Scienze Politiche-History of CANTICUS) La questione energetica nella provincia di Rieti con 89 particolare riguardo ai laghi del Salto e del Turano Roberto Lorenzetti (Archivio di Stato di Rieti) Conclusioni 107 Renato Covino (Università degli studi di Perugia) Aggiornare Laghi ed energia: ambiente, storia, economia dei laghi dell’Italia Centrale Atti del convegno È noto come le prime civiltà siano sorte lungo corsi d’acqua che, soprattutto quando regolamentati, sono stati capaci di assicurare lo sviluppo dell’agricoltura e poi delle prime manifatture grazie allo sfruttamento di quelle acque per la produzione di for- za motrice. Studi e progetti sempre più grandi, molti dei quali non realizzati, hanno portato gli utilizzatori dell’energia di quelle acque sempre più lontano dai corsi dei fiumi, grazie alla possibilità di trasportare a distanza l’elettricità. Il convegno, che si è tenuto a Terni il 12 settembre 2014, ha voluto richiamare l’at- tenzione sui non rari casi di loro sfruttamento a fini energetici. Di tale utilizzo si contano molti esempi soprattutto a partire dagli inizi del Novecento, quando diven- ta possibile realizzare degli invasi artificiali che spesso, per le loro dimensioni, hanno un forte impatto sul paesaggio e sull’assetto idrogeologico di ampi territori. Ndr: Alcuni relatori hanno preferito lasciare il proprio intervento in forma discorsi- va, mentre altri hanno scelto di proporre una rielaborazione scritta del tema tratta- to. Abbiamo voluto rispettare tali scelte, pubblicando gli atti nella forma in cui ci sono pervenuti. Il registro linguistico che incontrerete nella lettura potrà pertanto variare sensibilmente. Per motivi di carattere organizzativo, infine, non è stato possibile disporre della ver- sione corretta e rivista dell’intervento dell’Assessore regionale all’economia Vincenzo Riommi, che pertanto non è stato pubblicato. 5 Ambiente, storia ed economia dei laghi dell’Italia Centrale Adriano Rossi Lo sviluppo industriale in Italia è legato soprattutto allo sviluppo dell’ener gia elettrica. La prima centrale elettrica in Europea fu realizzata dalla Edison a Milano nel 1883 a distanza di un anno dalla realizzazione, nel Wisconsin, della prima centrale statunitense. Grazie alla disponibilità di energia elettrir ca l’industria italiana ha iniziato il suo sviluppo. Dal 1883 al 1914 il tasso anr nuo di crescita della produzione di energia elettrica è stato del 26,6%. Dur rante la Prima Guerra Mondiale poi, a causa della penuria delle altri fonti energetiche la produzione elettrica aumentò, nel giro di soli 4 anni, del 50%. Terni in questo nuovo sistema di sviluppo divenne un punto nevralgico. Fino alla seconda metà del XIX secolo, le acque del Nera e del Velino erano utilizzate solo per l’irrigazione, attraverso opere di canalizzazione, e per azionare le ruote idrauliche di mulini e opifici. Dopo l’Unità d’Italia nel 1861 Gioacchino Pepoli (commissario generale straorr dinario per l’Umbria) prefigurava però per Terni il ruolo di «città dell’industria, del commercio e del lavoro nella nuova Italia». Nel 1869, Pietro Maestri (direttore generale della statistica del Ministero dell’agricoltura, industria e commercio) affermava che le acque del Velino e del Nera sviluppavano un potenziale idraulico pari a 200.000 CV vapore. Un dato molto importante, perché questo tipo di energia generava un vantaggio ecor nomico e di produzione maggiore anche delle miniere di carbone del Belgio. Tra il 1873 e 1879, progettato da Adriano Sconocchia, fu costruito il canale Ner rino in modo da alimentare la Regia Fabbrica d’Armi costruita nel 1879. Il canale forniva, inoltre, la forza motrice per altre fabbriche, quali: il lanir ficio Gruber, lo jutificio Centurini, la fonderia, la società industriale delr la Valnerina. Agli inizi del Novecento altri stabilimenti acquisirono conr cessioni per la produzione di energia idroelettrica e sorsero in breve tempo 7 le centrali di: Cervara; Papigno; Marmore; Collestatte; Spoleto e Terni. Nel 1924 la Società Terni collegò il lago di Piediluco con il fiume Velino, consenr tendo l’utilizzazione del lago come bacino settimanale per la centrale di Papigno, quindi da quel momento Piediluco passò da lago naturale a bacino idroelettrico. Nel 1929 entrò in funzione la centrale di Galleto, la più grande d’Europa per l’epoca. Nel 1931 l’azienda costruisce il canale del medio Nera per portare nel lago di Piediluco le acque del Nera, degli affluenti montani Corno e Vigi, aumentando la capacità produttiva della centrale di Galleto. Questa trasformazione ha strar volto il bacino imbrifero naturale del lago. Il nuovo bacino idrografico, dopo il collegamento del lago con il Velir no e la realizzazione del Canale Medio Nera ha una estensione di 2096 km2 rispetto ai 75 km2 originali. Negli Ottanta incominciano. L’utilizzo del lago come bacino di regolazione ha favorito l’eutrofizzazione delle acr que del lago. Eutrofizzazione che incomincia ad emergere negli anni ’80. Negli anni ‘90, dopo una serie di studi e accordi fra la Regione Umbria e le istitur zioni locali (Provincia di Terni, Perugia, Rieti e Comune di Terni) fu interessato del problema il Ministero dell’Ambiente. Il Ministero dell’Ambiente su espressa volontà del ministro Ronchi istituì tre gruppi di lavoro con i seguenti incarichi: r Esame del progetto di ossigenazione delle acque; r Valutazione dei possibili interventi di consolidamento delle sponde lacuali; r Valutazione degli interventi da attuare per la minimizzazione degli imr patti ambientali degli impianti di piscicoltura. Il 30 settembre 1997, presso la Provincia di Terni, furono illustrate le conclusioni degli studi intrapresi dai tre gruppi ministeriali. Si stabilì di sottoscrivere un protocollo d’intesa per il risanamento e la salvaguarr dia delle acque di Piediluco e la redazione del relativo Piano Stralcio. Nel ‘98 fu sottoscritto il protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Ambiente, l’Aur torità di bacino del fiume Tevere, le Regioni Umbria, Marche e Lazio, le Province di Terni, Perugia, Rieti e Macerata, e il Comune di Terni. Il protocollo prevedeva l’istituzione di un tavolo permanente di conr 8 fronto interristituzionale con il compito di concorrere alle determinazior ni relative alla redazione del Piano Stralcio ai sensi della Legge 493/94. I lavori dei tre gruppi evidenziarono la necessità di realizzare una serie di interr venti nel campo delle infrastrutture fognarie e delle depurazione dei reflui civili, interventi finanziati dal Ministero dell’Ambiente. Nell’ambito dei finanziamenti assentiti, l’intervento di Arpa Umbria si è così articolato: r Monitoraggio dell’impatto ambientale degli impianti di troticoltura in Valnerina; r Studio geotecnico dei dissesti spondali; r Rilevamento batimetrico; r Monitoraggio della qualità delle acque del lago; r Ricognizione dello stato del collettamento e depurazione nel bacino imr brifero del lago di Piediluco; r Monitoraggio del Canale Medio Nera. Gli interventi nel campo della depurazione e collettamento e gli studi e monir toraggi effettuati da Arpa hanno portato, nel 2005, alla approvazione del Piano Stralcio per la salvaguardia delle acque delle sponde del lago di Piediluco. Ad oggi sono stati realizzati solo alcuni degli interventi che il Piano Stralcio elencava tra quelli da finanziare per il risanamento del lago: r adeguamento dei sistemi di gestione dei reflui civili e industriali della Valnerina (interventi sulla depurazione e il collettamento); – interventi di sistemazione dei terreni agricoli e forestali per il contenir mento del trasporto solido del lago – interventi sull’ottimizzazione della gestione degli impianti di itticoltura (utilizzazione di sistemi meccanizzati per la distribuzione dei mangimi, adozione di tipologie di mangimi più performati). In conclusione possiamo dire che a circa dieci anni dall’entrata di vigore del Piar no Stralcio si è evidenziata la difficoltà da parte dell’Autorità di Bacino di fare rispettare alle Regioni interessate (in particolare alla Regione Lazio) le azioni previste dal Piano. Quindi tutti gli studi per stilare il Piano sono stati inutili. Si rende necessario, inoltre, da parte del gestore degli impianti mettere in atto 9 una serie di interventi di ingegneria ambientale e naturalistica tesi a mitigare i danni ambientali prodotti dall’utilizzo del lago come invaso di regolazione. 10 Produzione industriale nei secoli lungo il Rio Vicano a Ronciglione (VT) Italia Vinciguerra La formazione della valle del Rio Vicano a Ronciglione è strettamente connessa alla storia del vulcano di Vico. Le prime manifestazioni eruttive sono state datate a un’età di 990 mila anni, anche se l’attività più intensa è avvenuta 400 mila anni fa1. La valle si è originata per erosione del materiale piroclastico depositato in seguito all’azione di fenomeni meteorici, che hanno contribuito

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