Territorio E Strade

Territorio E Strade

A Lucia Staderini, che non è più con noi. A Lei è dedicato questo lavoro al quale ha partecipato con l’entusiasmo e la gioia che le erano propri. TERRITORIO E STRADE Il Frignano e le trasformazioni viarie tra i secoli XIX e XX a cura di Clara Ghelfi e Gianfranco Gorelli scritti di Clara Ghelfi, Gianfranco Gorelli, Rossella Rossi Alexander Stefano Benedetti Federica Brigati Lorenza Manzini Silvia Simonini Ricognizione sui documenti dell’Archivio storico della Provincia di Modena La presente pubblicazione contiene parte dei risultati della ricerca “Elaborazione di criteri di tipo territoriale- urbanistico per la classificazione e la contestualizzazione dei documenti di progetto di linee ferroviarie, tracciati stradali e relative, redatti dall’ufficio tecnico della Provincia di Modena, conservati presso l’Archivio storico della Provincia”. Tale ricerca, oggetto di convenzione tra la Provincia di Modena ed il Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del territorio dell’Università di Firenze, è stata avviata nel periodo 1994-1996 e successivamente rinnovata. Responsabile coordinatore prof. Gianfranco Gorelli, partecipanti del Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del territorio: arch. Rossella Rossi e arch. Lucia Staderini; collaboratori esterni: Stefano Benedetti, Federica Brigati, Lorenza Manzini, Silvia Simonini; partecipanti della Provincia di Modena: dott. Clara Ghelfi, collaborazione geom. Maurizio Caselli. Ha collaborato inoltre, per le riprese fotografiche dei documenti cartografici, l’arch. Pasquale Bellia. Le riprese fotografiche dei quadri corografici prodotti durante la ricerca sono state eseguite dallo Studio FotoRoncaglia di Modena. L’arch. Raffaello Scatasta dell’Università di Ferrara ha svolto il racconto fotografico dei luoghi e ha curato il progetto grafico. Si ringraziano Claudia Battini, Marilena Cervone, Patrizia Turchi, Marisa Venturi ed, in particolare, Paola Romagnoli, per la collaborazione offerta durante il periodo di svolgimento della ricerca all’interno dell’Archivio della Provincia di Modena. Un sincero ringraziamento va anche al prof. Angelo Spaggiari e al dott. Riccardo Vaccari dell’Archivio di Stato di Modena, per aver agevolato lo spoglio dei preziosi documenti cartografici ivi conservati e fornito utili suggerimenti. Indice Parte I Un contributo all’interpretazione della storia di un territorio: il riordino di un importante nucleo documentario dell’Ufficio tecnico provinciale di Modena. Clara Ghelfi Le strade nell’evoluzione territoriale d’area vasta: indagine su un rapporto “virtuoso”. Gianfranco Gorelli [figure] La rappresentazione delle terre modenesi. La carta Carandini e la cartografia a media scala. Rossella Rossi [figure] Per un archivio fotografico delle opere pubbliche. Ricognizione sui documenti dell’Archivio storico della Provincia di Modena. Raffaello Scatasta [fotografie] Parte II La “strada di serie n. 40”: spoglio delle fonti (1860 - 1968) S. Benedetti, F. Brigati, L. Manzini, S. Simonini − La situazione della viabilità nella provincia di Modena prima della legge Baccarini − La legge 23 luglio 1881 n. 333 e il piano delle nuove opere stradali straordinarie − Le realizzazioni dei primi decenni del Novecento − Gli interventi nelle strade di montagna durante il periodo fascista − Il secondo dopoguerra − La “strada di serie n. 40”: i tronchi, le correzioni e le traverse La “strada di serie n. 40” nelle rappresentazioni cartografiche e nei progetti. [figure] La “strada di serie n. 40” nel suo contesto territoriale: la corografia dei luoghi. [pannelli] Bibliografia Di lunga tradizione è l’interesse per il territorio appenninico modenese. E’ una “vocazione antica”, lo ha ricordato recentemente Ezio Raimondi. Risale al Settecento, partendo dalla grandiosa operazione erudita del Muratori, per poi passare all’attività cronistica dedicata da Lorenzo Gigli - sacerdote di Castellino di Brocco - alle “castella, rocche, terre e ville antiche e moderne” del Frignano, alla Corografia del Ricci e al Dizionario topografico storico del Tiraboschi. Prosegue nell’Ottocento con la Statistica del Roncaglia, le opere scientifiche di Doderlein, Pantanelli, Riccardi, Santi fino ad arrivare ai diari di viaggio e alle guide popolari otto-novecentesche di Carandini, Cionini, Fregni. E l’elenco potrebbe continuare ancora. Negli ultimi decenni, grande rilievo hanno avuto alcune iniziative promosse dalla Provincia di Modena, in collaborazione con l’Istituto per i Beni culturali della Regione Emilia Romagna, rivolte all’informazione, alla conoscenza e alla valorizzazione di quei luoghi, che sono stati definiti un “grande, inesauribile museo all’aperto”. Ricordiamo innanzitutto il Rilevamento dei beni culturali dell’Appennino modenese del 1975, arricchito dalle splendide fotografie di Paolo Monti, poi le pubblicazioni sull’Alta valle del Secchia (1981), sull’Alta valle del Panaro (1988) e su Il Frignano (1998), nelle quali l’analisi si è focalizzata soprattutto sull’architettura religiosa, fortificata, civile, rurale e paleoindustriale. Per quanto riguarda le infrastrutture, da non dimenticare è la ricerca su La via Vandelli strada ducale del ‘700 da Modena a Massa uscita nel 1987 nel quadro delle manifestazioni sulla cultura e vita del Settecento Estense. Il lavoro, che ora andiamo a presentare, si colloca in questo solco. Esso, infatti, inserisce a pieno titolo nell’ambito del patrimonio dei beni culturali presenti nel nostro territorio anche le strade, con tutto il loro prezioso corredo di manufatti e di opere d’arte. E’ un piccolo tassello, fondato su una ricognizione sistematica dei documenti conservati presso l’Archivio storico provinciale, che descrive le caratteristiche e narra la storia della prima arteria trasversale di montagna del Modenese, mettendo in luce i suoi riflessi sull’ambiente e sugli insediamenti circostanti. L’analisi si è spostata dalle strade ducali ai primi passi verso la modernità compiuti dallo Stato Unitario e dalle sue nuove istituzioni, in particolare dal nuovo Ente Provincia di Modena, il quale realizza - nel settore della viabilità - importanti interventi, svolgendo fin dall’inizio funzioni di intermediazione tra le esigenze particolaristiche delle comunità e quelle centralistiche dello Stato stesso. Oggetto di attenzione è ancora una volta il Frignano, una terra piena di contraddizioni. I letterati ed i viaggiatori ne esaltano gli aspetti positivi; illustrano le sue intricate vicende storiche, le sue bellezze naturali e la considerano come “la più fertile provincia fra quante quivi intorno abbracciano i fianchi di questi Appennini” (Ricci 1788). Gli uomini che partecipano alla vita politica ed amministrativa, invece, puntano il dito sulle difficoltà che quotidianamente incontra la sua popolazione. Il compimento della rete stradale, afferma il consigliere provinciale Adolfo Ferrari nel 1892, è “bisogno antico, desiderio tenace” di tutti gli abitanti. Un obiettivo ancora lontano appare ai loro occhi quello di fornire le zone montuose di “quei mezzi di comunicazione sicuri, comodi e brevi, che la pianura gode da tanti anni ad incremento della sua prosperità”, togliendo in particolare dall’isolamento il comune di Polinago, avvicinando Fanano, Sestola e Montecreto a Porretta, arricchendo Riolunato di una strada “ruotabile”. Attraverso una puntigliosa cronologia, nella pubblicazione vengono illustrati i principali avvenimenti, che hanno riguardato le strade provinciali durante circa un secolo. Mediante un’accurata scelta delle immagini, i quadri corografici vengono alternati a documenti progettuali relativi a singole opere e ad i loro particolari. Oltre a mettere in luce gli aspetti storico-culturali, la ricerca ha anche l’intento di contribuire a far sì che queste infrastrutture siano considerate come patrimoni da conoscere, tutelare e conservare e soprattutto come risorse tuttora operanti nei confronti dei sempre più complessi problemi della mobilità contemporanea, nella prospettiva di uno “sviluppo sostenibile” della montagna perseguibile secondo il principio di sussidiarietà e con il coinvolgimento di tutte le istituzioni. Graziano Pattuzzi Presidente della Provincia di Modena Il Comune di Pavullo ha colto con soddisfazione l’opportunità di offrire un contributo alla divulgazione dei risultati di questo lavoro, il quale illustra attraverso una meticolosa ricerca d’archivio le trasformazioni viarie che hanno profondamente influenzato negli ultimi due secoli la montagna modenese. Senza dubbio lo sviluppo socio-economico del Frignano sarebbe stato molto diverso se diversa fosse stata la rete delle strade realizzate dalla seconda metà del Settecento ad oggi. Pensiamo prima di tutto alla via Giardini, costruita a partire dal 1766 per mettere in comunicazione Modena colla Toscana, che produsse intense modificazioni in questo territorio. E’ pur vero che ben presto e per lungo tempo si dovette fare i conti con i gravi difetti del suo tracciato. Le cronache locali ci informano, ad esempio, che da Modena a Pavullo si impiegavano, ancora alla fine dell’Ottocento, sette ore di viaggio e non erano infrequenti i casi in cui si rendeva indispensabile il soccorso dei buoi oppure le circostanze nelle quali il veicolo si arrestava a causa del fango o delle cattive condizioni del fondo stradale, costringendo il viaggiatore a scendere per spingerlo avanti. L’importanza di quella strada non fu però mai messa in discussione, poiché essa influenzò tutta la storia dei luoghi attraversati per i “passaggi ivi avvenuti di principi, di sovrani, di papi, di uomini illustri, di soldatesche or amiche,

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