I Presidenti: Sandro Pertini

I Presidenti: Sandro Pertini

ATTRAVERSO LA STORIA Enrico R. Cerulli Irelli I Presidenti: Sandro Pertini Alessandro Pertini nacque il 26 settembre 1896 a Stella in provincia di Per quest’anno, Savona, da una famiglia di agiati proprietari liguri. Rimasta vedova ancora giovane, la madre non fece mancare affetto ai suoi quattro figli: da lei, la rassegna “Donna di rara quanto saggia energia”, fervente cattolica, Pertini rico- nobbe di aver ereditato “il dono della fede”, anche se diversa dalla sua. dei presidenti Compì i primi studi a Savona presso i salesiani. Gli anni della scuola furono fondamentali nella sua formazione e nel suo futuro impegno politico, per della Repubblica l’influenza che su di lui ebbe Adelchi Baratono, suo professore di filosofia, membro del partito socialista. chiude Fermamente contrario all’entrata in guerra, fu uno dei pochi tra gli studenti dell’università di Genova dove studiava legge, ad urlare “Abbasso la guerra!”. con il profilo di Tuttavia, facendo propria la parola d’ordine socialista “né aderire, né Alessandro Pertini, sabotare”, richiamato, partì per il fronte e in seguito alla direttiva del generale Cadorna, che per fronteggiare la penuria di graduati obbligava un partigiano tutti i soldati in possesso di un titolo di studio a divenire ufficiali, entrò alla scuola per allievi ufficiali. Al comando di un’unità di mitraglieri a Brescia come presidente, nel ’17 si distinse in un’azione sulla Bainsizza, che gli valse la proposta di medaglia d’argento al valor militare. un grande italiano L’impegno nella “lotta per il socialismo” cominciò al termine del conflitto: si iscrisse al Partito socialista presso la federazione di Savona e nel ’19 vicino agli italiani fu eletto consigliere al comune di Stella. Ripresi gli studi, conseguì prima la laurea in giurisprudenza a Modena e poi in Scienze politiche a Firenze. (Qui, nella stessa facoltà, si è laureata, molti anni dopo, la sua compagna di sempre, la moglie Carla, conosciuta nel ’45 a Firenze dove lei era staffetta partigiana. Pertini, allora Presidente della Camera, volle essere presente e, come ha raccontato Arfè, giunse “di soppiatto, da 1896-1925. clandestino” e prese posto, “rannicchiato”, nell’ultimo banco dell’aula) Dagli anni Divenne presto uomo di spicco del socialismo genovese, nel momento forse più critico della storia del socialismo italiano. Come Filippo Turati, della formazione anch’egli non condivise la scissione del ’21 a Livorno da cui nacque il Partito comunista d’Italia né quella dell’anno successivo a Roma, che spaccò al primo arresto ulteriormente il partito socialista. Questi erano gli anni dell’affermazione del fascismo, e Pertini vi si oppose strenuamente e audacemente. Aggredito e “manganellato” più volte, fu infine arrestato per la diffusione di un manifestino dal titolo “Sotto il barbaro dominio fascista”, di denuncia dei delitti commessi dai fascisti: solo grazie ad un’amnistia evitò la condanna a otto mesi di carcere. 1925-1945. Nel ’26, condannato a cinque anni di confino, sfuggì all’arresto trovando ricovero a Milano in casa di Carlo Rosselli, dove conobbe Filippo Turati, L’impegno socialista già eletto a suo maestro. Fu tra i promotori e organizzatori dell’eclatante fuga del “leader del socialismo riformista italiano”, assumendo l’incarico e la lotta di accompagnarlo verso l’esilio. Nella notte tra l’11 e il 12 dicembre,i due, seguiti da Ferruccio Parri, Adriano Olivetti, Carlo Rosselli e dal antifascista meccanico Amelio, raggiunsero uno dei moli del porto di Savona e si imbarcarono su un motoscafo, con il quale, dopo una tempestosa 65 obiettivo sicurezza ATTRAVERSO LA STORIA I Presidenti: Sandro Pertini Giuramento del VGoverno Andreotti, 20 marzo 1979 navigazione, approdarono a Calvi, in Corsica. Mentre i compagni ripartirono per la costa italiana (Parri e Rosselli, scoperti a Marina di Carrara, furono arrestati e condannati a dieci mesi di reclusione), Pertini con Turati restò in territorio francese. Cominciò il periodo dell’esilio. Il suo timore più grande, come ha ricordato Giovanni Spadolini, era di commettere lo stesso errore che secondo lui aveva penalizzato Mazzini, ovvero tagliare i contatti con il movimento interno di cospirazione a causa del forzato isolamento. Per vivere si adattò a fare diversi mestieri, dal lavatore di taxi al muratore, al manovale, alla comparsa cinematografica, ma nel ’28, con i soldi ricavati dalla vendita di un podere in Liguria, poté impiantare una trasmittente La sua coraggiosa radio in un paesino vicino Nizza e cominciare a svolgere diretta attività di propaganda. La cosa gli procurò la condanna, in Francia, ad un mese giovinezza di reclusione e al pagamento di un’ammenda. Insofferente per il suo stato di impotenza ed inattività, riuscì l’anno successivo a varcare la frontiera con un passaporto falso e rientrò in Italia come Luigi Roncaglia, cittadino svizzero. Dopo meno di un mese fu riconosciuto e arrestato (su di lui pendeva ancora la condanna in contumacia per la fuga di Turati). Dinanzi al Tribunale Speciale che leggeva la sua condanna a quasi undici anni di carcere, si finse affranto e prostrato, ma immediatamente dopo scattò fulmineo e proruppe in un “Viva il socialismo!”, “Abbasso il fascismo!”, meritando l’attenzione dello stesso Mussolini, il quale volle che fosse chiuso nella più tetra delle galere del Regno, il carcere di Santo Stefano. Qui, come gli altri reclusi, fu costretto a sopportare umiliazioni e privazioni, con la forza di chi tiene la propria dignità quale bene supremo, e trae dalla condivisione della sorte con i compagni lo stimolo a resistere. Trasferito nella casa per cronici di Turi in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute già fortemente compromesse, conobbe Antonio 66 obiettivo sicurezza ATTRAVERSO LA STORIA I Presidenti: Sandro Pertini Incontro al Quirinale del Presidente Gramsci al quale restò sempre molto legato. Nel ’32 la madre inoltrò Pertini con Eduardo De Filippo, domanda di grazia in suo favore. Questa fu la risposta di Pertini: nominato senatore a vita, 6 ottobre 1981 A Sua Eccellenza il Presidente Il Presidente Pertini del tribunale speciale. con il Presidente Ronald Reagan e signora, durante la visita di Stato negli Stati Uniti d’America, La comunicazione, che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio 24 marzo -2 aprile 1982 favore, mi umilia profondamente. Non mi associo, quindi, a simile domanda, perché sento che macchierei la mia fede politica, che più d’ogni cosa, della mia stessa vita, mi preme. Il recluso politico Sandro Pertini Liberato un mese dopo la caduta di Mussolini, tornò subito a combattere, guadagnando una medaglia d’oro a Porta San Paolo. Arrestato nuovamente dalle SS fu condannato a morte e rinchiuso a Regina Coeli a Roma. Fu liberato da un gruppo di suoi compagni tra i quali Giuliano Vassalli, ex- Presidente della Corte Costituzionale e partigiano socialista arrestato e torturato a Via Tasso. Questi ha ricordato che Pertini mandò a dire “che avrebbe accettato di fruire del nostro piano solo se con lui fossero stati liberati tutti i compagni del partito colà detenuti”. Dopo l’evasione accettò l’incarico di segretario del Partito socialista per l’Italia occupata e ne fu rappresentante nel CLNAI (Comitato di liberazione nazionale alta Italia). A Milano votò la condanna a morte di Mussolini, a Firenze partecipò alla liberazione della città. Nel giorno della 1946-1978. Liberazione, il 25 aprile, perse l’amato fratello Eugenio, fucilato dai tedeschi. Il 2 giugno fu eletto alla Costituente e fu tra i più fragorosi assertori della La repubblica Repubblica. Gaetano Afrè, che gli era accanto, lo ha ricordato “sulle ostiche piazze di Napoli, perorare la causa della repubblica con una rovente e e le istituzioni trascinante passione”. 67 obiettivo sicurezza ATTRAVERSO LA STORIA I Presidenti: Sandro Pertini Il Presidente Pertini con Enzo Bearzot, commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, ai campionati mondiali del 1982 in Spagna La scissione del PSIUP che si consumò a Roma nel Palazzo Barberini (’47) fu per lui un trauma “che lo colpì anche fisicamente”. Egli tentò di salvare l’unità dei socialisti, proponendo, nel Congresso del ’48, una mozione minoritaria che tentava di salvare l’autonomia del partito nel- l’alleanza con i comunisti, ma essa, dinanzi alle nuove logiche imposte dalla “Guerra fredda”, fu respinta, ed egli uscì dalla segreteria. Mantenne una posizione di prima linea nelle dispute politiche dalle pagine Il Presidente Pertini dell’“Avanti!”, che diresse dal ’45 al ’46 e dal ’50 al ’52 e del genovese nei giardini del Quirinale “il Lavoratore”, di cui assunse la direzione nel ’47. Dal ’53 fino alla sua elezione a Presidente della Repubblica nel ’78 fu Deputato alla Camera e della Camera dei Deputati fu eletto Presidente il 5 giugno ’68. Sotto la sua presidenza fu approvato (’71) il primo Regolamento della Camera, volto ad affrontare tre principali questioni: lo “snellimento” delle procedure di decisione, la programmazione dei lavori, il miglioramento delle procedure di controllo. Gli otto anni in cui rimase sullo scranno più alto della Camera furono gli anni della strage di piazza Fontana, della rivolta di Reggio Calabria, dei primi assassinii selettivi del terrorismo rosso e nero. Nell’esercizio della sua funzione Pertini dimostrò, com’è stato notato (Gaetano Arfè), di essere in grado di “rappresentare la nazione nella dialettica varietà delle sue componenti storiche, anche quelle a lui avversate”. Eloquente in tal senso fu l’omaggio commosso ch’egli rese alla salma di Giorgio Almirante. Questa immagine di sicura imparzialità che veniva da un profondo sentimento unitario, gli valse la candidatura alla massima carica dello Stato. 1978 -1985. Nel ’78 il primo candidato presidente dei socialisti era Pietro Nenni. “Mi tirerei da parte se egli avesse la possibilità di passare” disse Pertini Capo dello Stato in confidenza parlando di Nenni e aggiunse: “Se sarò eletto, sarò un buon presidente”. 68 obiettivo sicurezza ATTRAVERSO LA STORIA I Presidenti: Sandro Pertini Vero artefice dell’elezione di Pertini fu Pertini stesso.

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