Alessandro Quinzi Giuseppe Tomınz Collana D’Arte Della Fondazione Crtrieste Curatore Giuseppe Pavanello

Alessandro Quinzi Giuseppe Tomınz Collana D’Arte Della Fondazione Crtrieste Curatore Giuseppe Pavanello

Alessandro Quinzi Giuseppe Tomınz Collana d’Arte della Fondazione CRTrieste Curatore Giuseppe Pavanello ALESSANDRO QUINZI, Giuseppe Tominz Tredicesimo volume della collana Prima edizione: dicembre 2011 P ROGETTO GRAFICO Volumi pubblicati Studio Mark, Trieste NGELA IZIANA ataLDI F OTOGRAFIE A T C , Edgardo Sambo, 1999 Accademia Nazionale di San Luca, Roma DANIELA MUGIttU, Bruno Croatto, 2000 Agence Photographique RMN, Parigi GIANFRANCO SGUBBI, Adolfo Levier, 2001 British Museum, Londra NICOLEtta ZAR, Giorgio Carmelich, 2002 Museo Civico d’Arte, Pordenone (S. Vicenzi, E. Ciol) Curia arcivescovile, Gorizia CLAUDIA RAGAZZONI, Gino Parin, 2003 Diocesi di Mantova GIANFRANCO SGUBBI, Glauco Cambon, 2004 Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia FRANca MARRI, Vito Timmel, 2005 Firenze, Gabinetto fotografico della S.S.P.S.A.E. MattEO GARDONIO, Giuseppe Barison, 2006 e per il Polo Museale della città di Firenze Musei Civici, Padova MASSIMO DE GRASSI, Eugenio Scomparini, 2007 Musei Provinciali di Gorizia MAURIZIO LORBER, Arturo Rietti, 2008 Museo Diocesano di Udine ENRICO LUCCHESE, Arturo Nathan, 2009 Museo Regionale, Capodistria DANIELE D’ANZA, Vittorio Bolaffio, 2010 Narodna galerija, Lubiana (Janko Dermastja, Bojan Salaj) National Gallery of Victoria, Melbourne Österreichische Galerie Belvedere, Vienna Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, Trieste Paolo Bonassi, Trieste Aleksandar Berkulj, Cetinje Questo libro non sarebbe mai uscito senza il concorso di molti, a partire Carlo Boldrin, Padova dai numerosi proprietari dei dipinti rimasti nell’anonimato, che hanno reso Mauro De Santi, Belluno possibile la documentazione delle opere. Desidero quindi esprimere la mia Mauro Ranzani, Milano più profonda gratitudine e riconoscenza a Ivan Albreht, p. Aurelio, Fiorella Benco, Paolo Bonassi, Cristina Bragaglia, Pavle Bratina, Carlo Sclauzero, Gorizia Matjaž Brecelj, Luca Caburlotto, Maria Chiara Cadore, Helena Seražin, Lubiana Fernanda Capobianco, Massimo Carafa Jacobini, Giuseppina Carraro, Roberto Zucchi, Livorno Giovanni Cossar, Alberto Craievich, Daniele D’Anza, Lidia Da Lio, Roberta Demartin, Massimo De Grassi, don Gilberto Dudine, Adriano Dugulin, Elisabetta Francescutti, Justine Frost, Gilberto Ganzer, Il Ritratto di Gaspare Craglietto di Placido Fabris Edvilijo Gardina, Matteo Gardonio, Donata Geat, Luca Geroni, (Venezia, Gallerie dell’Accademia) a p. 70, è pubblicato su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Giovanna Giusti, Vania Gransinigh, Slavko Hrast, Barbara Jaki, Miro e Melanija Kerševan, Rafko Klemencˇic´, William Klinger, L’immagine del Ritratto di Zuan delle Rose di Giuseppe Tominz (Trieste, Galleria Nazionale d’Arte Antica) a p. 161, Isidora Kovacˇevic´, Stefano L’Occaso, Ana Lavricˇ, Maurizio Lorber, appartiene all’Archivio fotografico della Soprintendenza di Trieste, Enrico Lucchese, Maddalena Malni Pascoletti, Andrej Malnicˇ, ed è pubblicata su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Giulio Manieri Elia, Jassmina Marijan, don Sinuhe Marotta, Alessandra Martina, Soprintendenza per i b.s.a.e. del Friuli Venezia Giulia. Maria Masau Dan, Sophie Matthiesson, Michela Messina, Eliana Mogorovich, Francesca Montanaro, Nicola Mugnaioni, S TA M PA don Paolo Nutarelli, Pietro Ossi, Federico Ossola, Pavle Pajovic´, Tergeste grafica&stampa Alessio Pasian, Vojko Pavlin, Lucia Pillon, Valeria Poletto, Federico Portelli, Lorenza Resciniti, Emanuela Rollandini, Ksenija Rozman, Carlo Sclauzero, Stampato in Italia / Printed in Italy Helena Seražin, Raffaella Sgubin, Stanko Sivec, Camilla Soffiati, È vietata la riproduzione anche parziale Ferdinand Šerbelj, Alessandra Tiddia, Rita Toma, don Michele Tomasin, © 2011, Fondazione CRTrieste Robert Ušaj, Elena Vidoz, Anna I. Xaziri, Laura Zanella. La mia gratitudine va anche al professor Giuseppe Pavanello In copertina: per la fiducia accordata nell’affidarmi il tredicesimo volume della collana. G. TOMINZ, Autoritratto alla finestra, 1826 A. Q. Alessandro Quinzi Giuseppe Tomınz Premessa Prosegue la Collana d’Arte della Fondazione CRTrieste, giun- ta quest’anno al tredicesimo volume, dedicato a Giuseppe To- minz. Capostipite di una dinastia di artisti (il figlio Augusto e il nipote Alfredo) è una delle maggiori personalità pittoriche del periodo compreso fra la fine del Settecento e la prima metà dell’Otto- cento, non solo in ambito regionale. L’autore studia all’Accademia delle Belle Arti di Vienna e poi all’Accademia di San Luca a Roma, dove viene in contatto con i maggiori artisti del periodo. Eccellente ritrattista, capace di leggere nel soggetto da ritrarre le caratteristiche e gli atteggiamenti più salienti, effigia dal ve- ro Papa Pio VII e, stabilitosi a Trieste nel 1826, inizia ad essere richiesto per la sua abilità e bravura non solo dalla nuova bor- ghesia triestina ma anche da molte personalità, in particolare inglesi, che soggiornano per periodi più o meno lunghi in città. Produce così numerosi ritratti della città emporiale di quei tem- pi e dei suoi personaggi più rappresentativi. Di grande risalto anche i numerosi ritratti di bambini. La Fondazione ha deciso quindi di rendere omaggio a questo importante artista dedicandogli la presente monografia della Collana d’Arte che, di anno in anno, riscuote sempre maggiore interesse da parte di studiosi e appassionati del settore, non so- lo in Italia ma anche all’estero. Massimo Paniccia Presidente della Fondazione CRTrieste 5 Ritratti “parlanti” Dopo Bolaffio, cui si è dedicata una monografia nella no- stra collana l’anno scorso, è la volta di un altro pittore gorizia- no che ha scelto Trieste quale sua nuova città. Forse, Giusep- pe Tominz avrebbe preferito fermarsi a Roma, dove soggiornò per un lungo periodo; ma, una volta tornato in patria, si rese conto che solo la città di San Giusto poteva essere la sede di un’attività artistica che, nel ritratto, trovava la sua ragion d’es- sere. Aveva sì delle velleità, il nostro, di praticare la pittura di storia, in ambito sacro, ma i risultati sconfortanti l’avevano in- dirizzato su altra strada, con affermazioni personali di tale li- vello da imporlo in un centro, la Trieste del primo Ottocen- to, che si avviava a giocare un ruolo di prim’ordine nello scac- chiere internazionale, e in cui si avvertiva la necessità di poter disporre di un artista che, dei protagonisti del miracolo econo- mico triestino, desse conto e ne tramandasse l’immagine. Ec- co, dunque, allungarsi la fila davanti alla porta dello studio di Tominz. La fila: tutta una sequenza di volti, personaggi maschili e fem- minili, gruppi di famiglia, bambini. Ritratti “parlanti”, come ve- nivano definiti nell’“Osservatore Triestino” del 31 luglio 1830. L’“evidente rassomiglianza” era il fine da raggiungere, anzitut- to per accontentare una clientela che apprezzava in partico- lare i virtuosismi del pennello. Da qui, l’elogio della “partico- lare bravura nell’esecuzione degli ornamenti, ed accessorj, ed in ispecialità nella distinzione delle stoffe”. Ma c’era dell’altro: “non solo le fisionomie, ma il portamento, e gli atti riscontran- si veramente colpiti dall’egregio artista”. A quarant’anni, dunque, Tominz, si impone quale ritrattista di vaglia, nel momento stesso in cui Giuseppe Bernardino Bison, il pittore di spicco operoso a Trieste, sta per trasferirsi a Mila- no. Alle fantasticherie di Bison, che offrono momenti d’evasio- 7 ne nella misura di un’arietta, Tominz contrappone la resa veri- dica degli effigiati, esponenti di una classe borghese che ama- va vedersi riflessa nella luce fredda di uno specchio che non inganna. Con qualche eccezione, a partire dall’Autoritratto con il fra- tello Francesco, divenuto icona dell’amicizia fraterna, all’inse- gna della fedeltà, cui allude la coppia di cani uniti da un so- lo guinzaglio: espressione monumentale (e non solo per le di- mensioni) d’orgoglio, in cui vengono evocate la città natale, nello scorcio paesaggistico, e Roma, attraverso la statua antica della Concordia che campeggia, come un terzo personaggio, sopra un alto piedistallo. I contemporanei riconoscevano all’artista “semplicità, proprie- tà, ingenuità, ed evidenza” al punto da “portare al colmo l’in- teresse e l’incanto dell’intelligente osservatore”. “Incanto”, ov- verossia rimanere ammaliati, come a bocca aperta per lo stu- pore che i ritratti di Tominz suscitavano nel riguardante, per lo più il visitatore che si recava alle mostre, organizzate anche dall’artista stesso, con il fine evidente di far conoscere la sua produzione, e incrementarla, contando sullo spirito di emula- zione della buona società triestina. “Riconoscere e farsi riconoscere” può essere il motto di tal ge- nere di ritrattistica, destinata ad entrare in crisi di lì a poco con i primi esperimenti fotografici. E indimenticabile è la gal- leria di personaggi che sfila davanti ai nostri occhi sfoglian- do il presente volume, la prima monografia su Tominz provvi- sta di catalogo ragionato: ritratti che sono sì delle facce e de- gli “accessorj”, ma sono pure sguardi che ci catturano, che ci cercano, non senza qualche apprensione: cosa potranno pen- sare di me? Ecco allora il rigore, l’ordine che presiede all’abi- 8 to inamidato come al contesto, al punto da far rassomigliare 9 talvolta i nostri personaggi ad insetti racchiusi entro teche di cristallo. Con delle varianti, in primis il cosiddetto Autoritrat- to accovacciato, indice di una personalità innervata di humour. La ricerca di Alessandro Quinzi si è conclusa, con certezze, soprattutto nelle indagini sulla

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