Giuseppe Fiocco

Giuseppe Fiocco

©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte CAMILLO MARIANI Per secoli Venezia si era cullata in un Il Longhena stesso, cosÌ fantasioso nel pittoricismo, che andava dal gusto raven­ moltiplicare i moduli di questi r apporti nate-bizantino dei musaici al sogno ca­ tradizionali, anche se dilata le note della valleresco del Pisanello; ma quando nel scala costruttiva dal Sansovino al Sammi- mondo del puro colore giunse la rivela­ , cheli, e innalza come gonfie vele le cupole zione del Rinascimento fiorentino, la pa­ della Salute, perchè solchino la laguna dronanza cromatica si alleò alla coscien­ dietro la prua della Dogana, o scala con za plastica, e ne nacque una pittura che rastremazioni perigliose le fronti dei pa­ sostituiva le tinte costruttive alla linea lazzi monumentali Rezzonico e P esaro, funzionale, al chiaroscuro, e al colore stes­ quando approda in terraferma, nella villa so, inteso in senso decorativo. Le tinte Rezzonico di Bassano, o in quella Lippo­ generarono cioè, per forza della loro es­ mano di Conegliano, è come un regista senza sola, forma e spazio; e come la senza palcoscenico, che annaspa con le forma non fu più plastica, ma forma­ quinte su uno sfondo che ne annulla gli colore, la prospettiva non fu più geome­ artifici. trica, ma prospettiva aerea. In pieno Cinquecento, nasce, fra le Ed ecco che l'arte delle lagune, in prealpi di Trento, Alessandro Vittoria: il tutte le sue manifestazioni, si fa più ric­ primo che trae alfine le conseguenze de­ ca di frutti quanto più la comprensione gli esperimenti padovani dell'Aspetti, del del còmpito costruttivo del colore, por­ Campagna, e massime di Francesco Se­ tato alle massime intensità espressive, ri­ gala, per infondere alla scultura l'accento solve nel tono ogni problema formale: dei grandi coloristi. Servendosi dei m ate­ anche se fu più facile giungere alla nuo­ riali più duttili, come la creta e lo stucco va visione tonale attraverso Antonello, forte, egli non tenta raggiungere la pit­ Giorgione, Tiziano, e via sino al Guardi, tura imitandone gli effetti, ma si esprime che nel campo della scultura e dell'archi­ in modi direttamente pittorici, attraverso tettura; ove la materia, poco adatta agli la steccata ricca d'ombre, attraverso la effetti pittorici, pare irrigidirsi nella chiu­ materia fermentante e viva, che fa dei sura. sostanziale della forma. suoi ritratti gli emuli di quelli di T izia­ Fare della scultura e dell'architettura no, e delle sue statue dalle tinte d'avo­ pittoresca era più facile; i Lombardi lo rio, composte nelle nicchie delle ville v e­ dimostraròno con la illusiva traslazione nete, le compagne naturali degli affreschi nel marmo o nel bronzo di « effetti» già e delle mura, entro cui nascono frater­ pittoricamente realizzati; e gli architetti namente 1). con la fedeltà alle facciate di parata, di­ Ma ecco che i valori raggiunti dal stese lungo le acque a specchiarvisi con Vittoria con la plastica, ottiene con mag­ i loro vuoti, soverchianti i pieni, come gior risultato, e col volo del genio, nel­ trine prestigiose, come tappeti sciorinati l'architettura Andrea Palladio il figlio a dissimulare, piuttosto che a rivelare, il adottivo di Vicenza. E non giova adul­ contenuto struttivo delle fabbriche. terare le innumeri testimonianze docu- l) Intorno al Vittoria si vedano gli studi specialmente A. VENTURI. Completamente ignorata è la sua bellissima del SERRA, del PLANISCIG e di A. VENTURI. Resta a metà attività nel Palazzo Ducale di Mantova, di cui la Dotto­ da esplorare F . Segala, nonostante gli studi miei e di r essa Pietrogrande, mia scolara, scriverà prossimamente. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte LE ARTI 75--- mentali, che lo assicurano di modestissi­ tèndendo ad arco abbracciati i portici ac­ ma nascita padovana, quando è patente coglienti, perchè la casa dominicale pri­ che la sua arte porta alle conseguenze meggi al sommo. L'architettura che, con più genuine - non secondarie come Sam­ ardimento nuovissimo, apre persino le ali micheli, o come Andrea Moroni, il ber­ delle logge ai lati, rafforzando il centro gamasco testè riconosciuto massimo rap­ pieno del palazzo con l'appoggio dei pila­ presentante dell' architettura del pieno stri polistili, è tutto un respiro di grandi, Cinquecento a Padova - il programma semplici pareti bianco-dorate, di colon- prospettato solo ivi dal veronese Falco­ . nati musicali; i più belli dell' arte dopo netto 2). quelli greci. CosÌ il lapicida Andrea di Pietro mu­ Sarebbe strano che le luci Q.el quadro gnaio' che la storia eterna con il bel no­ opulento fossero rimaste estranee a quel me umanistico di Palladio, partendo dal grande capitolo di Roma seicentesca, in Rosso da San Zeno, educato all'armonia cui si vide sgorgare impetuoso il Baroc­ dei più squisiti rapporti spaziali da quel­ co; e che Venezia, che nell' arte aveva per lo stesso Melozzo da Forlì che era stato prima realizzata quella forma che il Wol­ maestro del Bramante, come il Falco­ ffiin definì aperta proprio a proposito del netto e come l'Urbinate, raggiunge, pro­ Barocco, non dovesse ' dare più d'un ele­ prio per incitamento delle antichità, il mento necessario a quel gusto tutto pit­ mondo spaziale più opposto all'antico. torico. (Si pensi allo sviluppo del gusto p alla­ L'importante è scoprirne l'incidenza; diano, dal plagio quasi dilettantesco del­ dimenticata fra il rigoglio dell'improvvisa la villa di Cricoli del 1538, alla massic­ fioritura, come era stata dimenticata nel cia mole della villa Godi a Lonedo, del Veneto quello fond amentale dei primi 1542, a quella falconettesca e sanmiche­ quattro centisti fiorentini. E vero che !'im­ liana dei Pisani' a Bagnolo del 1544, sino portanza precorritrice di Camillo Mariani, alla Basilica serliana dell'anno dopo). annunciata più volte, ebbe già qualche ri­ Dopo qualche omaggio a Roma e al­ conoscimento: nella prolusione di Valerio l'ordine eroico di Michelangelo, egli ap­ Mariani del 1935, a un corso dedicato al prodò, là dove ·il suo estro lo guidava. Bernini, e da parte del Ragghianti per Si aprono cosÌ le ville fra le ampie braccia quanto riguarda il riconoscimento di Piom­ dei rusticali, lungo i clivi opportuni, o di­ bino Dese; e, più largo, nelle pagine dedi­ stese sulla piana solenne; scalano i colli cate all'artista dal mio venerando mae­ e li esaltano, dominandoli con la irra­ stro Adolfo Venturi nella sua monumen­ diazione degli atri protesi; o vi salgono tale Storia dell'Arte Italiana; ma non sem- 2) Di A. Palladio, oltre ai vecchi studi, ma ottimi, di pritore recente di documenti intorno all'arte vicentina; A. MAGRINI (1854) e di G. ZANELLA (1880), e a quello di cui sono ben noti i preziosi contributi, pubblicati in p.ieno d'inesattezze del LUKOMSKI (1927), si veda mas­ tre volumi dalla Deputazione di Storia Patria per il Ve­ SIme il BURGER (Die Villen des A. P., 1909), e l'ultimo neto (1916, 1925, 1937). volume di A. VENTURI (Storia dell'Arte Italiana, voI. XI, Per un'interpretazione moderna del Palladio si tenga P. III (1940). Purtroppo la colleganza con Padova « per presente il bel saggio di G. C. ARGAN, in L'Arte, luglio 1930, nascita» del Maestro, divenuto « per opere e per elezione » e la colleganza fondamentale col Falconetto, che l'origine vicentino, vi è completamente taciuta in base a un rege­ padovana del Maestro facilita, iniziatore, accanto al quale ~to « ad usum Delphini ». Mentre ci si appella al Gualdo, è vano mettere un Cornaro, come accanto al Palladio 11 quale scriveva nel 1617, « senza critica », come ben un Trissino, architetti per vanteria letteraria, o al mas­ notò lo Zanella (p. 17), si dimenticano i documenti tro­ simo per gusto teorico. Cfr. in proposito A. VENTURI cito v:ati dallo Zanella stesso (p. 97; sonetto di I sicrat ea Mon­ e G. FIOCCO, in Dedalo, ottobre 1931. Inoltre, dello stesso, t~), dal LAlIPERTICO ; per ultimo raccolti e completati sto­ A . Palladio padovano (discorso inaugurale all'anno acca­ rIcamente e criticamente da G. G. ZORZI (La Rotonda di demico 1932-33, in Annuario della R. Università di Pa­ A ..P. , 1911; La vera origine di A. P., 1922; A. P. in dova) e Fortune e sfortune di A. P ., in rivista Padova, Fnuli, 1924); del quale si tace persino il nome. Con che fasc. II, febbraio 1935. Echeggiati da V. MARIANI (Signi­ vuoI dire si dà un frego al più benemerito e quotato sco- ficato del portico berniniano di S. Pietro , Roma, 1935). ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte --- 76 --------------------- LE AR TI - _ _ bra che quei contributi abbiano sbaraz­ ai Farnese, a Piacenza, e nella scultura zato il cielo dalle nebbie dell' ignoranza e dei piedestalli, quando il Mariani era già dell'incomprensione; nè dissipata del tut­ morto, cosÌ come il Pasqualini gli fece da to l'ombra della negazione decisa delle arbitro per il S. Filippo eseguito per il qualità artistiche del Mariani, pronuncia­ Duomo di Orvieto. Gli epitaffi si p osso­ ta da Sergio Ortolani a proposito del suo no veder editi dal Morsolin nello studio capolavoro: le statue gigantesche di S. Ber­ dedicato al Museo Gualdo, del 1894; qui nardo alle Terme a Roma. Anzi, si disco­ basti dire che ne fissano la morte di qua­ nosce ancora, con insistenza, la conse­ rantaquattro anni, nel 1611, e ne decan­ guenza storica più importante della sua tano la bravura, non solo quale scult ore, opera di maestro: l'arte di Francesco Mo­ ma anche quale pittore e quale architetto. chi, ponte che conduce a Lorenzo Bernini. Qualità dimostrate in patria e a Roma, Dubbi e diciamo pure errori che sgo­ ove si spense, dopo il periodo più attivo mentano; giustificabili solo per la man­ e ultimo della sua breve attività, m a an­ canza di una presa di contatto diretta e che in molti monumenti di altre città approfondita con l'artista, venuto dalla italiane.

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