Arte in Celle: Itinerario Alla Scoperta Dell'arte Custodita Nel Territorio Cellese

Arte in Celle: Itinerario Alla Scoperta Dell'arte Custodita Nel Territorio Cellese

Arte in Celle: itinerario alla scoperta dell'arte custodita nel territorio cellese Arte in Celle: itinerario alla scoperta dell'arte custodita nel territorio cellese. Nel contesto di un paese abitato dall’arte dove ogni giorno si incontrano, nelle chiese, nelle gallerie, ma anche nelle piazze e lungo le strade, testimonianze di diversi linguaggi espressivi e forme d'arte, è nato nel 2008 il progetto Ceramica in Celle e il suo contenitore più ampio Arte in Celle, con la volontà di ripensare al rapporto fra arte ed ambiente, di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del territorio, attraverso lo sviluppo dell'idea di museo all'aperto. Le caratteristiche di Celle, antico borgo ligure, che ha saputo conservare negli anni il fascino intatto del suo centro storico, sono state alla base del progetto, che ha assecondato una naturale inclinazione del territorio all'idea di arte diffusa. La Chiesa Parrocchiale e l'Oratorio di San Michele In quest'ottica, un itinerario alla scoperta dei tesori custoditi all'interno dei confini comunali non può che cominciare dalla Chiesa Parrocchiale di San Michele “un diamante incastonato in una foresta di ulivi” secondo la celebre definizione coniata dal tribuno francese Lèon Gambetta, cellasco per parte di padre, la cui casa natale si trova nel pieno del Centro storico, in via Sant'Antonio. Eretta fra il 1630 e il 1645 sulle vestigia di una chiesa del XII secolo, di cui conserva il campanile cuspidato, la Parrocchiale custodisce grandi nomi della pittura genovese, Piola e Fiasella in particolare, un raro crocifisso del XV secolo e il presepe ottocentesco di Antonio Brilla, le cui statuine in terracotta riproducono scene di vita popolare. L'abside accoglie, sopra l'altare, il Polittico San Michele e i Santi che Perin del Vaga, allievo di Raffaello, dipinse nel 1535 durante il periodo della sua permanenza a Genova. La leggenda vuole che sia un ex-voto del pittore per aver trovato salvezza sulla spiaggia di Celle dopo un naufragio; in realtà, come recita un'iscrizione, fu commissionato dai pescatori cellaschi, i quali dimostrarono di conoscere ed apprezzare un artista che operava nei più alti ambienti culturali dell'epoca. Antistante la chiesa vi è il sagrato, un mosaico di oltre mezzo milione di sassi bianchi e neri che gli alunni delle classi elementari della scuola di Celle, fra la fine dell'ottocento e i primi del novecento, raccolsero sulla battigia da Albisola a Cornigliano. Dietro la Chiesa si trova l’antico Oratorio di San Michele, indicato come domus disciplinatorum in documenti della seconda metà del 1500, costituito da un'unica aula rettangolare semplice ed essenziale, con un presbiterio stuccato solo nell'Ottocento. Qui i confratelli custodiscono i crocifissi portati in processione: indice della loro cultura, la scelta di Pasquale Navone come autore del Croficisso spirante 1 / 5 Arte in Celle: itinerario alla scoperta dell'arte custodita nel territorio cellese (1767). Patrimonio dell'oratorio è soprattutto la cassa lignea policroma, in legno di tiglio, San Michele Arcangelo di Anton Maria Maragliano del 1694, tradizionalmente portata a spalla dai cristezanti, durante le processioni in onore del santo patrono. Il Centro storico: il sottopasso degli artisti e le ceramiche della Casa di Riposo Nostra Signora della Misericordia L'itinerario continua lungo via Colla per raggiungere il Centro storico: il sottopasso che li collega, ristrutturato ed inaugurato nella primavera 2011, è una piccola galleria che custodisce opere ceramiche di Marcello Mannuzza, Leony Mordeglia e Carlo Sipsz, che rappresentano l'essenza del territorio cellese, stretto tra mare e colline ricche di ulivi. Continuando lungo via Boagno si incontra la Casa di Riposo Nostra Signora della Misericordia, che conserva una preziosa collezione di maioliche dell’antica farmacia ligure del XVIII secolo, 35 vasi in ceramica bianco blu; presso la Cappella sono custodite opere ceramiche (altare e Via Crucis) di Eliseo Salino, scultore e ceramista albisolese (1919-1999), protagonista di primo piano della storia dell'arte ceramica di Albisola. Palazzo Ferri: Raffaele Arecco e Nanni Servettaz. Un percorso nel Centro storico non può che partire dal settecentesco Palazzo Ferri, oggi sede del Municipio, che conserva al suo interno alcune importanti opere del pittore Raffaele Arecco, a cui l'Amministrazione comunale ha dedicato una mostra antologica nel 2010. Nato a Celle Ligure, il 7 settembre 1916, figura schiva, lontana dai sistemi del mercato dell’arte, ha partecipato a importanti eventi nazionali, tra cui la IV Quadriennale di Arte sacra a Roma nel 1952. A partire dagli anni '40, Arecco ha cominciato a prendere sempre maggior distanza dal figurativo per realizzare opere visionarie, disincantate e profetiche, per aprirsi, verso la fine degli anni ‘50, ad un nuovo orizzonte: la dimensione spaziale. Dagli anni '70, contestualmente al suo isolamento, cresce la voglia di ricercare, tramite la pittura, nuove dimensioni in cui l’uomo si possa muovere libero, approfondendo il tema, ormai predominante nella sua opera, di quel “Pensiero stellare” dove l’essere umano riesce ad alienarsi dal peso della fisicità corporea aprendosi a nuove dimensioni. Ha scritto il critico Luciano Caprile all’interno del catalogo della mostra antologica: “Il mondo dell’arte offre di tanto in tanto straordinarie sorprese a proposito di autori che per scelta personale o per miopia critica sono stati per lungo tempo trascurati nonostante l’evidente qualità delle loro opere. Raffaele Arecco è indubbiamente uno di questi... Arecco era un solitario che interrogava, elaborava ed esibiva un mondo interiore (mediato dalle emozioni suscitate dalla terra d’origine) in assoluta autonomia creativa senza condividere con alcuno i motivi di un gesto in continua crescita propositiva. Eppure, in una simile difficoltà relazionale e di riflesso anche esistenziale, egli ha espresso sulla carta e sulla tela anticipazioni straordinarie che altri percepiranno e svilupperanno più tardi con successo. La sala consiliare, sempre all'interno del Palazzo comunale, ospita invece l'opera Leon Gambetta un ritratto scolpito in ardesia di Nanni Servettaz, autore anche della Testa di Donna conservata, nello stesso palazzo, presso l'Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica. Nato a Savona nel 1892 da padre francese, ma trasferitosi a Celle all'inizio della seconda guerra mondiale, Servettaz compie la sua formazione artistica a Torino e a Milano, allievo di Cesare Ravasco e Adolfo Wildt. Negli anni '20 si avvicina alla ceramica, lavorando dapprima presso la 2 / 5 Arte in Celle: itinerario alla scoperta dell'arte custodita nel territorio cellese manifattura La Fenice, di Manlio Trucco, ad Albisola Superiore, poi, intorno alla fine del decennio è chiamato a prestare la sua opera presso le fornaci albisolesi della M.G.A., di proprietà di Giuseppe Mazzotti. Espone alla I Mostra di Arte Decorativa di Monza, poi è presente alla Mostra d'Arte Sacra di Roma e partecipa alla Quadriennale d'Arte di Torino e alla V Triennale di Milano. Oltre alle già citate opere, a Celle si possono trovare una Pietà in pietra serena di Dego e una Pietà bronzea nei due cimiteri comunali; un busto in bronzo, raffigurante Silvio Volta, nell'omonima piazza di fronte alla stazione ferroviaria e una "lunetta" in bronzo in P.zza del Popolo raffigurante San Michele che uccide il Diavolo. Lungo caruggi e piazzette: dalla Bottega il Tondo al Pozzo degli Artisti Lasciando palazzo Ferri, lungo i caruggi, si possono incontrare edifici che serbano la memoria di alcuni figli illustri della nostra terra: il generale G. F. Pescetto, la famiglia Biale, il sindaco M. Poggi, N. Aicardi. Muovendosi in direzione di levante una piazza è dedicata a Papa Sisto IV, il cui nome è legato alla Cappella Sistina di Roma e che nacque il 21/07/1414, in loc. Narichetti, a Pecorile, frazione di Celle, dove suo padre, Leonardo Della Rovere, si era rifugiato forse per sfuggire ad un’epidemia di peste. All'estremità di ponente, in via Pescetto, si trova La Bottega artigiana Il Tondo, di Marcello e Andrea Mannuzza, nata nel 1982, frequentata da numerosi ed importanti artisti e, da qualche tempo, arricchita da una sala attigua dedicata alle esposizioni e alla collezione storica di opere d'arte contemporanea. Fiore all'occhiello della bottega è la produzione di alcuni premi nazionali ed internazionali, tra i quali il Premio Bancarella, il Premio M. Novaro, il Premio S. Porfirio (il cui autore è Umberto Piombino), il Premio Ube Re per il teatro, il Premio Pulcinella per i fumettisti e il Premio della Regione Liguria al vincitore della sezione Giovani del Festival di Sanremo, da disegno di Emanuele Luzzati, realizzato da Marcello Mannuzza. Percorrendo il lungomare, si arriva alla Chiesa di Nostra Signora della Consolazione, la cui struttura attuale è il frutto della trasformazione, avvenuta nel XVII secolo, dell'antico insediamento conventuale della chiesa di Santa Maria della Grotta. L'edificio è caratterizzata esternamente da una tipica decorazione a strisce orizzontali bicolore bianche e grigio-turchine, con facciata del XIX secolo pseudo romanica. Alle spalle sul promontorio della Crocetta, corre un tratto dell'antica via di comunicazione con le cittadine limitrofe, oggi splendida passeggiata, detta Romana, da cui si gode l’incomparabile panorama della Riviera; lungo il litorale, ad unire il vecchio borgo con la località Piani di Celle, si snoda tra i pini marittimi, le palme, la sabbia e le rocce un lungomare di oltre un chilometro. Sul molo di Lungomare

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