Die Zauberflöte E La Dialettica Dell’Illuminismo 29 Carlida Steffan La Forza Delle Immagini

Die Zauberflöte E La Dialettica Dell’Illuminismo 29 Carlida Steffan La Forza Delle Immagini

4 La Fenice prima dell’Opera 2005-2006 4 2005-2006 Fondazione Stagione 2005-2006 Teatro La Fenice di Venezia Lirica e Balletto Wolfgang Amadeus Mozart dieZauber auberflöte Z Il flauto magico ie D flote¨ ozart M eus d ma A lfgang o W FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA ALBO DEI SOCI FONDATORI ALBO DEI SOCI FONDATORI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Massimo Cacciari presidente Luigino Rossi vicepresidente Cesare De Michelis Pierdomenico Gallo Achille Rosario Grasso Mario Rigo Valter Varotto Giampaolo Vianello consiglieri sovrintendente Giampaolo Vianello direttore artistico Sergio Segalini COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Giancarlo Giordano presidente Adriano Olivetti Paolo Vigo Maurizia Zuanich Fischer SOCIETÀ DI REVISIONE PricewaterhouseCoopers S.p.A. die zauberflöte Il flauto magico opera tedesca in due atti libretto di Emanuel Schikaneder musica di Wolfgang Amadeus Mozart Teatro La Fenice venerdì 21 aprile 2006 ore 19.00 turno A sabato 22 aprile 2006 ore 15.30 fuori abb. domenica 23 aprile 2006 ore 15.30 turno B mercoledì 26 aprile 2006 ore 19.00 turno D giovedì 27 aprile 2006 ore 19.00 fuori abb. venerdì 28 aprile 2006 ore 19.00 turno E sabato 29 aprile 2006 ore 15.30 turno C domenica 30 aprile 2006 ore 15.30 fuori abb. La Fenice prima dell’Opera 2005-2006 4 Barbara Krafft (1764-1825), Ritratto di Mozart (olio su tela; 1819), dipinto per la «Sonnleithner Gallery of Com- posers». La Krafft si basò su una miniatura (forse quella di Josef Knoller) messale a disposizione da Nannerl (cfr. ARTHUR HUTCHINGS, Mozart, the Man, the Musician, London, Thames and Hudson, 1976). La Fenice prima dell’Opera 2005-2006 4 Sommario 5 La locandina 7 «Es gibt ja schwarze Vögel in der Welt, warum denn nicht auch schwarze Menschen?» di Michele Girardi 11 Gianmario Borio Die Zauberflöte e la dialettica dell’Illuminismo 29 Carlida Steffan La forza delle immagini. Sulle interpretazioni storiche e le realizzazioni sceniche della Zauberflöte 51 Die Zauberflöte: libretto e guida all’opera a cura di Marco Marica 145 Die Zauberflöte: in breve a cura di Gianni Ruffin 149 Argomento – Argument – Synopsis – Handlung 155 Daniele Carnini Bibliografia 163 Online: Fratello Mozart a cura di Roberto Campanella 177 Dall’archivio storico del Teatro La Fenice Die Zauberflöte a Venezia: meglio tardi che mai a cura di Franco Rossi Locandina per la prima rappresentazione assoluta. Die ZaUBERFLöTe (Il flauto magico) opera tedesca in due atti KV 620 libretto di Emanuel Schikaneder musica di Wolfgang Amadeus Mozart In occasione del 250° anniversario della nascita Editore proprietario Bärenreiter-Verlag, Kassel Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano personaggi ed interpreti Sarastro Matthias Hölle (21, 23, 26, 28, 30) Ethan Herschenfeld (22, 27, 29) Tamino Herbert Lippert (21, 23, 26, 28, 30) Juan Francisco Gatell (22, 27, 29) Oratore Ethan Herschenfeld (21, 23, 26, 28, 30) Matthias Hölle (22, 27, 29) Primo sacerdote Luca Dall’Amico Secondo sacerdote Ladislav Elgr Regina della notte Clara Polito (21, 23, 26, 28, 30) Penelope Randall-Davis (22, 27, 29) Pamina, sua figlia Isabel Rey (21, 23, 26, 28, 30) Tatiana Lisnic (22, 27, 29) Prima damigella Liesl Odenweller Seconda damigella Alexandra Wilson Terza damigella Victoria Massey Tre fanciulli Solisti del Tölzer Knabenchor Papagena Sofia Soloviy Papageno Alex Esposito (21, 23, 26, 28, 30) Vito Priante (22, 27, 29) Monostatos Alexander Krawetz (21, 23, 26, 28, 30) Mario Alves (22, 27, 29) Primo armigero Ladislav Elgr Secondo armigero Luca Dall’Amico maestro concertatore e direttore Günter Neuhold regia Jonathan Miller scene e costumi Philip Prowse light designer Jürgen Hoffmann Orchestra e Coro del Teatro La Fenice direttore del Coro Emanuela Di Pietro in lingua originale con sopratitoli in italiano allestimento Opernhaus Zürich 6 LA LOCANDINA prima di ogni rappresentazione verrà proiettato, in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Comune di Venezia, il video KIMSOOJA.TO BREATHE / RESPIRARE a cura di Francesca Pasini direttore musicale di palcoscenico Giuseppe Marotta ripresa della regia Aglaja Nicolet direttori di palcoscenico Paolo Cucchi, Lorenzo Zanoni responsabile allestimenti scenici Massimo Checchetto maestro di sala Stefano Gibellato aiuto maestro di sala Raffaele Centurioni altro direttore musicale di palcoscenico Silvano Zabeo altro light designer Fabio Barettin altro direttore di palcoscenico Walter Marcanzin assistente ai costumi e responsabile vestizione Carlos Tieppo maestro di palcoscenico Roberto Bertuzzi maestro rammentatore Pierpaolo Gastaldello maestro alle luci Gabriella Zen capo macchinista Vitaliano Bonicelli capo elettricista Vilmo Furian capo attrezzista Roberto Fiori responsabile della falegnameria Adamo Padovan coordinatore figuranti Claudio Colombini sopratitoli Realizzazione Studio GR (Venezia) cura dei testi proiettati Maria Giovanna Miggiani «Es gibt ja schwarze Vögel in der Welt, warum denn nicht auch schwarze Menschen?» Ci sono migliaia di motivi tra loro diversi per amare Die Zauberflöte, nonostante le nu- merose critiche rivolte a un libretto che molti reputano incongruente sotto il profilo del- la coerenza drammatica. Mi limiterò dunque a citarne uno, che ben si coglie scorren- do arie, numeri d’insieme e dialoghi, e imbattendosi in autentiche perle di saggezza universali, come la frase di Papageno sopracitata come titolo: «Ci sono pure uccelli ne- ri al mondo, perché dunque non anche uomini neri?». In un mondo come l’attuale, continuamente straziato da conflitti etnici, la semplice constatazione di Papageno suo- na come un invito alla ricomposizione dei contrasti, a cui ancora oggi si rimane per lo più sordi. La forza di questo capolavoro sommo, autentico testamento spirituale del genio di Mozart, è la moltiplicazione all’infinito delle prospettive ermeneutiche, anche in rela- zione alle pretese incongruenze drammaturgiche determinate dall’incontro-scontro tra le polarità della fabula, il bene opposto al male. Valutiamo un solo caso: la posizione dei tre fanciulli, che vengono evocati dalle tre damigelle della Regina della notte (I.8): «Tre Fanciulli, giovani, belli, leggiadri e saggi, / vi sorvoleranno nel vostro cammino. / Saranno le vostre guide, / seguite esclusivamente i loro consigli». Ma i tre bimbi, nel prosieguo dell’azione, seguiteranno a esercitare la loro missione di saggezza nel regno di Sarastro. Marco Marica, autore di un’esaustiva guida all’ascolto, si chiede «Da che parte stanno allora i fanciulli? Grazie alla musica l’equivoco non viene risolto, ma per così dire nascosto sotto il tappeto; dopo aver ascoltato le voci bianche dei tre fanciulli gli ascoltatori non avranno alcun dubbio che essi si trovino dalla parte dei giusti, che presto il pubblico scoprirà essere quella di Sarastro e non, come appariva finora, quel- la della Regina della notte. Non è l’unica incoerenza del libretto, ma è senz’altro l’o- stacolo che Mozart, con mezzi musicali, ha potuto aggirare più facilmente». Ma, se si cerca nell’architettura che dispone le opposizioni su una bilancia da orafo, e che ag- grega il mondo muliebre al male e quello maschile al bene, è altrettanto chiaro che le voci bianche dei fanciulli appartengono sia al mondo femminile della notte, sia a quel- lo maschile degli iniziati: ecco quindi come una supposta incongruenza diviene un pun- to di forza, e contribuisce a infittire lo spessore simbolico dell’opera. Nel saggio che apre questo volume, Gianmario Borio passa in rassegna le principa- li interpretazioni critiche del capolavoro mozartiano, nell’ottica che il titolo del suo sag- gio, «Die Zauberflöte» e la dialettica dell’Illuminismo, mette nel giusto rilievo: «l’ope- 8 MICHELE GIRARDI ra ha destato l’interesse non solo degli storici della musica», scrive, «ma anche dei fi- losofi che hanno percepito in essa una sorta di parabola di ordine metafisico». Lo stu- dioso rivede il piano tonale dell’opera alla luce delle opposizioni drammatiche che la permeano, e offre nuove chiavi di lettura che tengono conto della storia del pensiero in area tedesca, dai primi filosofi fino a Adorno e oltre, ma anche della storia: «è infatti a partire dalla Rivoluzione francese e dalle sue ripercussioni sui moti liberali dell’Otto- cento che il popolo diventa una categoria della politica o è persino riconosciuto come il vero e proprio soggetto degli eventi storici». Questo potrebbe spiegare il ricorso al Singspiel e a motivi della farsa popolare viennese, e a chiarire che «la persistente po- polarità della Zauberflöte ha forse a che fare con la straordinaria capacità del compo- sitore di connettere lo strato sociale inerente ai materiali musicali con i personaggi e con l’evoluzione drammatica nel suo complesso». Carlida Steffan, nel saggio successivo, si occupa di un problema oggi molto dibat- tuto: qual è lo statuto reale di un testo del teatro musicale? E che ruolo gioca oggi l’in- terpretazione registica in rapporto all’esecuzione musicale? In che misura queste pro- spettive si fondono, sulle scene liriche attuali? E Die Zauberflöte è un caso esemplare, anche e soprattutto in virtù della varietà di prospettive che offre: «la combinazione di questi registri differenti (magico-spettacolare, comico-popolare o educativo)», scrive infatti la studiosa, «nonché la loro attitudine a farsi declinare sulla scena con differen- ti modalità, e in stretta relazione con i diversi orizzonti d’attesa del pubblico, spiegano il successo della Zauberflöte presso i fruitori più disparati, ma anche l’ampiezza del campo d’interpretazione scenica a disposizione di chi l’allestisce; ai nostri tempi, natu- ralmente, ma anche nella storia». Pur essendo tra quelli che preferiscono il mondo di Papageno a quello di Sarastro, penso che il messaggio che ci viene dalla Zauberflöte sia un invito alla conciliazione di principi opposti nell’armonia universale, e che questo lascito sia tra i migliori testa- menti artistici mai stati concepiti, perché ha come base quell’umanità che Mozart ha sempre saputo mettere al primo posto nel suo teatro. Rubo una riga alla fine per ri- cordare uno dei molti, troppi amici morti in questi anni di lutti: Roberto Verti, critico musicale e docente scomparso a Bologna il 16 marzo 2006.

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