TIZIANO E LA PITTURA DEL CINQUECENTO TRA VENEZIA E BRESCIA MUSEO DI SANTA GIULIA, 21 MARZO – 2 LUGLIO 2018 Obbiettivo della mostra è quello di mettere a fuoco, nelle sue emergenze più spettacolari, il rapporto tra le culture artistiche di Brescia e Venezia nel corso del Cinquecento. Il protagonista attorno a cui ruoterà l’esposizione sarà Tiziano, in ragione delle sue due fondamentali imprese bresciane: - il polittico realizzato per il vescovo Altobello Averoldi tra il 1520 e il 1522, tuttora nella chiesa di San Nazaro e Celso - le tre tele con le Allegorie di Brescia, realizzate nel corso degli anni sessanta del Cinquecento per il salone della Loggia, andate distrutte durante l’incendio del 1575. Ad entrambe queste commissioni saranno dedicate due sezioni della mostra. Quella incentrata sul polittico Averoldi sarà l’occasione per valorizzare il capolavoro tizianesco e per ripercorrerne l’eco suscitata presso i pittori bresciani, da Romanino a Moretto a Savoldo. Al contempo si approfondirà la notevole personalità del suo committente, che oltre a essere vescovo di Pola fu nunzio apostolico a Venezia tra il 1517 e il 1523. Si ripercorrerà poi la singolare vicenda in cui il polittico si trovò coinvolto in corso d’opera, allorché Jacopo Tebaldi, ambasciatore a Venezia di Alfonso I d’Este, vide nello studio di Tiziano, nel 1520, il pannello con San Sebastiano (definendolo “la megliore pictura ch’el facesse mai”) e si adoperò affinché Alfonso acquistasse l’opera e convincesse Tiziano a realizzarne una copia per l’Averoldi. Cosa che poi non avvenne. La sezione dedicata alla grandi tele della Loggia traccerà il profilo di questa importante commissione pubblica, della quale rimane una traccia visiva in un’incisione di Cornelis Cort che riproduce una delle opere perdute di Tiziano: la Fucina di Vulcano (Allegoria di Brescia armiera). Vale la pena di ricordare che a fare da tramite tra Tiziano e i committenti fu il bresciano Cristoforo Rosa, pittore quadraturista che in anni di poco precedenti aveva collaborato con il Vecellio nell’esecuzione del soffitto del vestibolo della Libreria Marciana a Venezia. La collaborazione si ripeté anche nel salone della Loggia, visto che la quadratura dell’ambiente destinata a ospitare le tele di Tiziano venne eseguita proprio da Cristoforo Rosa e dal fratello Stefano. Nel ricostruire la storia del salone della Loggia andrà anche valorizzato l’apporto di consulenza fornito da Andrea Palladio nell’elaborazione della strategia decorativa dell’ambiente. In entrambe queste sezioni, la rievocazione dell’attività bresciana di Tiziano sarà arricchita dalla presenza di altre opere dell’artista di diversa destinazione, ma connesse a questi due distinti momenti della sua attività. Scopo di tale ampliamento di orizzonte sarà quello di documentare più compiutamente il profilo del Vecellio nel momento che lo vide interferire direttamente nel contesto cittadino. Accanto a questi due punti focali la mostra vedrà snodarsi un percorso complementare e non meno rilevante, finalizzato documentare il ruolo giocato più in generale dai modelli di Tiziano nella formazione e nell’evoluzione del linguaggio dei principali protagonisti del Cinquecento bresciano. A dare ragione di questo ‘versante’ della mostra, che andrà a integrarsi e intrecciarsi col precedente, è il fatto che la vicenda di Romanino, Moretto e Savoldo trovò un fondamentale punto di riferimento nel magistero tizianesco, in conseguenza anche degli accertati soggiorni in terra veneta dei tre pittori. Tanto la formazione di Romanino, collocabile a partire della fine del primo decennio del Cinquecento, quanto quella di Moretto, scalabile nel successivo di decennio, si giocano in un dialogo costante con gli esemplari di Tiziano, conseguenza della giovanile frequentazione del contesto lagunare da parte dei due artisti. Caso diverso quello di Savoldo, per il quale il rapporto con Tiziano, altrettanto decisivo, si stabilì solo in coincidenza con il definitivo trasferimento dell’artista a Venezia, avvenuto intorno al 1515, quando il pittore aveva circa 35 anni. Chiude l’itinerario espositivo uno sguardo sugli importanti arrivi a Brescia, a partire dagli anni settanta del Cinquecento, di altri grandi protagonista dell’arte lagunare del tempo, da Jacopo Tintoretto a Paolo Veronese, a Francesco Bassano, a Jacopo Palma il Giovane in dialogo con una ristretta selezione delle opere degli artisti bresciani del tardo Cinquecento e del primo Seicento che ne registrano le suggestioni di stile, da Pietro Marone a Francesco Giugno, ad Antonio Gandino. La compenetrazione tra i due angoli di osservazione della mostra potrà configurarsi attraverso questa provvisoria sequenza di sezioni: 1. Introduzione. Relazioni tra Brescia e Venezia nel Cinquecento 2. La formazione di Romanino e Moretto e l’esempio di Tiziano 3. Il polittico Averoldi di Tiziano e il suo lascito 4. Circolazione di modelli tra Venezia e Brescia. La sacra conversazione a mezze figure 5. Circolazione di modelli tra Venezia e Brescia. Il devoto in meditazione 6. Circolazione di modelli tra Venezia e Brescia. Il ritratto 7. La vocazione realistica dei pittori bresciani 8. Tiziano e la decorazione del Salone della Loggia di Brescia 9. Dopo Tiziano. Committenze bresciane per i maestri della Maniera veneta. L’elenco delle opere richieste: Leone Pallavicino, Carta del territorio bresciano, 1597, 121 x 67 cm, Brescia, Musei Civici Donato Rascicotti, Pianta della città di Brescia, 1599, 375 x 500 mm, Brescia, Musei civici (50021?) Codice dei privilegi, 1471-1473, 302 x 210 mm, Brescia, Biblioteca Queriniana, Francesco Ricchino, Ritratto di Agostino Gallo, Collezione privata, olio su tela, cm 75 x 60 Anonimo incisore su disegno di Francesco Ricchino, Ritratto di Agostino Gallo in A. Gallo, Le vinti giornate dell’agricoltura et de’ piaceri della villa, Venezia 1569, Brescia, Università Cattolica, Biblioteca Carlo Viganò, segnatura FA 5B 102 Anonimo incisore su disegno di Girolamo Romanino, Ritratto di Nicolò Tartaglia, in Regola generale da sulevare con ragione e misura non solamente ogni affondata nave, ma una torre solida di metalo...., Venezia 1551, Brescia, Università Cattolica, Biblioteca Carlo Viganò F.S., Veduta dei SS. Giovanni e Paolo, in Il gran teatro di Venezia ovvero descrizzione esatta di cento delle più insigni prospettive, e di altretante celebri pitture della medesima città..., Venezia [1717] Venezia, Biblioteca Marciana, 368 x 492 mm, Segnatura: 166.d.21 (Volume) Venezia, Museo Correr, 363 x 490 mm, ST. PAL. DUC. 0588 Giovan Girolamo Savoldo, Riposo nella fuga in Egitto con la veduta di Riva degli Schiavoni a Venezia, c.1527. Collezione privata, olio su tela, cm 87 x 124 Tiziano Vecellio, Madonna col Bambino, c.1509, Bergamo, Accademia Carrara, olio su tavola, cm 38,8 x 48,3 Francesco Prata da Caravaggio, Madonna col Bambino, c.1515, Milano, Altomani & Sons, olio su tela, cm 65 x 78,5 Tiziano Vecellio, Madonna col Bambino tra Sant’Antonio da Padova e San Rocco, c.1510 Madrid, Museo del Prado, inv.288, olio su tela, cm 92 x 133 Girolamo Romanino, San Giovanni Battista e santo vescovo (dal polittico di San Cristo), 1511-1512. Collezione privata, olio su tavola, cm 72,5 x 62 Girolamo Romanino, San Bartolomeo e San Girolamo (dal polittico di San Cristo), 1511-1512 Collezione privata, olio su tavola trasportato su tela, cm 72 x 61,5 Girolamo Romanino, San Daniele (predella della pala di Santa Giustina), 1513-1514, Cremona, collezione Fabrizio Lonardi, olio su tavola, ∅ cm 18 Girolamo Romanino, Santa Felicita (predella della pala di Santa Giustina), 1513-1514, Cremona, collezione Fabrizio Lonardi, olio su tavola, ∅ cm 18 Girolamo Romanino, Madonna col Bambino, c.1517, Milano, Pinacoteca di Brera, inv. 98P, olio su tavola, cm 83 x 62 Girolamo Romanino, Madonna col Bambino, c.1517-1518, Roma, Galleria Doria Pamphilj, inv. 547, olio su tavola, cm 68,7 x 61,5 Girolamo Romanino, Venere e Cupido, c.1517, Collezione privata, olio su tavola, cm 83,9 x 72,3 Girolamo Romanino, Madonna col Bambino tra San Ludovico di Tolosa e San Sebastiano, c. 1517-1518. Salò, Duomo, olio su tavola, cm 178 x 173 Alessandro Bonvicino, detto il Moretto ?, Cristo benedicente, c. 1515. Brescia, Duomo Nuovo, olio su tavola, cm 52 x 46 Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, Madonna col Bambino, c. 1516, Mosca, Museo Puškin, n.inv.106, olio su tavola traportato su tela, cm 31 x 24 Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, Madonna col Bambino che abbraccia un cane, c.1516 Alana collection, Newark, Delaware (USA), olio su tavola, cm 57 x 46 Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, Sposalizio mistico di Santa Caterina, c.1516, Cremona, collezione privata, olio su tavola, cm 102 x 66 Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, Madonna col Bambino tra San Giacomo Maggiore e San Girolamo, c.1517-1518, Atlanta, High Museum of Art, n.inv.58.45, olio su tavola, cm 148,9 x 138,4 Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, San Girolamo, c.1520, Vienna, Liechtenstein Museum, The Princely Collection, olio su tavola, cm 38 x 30 Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Madonna col Bambino tra San Gregorio e San Valentino, c.1520, San Gregorio nelle Alpi (Belluno), chiesa dei Santi Gregorio Magno e Valentino, olio su tavola, cm 180 x 145. Tiziano Vecellio, Polittico Averoldi, 1520-1522, Brescia, collegiata dei Santi Nazaro e Celso, olio su tavola, misure complessive 280 x 270 Copia da Tiziano Vecellio (Giuseppe Caletti?), San Sebastiano, prima metà del XVII secolo,Troyes, Musée des Beaux Arts, inv.890.2.8, olio su tela, cm 145 x 104 Girolamo Romanino, Resurrezione, c.1526,
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