Notizie dagli Scavi - L’antico ospedale di San Rocco - pag. di 10 Rivista scientifica del volontariato archeologico 28 (2009), pp. 25-34 www.aut-online.it Notizie dagli Scavi L’antico ospedale di San Rocco a Portobuffolè (TV) The ancient hospital of San Rocco at Portobuffolè Luciano Mingotto Gruppo Archeologico Opitergino (Oderzo) TV Keywords: Medioevo, Cultura materiale, Porto, Treviso Premessa: Settimo e Portobuffolè1 Nell’area della provincia di Treviso posta tra la pedemontana e il basso Piave, a confine col Friuli, nel periodo tra XII e XIV secolo sono attestate numerose fortificazioni costituite da rocche, castelli, torri e case-torri: almeno trenta- cinque «castelli» tra Piave e Livenza come testimoniato dalle fonti scritte (Canzian 2005, p. 175). In realtà le strutture fortificate erano in numero maggiore; per citare solo alcuni esempi: il castello di Levàda vicino a Ponte di Piave, il castel- lo di Fontanelle e la motta o casa-forte di Gaiarine, la Torre di Rai presso S. Polo di Piave, il castello di Mot- ta di Livenza, la casa-torre detta «castella» a Lorenza- ga friulana, sempre nel co- mune di Motta e già nota come castrum Laurençage, il castello di Fossalta Maggiore presso Chiarano, senza contare le Figura 1. «cortine» ovvero i piccoli ricetti difensivi di campagna, tra cui ricordiamo quelli di Mansuè, Settimo e Portobuffolè. Navolè, S. Lucia di Piave2 (Canzian 2003, p.177). A sinistra, la planimetria Tali strutture erano connesse a piccoli centri di potere, spesso conflittuali tra di loro, che per- catastale del 1841 («Censo sero indipendenza e funzione militare - politica con l’avvento della dominazione veneziana a stabile attivato» austro-ital- partire dal 1337. Fra i borghi fortificati localizzati tra Piave e Livenza, Portobuffolè era uno iano) in cui sono stati uniti i snodo di traffico fluviale e terrestre, sia per la posizione sul fiume Livenza, sia perché posto due fogli distinti di Settimo e di a confine tra Veneto e Patriarcato del Friuli. Portobuffolè per una migliore Notizie sulla località appaiono solo dal 908: Berengario I concesse al vescovo di Cèneda (ora lettura dell’assetto urbano, in Vittorio Veneto) le rendite derivanti dalla gestione del porto fluviale di Settimo e dei dazi rapporto al vecchio alveo del corrispondenti (unum portum in Liguencia quod Septimum dicitur)3 (Canzian 2003, pp.178- fiume Livenza e inoltre per il 179). Dall’esame delle fonti, quindi, sembra che il sito, menzionato inizialmente per il ruolo fatto che i due comuni furono principale di attracco fluviale in riva sinistra (col toponimo «Settimo»), abbia visto formarsi unificati già nel secolo scorso. una realtà urbana (in riva destra) che assunse connotati di borgo fortificato, collegato al porto, 1= ospedale antico; 2 = Chiesa solamente tra XI e XIII secolo e col nome di «Portobuffolè»; nel 1198 è citato castro Portus di san Rocco. Buffoledi, nel 1307 castrum Portus Buffoledi4. Nel 1339 Portobuffolè (con Settimo) divenne Archeologia Uomo Territorio - 28/2009 pag. 25 Notizie dagli Scavi - L’antico ospedale di San Rocco - pag. 2 di 10 sede podestarile veneziana, mantenendo la sede daziaria (Del Torre 1990, p. 42). Figura 2. Attualmente Portobuffolè è posta a cavallo dell’alveo dimesso del fiume Livenza, col centro L’antico ospedale oggi, nella urbano a ridosso di una grande ansa in riva destra, a est, mentre in riva sinistra a ovest si ricostruzione avvenuta nel estende il borgo extra-moenia di Settimo. 1906. A destra, il rilievo delle Fino all’unità d’Italia tuttavia la cittadina era divisa in due entità territoriali e amministrative murature trecentesche supersti- distinte: a sud il centro omonimo comprendente i borghi Rivàl e Rivapiana, mentre a nord/ ti (in tratteggio) e la posizione nord-ovest la località di Settimo col borgo dei Servi. dei due tunnel di scarico acque. Il limite tra le due rive era costituito dal vecchio alveo della Livenza su cui oggi si affaccia Porta Friuli; da qui, cioè dalla riva sinistra dell’asta fluviale, iniziava la «strada comunale detta di San Roc- co» cioè l’odierna Via Roma che por- ta all’omonimo complesso chiesa- ospedale e, più oltre, alla villa vene- ziana Cellini-Giustinian (figg. 1, 2). Sulla localizzazione del «porto» non ci sono ancora evidenze archeologi- che, come pure sulle modalità di for- mazione urbana del borgo di Settimo: la lettura della sola cartografia dispo- nibile e confrontabile con la situazio- ne attuale, cioè quella seicentesca e quella del 1847-1854, dimostra che la località denota le caratteristiche ti- piche delle espansioni extra-moenia, proprie dei comuni italiani fra XIII e XV secolo e cioè fuori delle mura e lungo le vie di accesso al centro fortificato. In particolare l’edificazio- ne odierna non si discosta molto da quanto evidente nelle mappe austria- che (fig. 1) da cui si evince che l’uni- ca emergenza architettonica è costituita dal complesso cimitero-ospedale-chiesa, prospettan- Figura 3. te su uno slargo su cui si affaccia l’oratorio settecentesco della villa Cellini-Giustinian. Le fasi costruttive principali: la Un disegno del 1606 attesta l’esistenza del borgo, ma senza indicazioni precise sulla struttura prima e la seconda apparten- urbana e il tessuto edilizio5. gono a un periodo fra il XIV e Tra il 1999 e il 2000 vennero intrapresi dei lavori di restauro e ristrutturazione dell’edificio probabilmente il XVI secolo; la noto come l’antico ospedale di San Rocco, annesso alla chiesetta omonima e di cui, purtrop- terza e la quarta dalla prima po, non si hanno finora delle notizie puntuali. metà del XIX ai primi del XX secolo. Archeologia Uomo Territorio - 28/2009 pag. 26 Notizie dagli Scavi - L’antico ospedale di San Rocco - pag. 3 di 10 Figura 4. ceramici). i reperti una botola per lo scarico dei rifiuti (da qui provengono La posizione dei due canali di scarico: quello più conservato (a sin.) presenta Archeologia Uomo Territorio - 28/2009 pag. 27 Archeologia Uomo Territorio -28/2009 Territorio Archeologia Uomo Notizie dagli Scavi - L’antico ospedalediSanRocco- Notizie dagliScavi-L’antico pag. 28 pag. 4 di 10 Figura 5. Figura 6. Il condotto (u.s. 62) è composto da due muri con soprastante volta a Il secondo condotto (u.s. 52/54) fu distrutto probabilmente nel 1906, ma ne sono tutto sesto ed è in fase sin-costruttiva con i muri dell’edificio. Nel vano rimaste tracce significative per ricostruirne forma e dimensioni; entrava a nord-est 11 a sud-ovest non è stato possibile verificarne il prosieguo, anche se e prosegue ancora a sud-est sotto la sede stradale odierna. questo era in realtà visibile dall’interno del condotto lì dove esisteva la botola. Prosegue a sud/est sotto la strada attuale. Notizie dagli Scavi - L’antico ospedale di San Rocco - pag. 5 di 10 Non risulterebbero, allo stato attuale delle ricerche, fonti scritte che riguardino direttamente l’ospedale di San Rocco: è possibile che gli atti amministrativi (e quindi anche eventuale cartografia) di tale istituzione siano oggi dispersi o piuttosto custoditi presso altri enti. Notizie storiche dirette, seppur limitate, provengono dalla ricerca di Vittorio Andreetta che cita documenti oggi non più esistenti o comunque di difficile reperimento in quanto apparte nenti ad archivi oggi dispersi o trasferiti in sedi diverse; in ogni caso l’Andreetta non riporta direttamente le fonti scritte e la loro collocazione archivistica precisa6. Un disegno del 1689 è finora l’unica documentazione del complesso7, oltre a una fotografia del 1903 in cui si vede l’edificio prima del rifacimento totale8. La fondazione dell’ospedale sembra risalire alla donazione, da parte di Ariano Beccaro con testamento del 26 gennaio 1362, di beni terreni all’ospedale di Settimo con funzione specifica di lazzaretto per la quarantena di chi voleva entrare in Portobuffolè (Andreetta 1913, Tomasi 1998, p. 229); il fabbricato era direttamente collegato alla chiesa e al cimitero costituendo un unico complesso. Gli ospedali, che spesso avevano funzione anche di orfanotrofi e ospizi per poveri e pelle- grini, erano diffusi capillarmente nel territorio: nella diocesi di Cèneda (ora Vittorio Veneto) erano almeno trenta nel periodo tra XI e XVI secolo, connessi sia agli ordini ospedalieri sia ai santuari e alle abbazie (Tomasi 1998, p. 44). La chiesa, con titolazione a Santa Maria, era posta all’interno del cimitero e fu demolita nel 1827 (Andreetta 1913, pp. 78-80), mentre nel XV-XVI secolo fu edificato l’odierno edificio dedicato a San Rocco (Andreetta 1913, p. 82). Verso il 1906 l’edificio «venne ricostruito sulle fondamenta del vecchio» (Andreetta 1913, p. Figura 7. 39), mentre la Chiesa di S. Rocco fu radicalmente modificata innalzandone le murature late- Sezioni dei due condotti: in rali, rifacendo la parte superiore della facciata, demolendo il pavimento con l’asportazione di quella a sinistra la strati- alcune lastre sepolcrali antiche (Andreetta 1913, pp. 81-83). grafia indica come nella Secondo il Florian, però, tale chiesa fu costruita nel 1530 mantenendo l’intitolazione di S. vita dell’edificio (fino al XIX Maria Assunta fino ai primi del ’900, anche se già dal XVI secolo si sviluppò velocemente il secolo) vi siano stati ripetuti culto di San Rocco (Florian 1996, p. 113). riporti di terreno, forse col- Attualmente, sopra il portale di ingresso della chiesa, c’è una targa commemorativa il cui te- legati a diverse fasi edilizie o sto menziona la costruzione avvenuta nel secolo «decimoquarto» e dedicata a Maria Assunta, di frequentazione. nonché il restauro e il rinnovamento avvenuti nel 1907. Archeologia Uomo Territorio - 28/2009 pag. 29 Notizie dagli Scavi - L’antico ospedale di San Rocco - pag. 6 di 10 Le indagini preliminari Al fine di procedere a un interven- to edilizio che rispettasse la natura e la storia del fabbricato, oltre a controllare le condizioni statiche e di degrado, vennero eseguite delle indagini preliminari che si concen- trarono sulle pareti portanti perime- trali e di spina, e inoltre con saggi stratigrafici sugli intonaci; venne- ro eseguiti anche saggi di scavo al piede delle murature all’interno e all’esterno del complesso.
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