Il caso Fedez vs RAI: una grande lezione di libertà di parola e di democrazia proprio alla viglia della “Giornata Mondiale della libertà di stampa” È la notizia del giorno la tirata del cantante Fedez, fatta al sul palco del 1° Maggio, verso i vertici della RAI, colpevole secondo l’artista di aver fatto “pressioni” affinché il suo monologo fosse non solo vagliato, ma anche “ammorbidito” nei suoi passaggi più duri verso il Governo, il partito della Lega e tutta la faccenda che ruota intorno al Ddl Zan ancora bloccato fra le beghe della burocrazia parlamentare. Grazie a questo Federico Leonardo Lucia (questo il vero nome di Fedez) ha scritto un’importante pagina da ricordare soprattutto nella storia per la difesa della libertà di pensiero e di parola, ieri come oggi come domani. Il monologo trattava diversi colpe, di cui il Governo e soprattutto alcuni gruppi politici si sono resi responsabili, fra cui: la scarsa considerazione del fondamentale comparto culturale, la sostanziale differenza di valutazione fra il mondo del calcio e quello culturale, la quasi totale mancanza di sostegni a tutte le maestranze dello spettacolo, l’ostracismo di alcuni partiti verso il Ddl Zan (il Disegno di legge contro le discriminazioni basate su genere, sesso, disabilità e orientamento sessuale). Insomma, Fedez come d’abitudine ha usato la propria influenza e la sua posizione per sollevare delle giuste critiche e delle sacrosante domande verso il Governo, ed il fatto che il primo e più importante editore radiotelevisivo italiano, per giunta servizio pubblico, la RAI, abbia tentato di “annacquare” il testo del monologo e addirittura abbia fatto pressione per omettere nomi di politici e di partiti dallo stesso, è una cosa non solo gravissima, ma anche anacronistica. Per chi, come chi scrive, ha qualche annetto sulle spalle, sembrava di vedere una censura rediviva come quella che in un passato non troppo recente, ma neanche così lontano, aveva colpito altri artisti “scomodi” come Pier Paolo Pasolini, Dario Fo e Franca Rame, Renato Zero, tanto per citare i più celebri. Tutta la faccenda, poi, diventa ancora più grave, quasi tragica, se pensiamo che il tutto si è consumato sul palco di un concerto simbolico per i diritti civili, non solo dei lavoratori, alla vigilia, quasi, della “Giornata Mondiale per la Liberta di Stampa”, che cade il 3 maggio e per la quale la RAI stessa ha alcune iniziative e programmi in palinsesto. Bene ha fatto il rapper Fedez a registrare e postare il video con la telefonata fra lui e i vertici della RAI, che già nelle prime ore di questo scandalo mediatico si affrettava a smentire o quantomeno ridimensionare tutta la faccenda. Lo sputtanamento, perché di questo si tratta, non sarà altrettanto gestibile, e sono sicuro che nei prossimi giorni qualche testa cadrà nella sede centrale RAI di viale Mazzini. La Rai smentisce la censura. Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad “adeguarmi ad un SISTEMA” dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi pic.twitter.com/gu14BxM3G6 — Fedez (@Fedez) May 1, 2021 Ma alla fine, cosa ci dimostra questa misera storia di un tentativo di censura? Almeno due cose, a mio modo di vedere: la prima è che i poteri forti esistono e, soprattutto, agiscono a gradi e con intensità che noi possiamo solo immaginare e che raramente vengono a galla. La seconda, forse ancora più inquietante, è che questo sia successo a Fedez, un artista affermato, con migliaia di dischi venduti, con una posizione reddituale serena, uno che può permettersi di girare i tacchi e sbattere i pugni sul tavolo, perché è lui ed ha qualche migliaio di fan e follower che lo amano e lo seguono. Uno che è entrato nei cuori dei suoi fan anche e soprattutto perché spesso si batte per questioni sociali di genere, per gli emarginati e per i diritti dei lavoratori dello spettacolo, mettendoci non solo la faccia ma anche i propri soldi. Insomma se questa “pressione”, questo meschino e maldestro tentativo di censura viene fatto ad uno come lui, quali e quanti ne vengono fatti ogni giorno a quegli artisti, ma anche cittadini, che non hanno né la forza né le possibilità di opporsi a queste pressioni? Per ogni caso “eclatante”, come questo di Fedez vs RAI, che emerge sono molto di più, io credo, quelli che invece riescono nella loro opera di censura, il tutto in un Paese che si professa democratico e che dovrebbe non solo consentire, ma facilitare le voci del dissenso, perché sono quelle che innaffiano l’albero della libertà e rendono viva e florida la democrazia stessa. Spiace molto dover rilevare, ancor di più, come ho detto, ad un giorno dalla “Giornata Mondiale per la Liberta di Stampa”, che la nostra democrazia è ancora acerba, imperfetta e in alcune sue manifestazioni sbagliata e che la lezione di Fedez è fondamentale per tutti noi ma ancor di più per gli intellettuali, scrittori e giornalisti che sono le vere sentinelle della libertà di espressione e i custodi a difesa della democrazia stessa e che non possono permettersi di essere indifferenti. Ed a proposito di “indifferenti”, credo che il monologo di Fedez di ieri, la sua indignazione durante la telefonata con la RAI, sarebbero piaciuti al grande Antonio Gramsci, che in un suo famoso libro scrisse: Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. Parole scritte durante il ventennio ma che, dopo ciò che è successo ieri, sembrano scritte per noi cittadini, oggi. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter 5 serie tv da vedere per scacciare la noia da quarantena. Ci hanno insegnato che anche nelle situazioni più spiacevoli dobbiamo trovare il lato positivo. Certo il momento di epidemia mondiale non è proprio facile da affrontare, ma non impossibile: smart working, scuole chiuse, eventi culturali annullati, diciamoci la verità, ci resta ben poco da fare ed è in questo momento che la nostra ancora di salvezza può essere un libro, una ricetta, un film o meglio ancora una serie tv. Le piattaforme a nostra disposizione sono tante, così come non mancano le serie a cui appassionarci, dalla fantascienza al romantico, dal teen drama al poliziesco. Ve ne proponiamo cinque per rendere più sopportabile questi giorni di clausura forzata. 1) I AM NOT OKAY WITH THIS Consigliato per chi vorrebbe risolvere tutto con un superpotere. https://youtu.be/8qdDUnsGcPE E’ una serie tv che molto ha in comune con la serie “The end of th f***ing world”, con cui condivide l’ideatore e regista Jonathan Entwistle e il fatto di essere tratta da una graphic novel del fumettista americano Charles Forsman. Questo, per i più appassionati, già potrebbe bastare come punto di partenza, ma approfondiamo dicendo che in comune hanno anche un’atmosfera a tratti macabra e surreale, ma non per questo meno divertente. La protagonista della serie è Sydney, una ragazza che si autodefinisce “una noiosa diciassettenne bianca”, che d’improvviso si accorge di avere dei superpoteri, che si manifestano quando è particolarmente impaurita o arrabbiata e se vi viene in mente Eleven della serie culto “Stranger Things”, siete sulla buona strada, perché i produttori sono gli stessi. Una commedia dark, insomma, che può piacere anche ai non più adolescenti; al momento è stata realizzata solo la prima stagione composta da sette episodi, disponibile su Netflix. 2) L’AMICA GENIALE Consigliato per chi vorrebbe tornare agli anni in cui si stava meglio quando si stava peggio. https://youtu.be/vJe8KtO2QWA “L’amica geniale” è la serie tv italiana del regista e sceneggiatore Saverio Costanzo, tratta dall’omonimo romanzo, bestseller in tutto il mondo, di Elena Ferrante, pseudonimo della scrittrice napoletana di cui non si conosce l’identità. In onda sulle reti Rai, la prima stagione è andata in onda nel 2018 e la seconda si è da poco conclusa; una stagione per ognuno dei quattro romanzi. La storia vede le due protagoniste, Elena Greco (Lenù) e Raffaella Cerullo (Lila), cresciute in un quartiere difficile della periferia di Napoli negli anni cinquanta (prima stagione) e sessanta (seconda stagione), tra le quali nascerà una profondo legame di amicizia, fatto anche di scontri e allontanamenti. Sempre alleate nell’affrontare le ingiustize dell’ignoranza e della povertà, le due ragazze crescono e cambiano, mantenendo un forte attaccamento emotivo, nonostante, nella seconda stagione, ci sia un cambiamento fondamentale di stile di vita per entrambe. Emozionante opera che cattura lo spettatore e lo fa appassionare ai drammi dei personaggi, mostrando, contemporaneamente, anche i cambiamenti sociali, economici e di costume del nostro paese. In realizzazione la terza stagione, che riprenderà il terzo libro della tetralogia. 3) THE GOOD PLACE Consigliato per chi sa che deve comportarsi bene oggi, per sopravvivere domani. https://youtu.be/PC5jSRLpNkE “The Good Place” è una serie televisiva fantasy, creata dallo sceneggiatore e regista americano Michael Schur; è la storia di quattro esseri umani, capitanati da Eleanor Shellstrop, interpretata dall’attrice Kristen Bell (protagonista nella serie “Veronica Mars”), che dopo essere morti finiscono nella parte buona (good place, appunto), una sorta di fantastico e colorato paradiso, creato dall’architetto Michael, dove tutti sono buoni e gentili e dove puoi gustare deliziosi frozen yogurt ai gusti più assurdi.
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