Islamismo in Algeria. Dal Gruppo Islamico Armato (GIA) al Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combattimento (GSPC). Scenario attuale e prospettive. di Anna La Rosa 2008 INDICE - PREFAZIONE……………………………………………………3 1. L’ISLAMISMO – DA RELIGIONE AD IDEOLOGIA POLITICA......8 1.1 DIN E DAWLA: RELIGIONE E STATO, UN UNICO POTERE.......................8 1.2 "HOMO ISLAMICUS" : RAPPRESENTAZIONE, IDENTITÀ E PERCORSI CULTURALI. ......................................................................................9 1.3 ISLAM E ISLAMISMO: MUSLIMUN E ISLAMIYYUN. DEFINIZIONI POSSIBILI. ....................................................................................................15 1.4 RITRATTO DI UN ISLAMISTA..........................................................23 2. IL NAZIONALISMO ALGERINO .............................................27 2.1 INTRODUZIONE: LE MATRICI DELL’IDENTITÀ CULTURALE ALGERINA.....27 2.2 CENNI SULL’ ISLAMIZZAZIONE DELL’AFRICA DEL NORD. ...................31 2.3 IL RUOLO DELL’ISLAM NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE NAZIONALE .....33 2.4 IL COLONIALISMO E LA GUERRA DI LIBERAZIONE NAZIONALE: IL RUOLO DELL’ISLAM E LA GENESI DEL NAZIONALISMO. ......................................35 2.4.1 La dominazione coloniale.................................................. 35 2.4.2 L’Islam dei primi patrioti................................................... 37 2.4.3 La resistenza delle campagne. Una società traumatizzata. 40 2.4.4 Un nazionalismo poliedrico. .............................................. 44 2.4.5 Gli Ulama d’Algeria e il loro contributo al processo di identità nazionale. ......................................................................... 49 3. IL FENOMENO DELL’ISLAMISMO NELL’ALGERIA CONTEMPORANEA. .................................................................55 INTRODUZIONE. ..............................................................................55 3.1 L’Islam nelle Costituzioni algerine....................................... 58 3.2 Le responsabilità dello Stato. .................................................. 62 3.3 L’islamismo algerino prima del 1988. L’Associazione Al-Qyam Al-Islamyya. .................................................................................. 66 3.4 Cronologia della crisi........................................................... 71 2.4.6 Introduzione. Una data cruciale: 4 ottobre 1988, l’esplosione della crisi.................................................................... 71 2.4.7 Contro la hogra. ................................................................ 72 3.5 Verso un’apertura democratica. L’Algeria e le prime elezioni pluraliste........................................................................................ 76 3.5.1 Le elezioni amministrative. Giugno 1990.......................... 76 - 2 - 2.4.8 “I comuni islamici”. ........................................................... 79 2.4.9 Le travagliate elezioni legislative del 1991....................... 81 2.4.10 Il primo appuntamento mancato con le urne. ................. 82 2.4.11 Il primo turno elettorale e il colpo di Stato: errore storico o dovere patriottico? ......................................................................... 84 3.6 Le correnti islamiste dopo il 1988. Gli islamisti della seconda generazione. .................................................................................. 91 3.7 Il FIS: Fronte islamico di salvezza. ...................................... 92 2.4.12 Il leader storico del FIS: Abassi Madani......................... 92 2.4.13 Nascita e struttura del partito. ....................................... 94 2.4.14 Poliedricità ed eterogeneità nel contesto sociale algerino. 99 2.4.15 Dove fiorisce la contestazione: la moschea. ................. 107 2.4.16 Il programma del FIS. La “soluzione islamica”............. 111 2.4.17 Hamas (Haraka al-mujtama ‘al-islami) e la “Chourackratiya”......................................................................... 115 2.4.18 Al-Nahda (Movimento della rinascita islamica). ........... 117 4. RICONCILIAZIONE NAZIONALE E MASSACRI COLLETTIVI. 120 4.2 IL PROCESSO DI RICONCILIAZIONE NAZIONALE DI BOUTEFLIKA. .......127 4.3 La terreur sacrée. Alcuni numeri degli anni di sangue. Dal progetto di stato islamico ai massacri collettivi. La strategia del terrore del Groupe Islamique Armé (GIA). .................................... 132 4.4.1 EVENTI TERRORISTICI DAL GENNAIO 2006................................141 5. APPENDICE....................................................................... 173 TACCUINO ETNOGRAFICO. ................................................... 174 6. BIBLIOGRAFIA .................................................................. 203 - 3 - Alle fronde dei salici Come potevamo noi cantare Con il piede straniero sopra il cuore Tra i morti abbandonati nelle piazze Sull’erba dura di ghiaccio, al lamento D’agnello dei fanciulli, all’urlo nero Della madre che andava incontro al figlio Crocifisso sul palo del telegrafo ? Alle fronde dei salici per voto Anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. Salvatore Quasimodo - 4 - PREFAZIONE. L’interesse per l’Algeria nasce dall’esperienza condotta sul campo presso la capitale, Algeri, nel corso di diversi lunghi soggiorni tra il 1998 e il 2002. Ad Algeri si è avuto modo di frequentare un gruppo di intellettuali – rappresentanti del mondo della cultura, dei media e della politica – la cui influenza ha indubbiamente condizionato questa analisi nella rilevanza data a certi avvenimenti piuttosto che ad altri e nella mia personale lettura della tragedia algerina. Una volta appreso il motivo della mia presenza, molte persone conosciute ad Algeri hanno dato, in maniera del tutto spontanea e disinteressata, il loro contributo alla mia ricerca. Ho così ricevuto libri introvabili, preziosi consigli da parte di alcuni professori dell’Università di Algeri e la possibilità di frequentare le numerose librerie della capitale, dove ho potuto trovare del materiale bibliografico genuinamente algerino e assolutamente sconosciuto al di fuori dell’Algeria. Nel primo capitolo “L’islamismo da religione a ideologia politica” mi soffermo su alcuni concetti-chiave dell’ideologia islamica, come l’assoluta coincidenza del potere religioso con quello temporale. Inoltre, svolgo una riflessione sui percorsi culturali, sull’identità, e sulle rappresentazioni del mondo musulmano e dell’ “homo islamicus”. Nel secondo capitolo, intitolato “Il nazionalismo algerino”, mi soffermo sulle condizioni storiche che hanno caratterizzato il colonialismo francese in Algeria e che hanno conferito un’impronta indelebile alla vita politica del regime algerino fino alla seconda metà degli anni ottanta. Come vedremo, la politica coloniale francese che colpiva con incredibile spietatezza tutti gli aspetti della vita, della cultura e dell’identità algerina, favorirà la creazione di una barriera sociale tra mondo musulmano e mondo europeo. L’Islam diventerà allora l’ideale per il quale combattere degli invasori più forti e meglio organizzati e, allo stesso tempo, conferirà ad un popolo oppresso un’identificazione e un orgoglio etnico da opporre all’ideologia etnocentrica del colonizzatore. In questo capitolo si cercherà di evidenziare come la coscienza nazionale algerina si svilupperà parallelamente all’elaborazione di un’identità musulmana che gli ulama (i - 5 - giureconsulti) contribuiranno ampiamente ad elaborare. In questo contesto, come vedremo, il programma di Ben Badis, presidente dell’AOMA (Association Oulemas Musulmans Algeriens) si dimostrerà semplice e di successo. Il famoso motto: “L’Algeria è la mia patria, l’arabo la mia lingua, l’Islam la mia fede”, diventerà il credo di ogni algerino, credo per il quale si era pronti anche a morire. Nel terzo capitolo “Il fenomeno dell’islamismo nell’Algeria contemporanea”, si prenderà in esame come, all’indomani dell’indipendenza, l’Islam sarà considerato l’elemento fondamentale per la ricostruzione identitaria del popolo algerino, ma anche come necessaria barriera alla modernità occidentale: atea, materialista e assolutamente inaccettabile sul piano della morale. Per l’unità dell’eterogeneo popolo algerino si sacrificheranno le tensioni conflittuali e contraddittorie della società civile, mentre si assumerà come ideologia di Stato l’ideologia del nazionalismo e del populismo a detrimento della democrazia. In questo modo, l’assenza di separazione dei poteri, l’autoritarismo, la coercizione verranno a strutturare i rapporti tra Stato e società civile. Il Fronte di liberazione nazionale, partito unico fino al 1989, si imporrà, infatti, come depositario legittimo dell’autorità politica, sviluppando per quasi trent’anni un regime centralizzato, autoritario e corrotto. Le responsabilità del potere politico, che ha contribuito all’instaurazione dell’integralismo, sono innegabili. Già sotto il regime instaurato da Ben Bella, infatti, sono in gestazione le prime correnti politico religiose, come El Qyam El- Islamyya (i valori islamici). Sarà di estremo interesse notare come nel corso degli anni sessanta e settanta in Algeria convivano sia l’Islam strumentalizzato dalle élites dirigenti come mezzo di legittimazione del potere, sia l’Islam radicale, che, a poco a poco, diventerà un’identità-rifugio e, insieme, la cassa di risonanza dell’insofferenza di gran parte della società civile. Per le masse popolari marginalizzate gli islamisti si presentano come gli unici detentori di un progetto di società, che trova i suoi referenti nella religione. Questo progetto
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