
Raffaellodigitale.it Contenuti digitali integrativi Piccarda Donati (Paradiso, canto III) Dante Alighieri (1265-1321) Dante è arrivato al cielo della Luna, dove si trovano le anime di coloro che non hanno portato a compimento i loro voti. Qui Dante incontra Piccarda Donati, una suora che fu costretta poi a sposarsi. Piccarda dice a Dante che nel Paradiso, in ogni suo cielo, c’è una perfetta beatitudine, qualunque sia il cielo in cui si trovano i beati. 1. vaga: desiderosa. E io a l’ombra che parea più vaga1 2. drizza’ mi: mi rivolsi. di ragionar, drizza’ mi2, e cominciai, 3. cui troppa voglia 36 quasi com’uom cui troppa voglia smaga3: smaga: preso da un desiderio eccessivo. «O ben creato spirito, che a’ rai4 4. rai: raggi. di vita etterna la dolcezza senti 39 che, non gustata, non s’intende mai, grazïoso mi fi a se mi contenti del nome tuo e de la vostra sorte». 42 Ond’ella, pronta e con occhi ridenti: «La nostra carità non serra porte a giusta voglia, se non come quella 5. tutta sua corte: tutti i 45 che vuol simile a sé tutta sua corte5. beati. I’ fui nel mondo vergine sorella; 6. se la mente tua ben sé e se la mente tua ben sé riguarda6, riguarda: se la tua mente 48 non mi ti celerà l’esser più bella, prova a ricordare. ma riconoscerai ch’i’ son Piccarda, che, posta qui con questi altri beati, 7. sono in la spera più 51 beata sono in la spera più tarda7. tarda: mi trovo nella cielo della Luna, il più lento. Li nostri affetti, che solo infi ammati son nel piacer de lo Spirito Santo, 54 letizian del suo ordine formati. E questa sorte che par giù cotanto, però n’è data, perché fuor negletti 57 li nostri voti, e vòti in alcun canto». Generi 1 Raffaellodigitale.it Contenuti digitali integrativi Ond’io a lei: «Ne’ mirabili aspetti vostri risplende non so che divino 8. da’ primi concetti: dal 60 che vi trasmuta da’ primi concetti8: vostro aspetto originario. 9. festino: veloce. però non fui a rimembrar festino9; ma or m’aiuta ciò che tu mi dici, 10. m’è più latino: mi è 63 sì che raffi gurar m’è più latino10». più facile. Ma dimmi: «voi che siete qui felici, 11. più alto loco: un cielo disiderate voi più alto loco11 più alto. 66 per più vedere e per più farvi amici?». 12. pria: prima. Con quelle altr’ombre pria12 sorrise un poco; da indi mi rispuose tanto lieta, 69 ch’arder parea d’amor nel primo foco: 13. Frate: Fratello. «Frate13, la nostra volontà quïeta virtù di carità, che fa volerne 14. d’altro non ci asseta: 72 sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta14. non ci fa desiderare altro. 15. più superne: in un Se disïassimo esser più superne15, cielo più in alto. foran discordi li nostri disiri 75 dal voler di colui che qui ne cerne; che vedrai non capere in questi giri, s’essere in carità è qui necesse, 78 e se la sua natura ben rimiri. Anzi è formale ad esto beato esse tenersi dentro a la divina voglia, 81 per ch’una fansi nostre voglie stesse; sì che, come noi sem di soglia in soglia per questo regno, a tutto il regno piace 84 com’a lo re che ’n suo voler ne ’nvoglia. E ’n la sua volontade è nostra pace: 16. ell’è: egli è, Dio. ell’è16 quel mare al qual tutto si move 17.crïa: crea. 87 ciò ch’ella crïa17 o che natura face». Chiaro mi fu allor come ogne dove in cielo è paradiso, etsi la grazia 18. d’un modo non vi 90 del sommo ben d’un modo non vi piove18. piove: non è concessa Generi allo stesso modo. 2 Raffaellodigitale.it Contenuti digitali integrativi Ma sì com’elli avvien, s’un cibo sazia e d’un altro rimane ancor la gola, 93 che quel si chere e di quel si ringrazia, così fec’io con atto e con parola, per apprender da lei qual fu la tela 19. spuola: spola. 96 onde non trasse infi no a co la spuola19. 20. merto: merito. «Perfetta vita e alto merto20 inciela donna più sù» mi disse «a la cui norma 99 nel vostro mondo giù si veste e vela, perché fi no al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch’ogne voto accetta 102 che caritate a suo piacer conforma. Dal mondo, per seguirla, giovinetta fuggi’ mi, e nel suo abito mi chiusi 21. la via de la sua setta: 105 e promisi la via de la sua setta21. la regola dell’ordine di suore. Uomini poi, a mal più ch’a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: 22. fusi: fu. 108 Iddio si sa qual poi mia vita fusi22». da Dante Alighieri, La Divina Commedia, it.wikisource.org COMPRENDERE IL TESTO 1. Che cosa chiede Dante a l’ombra che tra tutte ha più voglia di parlare? 2. Perché Dante fa fatica a riconoscere quell’ombra? 3. Dove si trova Piccarda Donati? 4. Chi era Piccarda? Generi 3 Raffaellodigitale.it Contenuti digitali integrativi RICONOSCERE LA FORMA E USARE LE PAROLE 5. Nel testo vengono abbreviate numerose parole. Individuale e trascrivile con accanto la forma completa. 6. L’ espressione «occhi ridenti» è una fi gura retorica. Sapresti dire quale? 7. Quale fi gura retorica viene usata nel seguente verso «per apprender da lei qual fu la tela onde non trasse infi no a co la spuola»? Individuala e spiegala con parole tue. 8. Che cosa signifi ca il termine «negletti»? A Puniti B Trascurati C Sporchi D Offesi 9. Fai la parafrasi delle prime due terzine. RIFLETTERE, RIELABORARE, APPROFONDIRE 10. Chi si trova nel primo cielo del Paradiso di Dante? 11. Sulla base delle tue conoscenze descrivi come è strutturato il Paradiso. Generi 4 .
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