AFRA VEZZOLI IL PARTITO POPOLARE A BRESCIA VISTO ATTRAVERSO 4 IL CITTADINO DI BRESCIA P ('9'9 - '926) AFRA VEZZOLI IL PARTITO POPOLARE A BRESCIA VIS T0 ATTRAVERSO * IL CITTADINO DI BRESCIA n (19'9 - '926) Supplemento ai COMMENTAR1 DELL'ATENEO DI BRESCIA - per l'anno 1965 Autorizzazione del Tribunale di Brescia N. 64 in data 21 gennaio 1953 Direttore responsabile UGO VAGLIA TIPO-LITO FRATELLI GEROLDI BRESCIA - 1966 INDICE INTRODUZIONE ........... pag . 13 CAPITOLO PRIMO Nascita del Partito Popolare nel bresciano: 1 .Contributo dei bresciani alla fondazione del partito . pag . 27 2 .L'annuncio ............ n 29 3 .Rapporti coi liberali della C Sentinella n e con i ra- dicali della e Provincia n ........ B 31 4 .Gli uomini ........W 33 5 .Le prime manifestazioni del partito . B 36 6 .La sezione cittadina come sezione pilota ..D 38 7 .I1 partito si allarga in Provincia ...s 40 8 .I primi pronunciamenti per la proporzionale . 50 9 .I1 Congresso di Bologna ........ n 52 10 . a La tattica P bresciana ........ P 57 11 .Come i bresciani guardano al nuovo partito ... B 59 CAPITOLO SECONDO La prima prova elettorale .Le elezioni del 1919: 1 .I Candidati ........... pag . 75 2 .La candidatura di Arturo Reggio e di Giacomo Bonicelli ........... 80 3 .Posizioni ........... B 83 4 .Polemica col u Corriere della Sera ..83 5 .La campagna antibolscevica . P 85 CAPITOLO TERZO L'azione del partito popolare italiano a Brescia: 1 .I problemi affrontati: scolastici ......pag . 91 n N economici ...... P 94 n a W amministrativi . W 97 2 - Collegamento con i sindacati. pag. 108 3 - Per i contadini . W 122 4 - Le elezioni amministrative del 1920 . 135 5 - La visita di don Sturzo . W 138 CAPITOLO QUARTO Il contrapporsi con altre forze politiche: 1 - Partito liberale . pag. 145 2 - Partito socialista . 147 3 - Partito fascista . W 150 CAPITOLO QUINTO Le elezioni del 1921 : 1 - Impostazione della campagna elettorale . pag. 155 2 - I candidati . 158 3 - Alternativa ai blocchi . W 160 CAPITOLO SESTO Le forze interne del partito popolare italiano: 1 - Le correnti . pag. 163 2 - 11 congresso di Venezia . , . 176 CAPITOLO SETTIMO Il fascismo al potere: 1 - I popolari bresciani nell'anno della marcia su Roma pag. 181 2 - L'occupazione di Palazzo S. Paolo e del Cittadino n 188 3 - La singolare posizione dei bresciani . 194 4 - Verso il Congresso Nazionale del 1923 . 197 CAPITOLO OTTAVO In difesa: 1 - Fedeltà alla bandiera ed al programma . pag. 203 2 - Le deviazioni sulla destra - I1 Centro Nazionale . 208 3 .In polemica con i liberali . pag . 215 4 .Le elezioni del 1924 ......... W 217 5 .LYAventino ............ 230 6 .I sequestri ............ B 237 CAPITOLO NONO Lo scardinamento delle istituzioni democratiche: 1 .11 3 gennaio 1925 ..........pag . 241 2 .La lotta del fascismo contro le leghe bianche. contro la resistenza del clero. contro l'organizzazione catto- lica dei reduci ...........W 244 CAPITOLO DECIMO La strenua difesa delle ultime posizioni democratiche: 1 .I1 quinto congresso del P.P.I. ....... pag . 251 2 - La persecuzione contro il C Cittadino :) . a 254 3 .L'allontanamento di Bresciani ...... P 259 4 .I1 defenestramento dei deputati popolari .... W 263 CAPITOLO UNDICESIMO La fine del movimento politico cattolico bresciano: 1 .Le polemiche di Padre Bevilacqua con Augusto Tu- rati e Alfredo Giarratana . pag . 267 2 .L'invasione di Palazzo S . Paolo e la distruzione de I1 Cittadino >. .........~270 APPENDICE Relazione inedita del segretario provinciale avv . Emilio Bo- nomelli al convegno del 18 novembre 1925 . pag . 277 L'attività del Partito Popolare a Brescia attraverso i resoconti del Cittadino B ............ 289 Bibliografia .............. W 295 Indice dei nomi di persona .......... 297 Indice delle località ............ 305 Indice dei nomi delle Associazioni e dei Periodici. banche. istituti .............. W 309 Indice delle tavole fuori testo .......... 311 INTRODUZIONE 1 - I cattolici italiani dopo l'unità. 2 - Giuseppe Tovini ed il movimento cattolico bresciano. - 3 1 cattolici bresciani sul piano nazionale. I1 periodo che va dal 1870 al 1929 è caratterizzato, nella vita italiana, dalla influenza della cosiddetta a questione romana a e dall'atteggiamento di intransigenza della Santa Sede da una parte e dei cattolici dall'altra verso lo Stato e la vita pubblica. Tuttavia, proprio in questo periodo, si compì la grande evolu- zione dei cattolici verso la politica, dalla semplice partecipazione alle elezioni amministrative, alle prime, quasi clandestine candida- ture di cattolici alle elezioni politiche, alla formazione di un par- tito cattolico di massa, il Partito Popolare, travolto poi, con gli altri partiti democratici, dal regime fascista. I1 fenomeno storico è, quindi, proprio di una ascesa progres- siva e continua, che muove dalle organizzazioni cattoliche nei vari campi, sociali, economico, sindacale, scolastico, culturale e, attra- verso varie esperienze e tendenze, realizza l'inserimento sempre più ampio dei cattolici nella vita politica del paese. I punti basilari di questa evoluzione sono rappresentati, dopo la formula a nè eletti nè elettori D di don Margotti nel 1859, dal K non expedit . (non conviene) enunciato da Papa Pio IX nel 1874 riguardante l'inopportunità della partecipazione dei cattolici alle elezioni politiche, ribadito nel 1885 con il K non licet di Papa Leone XIII e dall'Enciclica a il fermo proposito. di Papa Pio X, nel 1905, nella quale ammettendosi la possibilità di deroghe al prin- cipio del u non expedit .,per ragioni gravissime, non si revocò la 1 Cfr. Agostino Vian, Voce Non expedit n in Enciclopedia Cattolica, Vol. VIII, Città del Vaticano 1952, Col. 1930 segg. - 13 norma, ma si preparò la via all'abbandono dell'astensionismo da parte dei cattolici 2. L'intransigentismo nelle elezioni politiche, applicato soprat- tutto nell'Italia Settentrionale e Centrale, fu incrinato dall'ingresso dei primi cattolici in parlamento nel 1874 e dalle deroghe parziali, concesse in occasione delle elezioni del 1904, 1909 e 1913 3. Ai due momenti della posizione della Santa Sede corrispon- dono due diverse tendenze dei cattolici riguardo alla partecipa- zione alle lotte politiche: l'intransigentismo ed il transigentismo. Con il primo termine si indica, in genere, l'atteggiamento di piena aderenza al concetto protestatario verso lo Stato italiano e di astensionismo dalle elezioni politiche 5 propugnato da varie associazioni ed organi di stampa fin da circa il 1860 e sostenuto dall'opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici, della quale fu pre- sidente, per quasi tutta la sua esistenza, il conte veneziano avv. Giambattista Paganuzzi e segretario generale mons. Giacomo Scotton. Questa distinzione non può però assumersi in senso assoluto, data la varietà delle forze che confluivano nel movimento, la di- versità delle tendenze e la stessa evoluzione degli avvenimenti nel trentennio dell'opera dei Congressi. Queste tendenze sono state evidenziate dagli storici come il Clerici "1 quale ravvisa: a due anime completamente diverse, due mentalità: l'una conservatrice e bisogna ben dirlo, reazionaria, sebbene per altro (va aggizinto subito per la verità) ispirata a preoccupazioni puramente religici- se; dall'altra parte una tendenza schiettamente moderna, quella democratica cristiana, che non solo approvava, ma in parte ten- deva ad appropriarsi idee, programmi e persino sistemi dell'estre- 2 Fausto Fonzi - I Cattolici e la società italiana dopo l'unità. ed. Universale Studium Roma 1960 - I1 edizione pag. 14. 3 Cfr. Arturo Carlo Jemolo, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni. Ed. Einaudi, Torino 1948, pag. 511. 4 Pietro Scoppola - Dal neoguelfismo alla democrazia cristiana - Ed. Universale Studium - Roma - I1 ed. 1963 pag. 21 e segg. 5 Edoardo Clerici - La crisi dell'integralismo in: La partecipazione dei cattolici alla vita dello Stato italiano. Ed. Studium, Roma 1958, pag. 82. ma sinistra, e non sfuggiva in tal modo all'accusa di criptosocia- lismo S. Con profonda indagine il Cistellini "distingue due settori di poco differenziati tra loro: uno osservante del non expedit 9, ma auspicante la partecipazione dei cattolici alla vita politica, e l'altro tendente alla risoluzione dei contrasti alla luce di un buon senso pratico. Giustamente l'autore pone in risalto l'importanza di questi atteggiamenti e sottolinea che gli uomini di questa seconda tenden- za, antagonisti del liberalismo e del socialismo, prepararono le con- dizioni per il pieno inserimento dei cattolici nella politica attraver- so il Partito Popolare Italiano. I1 discorso apre la visione del tema della collaborazione con i liberali moderati, che rappresenterà una delle caratteristiche del movimento del Partito Popolare a Brescia e che trae le sue ori- gini proprio dal periodo sul finire dell'ottocento, nel quale si ebbe- ro le grandi affermazioni amministrative e lo svilupparsi di quel- le istanze di inserimento nella vita politica, come quella, ricordata dal Cistellini della partecipazione di Giorgio Montini e Luigi Ba- zoli con Filippo Meda ed Angelo Roncalli alla firma di un memo- riale del 1913 del bergamasco Nicolò Rezzara al conte Gentiloni presidente del17Unione elettorale in favore: K di una deputazione politica in senso cattolico .. Varietà e complessità delle situazioni e delle tendenze, quindi, e necessità di considerare i problemi alla luce delle condizioni della vita italiana del tempo caratterizzata dalle manifestazioni dell'an- ticlericalismo S, dalla legislazione reversiva 9, dalle norme restrit- tive verso le associazioni cattoliche lo; in questo
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