Andrea Chénier Teatro Di Tradizione Dante Alighieri Stagione D’Opera E Danza 2018-2019

Andrea Chénier Teatro Di Tradizione Dante Alighieri Stagione D’Opera E Danza 2018-2019

opera Stagione teatrale 2018-2019 TEATRO DANTE ALIGHIERI Umberto Giordano Andrea Chénier Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera e Danza 2018-2019 Andrea Chénier dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica musica di Umberto Giordano (Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano) Teatro Alighieri venerdì 8 marzo ore 20.30 domenica 10 marzo ore 15.30 Sommario La locandina ................................................................ pag. 5 Il libretto ......................................................................... pag. 7 Il soggetto ..................................................................... pag. 39 Andrea Chénier, un dramma di retorica umbertina di Nicola Berloffa ..................................................... pag. 41 Quattro quadri di storia cantata di Angelo Foletto ...................................................... pag. 43 I protagonisti ............................................................. pag. 51 Coordinamento editoriale Cristina Ghirardini GraficaUfficio Edizioni Fondazione Ravenna Manifestazioni Si ringrazia Fondazione Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena per aver messo a disposizione il materiale editoriale. Foto di scena del Teatro Comunale di Modena © Rolando Paolo Guerzoni L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Grafiche MDM, Forlì Andrea Chénier dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica musica di Umberto Giordano (Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano) personaggi e interpreti Andrea Chénier Samuele Simoncini Carlo Gérard Ernesto Petti Maddalena di Coigny Saioa Hernández La mulatta Bersi Nozomi Kato La Contessa di Coigny Shay Bloch Madelon Antonella Colaianni Roucher Stefano Marchisio Pietro Fléville / Foquier Tinville Alex Martini Il sanculotto Mathieu Fellipe Oliveira Un “Incredibile” Alfonso Zambuto L’Abate Roberto Carli Schmidt Stefano Cescatti Il Maestro di Casa / Dumas Luca Marcheselli direttore Giovanni Di Stefano regia Nicola Berloffa scene Justin Arienti costumi Edoardo Russo luci Valerio Tiberi assistente alla regia Veronica Bolognani Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini Associazione Coro Lirico Terre Verdiane - Fondazione Teatro Comunale di Modena maestro del coro Stefano Colò Nuovo allestimento coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Regio di Parma Allestimento in coproduzione con Opéra de Toulon 5 Andrea Chénier dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica musica di Umberto Giordano prima rappresentazione assoluta: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896 (Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano) PERSONAGGI Andrea Chénier* tenore Carlo Gérard baritono Maddalena di Coigny soprano La mulatta Bersi soprano o mezzosoprano La Contessa di Coigny mezzosoprano Madelon mezzosoprano Roucher basso o baritono Il romanziero Pietro Fléville, pensionato del Re basso o baritono Fouquier Tinville, accusatore pubblico basso o baritono Il sanculotto Mathieu, detto “Populus” baritono Un “Incredibile” tenore L’Abate, poeta tenore Schmidt, carceriere a San Lazzaro basso Il Maestro di Casa basso Dumas, presidente del Tribunale di Salute Pubblica basso Dame, Signori, Abati, Lacchè, Staffieri, Conduttori di slitte, Ungheri volanti, Musici, Servi, Paggi, Valletti, Pastorelle, Straccioni. Borghesi, Sanculotti, Carmagnole, Guardie nazionali, Soldati della Repubblica, Gendarmi, Mercatine, Pescivendole, Calzettaie, Venditrici ambulanti, Meravigliose, Incredibili, Rappresentanti della Nazione, Giudici, Giurati, Prigionieri, Condannati, Ragazzi strilloni. Un maestro di musica, Alberto Roger, Flando Fiorinelli, Orazio Coclite, Un bambino, Un cancelliere, Il vecchio Gérard, Robespierre, Couthon, Barras, Un fratello servente (garzone di caffè), ecc. L’azione si svolge in un castello della provincia francese nel 1789 e a Parigi nel 1794. * Da H. de Latouche, Méry, Arsène Houssaye, Gautier e J. ed E. de Goncourt, ebbe l’idea di drammatizzare pel Teatro di Musica il personaggio e attinse dettagli di verità d’epoca l’Autore del Libretto. (Luigi Illica) 7 QUADRO PRIMO io vi bramo ed anzi sol per questo, forse, io v’amo!” In provincia, nel castello della signoria dei Conti Tal dei tempi è il costume! di Coigny. (dal giardino si avanza, trascinandosi penosamente, un vecchio giardiniere curvo Il giardino d’inverno. La gran serra: imitazione sotto il peso di un mobile. È il padre di Gérard. pretenziosa di quella di Casa d’Orléans o di Questo gitta lo spolveraccio che tiene in mano e quella Kinsky. corre a porgere aiuto al padre, che tutto tremulo La serra offre sul finire di una giornata d’inverno si allontana pei contorti sentieri del giardino. del 1789 un curioso aspetto: sembra un giardino Gérard guarda commosso allontanarsi il padre) colle sue statue di Bacco, di Flora, coll’altare Son sessant’anni, o vecchio, che tu servi! di Minerva, ed è sala, talmente ovunque vi A’ tuoi protervi sono sparsi mobili e perfino, fra vasi di piante arroganti signori esotiche, un clavicembalo Silbermann, ed è hai prodigato fedeltà, sudori, campagna anche, verso l’estremo lato sinistro la forza dei tuoi nervi, dove, per una mite e microscopica collinetta l’anima tua, la mente… aprentesi ai piedi in grotte da ninfe, si sale ad e quasi non bastasse la tua vita una casetta rustica da latteria addossata ad un a renderne infinita eternamente infantile mulino. l’orrenda sofferenza, “Tal dei tempi è il costume!” hai data l’esistenza dei figli tuoi… All’alzarsi della tela, sotto i rigidi comandi di un (con immenso sdegno si picchia colla larga arrogante e gallonato Maestro di Casa, corrono mano il petto sussurrando fra le lagrime) lacchè, servi, valletti carichi di mobili e vasi Hai figliato dei servi! completando l’assetto della serra. Carlo Gérard, (poi si asciuga sdegnosamente le lagrime, torna in livrea, entra sostenendo con altri servi un a guardare fieramente intorno a sé la gran serra) azzurro e pesante sofà. T’odio, casa dorata! È a lui che principalmente si rivolge il Maestro L’immagin sei d’un mondo incipriato e vano! di Casa con piglio altezzoso, borioso ed ironico, Vaghi dami in seta ed in merletti, impartendo ordini. Dal giorno che Gérard fu affrettate, accelerate le gavotte gioconde sorpreso a leggere Jean-Jacques Rousseau e gli e i minuetti! Enciclopedisti, non ironia o servizio più umile o Fissa è la vostra sorte! più basso gli è risparmiato. Razza leggiadra e rea, figlio di servi, e servo Il Maestro di Casa qui, giudice in livrea, Questo azzurro sofà ti grido: è l’ora della morte! là collochiam… (La Contessa, Maddalena e Bersi, questa (Gérard e i lacchè eseguiscono, poi il Maestro stranamente vestita, appaiono al di là dell’arco di Casa accenna verso le sale interne e vi entra d’ingresso alla serra. La Contessa si sofferma seguito da tutti i lacchè, eccettuato Gérard che, a dare alcuni ordini al Maestro di Casa. inginocchiato davanti all’azzurro sofà, ne liscia Maddalena si avanza lentamente con Bersi) le frange arricciatesi e ridona il lucido alla seta rasata, sprimacciandone i cuscini) Maddalena Il giorno Gérard intorno già s’insera Compiacente a’ colloqui lentamente! del cicisbeo In queste misteriose che a dame maturate ombre, forme fantastiche porgeva qui la mano! assumono le cose! Qui il Tacco Rosso al Neo Or l’anime s’acquetano sospirando dicea: umanamente! “Oritia… o Clori… o Nice… incipriate, vecchiette e imbellettate 9 Gérard La Contessa m’inceppa e stanca, (Maddalena entra con tutta la semplicità di una (fra sé, guardando ammirato Maddalena) (con sussiego) mi sfianca tutta veste bianca e una rosa tra i capelli. I valletti Quanta dolcezza È l’Abatino! e aggiungivi un cappello servono i rinfreschi. Entra l’Abate che è subito ne l’alma tetra “cassa-di-sconto” o quello circondato da tutti) per te penetra. Maddalena alla “Basilio” od alla “Montgolfier”, Anche l’idea muor, Uno vien dall’Italia? e tu sei sorda e cieca La Contessa tu non muori giammai, e, nata bella, L’Abate! tu, l’eterna canzon! La Contessa eccoti fatta brutta. (la Contessa entra nella serra, e coll’occhialetto, Sì, Fléville, l’Abate da Parigi. (le lontane grida annunciano l’avvicinarsi delle Maddalena e con fare altezzoso, guarda attentamente se e (poi, sorpresa, osservando che sua figlia è visite. Ma ecco la Contessa che rientra) L’Abate! come è stata disposta) ancora in vestaglia) Per stasera pazienza! Ancor così? Maddalena! Ancor non sei vestita? Mamma, non odi? La Contessa La Contessa (Maddalena accenna a sua madre che andrà Finalmente! (a Gérard ed altri lacchè) ad abbigliarsi. La Contessa l’accarezza e va La Contessa Via, v’affrettate ad esaminare se nulla manca anche nelle sale Sono di già gli ospiti! Maddalena e alle lumiere superiori) Da Parigi voi venite? luce date! Maddalena (i lacchè montano su alcuni sgabelli e Bersi Così mi metto: bianca vesta L’Abate cominciano ad accendere i bracciali, i doppieri (corre a Maddalena e si accoccola ed una rosa in testa! Sì! e a dar luce a tutta la serra. A poco a poco tutto grottescamente ai suoi piedi con gesti strani e (corre via seguita da Bersi. Già si anima tutto il sfolgora di luce allegra) bizzarri) castello. Gli invitati entrano nelle sale a coppie) La Contessa E, dite, tutto è pronto? Sospiri? Che novelle della Corte? La Contessa (alle dame) Gérard Maddalena Maddalena Oh! Come elegante… Tutto. Sì; io penso alla tortura del farsi belle! Dite? e voi gentil galante! Vera galanteria! La Contessa

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