UNIONE COLLINARE: VALTRIVERSA Comune di Roatto L’insediamento di Meletum , di probabile origine romana, posto sui primi rilievi collinari della valle omonima, oggi chiamata Val di Maretto , diede vita ai tre villaggi di Meletum de Troia , Meletum Ruatum , Meletum de Montafia . Il borgo fortificato di Roatto, insieme a quelli vicini, nella seconda metà del secolo XII rientrò nell’ambito giurisdizionale del Comune di Asti. Verso la fine del XIV secolo il feudo di Roatto passò ai Signori di Montafia e nel Seicento ai Duchi di Savoia. Il toponimo deriverebbe da rubus , rovo. Nell’interpretazione popolare Roatto tradurrebbe il termine dialettale ruata , borgata. Borgo castellano, Roatto si presenta come un insediamento di dorsale con andamento lineare, appoggiato alla rocca. Il capoluogo, situato sulla dorsale della collina che degrada a est verso la valle di Maretto e a ovest verso la pianura alluvionale del rio Triversa , appare decentrato rispetto all’insieme del territorio. Nel corso del XX secolo si è avuto un certo sviluppo dell’insediamento di valle, distribuito lungo la direttrice Aramengo-Cisterna. Elementi urbani Nucleo originario Il nucleo originario coincide con il borgo attuale, immediatamente percepibile nella sua definizione. Gli sviluppi successivi dell’abitato si sono infatti avuti nella campagna circostante e a valle, lungo la direttrice Aramengo-Cisterna. Piazza Piemonte Il borgo, appoggiato al rocca, si sviluppa con andamento lineare lungo la piazza strada che si restringe all’imbocco del paese. La scenografica piazza Piemonte si configura quindi come passante e sottomuro rispetto ai bastioni del Castello. La piazza, sulla quale si affacciano il Municipio e l’ingresso del Castello, si articola nel sagrato della Parrocchiale, leggermente sopraelevato. Essa rientra così anche nella tipologia di piazza dei tre poteri , riunendo in sé funzioni civiche, religiose e commerciali. Ingresso nord L’accesso nord del paese, che avviene attraverso una bella strada di dorsale, era probabilmente in passato la via di transito privilegiata. Da qui ha inizio la strada piazza passante , piazza Piemonte, sulla quale si affacciano le principali attività del paese. Frazioni Bricco Rossi Roatto si presenta come un paese diffuso , con molte Briassa frazioni, tra cui le maggiori sono Bricco Rossi, Briassa, Pangeri Pangeri, Simonetti, Valle Reale, piccoli nuclei e numerose Simonetti case sparse nella campagna. Valle Reale Elementi singoli Castello con parco- Il Castello domina la sommità del colle su cui sorge il giardino nucleo originario del borgo, nei pressi della Parrocchiale. Della fortezza costruita nel medioevo dai Signori di Montafia oggi non rimangono che poche tracce poiché l’edificio fu più volte ingrandito e rimodellato nel corso dei secoli. Nella parete sud, ad esempio, è ancora visibile la traccia di una finestra ad arco tamponata, risalente a una delle diverse fasi costruttive. L’aspetto attuale del complesso si deve principalmente agli interventi della prima metà del Settecento, a seguito di una campagna edilizia intrapresa dalla contessa Irene Simiana Imperiali di Francavilla . L’edificio si presenta con una pianta rettangolare con un avancorpo caratterizzato da una torre angolare. La facciata principale è arricchita 1 da una grande scala a due rampe risalente all’intervento settecentesco. E’ invece ottocentesca la seconda scalinata che, sul lato est, conduce al giardino. Al Castello si accede da piazza Piemonte, attraverso un breve viale che immette nel giardino, piccolo parco con alberi d'alto fusto, sostenuto da alti muraglioni. Fruibilità: proprietà privata, visitabile su richiesta . Municipio Il Palazzo che ospita il Municipio è un edificio ottocentesco ben ristrutturato. Affacciato su piazza Piemonte, il suo ingresso si apre di fronte a quello della Parrocchiale dei Santi Michele e Radegonda. Parrocchia dei Santi La Chiesa dei Santi Michele e Radegonda, eretta in Michele e principio come Cappella del Castello, divenne Radegonda Parrocchiale nella seconda metà del Seicento. L’edificio attuale, che sostituisce la precedente Chiesa barocca, fu costruito alla fine del XIX secolo su progetto dell’ingegner Camillo Riccio . La facciata in mattoni, a salienti, è assai lineare: a due ordini con piccolo pronao, le paraste angolari e il timpano triangolare. All’interno è conservata la statua seicentesca di Santa Radegonda e l’altare settecentesco dedicato alla santa patrona in scagliola policroma. La decorazione pittorica fu realizzata intorno alla metà del Novecento da Piero Dalle Ceste di Torino e Nino Pirlato di Racconigi. Delle pregevoli vetrate del coro, quella centrale, che raffigura San Michele , è opera del pittore Leopoldo Pizzili di Torino. Il campanile è l’unica parte della precedente Chiesa barocca che sia stata conservata. In occasione del rifacimento ottocentesco vi furono aggiunti il cupolino e la piccola balaustra in corrispondenza delle aperture della cella campanaria. Fruibilità: durante le funzioni religiose Cappelle e piloni Numerose cappelle e piloni votivi si trovano nelle votivi campagne e nei pressi delle borgate. La Cappella dedicata a San Sebastiano fu ricostruita a fine Ottocento non lontano dal luogo in cui sorgeva un altro edificio dalle origini molto antiche, probabilmente tardo medioevali. La Cappella di San Rocco, posta lungo la strada che conduce a Casarito, fu edificata nel Seicento e ricostruita a fine Ottocento. La Cappella di Briassa, dedicata a Maria Ausiliatrice, è la più grande cappella esistente sul territorio comunale. Fu costruita all’inizio del Novecento, così come la Cappella della Madonna dei Campi che si trova lungo la strada che dal Bricco Rossi discende al Bricco Capello. Sul territorio comunale esistono due altre piccole cappelle novecentesche: una sul Bricco Rossi in regione Montagnetta dedicata a Maria Consolatrice, e l’altra in frazione Briassa dedicata a San Giovanni Battista. Nelle campagne di Roatto si trova anche una decina tra piloni e nicchie votive, eretti nel corso del XX secolo, tranne il pilone di regione Croce, sulla strada per Pangeri, che risale alla seconda metà dell’Ottocento. Cascina o Palazzo In regione Montaldo, al confine fra i Comuni di Montafia, Borello Cortazzone e Roatto, sorge su una collina una imponente cascina, detta Palazzo Borello. Edificio di antica costruzione, fu più volte ricostruito e ristrutturato dai diversi proprietari, i conti Borello e le famiglie Riccio e Frignona. 2 Il casale ha pianta a “C” , con cortile interno sul quale si affacciano logge e porticati. Di pertinenza del Palazzo è anche una Cappella privata. Fruibilità: di proprietà privata Cascine Sul territorio comunale si trovano alcuni significativi esempi di edilizia rurale che hanno conservato le caratteristiche originarie. Alcune cascine erano di pertinenza del Castello. La più grande è Cascina Colombaro il cui ampliamento risale ai primi decenni del Settecento, quando l’intero Castello fu rimaneggiato per volontà dalla contessa Irene Simiana Imperiali di Francavilla . Il Castello dipendeva da questa cascina per i rifornimenti alimentari. E’ in corso un progetto del Comune per la ristrutturazione dell’edifico destinandolo a centro polifunzionale e commerciale. Fruibilità: di proprietà comunale La più piccola tra le cascine annesse al Castello è Cascina San Michele che ospitava l’abitazione del cocchiere, con annesso ricovero per i mezzi di trasporto e spazio riservato alla falegnameria. In parte crollata, restano ancora sotto i suoi portici parti di antiche carrozze. Fruibilità: proprietà privata La cascina Croce è una delle meno note del Castello e venne data a mezzadria fino alla fine dell’Ottocento. Fruibilità: di proprietà privata Cascina Giaretto è ubicata nei pressi della Cappella di San Rocco, lungo la strada che dalla frazione Simonetti porta a Casarito, in un punto panoramico. Oggi resta solamente la struttura dell’ampio cascinale con i portici e qualche resto delle stalle. Fruibilità: visibile dall’esterno Elementi particolari Strade panoramiche Roatto si colloca sul confine tra la zona dei Gradoni del Pianalto e quella delle Colline dei Boschi , tappa di transito in itinerari che vogliano scoprire i caratteri naturalistici di entrambe le aree. Il territorio di Roatto è ancora in buona parte destinato alle colture agricole, soprattutto alla viticoltura e alla cerealicoltura e con vaste zone occupate da bosco spontaneo in collina e da pioppeti nella pianura del Triversa . Questa zona verde, sapientemente coltivata, è un itinerario ideale tra natura e cultura materiale. Tra gli itinerari più panoramici e caratteristici vi è la strada che collega Maretto a Roatto e che prosegue verso nord, oltre il borgo. Mulino Il Mulino di Roatto, collocato lungo il torrente Triversa , ha origini molto antiche. Le prime notizie documentarie, però, risalgono al Seicento. Collegato alla cascina del Mulino che sorgeva poco lontano, il Mulino era alle dipendenze del Castello. Fu ricostruito nella prima metà del Novecento e dotato di un canale. Fino a pochi anni fa conservava ancora il vecchio impianto idraulico con il caratteristico rodone . Fruibilità: proprietà privata 3 Avvenimenti Carvé veij , 1 a domenica di Quaresima Festa patronale di Santa Radegonda , 11 agosto Siti internet http://www.valtriversa.it/roatto.htm http://www.lacabalesta.it/testi/comuni/roatto.html http://www.ilmonferrato.info/bs/roatto/roatto1.htm Bibliografia P. GORIA, Chiesa di Roatto d'Asti: cenni storici , Savigliano 1955 G. GASCA QUEIRAZZA, C. MARCATO, G. B. PELLEGRINI, G. PETRACCO SICARDI, A. ROSSEBASTIANO, Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani , Torino 1997, p.542 Il Piemonte paese per paese, vol. VI, Firenze 1995, p.199-200 M. S. INZERRA BRACCO (a cura di), Roatto , in Castelli e “ville-forti” nella Provincia di Asti a nord della valle del Tanaro , Asti 1989 D. ROSSO, P. GAIATO, Roatto: un paese e la sua gente. Aneddoti, storia e curiosità , Mombello 2005 4 .
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