
Nato ufficialmente il 1° gennaio 2014 a seguito della fusione tra i comuni di Sant’Angelo in Lizzola e Colbordolo. La popolazione supera i 15000 abitanti ed è il terzo comune più popoloso della provincia di Pesaro e Urbino. Gravitanti sull’antica direttrice che unisce Pesaro e Urbino, i territori di Vallefoglia hanno una storia comune che, oltre a motivare l’odierna fusione, testimoniano un passato condiviso, strettamente collegato alle vicende di Urbino e Pesaro, soprattutto a partire dal periodo medievale. In precedenza questi territori, dominati dall’impero romano prima e soggetti alle invasioni barbariche poi, sono accumunati dalla comparsa dell’incastellamento, fenomeno avviato a partire dal X secolo e sviluppatosi con caratteristiche che assimilano il modello e le sorti del Montefeltro e dell’intera regione Marche a quelli della vicina Romagna. Documenti storici, risalenti agli inizi del 200, attestano la presenza dei toponimi e quindi la possibilità di dettagliare meglio le vicende dei singoli villaggi fortificati d’altura: Colbordolo, Montefabbri, Monte S’Angelo e Liciola, poi uniti in Sant’Angelo in Lizzola, Talacchio. Il territorio del comune di Vallefoglia vanta una storia ricca, documentata da illustri personaggi e da numerosi edifici che testimoniano un passato significativo e doloroso, com’è stato durante il secondo conflitto mondiale. Si estende su una superficie complessiva di 39,23 km², al crocevia tra Marche, Umbria, Toscana e Romagna: dista 18 km da Pesaro e altrettanti da Urbino. Gran parte del territorio di Vallefoglia è collinare e attraversato dal fiume Foglia e dal Piantina del nuovo comune di Vallefoglia che comprende i territori torrente Apsa, mentre di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola (evidenziati in arancione) la restante parte è pianeggiante. Per quanto riguarda l’economia, nel comune di Vallefoglia il comparto del mobile e della meccanica rappresentano i punti di forza del sistema manifatturiero italiano a livello internazionale, ma di conseguenza anche il più esposto alla crisi internazionale. Il fiume Foglia da cui prende il nome il comune È l’unica region che se scriv al plurel, ch’ogni chesa c’ha la su vision de tott: le ricett, i dialètt e le lor usans. Le Marche du vè so totle bele, el mér, i mont … en manca propi gnient! ogni tant qualcun se lamenta ch’amanca sempre qualcò. Saria mèj che s’incminciassa a véda cum è bèla sta region, quant sen furtuneti de quant passi per na streda, te per de ste dentra ‘na cartulina. Cum adèss, che stèt a cerchè el paes vostre e set pronti a lamentà, mo git a fè un bel bichiér de vin ross e do’ risèt!! Sen fortunèti, det rètta. Le marche en totle bele, han tot a un tir de schiopp! En c’è nient da fè a chesa, cu sté a fè? Du' vè? Vien a fè un gir a Vallfoja. Maché c’è tanta bela roba da veda. Vista su Colbordolo 1 GIORNO cena Bottega Morciola Coldelce 2 GIORNO Pontevecchio Montefabbri Colbordolo Talacchio Montecchio 3 GIORNO Montecchio Sant’Angelo in Lizzola Venerdì. Appena arrivati. Google maps v’indica che la vostra destinazione è sulla destra. Poiché è un venerdì sera, potete scegliere di cenare in un pub con musica a Bottega oppure inoltrarvi nella campagna dietro Cappone, dove concedervi il meritato relax e cenare con prodotti genuini e locali in splendidi agriturismi immersi nel verde e assaporare una notte tranquilla lontana dalle luci della città. Se vi siete concessi una vacanza in piena estate, dove ancora la luce resiste alla notte, non potete non fare una passeggiata prima di cena a Coldelce in mezzo al bosco e scoprire le rovine dell’antica pieve di Sant’Eracliano sommerse dalla natura. Particolare del rudere della Pieve di San Eracliano Sabato. Iniziata la mattina con una sostanziosa colazione genuina in agriturismo, si parte all’insegna della cultura. Prima tappa Pontevecchio, dove il ponte romano semidistrutto dall’avanzata del fronte nella seconda guerra mondiale merita una foto. Se volete immergervi nella vita contadina di una volta, non potete non visitare il museo della Mezzadria che raccoglie una preziosa collezione di attrezzi agricoli, datati fine ottocento-inizi novecento, donati da un appassionato collezionista pesarese. Il museo è all’interno del vecchio mulino, dove ancora è possibile vedere le vecchie turbine utilizzate nei vari secoli. Riprendiamo la strada in direzione Montefabbri, uno dei borghi più belli d’Italia, seguendo il sentiero della Banda Grossi. Lungo la strada si possono intravedere due chiesette: per prima s’incontra sulla sinistra quella di Santa Andrea, e poco più avanti, sempre sulla sinistra quella di Santa Maria di Cagolino. Arrivati a Montefabbri, non puoi non perderti ad ammirare i particolari delle case, è come guardare un quadro, dove il silenzio è rotto soltanto dagli uccellini che cinguettano. Unico accesso al castello è la porta urbica che anticamente era un ponte Resti del Ponte romano di Pontevecchio levatoio. Da qui si sale dritto verso la bellissima pieve di San Gaudenzio che racchiude ancora le reliquie di Santa Marcellina. E quasi ora di pranzo e allora perché non fermarsi al Monte di Colbordolo per fare un picnic sdraiati nell’erba dove potete concedervi un pranzo al sacco in piena tranquilla e i più piccoli svagarsi nel parco giochi. Dal monte si prende un sentiero in mezzo al bosco che termina nella chiesa della Madonna del Monte. Pausa caffè? Fermatevi a Colbordolo per sorseggiare un caffè nel bar davanti alla piazza dove potrete ammirare la torre con l’orologio. Risalite in macchina, prossima tappa, seguendo la strada, Talacchio. Entrate nella chiesa parrocchiale la quale nasconde una splendida tela di San Michele Arcangelo attribuita a Claudio Ridolfi e uno spettacolare organo a 16 registri del 1800. E dopo una giornata all’insegna della cultura, se volete un po’ di piacevole relax e dedicarvi a uno sfrenato shopping non può mancare i negozietti lungo Montecchio che soddisfano tutti i gusti dal negozio per lo sportivo, alle profumerie, all’abbigliamento per i più piccoli. Ora di cena, a Montecchio per mangiare c’è solo l’imbarazzo della scelta, pizzerie, ristoranti con musica o etnici per assaporare un sushi o un’ottima fajita. La sera, durante l’estate, la città si risveglia con eventi e feste per grandi e piccini. Campagne intorno a Talacchio Domenica. Iniziamo la giornata con un’abbondante colazione in qualche bar o pasticceria per darci la carica con fragranti brioche o deliziosi salati. Da qui partite per Sant’Angelo in Lizzola, dove la ripida strada in salita verso questo splendido castello cela un frantoio ricavato nel 1924 dall’antica chiesa della Beata Vergine del Carmine dove è possibile acquistare olio del territorio. Dopo questa breve pausa continuate la strada e si arriva allo storico castello di Sant’Angelo. La giornata la dedichiamo a esplorare questo borgo in ogni suo particolare, le vie, gli scorci, i monumenti, le chiese. Non può mancare una visita allo splendido gioiello architettonico della chiesa di Sant’Egidio che custodisce un altare Porta d’ingresso al castello di Sant’Angelo in Lizzola in oro zecchino. Prendetevi tutto il tempo necessario per lasciarvi trasportare dalla bellezza di questo luogo che per secoli ha ispirato artisti e letterati del calibro di Vincenzo Monti e Giulio Perticari. Finito il giro prima di ritornare a casa fermatevi a rilassarvi nella splendida Vecchia Fonte, piccolo “teatro verde”, che già dai tempi del Perticari ospitava poeti e musicisti. PERCORSO NATURA LUNGO L’APSA Percorso alla portata di tutti. Il sentiero parte dai parcheggi Berloni, zona Chiusa di Ginestreto. Passato il ponte del fiume Foglia, scendere subito a destra per passarli sotto e costeggiare la sponda del fiume passando in mezzo agli orti e ricollegarsi verso via Pantanelli e percorrerla in tutta la sua lunghezza, alla rotatoria proseguire dritto fino una strada bianca a sinistra che ci riporterà sull'argine fino al ponte di Montecchio. 1 km di asfalto fino la via a sinistra Don Minzoni, in fondo alla via inizia il percorso vero e proprio che costeggia il torrente Apsa che guaderemo almeno 4 volte. Fondo tutto in Terra/erba/ghiaia, il sentiero è immerso nella natura, lontano dalle strade, i guadi sono molto bassi e facilmente superabili. In località Serra di Genga passare sulla sponda opposta utilizzando il ponte e proseguire fino al Gallo. Torrente Apsa PERCORSO MONTECCHIO- TAVULLIA-MONTECCHIO Il percorso inizia dal grande distributore Tamoil a Montecchio, si prosegue lungo via Arena dove si può ammirare la vecchia Chiesa della Famiglia Barbanti. Si procede lungo l'argine del Foglia fino al ponte di Montecchio. Sul ponte attraversare la strada per andare a prendere Via Montefeltro e girare a sinistra. Dopo poche centinaia di metri a destra, nel mezzo di una collina vedrete una strada in salita, Via Pian Mauro ed è da qui che inizia il giro vero e proprio. Il percorso è per la maggior parte su terra con tratti in salita, sempre pedalabili ma che richiedono allenamento. Descrivere da qui in poi la traccia è impossibile perché il percorso si incrocia su sé stesso diverse volte. Il punto più alto è vicino a Tavullia dove si prenderà una discesa per risalire in strada dei mandorli che ci porterà nella discesa finale delle "piscine". Divertimento assicurato, posti molto belli e solitari. Chiesa della Famiglia Barbanti all’Arena GIRO COLDELCE Si tratta di un breve, ma intenso, giro che, partendo dal centro commerciale “Cento Vetrine” di Morciola ci fa raggiungere Coldelce salendo su di una panoramicissima, ma durissima, strada e ridiscendere per gradevoli e a tratti impegnativi sentieri. Il rientro avviene facilmente percorrendo la strada statale. Purtroppo i sentieri in discesa sono praticamente tutti di terra battuta e in occasione della pioggia sono un vero disastro di fango appiccicoso.
Details
-
File Typepdf
-
Upload Time-
-
Content LanguagesEnglish
-
Upload UserAnonymous/Not logged-in
-
File Pages26 Page
-
File Size-