Anno VII, n. 3 – 2015 Storia e Politica Rivista quadrimestrale Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Scienze politiche e delle relazioni internazionali (D.E.M.S.) Anno VII n. 3 Settembre-Dicembre 2015 Ricerche/Articles Giuseppe Palmeri Le memorie umane e politiche di Emanuele Paternò di Sessa 455 Luigi Chiara Politica e ceti dirigenti alla vigilia della Grande Guerra: crisi del sistema giolittiano e crisi della sovranità statale 501 Antonella Cavazza I demoni di Dostoevskij nel dramma omonimo di Diego Fabbri. Dal pensiero politico-religioso russo del sec. XIX al teatro italiano del Novecento 542 Gianni Borgo Il patriottismo di Luigi Sturzo e l’antifascismo in America (1940-1946) 564 Francesco Postorino De Ruggiero e Antoni: tra la rinascita del Sollen e la riabilitazione dell’individuo 600 Manuela Girgenti Le radici culturali del movimento anarco-capitalista 638 Interventi/Remarks Alessandra Roggi The role of Ideology in the Italian Social Republic (1943-1945) 676 Documenti/Papers Discorso del Card. Paolo Romeo in occasione della tavola rotonda per la presentazione del Lessico Sturziano (Palermo, 12 maggio 2014) 688 Recensioni/Reviews G. CONTI ODORISIO, Linguet e i philosophes. Illuminismo e terrore (C. Giurintano); G. PECORA, La scuola laica. Gaetano Salvemini contro i clericali (S. Truppi); G. SANSONE – M. NARO (a cura di), Mario Sturzo educatore (C. Giurintano); E. DIODATO, F. GUAZZINI (a cura di), La guer- ra ai confini d’Europa. Incognite e prospettive mediterranee per l’Italia (L. Martines); G. SCICHILONE (a cura di), Trasformazioni della moderni- tà. Spicchi di storia del pensiero politico europeo (S. Vantin). 694 Dalla quarta di copertina/ Back cover 712 454 Ricerche/Articles GIUSEPPE PALMERI LE MEMORIE UMANE E POLITICHE DI EMANUELE PATERNÒ DI SESSA 1.I ricordi di un aristocratico povero La lettura di un manoscritto di memorie che l’autore ha redatto tentando di conferire eternità a fatti e sentimenti della sua vita, non compresi nei documenti che possano emergere da quanto da lui prodotto in ambiti scientifici, artistici e pro- fessionali, è come il ritrovamento di un reperto archeologico. Ed ogni fittile, appena emerso dalla terra, sebbene paia subi- to che non posa far altro che recare la notizia di se, può con- durre anche dall’ immediata percezione delle sue forme e dei suoi colori alla scoperta ed all’interpretazione di tutto un si- stema di accadimenti e di persone sempre più vasto e com- plesso e sempre più esteso nel tempo. Dalle carte del loro antenato, conservate dalla Famiglia, emergono i tratti della vita che l’illustre avo Emanuele Paternò di Sessa ha voluto preservare in un manoscritto intitolato I miei ricordi, redatto nei primi anni del Novecento, esattamente tra il 10 agosto ed il 15 settembre del 1906 e riguardante il tempo che va dalla data di nascita dell’autore (1847) fino a quella della redazione, ossia alle soglie del compimento dei sessant’anni di età. Si tratta di un testo mai trascritto a stam- pa, sebbene trasferito in un dattiloscritto, alla cui lettura chi scrive queste note ha potuto accedere per la cortesia della Si- gnora Maria Agnese Pottino, sua discendente. Al testo fonda- mentale si aggiungono parziali considerazioni redatte dallo stesso autore nel luglio del 1924 e nel febbraio del 1927. Storia e Politica, VII n. 3, 2015, pp. 455-500 Giuseppe Palmeri L’intento, non raro, è quello comune a tanti uomini di voler conservare i ricordi di fatti della propria vita che si riten- gono d’un certo valore, oltre la durata della memoria diretta e di quella dei più prossimi discendenti, per potersene trarre in- segnamenti per le generazioni da venire. Dalle pagine scritte da Emanuele Paternò si traggono non soltanto tessere d’una vita che fu ricca di esperienze, sia gravose e dolorose che ap- paganti e felici, ma anche preziosi elementi per l’eterno lavoro di revisione di quello che ci ostiniamo a voler di volta in volta restaurare come l’autentica verità del tempo passato; autenti- ca perché… solo noi l’abbiamo conosciuta: nei fatti reali e nel- la loro significatività psicologica, sociologica, sentimentale, politica e morale, secondo la nostra vicenda personale. La quale vicenda, quando se ne vuole individuare il senso, scon- finando in tutta la storia familiare, non può non trascinare con sé il contesto d’una più o meno ampia storia locale, pre- standosi certe volte a servire finanche alla Storia più vasta. Dalle sintesi biografiche già pubblicate1 il profilo di que- sto personaggio risulta così: Emanuele Paternò, marchese di Sessa, barone di Villasmundo, è nato a Palermo il 12 dicem- bre 1847 e quivi è morto il 18 gennaio 1935. Fu di nascita ari- stocratica, figlio di Giuseppe Paternò di Sessa e di Caterina Kirchner. Uomo politico, illustre studioso di chimica, allievo di Stanislao Cannizzaro, ai cui studi collaborò attivamente e di cui, dopo la morte di questi, nel 1910, divenne il successore, quale titolare della cattedra di chimica generale e direttore dell’Istituto chimico romano; quindi fu rettore dell’Università di Palermo (1885 – 1890). Fu senatore del Regno (1890 – 1 Corradini (2005). In questa biografia è contenuta anche la sintesi delle origini aragonesi della Famiglia, che si faceva risalire all’infante Don Pedro de Aragòn, vissuto nel XIV secolo. Uno dei figli di questi, Don Miguel, si ribellò al cugino Re Alfonso di Aragona per cui fu spodestato, restandogli solo di poter acquistare per sé il castello di Paternoy, donde i suoi discendenti avrebbero preso il nome. Da questo nobile ribelle derivarono in Spagna molti rami, di cui uno si trapiantò in Sicilia (metà del 1300), suddividendosi successivamente, anch’esso, in vari rami, ad uno dei quali, agli inizi del Settecento, il discendente Don Gonsalvo, marchese di San Giuliano, aggiunse come cognome Asmundo, lasciando poi come erede universale il nipote Giuseppe Paternò, il quale acquisì il titolo di marchese di Sessa nel 1756. Dal fratello di questi discese direttamente la famiglia di Emanuele Paternò di Sessa. V. anche voce Paternò Emanuele (via), in Di Liberto (2012). 456 Le memorie umane e politiche di Emanuele Paternò di Sessa 1919), sindaco di Palermo (1890 - 1892); presidente del Con- siglio provinciale di Palermo (1899 - 1914). L’autorevolezza nella conoscenza della scienza chimica lo portò a fondare nel 1871 la Gazzetta Chimica Italiana ed a dirigere gli Annali di chimica applicata; quindi, avendo acquistato una certa fama anche in ambienti internazionali, nel 1876 espose negli Stati Uniti lo stato degli studi di chimica in Italia e l’Italia all’Esposizione Universale di Filadelfia. Fu membro onorario dell’Accademia dei Lincei, della So- cietà italiana delle scienze (o Dei XL); fu insignito del titolo di grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine civile dei Savoia. Insieme a Stanislao Cannizzaro e ad altri intellettuali del suo tempo, come Finocchiaro Aprile2 o Vincenzo Cervello3, aderì alla Mas- soneria. Nel 1878 sposò Giuseppina Paleologo Vassallo, dalla quale ebbe tre figli: Giuseppe, Caterina ed Eleonora Michela. L’avversione al fascismo, da liberale e massone, e so- prattutto la contrarietà al Concordato stipulato nel 1929 tra il Regno d’Italia e la Chiesa cattolica, lo determinarono, da membro dell’Accademia dei Lincei, nel rifiuto apertamente espresso di prestare fedeltà al Regime; il che accadde poco prima della morte. Della figura del padre e dei rapporti con lui parlano am- piamente le memorie di cui si riferisce in queste pagine. Qual- cosa di puntuale è invece opportuno dire della Madre, Cateri- na Kirchner. 2 Camillo Finocchiaro Aprile (1851 – 1916) fu insigne giurista deputato al parlamento e ministro delle poste e della Giustizia. Nel 1885 si prodigò con impegno nell’assistenza ai malati di colera del 1885 a Palermo e del 1887 a Catania, meritando riconoscimenti dal Governo. A Roma ideò il primo piano regolatore della Città e progettò il codice di procedura penale. Le sue spoglie sono conservate a Palermo nella chiesa di S. Domenico. 3 Vincenzo Cervello (1854 – 1918) fu medico tisiologo e docente delle relative materie nell’Università di Palermo ed in quella di Catania. Durante l’epidemia di colera del 1887 fu nominato direttore sanitario delle province di Messina e Catania. Il suo nome è legato alla crociata contro la tubercolosi polmonare, per la cui cura, su convincimento di Ignazio Florio, aveva ideato il sanatorio di Villa Igiea, divenuto poi un grande albergo di lusso. Molti sono i riconoscimenti ricevuti, sia in campo politico che in quello nazionale delle scienze mediche. 457 Giuseppe Palmeri Caterina Kirchner appartenne ad una famiglia napole- tana di origine tedesca, il cui avo Nicolò e diversi suoi familiari e discendenti vissero a Palermo sin dalla fine del Settecento (Genco 2010). Qui Nicolò e Gennaro (forse suo fratello e cer- tamente richiamante nel nome la tradizione onomastica di Napoli) avevano frequentato il Regio Seminario Nautico, fonda- to da poco tempo da Monsignore Giuseppe Gioeni, divenendo capitani di navi per le rotte atlantiche e, in particolare Nicolò, nonno di Caterina, un grande armatore dalle alterne fortune economiche a causa di qualche incidente occorso alle sue navi nella navigazione. Da Nicolò nacquero quattro figli, Andrea, Antonino, Teresa e Caterina. Quando il 12 gennaio del 1848 scoppiò la Rivoluzione, Nicolò Kirchner e i suoi due figli si ar- ruolarono nella marina nazionale del Regno di Sicilia e servi- rono in bastimenti che sventolavano la bandiera siciliana con la Triscele. Si può
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