La Protezione Ambientale in Abruzzo: Tra Immaginario E Realtà1

La Protezione Ambientale in Abruzzo: Tra Immaginario E Realtà1

Bernardo Cardinale, Marina Fuschi La protezione ambientale in Abruzzo: tra immaginario e realtà 1 Summary: ENVIRONMENTAL PROTECTION IN A BRUZZO BETWEEN IMAGINATION AND REALITY Environment has been particularly emphasized in the planning scheme of the Abruzzo region since its establishment, thus laying the foundations for a regional development programme that combines socio-economic growth and environmental protection within a policy of territorial re-balancing. This paper aims at making a comparison between the policy of en- vironmental protection implemented by the Abruzzo Region and built primarily by means of Parks and environmental vulnerability affecting Abruzzo’s territory for a long time and endangering the image and, even more, the very sense of environmental protection, if not tackled. Keywords : environmental emergencies, protected areas, territorial planning. 1. La pianifi cazione ambientale: tra vincolismi, protette ricadenti in una casistica molto artico- buone intenzioni e scarsa territorializzazione lata”. Nel merito, la protezione ambientale in Abruz- L’attenzione all’ambiente rappresenta un ele- zo coinvolge circa il 32% del territorio regionale mento centrale dell’indirizzo programmatorio interessato da ben 3 Parchi Nazionali (d’Abruzzo, della regione Abruzzo sin dal momento della Lazio e Molise, del Gran Sasso-Monti della Laga, sua costituzione, laddove all’art. 4 dello Statuto della Majella), 1 Parco Regionale (del Sirente-Ve- si legge che “La Regione concorre alla tutela del lino), 14 Riserve Statali, 25 Riserve Regionali e 1 paesaggio storico e ne promuove la piena valo- Area Marina Protetta di recente istituzione (Torre rizzazione, riconoscendo questi valori tra i beni del Cerrano, Decreto Ministeriale del 2009), oltre essenziali dell’Abruzzo”, mentre il successivo Pro- ad altri ambiti di protezione tra i quali Oasi natu- gramma regionale per il triennio 1978-1980 fi s- ralistiche e Parchi Territoriali Attrezzati. Volendo, sava nel “quadro di riferimento territoriale” gli poi, considerare gli ambiti “contigui” – così come obiettivi di una politica che doveva basarsi, tra ipotizzato dalla stessa Regione in un documento l’altro, sulla ricognizione e delimitazione delle uffi ciale 2 – la protezione coinvolgerebbe almeno aree di tutela ambientale e la salvaguardia dei il 50% del territorio abruzzese con un vincolismo valori paesistici. Si fi ssavano così le basi di un davvero esasperato per la provincia interna aqui- programma di sviluppo regionale attento a co- lana che vedrebbe solo in corrispondenza della niugare crescita socio-economica e protezione Conca Aquilana, del corridoio marsicano Avezza- ambientale nell’ambito di una politica di riequi- no-Carsoli, della Val Roveto, del comune setten- librio territoriale. In concreto, non sono mancati trionale di Montereale aree libere da qualsiasi Norme e Piani attuativi in tale direzione (a muo- tipo di limitazione d’uso. vere proprio dalla redazione del Piano Regiona- Da quanto perimetrato e alla luce degli obietti- le Paesistico, per arrivare alla cosiddetta Legge vi della politica di sviluppo regionale sopra richia- dei Parchi), sebbene come rilevato da Landini e mati, appare innegabile la scelta, almeno nelle Massimi (2001, p. 171) “La concreta attuazione di intenzioni, di voler coniugare il binomio uomo- questi indirizzi, condivisibili sul piano generale ambiente nell’ottica di un modello di sviluppo ma non sostenuti da studi preventivi, adeguati territoriale teso alla valorizzazione del patrimo- e completi sul piano interdisciplinare, e da cor- nio esistente attraverso progettualità integrate e rette campagne informative circa la consistenza multisettoriali da produrre con l’intento di far delle limitazioni, ha prodotto una proliferazione dialogare la dimensione economica, sociale e am- veramente indiscriminata di vincoli territoriali “a bientale. In tal senso, l’estesa e diversifi cata dispo- cascata”, infelici perimetrazioni e decine di aree nibilità di un patrimonio ambientale fi ssato sul AGEI - Geotema, 49 49 Fig. 1. Variazione di popolazione nella regione Abruzzo (1991-2014) 3. Fonte : ns. elaborazione su dati ISTAT. territorio dalla perimetrazione a Parco, ha fi nito nerabilità territoriali che interessano la regione per fagocitare molti entusiasmi intorno a proces- abruzzese. sualità di tipo turistico, laddove il turismo verde o ecoturismo rispondeva alla nuova tipologia della domanda, lontana da scelte di massa e vicina alla 2. Una Regione bifronte: tra vulnerabilità e dimensione esperienziale della fruizione. protezione ambientale I concetti di qualità, originalità, tipicità trove- ranno poi nell’esaltazione dei sapori e dei saperi L’immagine della “Regione Verde d’Europa” locali altrettante ipotesi strategiche di sviluppo, (ARVE) costruita e alimentata intorno alla politica mentre la Regione siglava la sua identità intorno dei Parchi, fortemente voluta e perseguita – come alla immagine della “Regione Verde d’Europa”. detto – dalle diverse Amministrazioni regionali, D’altro canto, però, lo strumento del Parco se si specchia, tuttavia, su una serie di vulnerabilità da una parte non ha prodotto – se non limitata- ambientali che interessano da tempo il territorio mente – quella territorializzazione compatibile abruzzese e che, laddove non affrontate, rischiano con la crescita e lo sviluppo socio economico delle di comprometterne l’immagine, ma ancor più, il aree interessate (così come segnalato ancora oggi, senso stesso della protezione ambientale. alla luce degli ultimi dati censuari, dalla costante Fra le più urgenti vulnerabilità, quella relativa emorragia demografi ca che continua a svuotare al dissesto idrogeologico 4, laddove proprio lo svuota- le Aree interne (Fig. 1), unitamente alla scarsa mento demografi co progressivo delle aree inter- presa del turismo verde la cui vivacità si conferma ne, concorre (unitamente alla costituzione geoli- prevalentemente in corrispondenza dello storico tologica e ai caratteri geomorfologici) a denun- Parco d’Abruzzo) (Cresa, 2014, p. 55 e p. 108), ciare una severa numerosità di eventi franosi che dall’altra fi nisce per ridimensionare la sua stessa collocano l’Abruzzo al nono posto della classifi ca portata valoriale (quale primario strumento di delle regioni a più alto rischio e fra le prime in protezione ambientale) a fronte di pesanti vul- Italia per Indice di franosità 5, con un valore pari 50 AGEI - Geotema, 49 all’11,5% rispetto al dato medio nazionale del 7% che pure denunciano, nella maggior parte del- (ISPRA, 2013). Decisamente meno incidente si le foci fl uviali, il superamento dei parametri di presenta il rischio idraulico (da alluvione) 6 che pure legge, fi nendo per impattare pesantemente con coinvolge poco meno del 2% della popolazione l’economia turistico-balneare e, in via priorita- regionale (ISPRA, 2014), interessando particolar- ria, con la stessa qualità di vita della popolazio- mente i comuni della fascia costiera e quelli valli- ne residente – ma l’intero corso fl uviale a causa vi 7, i l tutto in un quadro d’insieme della criti- della eccessiva captazione delle acque per scopi cità idrogeologica che, a scala amministrativa industriali, irrigui e idroelettrici. A tal propo- locale, vede potenzialmente interessati a va- sito, il monitoraggio della qualità delle acque rio grado il 96% dei comuni abruzzesi con un condotto dall’ARTA per il 2011 9, restituisce tali coinvolgimento areale di circa 900 kmq, pari livelli di criticità 10 , con preoccupanti segnali di a oltre l’8% del territorio regionale 8. scadimento anche nelle aree protette e nei siti Nello stesso tempo, la dinamica insediativa della Rete Natura 2000 (SIC, Siti di Interesse riversatasi, soprattutto a partire dal Secondo do- Comunitario e ZPS, Zone di Protezione Specia- poguerra, lungo la fascia costiera e nell’ultimo le) (tab. 1). In particolare, si evidenzia la condi- ventennio in quella collinare, oltre a tradursi in zione di criticità di molti fi umi che attraversano una eccessiva pressione antropica – rilevabile sia i Parchi, così come quelli – Piomba e Cerrano a livello di densità che di più ampia compromis- – che scorrono nel territorio tra Silvi e Pineto, sione paesaggistica (espressione, quest’ultima, ambito su cui insiste l’Area Marina Protetta del- della mancanza di pianifi cazione e di una “po- la Torre di Cerrano. litica” territoriale affi data alla mera logica dello Sempre con riferimento all’Area Marina Pro- spontaneismo guidata dalle sole regole della ren- tetta Torre del Cerrano, non può non segnalarsi dita fondiaria) – ha contribuito a pregiudicare l’elevato rischio di erosione costiera che interessa il la qualità del patrimonio fl uviale abruzzese, come litorale compreso tra i comuni di Silvi e Pine- rifl esso dell’intenso processo di edifi cazione ur- to, con un coinvolgimento di oltre 12 km di bana, degli scarichi illegali dei rifi uti oltre che costa su un totale di poco più di 16 11 . Quello della mancata o insuffi ciente depurazione degli dell’erosione costiera, peraltro, è una dinamica stessi. Ma la compromissione della qualità delle costante che interessa circa la metà del fronte acque non interessa solo i bacini di deiezione – litoraneo abruzzese (circa 57 km dei 115 di co- Tab. 1. Aree in cui si sono verifi cati peggioramenti nella qualità delle acque nel 2011 rispetto al 2009. Sito rete Natura 2000 Corsi d’acqua ZPS IT7110128 Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Vomano, Mavone e Aterno ZPS IT7140129 Parco della Majella Lavino ZPS IT7110130 Parco Sirente-Velino Aterno ZPS IT7120132 Parco nazionale d’Abruzzo,

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