8 Eventi Scala Giovedì 7 Dicembre 2006 Corriere della Sera I P ROTAGONISTI Price / Aida Nobile L’americana Leontyne Price nell’«Aida» scaligera del 1963. Domingo la considerava il miglior soprano verdiano (foto Piccagliani) Le voci Cossotto / Amneris Indimenticabile La mezzosoprano Fiorenza Cossotto alla Scala nel 1963 (Piccagliani) te Fracassi. Grande interprete verdiana e Aida storica fu poi l’americana Leontyne Price: soprano di colore, nel Da non perdere 1958 scelse Aida per debuttare in Europa, alla Staatsoper ISTERO ALLAS di Vienna. Due anni dopo, nello stesso ruolo, saliva per la Tra nuove edizioni M C e riscoperte prima volta sul palco scaligero. Anche la storia di Aida-Pri- ce regala un curioso aneddoto: nel 1981, a sessantaquattro di allestimenti anni, doveva cantare a San Francisco accanto a Pavarotti, storici, il mercato che interpretava Radames. Chiese di essere pagata un dol- discografico offre laro più del tenore, per essere, almeno in quel momento, oggi una varietà la cantante più pagata al mondo. Il teatro non esaudì il de- pressoché infinita siderio. Sontuosa, nobile e orgogliosa, la sua Aida conqui- di versioni, da UOCO OMINGO stò Domingo, che la considerava «il miglior soprano che Corelli a Carreras, F D abbia mai sentito cantare Verdi, per potenza e sensualità». dalla Callas alla Simili per fierezza e nobiltà furono le Aide di Leyla Gencer Caballé, senza DI ENRICO PAROLA e Montserrat Caballé, mentre a una vena più intimistica contare chi, come vanno ascritte quelle di Mirella Freni e Katia Ricciarelli. Karajan e Domingo, Non c’è Aida senza Radames, comunque, e anche que- ha firmato più na, dieci, cento Aide. In principio furono Antonietta goglio per le origini regali e la consapevolezza del suo nuo- sto ruolo porta la firma dei grandi tenori del Novecento. I registrazioni di Aida. U Anastasi Pozzoni, che la cantò al Cairo, e Teresa vo stato di schiavitù, la fedeltà e l’affetto per il padre e primi due interpreti, Pietro Mongini al Cairo e Giuseppe Un’incisione EMI Stolz, voluta un anno dopo alla Scala dallo stesso Verdi do- l’amore bruciante per Radames. Fancelli a Milano, aprono una gloriosa genealogia che pas- con Tullio Serafin po i trionfi con Don Carlos e la Forza del destino. I primi Un’Aida assai diversa da quella tratteggiata proprio da sa per Caruso, Gigli, Pertile, Corelli, Di Stefano, Bergonzi e sul podio è preziosa nomi vanno sempre menzionati perché hanno un ruolo colei che aveva sostituito alla Scala, Renata Tebaldi. Con la Mario Del Monaco. Quest’ultimo salì alla ribalta proprio testimonianza della storico ben preciso, ma la storia del personaggio dovette sua «Voce d’angelo», come la chiamava Toscanini, il sopra- cantando Aida a Verona, nella stagione 1945-46; come Ra- prassi esecutiva attendere quasi un secolo per scrivere i suoi capitoli più no pesarese cesellava un’Aida tersa e sognante, lirica e inti- dames debuttò anche a Napoli, sollevando un tripudio da della prima metà gloriosi. Scorrerli significa incrociare le carriere delle più ma, il cui temperamento sembrava dimenticare la fierezza stadio: gli stessi coristi si fermarono ad applaudire urlando- del Novecento. grandi voci del secolo scorso, dalla Tebaldi alla Callas, da delle nobili origini. Una curiosità: fu proprio la Tebaldi, gli «tu si ’nu zucchero». Il suo fu un Radames appassiona- Beniamino Gigli Leontyne Price a Mirella Freni e Montserrat Caballé. Per- nel 1953, a prestare la voce all’Aida in versione cinemato- to e irruente tanto quanto elegante e misurato era stato è un Radames ché non furono solo i cantanti a dar gloria ad «Aida»: in grafica impersonata da Sophia Loren e diretta da Clemen- quello di Corelli. Pertile è invece ricordato per la vocalità saldo negli acuti centotrenta anni il ruolo della schiava etiope ha segnato densa e levigata. Si ritorna ai fasti eroici con i tre tenori: e suadente nei debutti, fatto sbocciare nuovi fenomeni o consacrato dive. ma Carreras e Pavarotti non hanno lasciato il segno nel mezzoforti, e sono Uno per tutti, la prima volta alla Scala di Maria Callas. Galleria del mito ruolo, mentre memorabili sono i Radames nelle cui vene da rimarcare le Fu il 12 aprile 1950. Già due anni prima era stata Aida al Placido Domingo fa scorrere un sangue che arde del fuoco interpretazioni dei Sociale di Rovigo e al Lirico di Torino, qui diretta da quel della gioventù, facilmente eccitabile e sconvolto dall’amo- due ruoli femminili Tullio Serafin che proprio con l’opera verdiana aveva inau- Il soprano debuttò come Aida per caso, dopo 3 anni lasciò re per la schiava. Se Aida e Radames hanno segnato la sto- da parte di Maria gurato, nel 1913, le stagioni liriche dell’Arena di Verona. ria di quest’opera, non bisogna però dimenticare gli altri Caniglia e di Ebe Nel 1949 Maria l’aveva cantata a Buenos Aires e a Brescia, personaggi. Stignani. Di sicuro assieme a Mario del Monaco; eppure l’ingresso nel teatro il ruolo inspiegabilmente. Memorabili Tebaldi e Price. Tra le Amneris rimangono indimenticabili quelle di Giu- riferimento milanese fu fortuito. Dopo la prima la Tebaldi si era amma- lietta Simionato e della sua naturale erede, Fiorenza Cos- è l’edizione Myto lata, e per le repliche fu chiamata la Callas come sostituta; Del Monaco, un Radames travolgente. Placido passionale sotto. Piero Cappuccilli fu un grande Amonasro, mentre che ferma una doveva essere un debutto in sordina, ma già lo stesso anno come Ramfis vanno ricordati Ruggero Raimondi e Nicolai registrazione Maria era chiamata in Messico e a Roma, e l’anno dopo Ghiaurov. radiofonica portava Aida su e giù per l’Italia. Nel 1953 ci fu l’abbando- realizzata nel 1963 no improvviso e definitivo di questo ruolo affrontato con al Metropolitan di tanta frequenza agli inizi della carriera: il vedere la concor- New York. Sul podio renza di altre valide Aide e il desiderio di affrontare nuove c’è sir Georg Solti, figure sono solo ipotesi che non illuminano sul rapporto capace di coniugare tra la Callas e Aida. Rapporto comunque significativo: Ma- il fasto e l’intimismo. ria scolpì un personaggio complesso, dove convivono l’or- Caldissima è l’Aida di Leontyne Price, fiero ma anche ricco di sfumature NEI P ANNI DELLA S CHIAVA il Radames di Carlo Bergonzi. Entrando nell’era del digitale, si segnala l’allestimento scaligero del 1981 inciso per la Deutsche Grammophone da Claudio Abbado, con Katia Ricciarelli a dar vita a un’Aida tenera e delicata nelle sfumature e Placido Domingo è un Radames energico e travolgente. Leo Nucci è uno splendido Amonasro, Nicolai Domingo / Radames Ghiaurov un Ramfis Breve incontro Il 12 aprile 1950 la Callas sostituì alla ben calibrato Scala la Tebaldi che si era ammalata. Poi la ricerca di altri e asciutto. (e. p.) ruoli la indussero ad abbandonare l’opera (Archivio Scala) Ardente il tenore Placido Domingo alla Scala nel 1972: il suo Radames si ricorda per l’ardore giovanile (Piccagliani).
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