Geologica Romana 40 (2007), 25-35 OSSERVAZIONI SUI SEDIMENTI OLIGOCENICI DEL SALENTO LECCESE Alessandro Bossio*, Marco Carlino*, Simone Da Prato* & Stefano Margiotta** * Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Pisa [email protected] ** Dipartimento di Scienza dei Materiali, Osservatorio di Chimica, Fisica e Geologia Ambientali, Università del Salento [email protected] RIASSUNTO - L’apertura di una trincea stradale per la costruzione della tangenziale ovest della città di Lecce ha portato alla luce una successione stratigrafica, nella quale è stato possibile riconoscere il contatto tra le unità oligo-mioceniche della Formazione di Galatone e della Formazione di Lecce. Lo studio stratigrafico della sezio- ne esposta ha consentito di dare un ulteriore contributo alla definizione degli ambienti deposizionali delle due unità e delle modalità di transizione tra i sedimenti continentali e quelli marini oligocenici ed inoltre di inquadrare nel contesto cronostratigrafico la base della Formazione di Lecce. Gli studi condotti, in accordo con i dati della recente bibliografia, permettono di attribuire la Formazione di Galatone al piano Chattiano (Oligocene superiore). La Formazione di Lecce poggia con discordanza angolare, tramite l’interposizione di un paleosuolo che segna un periodo di emersione presumibilmente breve tra le due unità, sulla Formazione di Galatone. Inoltre per la prima volta è stato possibile riferire al Chattiano la sua base, grazie alla presenza di taxa significativi quali Aglaiocypris oligocaenica e Metacypris danubialis, Pokornyella calix e Miocyprideis rara. L’analisi paleoecologica, basata sullo studio delle ostracofaune, ha permesso di individuare un generale trend trasgressivo, da un ambiente prevalentemente di tipo lagunare ristretto (Formazione di Galatone) ad un ambiente marino franco con profondità contenute nei limiti della zona neritica interna (Formazione di Lecce). PAROLE CHIAVE: Oligocene, Salento, stratigrafia, Ostracodi. ABSTRACT - A micropalaeontological and sedimentological study has been carried out in the road trenches located near the west circumferential, city of Lecce. The major aim of the present study is to investigate the contact between Oligocene and Miocene lithostratigraphic units of the Salentine peninsula known in the literature as the Galatone Formation (lagoonal sediments) and the Lecce Formation (marine sediments). The lithostratigraphic units have been organized in an updated chronostratigraphic and paleoenvironmental reconstruction context based on ostracods. The Lecce Formation overlies the Galatone Formation with angular unconformity, through an erosional surface marked out by paleosol. On this basis, the Galatone Formation completely belongs to the Chattian, particularly for the presence of Aglaiocypris oligocaenica and Metacypris danubialis, two taxa that start their distribution in the Chattian age, and Pokornyella calix and Miocyprideis rara that disappear in the Chattian. Moreover, thanks to the discovery in the lower part of the Lecce Formation of this same taxa, it was possible to trace back its origin within the Chattian age. The paleoenvironmental reconstruction confirms the transition, in a transgressive trend, from the lacustrine environment, with brackish water, to the marine environment with normal salinity and shallow water, completely confined in internal neritic zone. KEY WORDS: Oligocene, Salento, stratigraphy, Ostracods. INTRODUZIONE E te del contatto fra le due formazioni. Successivamente CONOSCENZE PRECEDENTI Leucci et al. (2000) hanno confermato, attraverso inda- gini elettromagnetiche, questo rapporto stratigrafico. La Gli studi sul passaggio tra la Formazione di Galatone natura precaria e provvisoria dell’affioramento osserva- (Bossio et al., 1998, 1999) e la Formazione di Lecce to nel primo caso (Margiotta, 1999) e nel secondo il tipo (Bossio et al., 2006), data l’esiguità degli affioramenti a di osservazioni effettuate, indirette appunto, non hanno disposizione, sono molto scarsi ed incompleti. Margiotta consentito di effettuare studi approfonditi. (1999) ha effettuato uno studio stratigrafico e sedimen- Nella trincea artificiale, oggi interrata, di cui sopra, il tologico su una piccola sezione ottenuta a seguito dello contatto tra le due unità si realizza attraverso una chiara scavo di una trincea per la posa di una condotta nella discordanza angolare e l’interposizione di un livello città di Lecce, mettendo in evidenza la natura discordan- costituito da fango dolomitico, di colore giallo ocra e di 26 Geologica Romana 40 (2007), 25-35 BOSSIO et al. niti a grana medio fine e di colore biancastro, le quali rappresentano la facies tipica della Formazione di Lecce. Per ciò che concerne l’età della Formazione di Lecce, Bossio et al. (1998, 2006) mettono in evidenza come la porzione superio- re dell’unità sia da attri- buire alla parte basale dell’Aquitaniano (Mioce- ne inferiore), mentre la parte inferiore sia da rife- rire dubitativamente al Chattiano. Dall’analisi della lette- ratura a disposizione, è evidente quindi come siano necessari ulteriori studi per meglio docu- Fig. 1 - Ubicazione della sezione investigata. mentare i rapporti strati- - Location map of the stratigraphic section. grafici tra le formazioni di Galatone e Lecce nonché spessore variabile da 0,4 m a circa 2 m, a luoghi inglo- come sia ancora da chiarire l’attribuzione cronostratigra- bante frammenti calcarei della Formazione di Galatone. fica dell’intervallo basale della Formazione di Lecce L’esposizione subaerea è testimoniata, in particolare, stessa. dalla presenza di una superficie di erosione ondulata, da La sezione oggetto di studio di questo lavoro, già mud cracks, oltre che da concrezioni carbonatiche con segnalata quando ancora incompleta da Margiotta e forma irregolare e diametro variabile al tetto della Varola (2004), è stata messa in luce recentemente a Formazione di Galatone. seguito di opere di sbancamento per l’apertura della tan- Il livello costituito da fango dolomitico, in genere genziale ovest dell’abitato di Lecce (Fig. 1), e rappresen- privo di strutture sedimentarie vere e proprie, localmen- ta, ad oggi, l’unica testimonianza visibile del contatto tra te presenta bande di spessore millimetrico e di colore le due unità, inoltre fornisce l’occasione per approfondi- alternativamente marrone scuro, giallo ocra e rossastro. re analisi di carattere stratigrafico. Questo deposito fangoso fu segnalato anche da L’inquadramento cronostratigrafico delle formazioni è Cotecchia (1975) in una relazione professionale relativa stato effettuato sulla base degli ostracodi. allo studio geologico e geotecnico dell’area dell’ospeda- le di Lecce e successivamente reinterpretato da Margiotta (1999) nel contesto del nuovo quadro strati- grafico dei sedimenti oligomiocenici salentini. Nella STRATIGRAFIA locale successione stratigrafica l’Autore riconobbe depositi oligoalini (corrispondenti alla Formazione di L’affioramento che si descrive, di recente scoperta, è Galatone) e individuò alla base della Pietra leccese (in ubicato nei pressi della città di Lecce (Fig. 1), a nord- realtà corrispondente alla Formazione di Lecce) un inter- ovest di quest’ultima ed in corrispondenza di una trincea vallo rappresentato da un “livello limoso sabbioso di della sua tangenziale. colore bruno–nerastro inglobante numerosi elementi La successione stratigrafica osservabile (Fig. 2) è lapidei tondeggianti di calcare concrezionale. A questo spessa circa 23 m (Fig. 3). A grande scala la Formazione livello limo-sabbioso segue un banco, potente un metro di Galatone si presenta caratterizzata da marne e calcari circa, di calcari bianco-marroncini brecciformi che, sottilmente stratificati con intervallati livelli argillosi. A verso il basso, passa a livelli calcarei, calcarenitici ed luoghi, è osservabile una laminazione piano parallela, anche argillosi...”. È evidente che tale livello limoso- particolarmente evidente negli intervalli più argillosi. sabbioso di cui parla l’Autore corrisponde all’intervallo Nel complesso, gli strati presentano un’inclinazione costituito da fango dolomitico; dai sondaggi effettuati in variabile con blande ondulazioni riconducibili a pieghe quell’occasione emerge che lo spessore di questo varia con assi orientati circa Est-Ovest al cui interno se ne da 0,3 m a 1,5 m. Al di sopra del deposito fangoso gia- notano altre, di ordine inferiore, riferibili a fenomeni ceva una marna calcarea, di colore giallo ocra e spessa gravitativi (Fig. 4). una trentina di centimetri, a sua volta seguita da calcare- Alla base la formazione si presenta come un calcare OSSERVAZIONI SUI SEDIMENTI OLIGOCENICI DEL SALENTO ... Geologica Romana 40 (2007), 25-35 27 Fig. 2 - Panoramica dell’affioramento. - General view of the outcrop. compatto fossilifero (spessore centimetrico) su cui pog- testo deposizionale di transizione prima di una nuova gia una sabbia a granulometria medio-fine (LE A, spes- emersione testimoniata, quest’ultima, dal sovrastante sore centimetrico), debolmente argillosa, al cui interno paleosuolo. Il paleosuolo, di spessore centimetrico, è sono visibili concrezioni nodulari. Il colore è variabile costituito da una sabbia fine marrone scura. dal marrone all’avana. Il ristabilirsi dell’ambiente acquatico è testimoniato Al di sopra è presente un livello di spessore centime- dalla sovrastante successione costituita essenzialmente trico, sabbioso-limoso (LE B), di colore marrone scuro da calcari compatti, fittamente stratificati, con intercala- per l’elevato
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