MAPPA PISA MEDIEVALE: ARCHEOLOGIA, ANALISI SPAZIALI E MODELLI PREDITTIVI Gabriele Gattiglia Edizioni Nuova Cultura PROGETTO MAPPA Enti finanziatori: Ente attuatore: Regione Toscana Università di Pisa Università di Pisa Partner: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Artistici Storici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno Comune di Pisa Collaborazioni: Aerofototeca Nazionale Centro di documentazione aerofotografica “Marcello Cosci” – Università di Pisa Consorzio LAMMA - Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile – Regione Toscana e CNR Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Laboratorio di cultura Digitale – CISIAU Centro Interdipartimentale di Servizi Informatici per l’Area Umanistica – Università di Pisa Equipe di ricerca: Francesca Anichini Collaboratori: Dario Bini Federico Bertocchino Monica Bini Antonio Campus Nevio Dubbini Lorenza La Rosa Fabio Fabiani Chiara Mannari Gabriele Gattiglia Francesco Rinaldi Serena Giacomelli Claudia Sciuto Maria Letizia Gualandi Giulio Tarantino Marta Pappalardo Veronica Rossi Giovanni Sarti Curatore webGIS: Sergio Steffè Valerio Noti Consulenti: Alessandro Amorosi Testi di: Alessandro Bianchi Gabriele Gattiglia [G. G.] Marina Bisson Lisa Josephine Brucciani Mara Febbraro Progetto grafico, immagine coordinata e copertina Francesco Ghizzani Marcìa Sandro Petri (PetriBros Grafica) Massimiliano Grava Minja Kukavich Valerio Noti Emanuela Paribeni Sandro Petri Giorgio Franco Pocobelli Cristiana Ribecai Adriano Ribolini Irene Sammartino Copyright © 2013 Edizioni Nuova Cultura - Roma Simone Sartini ISBN: 9788868120931 Fabiana Susini DOI: 10.4458/0931 Elvira Todaro Questo libro viene distribuito con licenza CC BY 3.0 Indice 1. Introduzione 7 1.1Archeologia urbana a Pisa 9 2. Il territorio: l’ambiente antropizzato 11 2.1La città, l’uomo, l’ambiente 11 2.1.1 La città e l’ambiente 12 2.1.2 Il quadro geologico 16 2.2 Le condizioni ambientali della pianura pisana nel medioevo 16 2.2.1 La linea di costa 16 2.2.2 I fiumi: frammenti di una complessità 24 2.2.3 Le aree umide: paludi e acquitrini 38 2.3 Muovere persone, muovere merci 56 2.3.1 La viabilità di terra 56 2.3.2 Le vie d’acqua: porti e approdi 68 2.4 L’uso del suolo 73 2.5 Conclusioni 76 3. La città 81 3.1 Istantanee della città dalla tarda antichità all’età moderna 81 3.1.1 Questioni di metodo 81 3.1.2 La città tardo antica e altomedievale 85 3.1.3 La citta bassomedievale 106 3.2 Il tessuto urbano 116 3.2.1 Gli spazi religiosi: chiese e aree cimiteriali 116 3.2.2 L’edilizia: contesti abitativi, cantieri e trasformazioni 131 3.2.3 Le infrastrutture urbane: viabilità, approvvigionamento idrico, gestione dei rifiuti 142 3.2.4 Le attività produttive 161 3.2.5 Economia, commercio, status sociale 182 5 1. Introduzione Questo volume rappresenta, in pratica, la terza 2013) (l’archivio open data dell’archeologia italia- edizione di un ciclo di lavoro iniziato nel 2006 per na www.mappaproject.org/mod) o interrogabili la tesi di dottorato. Questa, discussa nel 2010 (pri- sul webGIS (MAPPAgis www.mappaproject.org/ ma edizione, GATTIGLIA 2010), è stata parzialmente webgis); possono essere, quindi, riutilizzati, rici- pubblicata, come monografia sintetica nel 2011 (se- clati, modificati, trasformati, implementati infinite conda edizione, GATTIGLIA 2011) o in articoli (GAT- volte per giungere ad interpretazioni, ipotesi, mo- TIGLIA 2012, GATTIGLIA 2012a, GATTIGLIA G. 2011a) e delli originali che sconfessino quanto qui trattato. trova ora (terza edizione) una pubblicazione più Chi legge non troverà date “importanti”, ma ana- ampia alla luce di molti dati nuovi. Negli ultimi lisi, che partendo dai dati archeologici, siano essi 2 anni, infatti, il lavoro di studio su Pisa, non solo cultura materiale o topografia, producono infor- medievale, è proseguito all’interno del progetto mazioni storiche e un nuovo punto di vista da as- MAPPA (Metodologie Applicate alla Predittività sociare alle letture più tradizionali. Ugualmente, il del Potenziale)1, che ha reso possibile una capillare dato delle fonti scritte sarà trattato solo in casi par- raccolta dati attraverso i quali si è potuto ricom- ticolari, lasciando questo studio agli specialisti del porre più compiutamente il quadro idrogeologico, settore. Il titolo della mia tesi di dottorato era “Pisa geomorfologico, topografico e sottoporre a verifi- tra VII e XIV secolo. Alla luce dell’archeologia” a ca, in molti casi modificando, parte delle ipotesi sottolineare la centralità della fonte archeologica. fatte in quelle sedi. L’archeologia, seppure lenta- Siamo ben consapevoli della parzialità del nostro mente, si sta incamminando verso i Big Data, un’e- tipo di fonte, così come parziale risulta essere la norme quantità di dati, prodotti continuamente, fonte scritta, ma siamo anche consapevoli di pro- processabili in automatico dai computer (machine durre grandi quantità di dati, che possono essere readable), che possono modificare quadri teorici, lette e reinterpretate da altri ricercatori. conclusioni, ipotesi in ogni momento e sviluppare Negli ultimi anni sono aumentati, anche in Italia, nuove applicazioni per l’archeologia. Non vivia- gli studi sulle città medievali che fanno largo uso mo più in un epoca in cui un volume a stampa po- di analisi spaziali in ambito GIS2. Non penso che teva immaginare un lungo ciclo di vita prima di studi di questo genere si debbano considerare in- apparire superato, oggi bastano nuovi dati a scon- novativi o tantomeno rivoluzionari, più semplice- fessare o validare ipotesi di lavoro. L’archeologia mente sono contemporanei ad una quotidianità si avvicina sempre di più alle scienze, non solo per- fatta di tablet, applicazioni informatiche e social ché utilizza metodi di analisi scientifica, ma per- networks. Allo stesso modo parlare di digital ar- ché si basa su formulazioni di ipotesi falsificabili, chaeology o di digital humanities risulta ancor per dirla alla Popper. Per questa ragione, i dati qui più obsoleto, considerando quanto tutto ormai sia analizzati sono open data sul MOD (ANICHINI et alii digital oggigiorno. Se considero assodato il fatto 1 Tutte le pubblicazioni sono scaricabili a questo indirizzo http://mappaproject.arch.unipi.it/?page_id=136 (ultimo accesso 03 maggio 2013) 2 Si veda il secondo volume di Postclassical Archaeology e il recente volume CITTER 2012 7 Mappa. Pisa medievale: archeologia, analisi spaziali e modelli predittivi di vivere in un mondo digitale, sono consapevole dell’uomo, è, anche, il risultato dei condiziona- della necessità di esplicitare le procedure di anali- menti dell’ambiente, che la hanno plasmata, tanto si, di renderle trasparenti e riproducibili, in modo quanto l’uomo. Se in alcuni periodi ha prevalso che altri ricercatori possano ripercorre i procedi- uno dei fattori, la continua correlazione tra questi menti, valutarli criticarli e cercare strade nuove e elementi risulta evidente. Solo l’archeologia può più efficaci3. Darò, quindi, per scontata la cono- narrare questa storia, fatta soprattutto dalle trac- scenza delle applicazioni GIS e delle analisi spa- ce materiali, e lo deve fare con gli strumenti della ziali, mentre per la strutturazione del database contemporaneità digitale, che consentono di am- rimando alle recenti pubblicazioni (FABIANI, GAT- plificare la portata dei ragionamenti. TIGLIA 2012, ANICHINI, GATTIGLIA 2012). L’utilizzo, ormai alla portata di tutti, di analisi spaziali, non In questo primo capitolo introduttivo sarà sin- si deve attenere ad un approccio fideistico o tec- teticamente raccontata la storia dell’archeologia nocratico, ma nascere da valutazioni: se, infatti, urbana a Pisa. Nel secondo capitolo lo sguardo si i metodi di analisi spaziale sono stati creati ap- allarga sul contesto territoriale e sul paesaggio. I positamente per le analisi geografiche, quindi si percorsi fluviali e le aree palustri vengono analiz- possono tranquillamente utilizzare per l’archeo- zati per capire come l’ambiente abbia condiziona- logia (HODDER, ORTON 1976), alcuni metodi geo- to nel bene e nel male lo sviluppo della città me- statistici, non sono stati pensati per l’archeologia. dievale. Ma siccome l’uomo non è stato passivo Sono, quindi, necessari, da un lato, una grande di fronte ad esso, lo studio del sistema portuale e cautela e un’attenta disamina dei pro e dei con- della viabilità terrestre permette di comprendere tro legati al loro utilizzo, dall’altro la creazione di quali soluzioni siano state adottate per sfruttare i strumenti matematici e statistici appositamente vantaggi geografici e generare profitti economici e realizzati per l’archeologia (DUBBINI 2013). Quan- commerciali. do si parla di Archaeological Information System Il terzo ed ultimo capitolo è diviso in due parti. non si deve pensare ad un GIS che elabori dati La prima vuole illustrare le grandi trasformazioni archeologici, quanto ad un software mutuato dal urbanistiche nel lungo periodo che va dalla fine GIS che applichi dei tool appositamente pensati della romanità (VI secolo) alla conquista fiorenti- per l’archeologia. na (inizio XV secolo). Se da un lato permangono ancora difficoltà nella comprensione dell’urbani- Dal punto di vista ermeneutico, questo volume stica romana e altomedievale di Pisa, tuttavia oggi cerca di rispondere a cosa sia stata la città medie- possiamo comprenderne alcuni dei punti nodali, vale e cosa rappresenti il territorio. Questo
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