Copying Beethoven (Io E Beethoven) Un Film Musicale Di Agnieszka Holland (2006)

Copying Beethoven (Io E Beethoven) Un Film Musicale Di Agnieszka Holland (2006)

FONDAZIONE GIORGIO CINI ONLUS THE LUDWIG VAN PICTURE SHOW n. 22 – 16 agosto 2008 – ore 17 a Palazzo Cini Copying Beethoven (Io e Beethoven) Un film musicale di Agnieszka Holland (2006) Agnieszka Holland Nel 2005 il cinema è tornato a rivolgere la sua attenzione a una delle figure più incisive e affascinanti della storia della musica, Ludwig Van Beethoven, e lo ha fatto attraverso l'opera della regista polacca Agnieszka Holland (vedi foto qui sopra) che vanta una nomination all'Oscar per Europa Europa. Copying Beethoven è basato su un soggetto accattivante e forzatoi di Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson, ed è tutto incentrato su un personaggio d’invenzione: una tale Anna Holtz, incantevole e talentuosa allieva di un immaginario Conservatorio di Vienna che ottiene a dispetto dei pregiudizi sul suo sesso il posto di copista ufficiale presso il grande compositore, il quale è alle prese con la stesura della leggendaria Nona Sinfonia. Incidentalmente, la ragazza si ritrova a fare di tutto: baby sitter, dama di compagnia consigliere e musa privata dell'anziano Beethoven, un uomo, sofferente, rude e intrattabile, feroce e volgare: tanto ruvido che il suo editore lo chiama "la Bestia". Ora, ben si sa che forzature e anacronismi sono tratti irrinunciabili per lo sviluppo delle biopic: essi servono a fornire un ritratto modellato sulle potenzialità di accostamento da parte di un vasto pubblico a personaggi complessi la cui personalità e la cui opera una vita di studi spesso non basta a padroneggiare. Il film della Holland lotta con il rischio di degenerare sempre in una involontaria caricatura, regge e non regge a tratti, a tratti è emozionante, a tratti risibile. Ci sono nel film dei momenti ardui: come la traduzione dello spirito del Chiaro di luna in un anagrammatico gioco di parole un po’ osceno, come la bella Anna che si agita in orchestra a rimediare ai gesti direttoriali squinternati del Sordo, durante la prima della Nona, ecc. FONDAZIONE GIORGIO CINI ONLUS Diane Kruger nella parte di Anna Holz Gli interpreti e i realizzatori del film: Ed Harris nella parte di Ludwig van Beethoven Diane Kruger nella parte di Anna Holtz Ralph Riach nella parte di Wenzel Schlemmer Nicholas Jones nella parte dell’Arciduca Rodolfo Joe Anderson nella parte di Karl van Beethoven Phyllida Law nella parte di Mamma Canisius Sceneggiatori: Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson Produttori: Michael Taylor, Stephen J. Rivele, Christopher Wilkinson, Sidney Kimmel Produzione: Myriad Pictures Così scrive del suo film la regista A. Holland: «Ci siamo presi alcune libertà coi fatti, ma nostra intenzione è di avvicinarsi alla verità concernente gli ultimi anni della vita di Beethoven. All'inizio, la sceneggiatura fu scritta per Anthony Hopkins che decise poi di non accettare la parte. Ed Harris fu l'unico attore americano cui fu proposto il ruolo e, con nostra grande soddisfazione, l'accettò. Quando, al tempo del nostro primo incontro, gli chiesi come si sentiva ad incarnare Beethoven,mi rispose “ne sono terrificato”. Sebbene il nostro copione fosse stato accolto con un certo entusiasmo, avevamo avuto molte difficoltà, come sempre, ad ottenere il finanziamento necessario per il film. La grande difficoltà di mettere in scena gli ultimi anni della vita di Beethoven è che il compositore non ebbe al tempo la possibilità di parlare. La sua sordità fu totale e le sue relazioni sociali diminuirono. Inoltre si era chiuso in un isolamento artistico che ben pochi compositori conobbero. Altro problema, come lo si dice nel mondo cinema: “Dove porre la cinepresa? “. È necessario dare qualche appiglio al pubblico per identificarsi col protagonista, e più particolarmente al pubblico che non conosce la musica classica: quali personaggi scegliere, quali situazioni drammatizzare? Il mio obiettivo è di fare scoprire al grande pubblico le opere di cui ignorano la genesi, come le ultime sonate o gli ultimi quartetti per archi. Sono certo che anche voi pensiate che le ultime opere di Beethoven sono le più sublimi e le più inaccessibili dell'insieme della sua opera. Creare un film che mette le sue ultime opere alla portata del pubblico può divenare una prodezza. Il nostro film comincia nell’ aprile 1824, poco prima della “prima “ della Nona Sinfonia. Beethoven incontrò parecchi problemi col copista Wolank, e con Schlemmer, editore, cercò disperatamente qualcuno per sostituire Wolank, onde finire le parti per la prima. Immaginiamo che abbia chiesto FONDAZIONE GIORGIO CINI ONLUS l'aiuto del Conservatorio di Vienna, indicando loro che abbisognava di un loro studente di composizione, ritenuto il migliore. Così arrivò la nostra eroina, Anna Holtz. Immaginammo che Anna lavorasse duro con Beethoven, come aiuto a preparare la prima, avesse condiviso col Maestro le ansie ed i suoi timori. Immaginammo pure che avesse sub ito le critiche di Ludwig e che si disperasse. In seguito, immaginammo che quando il Maestro le ebbe presentate le sue scuse e chiesto nuovamente aiuto in occasione della composizione dei suoi ultimi quartetti, Anna avesse partecipato alla sua eredità musicale. E che in questo modo ella avesse appreso il significato profondo della musica e trovata la forza di diventare a pieno titolo compositrice. Questo film non vuol mancare di umorismo e di modi approfonditi di varie riflessioni. Alcuni dialoghi rievocano il senso dell'arte ed il ruolo dei musicisti. Beninteso, la musica è quel che è, sublime. Le riprese cominciarono il 5 aprile 2005 ed il film uscì nelle sale negli Stati Uniti alla fine del 2005 ovvero, meglio, agli inizi del 2006. Una parola sulla musica. La musica del film poi portata in CD venne registrata in studio. Invece, quella che si sente invece nel film corrisponde alle registrazioni con strumenti utilizzati dagli attori recitanti in presa diretta, eccetto, ovviamente la Nona Sinfonia. La ragione pratica è che sul luogo delle riprese la qualità del suono è meno buona che in studio. È anche vero che peri ultimi quartetti abbiamo utilizzato le registrazioni del «Tákacs Quartet». Questo modo di procedere era stato utilizzato anche per «Amadeus» e al suo successo ci siamo ispirati”. Ed Harris nella parte di Ludwig van .

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