RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO. Nuova Serie

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copertina colore.qxp_Layout 1 28/11/17 07:53 Pagina 1 gen.-dic. 2015 gen.-dic. RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO nuova serie - XI/1-2-3 ISSN 0037-2781 DI STATO RASSEGNA DEGLI ARCHIVI roma, gen.-dic. 2015 RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO nuova serie - anno XI - n. 1-2-3 roma, gen.-dic. 2015 Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Direzione generale Archivi. Servizio II, Patrimonio archivistico, Roma. Direttore generale Archivi: Mario Guarany, direttore responsabile. Comitato scientifico: il direttore generale Archivi, presidente, Paola Carucci, Antonio Den- toni-Litta, Micaela Procaccia, dirigente del Servizio II, Patrimonio archivistico, Co- simo Damiano Fonseca, Guido Melis, Claudio Pavone, Leopoldo Puncuh, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti. Redazione: Ludovica de Courten (segretaria); Antonella Mulè De Luigi. La « Rassegna degli Archivi di Stato », rivista quadrimestrale dell’Amministrazione archi- vistica, è nata nel 1941 come « Notizie degli Archivi di Stato » ed ha assunto l’attuale de- nominazione nel 1955. I testi degli articoli, i volumi da segnalare e la richiesta di fascicoli in omaggio o scambio vanno indirizzati a « Rassegna degli Archivi di Stato », Ministero dei beni e delle attività cul- turali e del turismo. Direzione generale Archivi. Servizio II, Patrimonio archivistico, via di S. Michele 22, 00153 Roma, tel. 0667236833. Sito Internet: <www.archivi.beniculturali.it>; e-mail: [email protected] I manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. È vietata la riproduzione, totale o parziale, degli articoli pubblicati, senza citarne la fonte. Gli articoli firmati rispecchiano le opinioni degli autori: la pubblicazione non implica adesione, da parte della rivista, alle tesi sostenute. CoNveGNo «IL bARoNe, IL MASSARo DI CAMPo, IL PRoIetto ... FAMIGLIe e StRAtIFI- CAzIoNe SoCIALe» (Salerno-Fisciano, 22-25 ottobre 2014) 7 eugenia Granito, Premessa, p. 9; Silvana Sciarrotta, Famiglie orafe nel Set- tecento salernitano. Vita domestica ed economica, p. 13; Maria Antonietta Del Grosso, Il bilancio domestico di una famiglia borghese nel Seicento, p. 31; eugenia Granito, «Le famiglie colpite dalla squallida miseria». Povertà e disagio familiare in provincia di Salerno tra Ottocento e Novecento, p. 37 ANNA MARIA PeDRoCChI, Collezionismo minore. Argenti, parati, mobili, metalli, gioie nelle «Stanze del tesoriere» 57 C. PAoLA SCAvIzzI, Imprenditoria preindustriale. La produzione di salnitro e polveri per la Camera apostolica tra Cinquecento e Ottocento 97 MARIoLINA PANSINI, Il fondo Ufficio Albania di bari (1921-1943) dell’Archivio di Stato di Bari 153 PAoLo FRANzeSe, Giorgio Cencetti e la ricerca del fondamento teorico dell’archi- vistica 247 ANtoNeLLA MULÈ, Da un’indagine tra gli utenti: linee di tendenza nella consulta- zione dei sistemi informativi archivistici 263 Note e CoMMeNtI Storia di una ricerca. elisabeth Crouzet-Pavan, Le Moyen Ȃge de Venise. Dès eaux salées au miracle de pierres (C. Salmini) 280 Il fondo musicale e l’archivio storico Mancinforte di Camerano. Una nuova acqui- sizione della biblioteca «Luciano benincasa» di Ancona (P. Ciarlantini) 286 Fonti per lo studio della storia della moda nell’archivio storico del Gruppo finan- ziario tessile (E. Merlo) 304 Un recente dono e una mostra all’Archivio di Stato di trieste. Studio Celli tognon 1964-1996. 33 anni di progetti (C. Barberi) 318 Una breve storia del cinema d’impresa (A. Mulè) 330 veRSAMeNtI, tRASFeRIMeNtI, DePoSItI, DoNI, ACqUIStI: 2015 335 INDICI DeLL’ANNAtA 389 CoNveGNo «IL bARoNe, IL MASSARo DI CAMPo, IL PRoIetto ... FAMIGLIe e StRAtIFICAzIoNe SoCIALe»* Salerno-Fisciano, 22-25 ottobre 2014 * Per il secondo anno l’Archivio di Stato di Salerno e FamilySearch, l’associazione internazionale che da anni si dedica alla digitalizzazione e indicizzazione di fonti archivistiche utili a ricostruire ge- nealogie e reti familiari, hanno coordinato quattro giornate di studio e informazione sulla ricerca ge- nealogica attraverso le fonti d’archivio. All’iniziativa hanno partecipato l’Università degli studi di Salerno, l’Osservatorio interdisciplinare per gli studi di genere e le pari opportunità (OGEPO), istituito presso la medesima Università, l’Archivio storico del Comune di Salerno, l’Archivio storico diocesano di Salerno e il Museo del cognome di Padula. Si pubblicano qui di seguito una sintesi del convegno e tre relazioni. Rassegna degli Archivi di Stato, n. s., XI (2015) Il convegno dal titolo «Il barone, il massaro di campo, il proietto…Famiglie e stratificazione sociale», si è proposto di studiare l’assetto della famiglia in rapporto appunto alla stratificazione sociale, analizzandone la struttura, il ruolo svolto al suo interno dai vari componenti, la consistenza patrimoniale, le attività economiche che svolgeva, nonché la sua evoluzione nel tempo. Sono state prese in considera- zione famiglie di diversa estrazione sociale, da quelle dell’aristocrazia, talora titolari di feudi, alle borghesi, impegnate in attività manifatturiere e mercantili, alle fami- glie operaie e contadine, fino a giungere a chi, come i trovatelli, non poteva contare su alcun nucleo familiare naturale di appartenenza. Le relazioni offrono interessanti spaccati sulla vita familiare dei vari ceti so- ciali, mettendone in risalto molteplici aspetti. In primo luogo lo stretto nesso esi- stente tra legami familiari e rapporti di lavoro, molto forte soprattutto nelle famiglie degli artigiani – è il caso degli orafi Giordano e Luciani, vissuti nella Salerno del XvIII secolo (Silvana Sciarrotta, Famiglie orafe nel Settecento salernitano: vita domestica ed economica), che condividevano la casa, oltre che il mestiere, peraltro trasmesso di generazione in generazione dai componenti anziani della famiglia ai più giovani, ed è altresì il caso del ceto mercantile di Cava in età moderna (Giu- seppe Foscari, Le famiglie patrizie a Cava nell’età moderna. Fotografia di un suc- cesso, per la cui attività la famiglia costituiva un supporto fondamentale, sia nella produzione manifatturiera che nella vendita del prodotto al minuto, nelle botteghe poste al pianterreno della casa di abitazione, che nei lunghi viaggi in cui il mercante era affiancato dai familiari. L’attività produttiva, come emerge dalla documenta- zione relativa ai De Marsilio (Gaetano De Luca, I De Marsilio: l’ascesa di una fa- miglia borghese nella Vallo del Settecento), una famiglia impegnata nella concia e nel commercio delle pelli, era gestita sempre a livello familiare, anche se acquistava dimensioni addirittura internazionali, con l’esportazione dei manufatti finanche in America. Particolare attenzione è stata rivolta alla posizione della donna, a cui si colle- gano le politiche matrimoniali che servivano a cementare i legami interfamiliari. Nelle varie tipologie di famiglie la donna ricopriva sempre un ruolo subordinato a quello maschile. Da più di una relazione emerge come non potesse scegliere il pro- prio futuro, che era assoggettato agli interessi familiari: quella appartenente ai ceti più elevati prendeva marito solo se il suo matrimonio serviva a creare legami stra- tegici con altre famiglie; in caso contrario, rimaneva nello stato di nubilato, come accadde a cinque ragazze della famiglia Messere nel XvIII secolo (Maria Carmela De Marino, La famiglia Messere Mastroserio de Vargas Machuca tra primogeni- ture e maggiorascati, secc. XVI-XX). Sovente doveva subire la monacazione for- zata, che avrebbe evitato la corresponsione della dote nuziale, di gran lunga più cospicua di quella monacale, lasciando così intatto il patrimonio familiare a van- 10 Eugenia Granito taggio del primogenito, secondo il principio del maggiorascato. Nell’archivio della famiglia del Mercato, il più consistente conservato presso l’Archivio di Stato di Salerno, è stato individuato un accordo stipulato nel ’600 e poi non realizzato per fondare un convento che rispondeva proprio all’esigenza di trovare una degna collocazione per le donne di famiglia, alle quali era interdetto il matrimonio (Pier Francesco del Mercato, Le famiglie nobili cilentane tra Medioevo ed Età moderna). Ma non solo nelle famiglie nobili, bensì anche in quelle borghesi le scelte matrimoniali delle donne dovevano sottostare all’approvazione maschile: nel suo testamento, redatto a metà Settecento, l’orefice salernitano Gennaro Gior- dano, nel fissare l’ammontare delle doti delle sue figlie, stabiliva che, se avessero contratto matrimonio senza il consenso dei fratelli e della madre, avrebbero ricevuto soltanto un decimo del loro importo. La famiglia diventava così, più che una co- munanza di vita basata su legami affettivi, una sorta di gabbia, fondata su conven- zioni sociali e su logiche di interesse economico che, di fatto, non lasciavano spazio alla libertà individuale. Non si può non pensare, in proposito, agli Studi sull’auto- rità e la famiglia (1936) della Scuola di Francoforte, che ben hanno messo in luce come la famiglia, nella storia, si configuri quale veicolo e strumento di difesa del- l’autorità sociale. Le discriminazioni nei confronti delle donne investivano anche il campo dell’educazione: agli inizi del Seicento, nel Quinternum de introito et exito, il libro dei conti delle entrate e delle uscite dei barra, una famiglia di im- prenditori tessili del settore laniero della valle dell’Irno, le spese per l’istruzione riguardavano solo i figli maschi, mentre per le due figlie femmine non era prevista alcuna formazione culturale (Maria Antonietta Del Grosso, Il bilancio domestico di una famiglia borghese del Seicento). Anche

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