Tesi di dottorato in Storia dell’Arte (XXIX° ciclo) Dipartimento di Storia dell'arte e spettacolo GIOVANNI DOMENICO CAMPIGLIA (1691-1775) “BRAVO PITTORE E PERFETTISSIMO DISEGNATORE” Tutor: Dottoranda: Dottoressa Novella Barbolani di Montauto Valentina Rubechini a.a. 2015-2016 A PG, grazie RINGRAZIAMENTI Innanzitutto desidero ringraziare la dottoressa Novella Barbolani di Montauto per aver seguito questa ricerca, avermi spronato, incoraggiato e dato fiducia. Ringrazio inoltre i seguenti istituti che mi hanno accolto e permesso di studiare al loro interno: Archivio dell’Arciconfaternita di Santa Maria Odigitria; Archivio Generale Arcivescovile di Bologna; Archivio di Stato di Firenze; Archivio di Stato di Lucca; Archivio di Stato di Pistoia; Archivio di Stato di Roma; Archivio Storico Capitolino di Roma; Archivio Storico del Vicariato di Lucca; Archivio Storico del Vicariato di Roma; Biblioteca Angelica Vaticana, Biblioteca dell’Accademia dei Lincei e Corsiniana; Biblioteca Hertziana di Roma, Biblioteca Marucelliana di Firenze; Biblioteca Moreniana di Firenze; Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; Biblioteca Nazionale Centrale di Roma; Biblioteca Riccardiana di Firenze; Biblioteca Statale di Lucca; Biblioteca degli Uffizi; Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi; Eton College Library; Kunsthistorisches Institut di Firenze; Istituto Centrale per la Grafica, Prints and Drawings study room al British Museum. Ringrazio inoltre il dottor Cristiano Giometti per l’incoraggiamento che non mi ha mai fatto mancare in questi anni e per i preziosi suggerimenti. Un pensiero grato anche a Marta e Alice, con cui negli anni ho condiviso memorabili momenti di studio e visite, successi e fallimenti. Infine ringrazio i miei genitori per avermi sempre permesso di fare libere scelte e in queste scelte avermi sostenuto incondizionatamente. Indice Introduzione…………………………………………………………………....p. I Capitolo I Biografia……………………………………………………………...................p. 1 Capitolo II Campiglia pittore………………………………………………………………..p. 24 Capitolo III Gli allievi (veri o presunti)…………………………………………...................p. 36 Capitolo IV Committenti e granturisti britannici……………………………………………..p. 48 Capitolo V Richard Topham………………………………………………………………...p. 63 Capitolo VI L’impresa editoriale del Museum Florentinum (1731-1762)…………………...p. 101 Capitolo VII Il Museo Capitolino (1741-1782)……………………………………………….p. 132 Capitolo VIII Altri disegni attribuiti a Campiglia……………………………………………...p. 146 Schema dei volumi di Eton……………………………………………………p. 156 Regesto………………………………………………………………………....p. 158 Appendice documentaria……………………………………………………...p. 169 Immagini I. Immagini capitoli I-V……….……………………………………………......p. 193 II. Immagini Eton College Library……………………………………………...p. 201 III. Immagini Museum Florentinum…………………………………………….p. 246 IV. Immagini Museo Capitolino………………………………………………...p. 273 V. Immagini Altri disegni……………………………………………………….p. 282 Bibliografia……………………………………………………………………..p. 293 Avvertenza Le immagini sono in fondo al testo (indicate con “Fig.”), ad eccezione di alcune incisioni e dei confronti tra taluni disegni e le sculture di cui sono copia, che sono stati inseriti nei capitoli per facilitare la lettura e che sono indicati con il riferimento in corsivo (Fig). L’indicazione “Tav.” si riferisce esclusivamente alle tavole delle incisioni delle edizioni a stampa di cui si tratta, mai alle immagini proposte. Introduzione La tesi intende delineare le vicende biografiche e artistiche del lucchese Giovanni Domenico Campiglia, artista noto per aver preso parte alle maggiori imprese editoriali del Settecento a Firenze e Roma, ma di cui manca uno studio monografico. Il lavoro è articolato in otto capitoli, corredati da appendice documentaria e immagini, che partono con la ricostruzione della biografia. Immediatamente è emerso che tutti gli studi precedenti sull’artista hanno assunto come punto di riferimento la biografia scritta dall’abate Orazio Marrini (1725-1790), fonte coeva all’artista; tuttavia, ci si è resi conto ben presto che tale biografia riporta fatti fino ad ora non suffragati o verificati da rinvenimenti archivistici, dato che gli studi su Campiglia non avevano affrontato indagini approfondite in tal senso. Grazie a nuove ricerche sono pertanto emersi particolari inediti della vita dell’artista che hanno permesso di correggere innanzitutto la data di nascita, anticipandola di un anno rispetto a quella tradizionalmente adottata sulla scorta di Marrini. Inoltre il rinvenimento di alcune lettere ignote alla bibliografia su Campiglia e lo studio dei registri parrocchiali, con particolare riferimento agli Stati delle Anime, hanno consentito di precisare altre date del nebuloso periodo giovanile del disegnatore. L’analisi della corrispondenza tra personaggi a lui contemporanei, come monsignor Giovanni Gaetano Bottari, Anton Francesco Gori, Francesco de’ Ficoroni e Braccio Maria Compagni ha inoltre portato in luce altri aspetti delle sue attività, legate al commercio di reperti antichi tra Firenze e Roma. Il capitolo dedicato alla pittura fa il punto sullo stato delle conoscenze sull’attività di Campiglia in questo campo, che probabilmente non fu al centro dei suoi interessi molto a lungo, ma su cui si aspettano ancora rinvenimenti che possano gettare una luce anche in questa direzione. In tal senso di un certo interesse risulta un quadro a lui attribuito passato pochi anni fa sul mercato antiquario di cui si dà conto, pur con le dovute cautele. Ardua da dipanare è la questione degli allievi dell’artista, su cui le fonti quasi tacciono; se è vero che sappiamo chi furono i suoi collaboratori occasionali nel corso delle imprese editoriali da lui dirette, poco o niente conosciamo invece degli artisti che dovettero transitare dalla sua bottega come allievi. L’incrocio delle informazioni I desunte da varie fonti consente adesso di aprire uno squarcio sulla bottega dell’artista e al tempo stesso di confutare alcuni nomi riportati dalla critica moderna come allievi di Campiglia. Il capitolo relativo ai granturisti con cui l’artista fu in contatto nel corso della sua lunga carriera ci mostra un Campiglia perfettamente inserito nell’ambiente internazionale che caratterizzava la città papale nel crescendo continuo di viaggiatori provenienti dal resto d’Europa. La ricerca si è poi indirizzata sullo studio dell’attività grafica di Campiglia, attività in cui riusciva ad esprimersi al meglio, come riconosciuto anche dai contemporanei. I nuclei più consistenti di disegni, a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo, sono adesso alla Eton College Library, al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi ed un terzo all’Istituto Centrale per la Grafica. I primi ad essere realizzati furono i disegni per il facoltoso committente inglese Richard Topham che alla sua morte lasciò in eredità alla biblioteca del College di Eton i volumi con i disegni da lui commissionati a vari artisti, tra cui, con oltre seicento fogli, Campiglia. I disegni di quest’ultimo per Topham costituiscono anche le prime testimonianze, se si eccettuano pochi altri fogli di diversa fattura, dell’attività del lucchese. Attraverso lo studio dei disegni di Eton è possibile riconoscere diversi tipi di approccio stilistico dell’artista all’antico, che in seguito lasceranno il posto ad una più rigorosa riproduzione dell’antichità, come ben esemplifica, in particolare, il Museo Capitolino. I disegni per Topham inoltre spesso costituiscono una testimonianza grafica della consistenza di determinate collezioni (soprattutto romane e fiorentine) che nel corso del tempo sono andate perdute, smembrate e vendute. I disegni degli Uffizi servivano da modello agli incisori incaricati delle tavole del Museum Florentinum (1731-1762), impresa editoriale promossa da Anton Francesco Gori e volta a mostrare i pezzi di maggior pregio della collezione medicea, e non solo, di scultura, numismatica e glittica degli Uffizi. Si tratta di più di mille fogli, quasi tutti attribuiti a Campiglia, sebbene in alcuni casi sia lecito dubitare dell’autografia. Stesso scopo avevano i disegni adesso conservati all’Istituto Centrale per la Grafica, erano cioè i disegni di riferimento per gli incisori che lavorarono alla pubblicazione II del Museo Capitolino (1741-1782), impresa editoriale che si pone come un vero e proprio catalogo del neonato Museo sul Campidoglio e il cui fautore fu monsignor Bottari. I disegni sono stilisticamente diversi tra loro e ciò è dovuto in primis all’evoluzione e alla maturazione artistica dell’artista, ma anche alla diversa destinazione di tali fogli. Se i nuclei romano e fiorentino possono essere accostati in virtù del comune utilizzo dei disegni per l’edizione a stampa, quello di Eton aveva tutt’altro scopo ed era per un committente, Richard Topham, che voleva farne un uso “privato”. C’è infine un ultimo capitolo che prende in esame altri piccoli nuclei di fogli attribuiti a Campiglia, confermandone e confutandone l’attribuzione. Il criterio selettivo è stato l’originalità dei disegni rispetto alle numerose riproduzioni delle tavole delle imprese editoriali che si trovano sparse in diverse collezioni, pubbliche e private. In questo capitolo si è scelto in parte di privilegiare fogli che mostrassero un Campiglia inedito e diverso dal solito (per esempio con un piccolo gruppo di caricature), sebbene nella maggior parte dei casi la produzione riguardi sempre l’antico. Nell’Appendice documentaria sono raccolti gran parte dei documenti citati nel testo e utili alla comprensione dello stesso, in parte trascritti in questa sede per la prima volta. III
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