BAGNOLI IRPINO Dopo Il Terremoto Del 23 Novembre 1980

BAGNOLI IRPINO Dopo Il Terremoto Del 23 Novembre 1980

Tommaso Aulisa BAGNOLI IRPINO dopo il terremoto del 23 Novembre 1980 Con cenni: ALLA STORIA AL TERRITORIO ALLE OPERE D'ARTE AL TURISMO AI DANNI TIPOLITOGRAFIA IRPINA - LIONI PREFAZIONE Questo volume vuole essere una modesta documentazione dei danni arrecati al Comune di Bagnoli Irpino dal terremoto del 23 novembre 1980. In passato non mancarono altri eventi sismici, come quelli del 1688 e 1694. Quest'ultimo del 1980, anche se ci ha risparmiato vite umane, se si eccettuano tre nostri concittadini deceduti nei paesi viciniori, i danni ar- recati al patrimonio edilizio pubblico e privato, al centro storico, a chiese monumentali di particolare interesse, sono consistenti e da non essere sot- tovalutati, come dimostra la documentazione fotografica. Le notizie storielle e quelle sul territorio, particolarmente quelle rela- tive alle opere d'arte della chiesa di S.Maria Assunta e di S.Domenico, so- no state rilevate da: Alfonso Sanduzzi - «Memorie storielle di Bagnoli» -. Belisario Bucci - «Bagnoli Irpino e le sue Opere d'Arte-Guida Raffaele Lenzi - «L'Arte a Bagnoli Irpino nel secolo XVII-». • Generoso De Rogatis - «Gli Uomini Illustri di Bagnoli». Generoso Patrone - «Piano di Assestamento Forestale dei boschi del Comune di Bagnoli Irpino» -. Altre notizie sono state rilevate da pubblicazioni varie, riportate in Bi- bliografia, particolarmente da «I terremoti in Irpinia» di Salvatore Pesca- tori. La storia del Coro e la descrizione delle chiese monumentali di S.Do- menico e S.Maria Assunta sono state letteralmente trascritte come pubbli- cate dagli Autori, per gentile autorizzazione degli Eredi. Ad Alfonso Sanduzzi, Generoso De Rogatis, Belisario Bucci, Salvatore Pescatori, Raffaele Lenzi che, dedicando tempo prezioso della loro vita al- le ricerche, hanno fatto sì che generazioni presenti e future hanno più. am- piamente conosciuto e conosceranno la storia del proprio paese e quella delle loro slesse origini, vada, a loro ricordo, l'omaggio di questa assai mo- desta pubblicazione, con l'auspicio che in avvenire, non vorranno manca- re altri indagatori e ricercatori i quali, ad esempio di questi nostri passati illustri concittadini, amplieranno, con altre notizie inedite, la storia di Ba- gnoli, ricca di tradizioni culturali, di arte, di libertà. Bagnoli Irpino, Natale 1982 Tommaso Aulisa - 3 Q Bagnoli Irpino - Pianta del centro abitato nell'anno 1980 effettuata con rilievo aereofotogrammetnco, a cura della Comunità Montana «Terminio - Cervialto». na omonima. Il materiale archeologico rinvenu- un frammento di esso con l'iscrizione Mario to, messo a disposizione della Soprintentenza al- Egnatio Irpino. le Antichità di Napoli. Sulla base di ricerche effettuate da numero- I pochi casuali ritrovamenti archeologici, in si storici che si sono, in tutti i tempi, interessati mancanza di ricerche e razionali scavi, la ric- alla Valle del Calore, e quindi anche al territorio chezza di pascoli e sorgenti montane, con un va- del Comune di Bagnoli Irpino, alla fine del I mil- sto territorio a quote più basse, fino al fiume Ca- lennio dell'Era Cristiana, gli uomini che avevano lore, scarsamente innevato durante l'inverno, abitato la campagna, in forma nomade o in casu- che consentiva la presenza permanente di man- pole sparse, non furono né Irpini né coloni, ma drie e gregi, ipotizzano insediamenti umani in discendenti di essi. tempi assai remoti. Il Castello Longobardo, del quale sono resta- Fin dall'alba dei tempi storici, scrive Alfonso ti oggi pochi ruderi, sorse nell'VIII secolo, e de- Sanduzzi nelle sue «Memorie storiche di Bagnoli ve ritenersi che nei pressi di esso sorse il casale Irpino» edite nell'agosto del 1923 e ristampate a di «Balinulo», al quale, per comune difesa, si cura del Comune di Bagnoli Irpino nel unirono gli abitanti degli altri esistenti, sparsi 1975-Tip.Dragonetti-Montella-, questi luoghi era- nel territorio, e soprattutto quello antichissimo no popolati dagli Irpini, i quali furono una colo- di S.Lorenzo. nia, che distaccatasi dal Sannio, e risalendo a ri- Nel 1651, essendo andata distrutta l'antica iroso il fiume Calore, venne ad insediarsi nelle chiesa Collegiata di S.Maria Assunta, a causa di pendici laterali delle sue sponde fino a raggiun- un incendio, andarono perdute tutte le notizie gere l'origine di esso. E prosegue: tra le lapidi epi- sugli antichi Casali, trascritti negli archivi di grafi murate nella chiesa di Fontigliano, località questa chiesa, per esservi affluiti, in forma colle- fra Bagnoli e Nusco, le quali sono riportate dallo giale, i rettori delle chiese dei casali abbandona- scrittore Nuscano Della Vecchia Nunzio, havvi ti. BAGNOLI IRPINA Bagnoli Irpino - Pianta del centro abitato nell'anno 7885 dedicata al Sindaco Michele Lenzi dai propri amici. Si sa che essi furono moltissimi, ma soltanto Si sa pure che quando nel XIII secolo gli abi- di sei si è tramandata la loro ubicazione e anche tanti di tutti i Casali,precedentemente esistenti, il nome, come S.Lorenzo, la cui chiesa fu costrui- per comune difesa e soprattutto per sfuggire al- ta da S.Amato, primo Vescovo della Diocesi di leincursioni dei Saraceni, si erano uniti e siste- Nusco, dopo il mille; «S.Janni» (S.Giovanni), nel- mati nei pressi di una antichissima chiesa, Santa la contrada di S.Benedetto, ancora oggi così no- Maria, sul poggio nelle vicinanze del Castello minata; S.«Potito», nei pressi dell'attuale con- Longobardo, ed esattamente ove oggi sorge la trada «Lacrone», «S.Juorio» (S.Gregorio), la cui grande chiesa Madre, conservarono tutta la loro contrada oggi denominata «Fontanavulli», Altri autonomia religiosa, nel senso che ogni rettore ancora ne sorgevano nella contrada «Patierni e continuava a curare le proprie anime, così come Crisci, ove secondo lo stesso Bucci» si sono tro- avveniva precedentemente nella chiesa del pro- vati resti di abitazioni ed altri importanti oggetti prio Casale, ed insieme concorrevano a nomina- archeologici». re le altre cariche. Questi casali, invasi ed occupati dalle colo- Fino al 1806, data della soppressione della nie romane di Siila che ne scacciarono gli abi- feudalità, avvenuta ad opera dei francesi, mol- tanti, furono successivamente distrutti dai lon- tissimi furono i feudatari che si successero, a se- gobardi, e poi ricostruiti, allorché passata la lo- condo delle varie occupazioni ed invasioni. ro iniziale ferocia, narra Sanduzzi; ma nuova- Inizialmente fece parte del Gastaldato di mente abbandonati a seguito di nuove invasioni, Montella e, per circa due secoli, della Contea di come quelle dei saraceni, dei musulmani e dei S.Angelo dei Lombardi. franchi. Nuovamente incorporato alla Contea di Ma il primo documento che fa riferimento a Montella, divenne Ducato e quindi, nel 1611, au- Bagnoli «locus balneoli» rimonta al 1001, secon- tonomo. do un documento o«Chartalongobarda», del Du- Vi governarono i D'Aquino, conti di Acerra, cato di Benevento. ai quali nel XVI secolo vi successero i Gianvila, - 7 L'organizzazione comunitaria e i doveri e di- ritti di ogni cittadino erano regolati da una sorta di leggi locali contenute nei Capitoli, presso la chiesa Collegiata, che ogni feudatario, all'atto della presa in possesso del Feudo, era tenuto non solo a rispettare ma a giurare pubblicamen- te la osservanza. Dalle indagini e ricerche effettuate da nu- merosi storici, soprattutto da Sanduzzi, il quale con una voluminosa pubblicazione, (Memoria storica di Bagnoli Irpino), ha fornito notizie sto- riche fin nei più minuziosi particolari, si sa che i feudatari che lasciarono il miglior ricordo della loro presenza furono i Canaviglia, dal 1445 in poi, con Troiano I, Diego I e II, Troiano II e Gar- zia II. Aperti ad ogni forma di progresso, tanto da trasformare il paese, in un secolo e mezzo di loro amministrazione, in una oasi di prosperità, per le iniziative intraprese e le piccole industrie im- piantate, favorirono soprattutto la diffusione della cultura e delle arti. Foto A. Nicastro Bagnoli Irpino - Centro storico di via Cestaro conti di S.Angelo, che tennero il Ducato fino al 1445, dopo di che giunsero i Canaviglia, che lo tennero fino al 1589. Ceduto il feudo a tal Giovanni Caputo, si susseguirono fino al 1806, con la soppressione della Feudalità, altri feudatari, come Allegra De Foto T. Aulisa Tassis, lo spagnolo Bernardo De Quisos e la sua Bagnoli Irpino - Centro storico - Uno scorcio di via Carpine sotto la vedova, nel 1623, Beatrice Maiorga. Ed infine i neve Maiorga Strozzi di Firenze. L'esser sorto, questo piccolo Comune messo fra le montagne dell'Appennino Picentino, dalla unione di più insediamenti umani, si sviluppò e si potenziò in esso il senso dell'autonomia. 8 - Foto A. Capozzi Laceno - Pasco/i montani Furono di botteghe e artisti bagnolesi, come pienza e la «Natività» e «l'Epifania» in S.Teresa, si rileva dalla pregevole opera di Alessandra Per- della stessa città. riccioli, il Coro della chiesa della SS.Annunziata Ad Amalfi, scrive Bucci, nel ricco soffitto del- di Avella, della Cattedrale di S.Amato in Nusco, la navata centrale e nel transetto del celebre Duo- della Cattedrale di S.Angelo dei Lombardi, della mo, quattro grandi e bei affreschi dal titolo: Mar- chiesa dell'Assunta di Guardia dei Lombardi e tirio e Miracoli di S.Andrea Apostolo. quello della chiesa di S.Francesco in Mirabella. A Roma, continua Bucci nel capitolo «Prin- Di artisti e bottega bagnolese furono anche i cipali opere di Artisti bagnolesi esistenti in altre pulpiti della chiesa di S.Francesco di Mirabella, Città», alVAccademia dei « Virtuosi» al Pantheon, della Cattedrale di Nusco e S.Maria del Piano in un quadro: «il Martirio di un Santo», ed a Nusco, Montella, nonché il confessionale della chiesa di nella Cattedrale: «la Madonna del Rosario». S.Modestino di Mercogliano. Del pittore Giacomo Cestaro, a Napoli, nella Ma le opere realizzate in bagnoli superarono chiesa di S.Filippo e Giacomo, la predica di S.Fi- ogni vetta e divennero veri e stupendi capolavo- lippo e molti altri, ed in quella di S.Paolo Maggio- ri , come il Coro della chiesa Collegiata S.Maria re, in via Tribunali, degli affreschi nella volta de- Assunta, che i critici considerarono più unico la prima cappella del transetto destro.

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