Alla Scoperta Del Nostro Villaggio Numero 52

Alla Scoperta Del Nostro Villaggio Numero 52

Luglio 2019 Alla scoperta del nostro villaggio numero 52 I Frè • Lettera ad un pastore solitario • Aquile, lupi, vipere e … spiriti folletti • La fontanella di piazza Rivoli a Torino, tra leggenda e realtà storica • Su alcuni petroglifi di Bogone (Seconda parte) • I molluschi terrestri a Balme e nelle Valli di Lanzo (1864) • Martassina e Balme: storia di un anonimo spazzolatore di massi • Perché camminare ? Perché camminare in montagna? • Storia di un sentiero millenario • Ciamarella, amor mio! • La Fontana del prete • L’anno più lungo. La guerra civile sull’uscio di casa (1943 -’44) Realizzato a cura del Comune di Balme (TO), scaricabile, con tutti gli arretrati, dal sito web: www.comune.balme.to.it BARMES NEWS n.52 Lettera ad un pastore solitario manciata di case attorniate da una cornice di monti. Balme, un paese di alta montagna che appare minuscolo di fronte a Cortina d'Ampezzo, Simone Massa Courmayeur, Sestriere, Livigno e a tanti altri comuni dell’arco alpino che rappresentano delle Carissimo pastore solitario, vere e proprie calamite per il turismo.A tratti sei un uomo senza nome, un pastore sconosciuto, Balme sembra un luogo che nulla può offrire alle ma certamente con una storia alle spalle. L’idea di nuove generazioni ma ti mentirei, caro pastore scriverti mi è venuta ricordando un brano tratto senza nome, se non ti dicessi che ai miei occhi il da un libro (“Lassù sotto la luna. Vita agro-pastorale tuo volto assume le fisionomie dei tanti pastori e nelle alte valli” di Gianni Castagneri, Neos Edizioni, allevatori che popolano il comune e che lo 2008). Esso racconta un episodio che ha come rendono vivo, produttivo e offrono opportunità protagonista proprio un pastore, di quelli che per i giovani. Non prendiamoci in giro: il mestiere salgono in alpeggio durante l’estate con le loro dell’allevatore è totalizzante, chiede e vuole tutto mandrie e le loro greggi, portando a volte con sé della vita di chi lo pratica a discapito della vita anche la famiglia. Questo aneddoto è ambientato sociale, delle festività e delle vacanze, il pastore di a Balme, il comune più alto delle Valli di Lanzo, in montagna infatti potrebbe addirittura sembrare provincia di Torino, proprio sul confine con la un uomo “fuori dal coro” un “diverso” in una Francia: è ormai sera, una sera d’estate, un società in cui l’apparenza e la moda la fanno da pastore, come molti altri, è sceso a Balme per una padrone, facendo quindi dimenticare a tutti che il festa di paese, e, nella notte ormai inoltrata, si guardiano della montagna, qual è il pastore, appresta a tornare all’alpeggio del Pountàt, ad rappresenta per tutti una risorsa irrinunciabile. Il oltre 2000 metri di quota. A tratti il sentiero è mestiere del pastore, per chi lo ama, non è un stretto, è facile inciampare, la baita si trova ai lavoro, è un grande amore: nella vita ci sono piedi della catena montuosa del Servin, nel numerosi grandi amori, ben differenti dalle vallone Paschiet, una valle dove si incontrano infatuazioni di un secondo, sono amori che forse laghi dai colori sfavillanti tra il verde e l’azzurro; non possono finire, durano per sempre. La appena superata una prima baita appoggiata ad vocazione ad essere pastore è uno di quegli amori, un enorme roccia sbucano due finanzieri che un sentimento incondizionato verso ciò che si fa. I pattugliavano la valle per contrastare il grandi amori, proprio perché grandi, non contrabbando con la Francia (Balme è infatti riparano dal dolore, dalla sfiducia ma danno la ricordata per il “commercio” con la Francia, forza per vivere i momenti difficili, le bufere specialmente per il sale). I finanzieri rivolgono al dell’esistenza. A volte in montagna si incontra il pastore delle doverose domande chiedendo anche maltempo e, anche se il paesaggio è bellissimo, si la meta verso la quale si dirige: il pastore, che è costretti a fermarsi, a bivaccare, a volte si è quella sera non si esentò di certo dal bere qualche costretti a tornare indietro, al rifugio. Una bicchiere di vino durante la festa, risponde montagna certamente impervia quella di Balme sarcasticamente: “Là, sotto la luna!” , una risposta che riserva però tante soddisfazioni racchiuse nei per lo meno “poetica” ma certamente concreta piccoli gesti di ogni giorno: aiutare un capretto a visto che sulle montagne che fanno da cornice venire al mondo, preparare il formaggio, fermarsi all’alpeggio del pastore, risplende una un attimo mentre le vacche pascolano per dare provvidenziale luna piena. Non si conosce, una carezza al cane dal nome pittoresco, a volte misterioso pastore, come questo interrogatorio unico amico e collega della stagione estiva. In “sui generis” sia terminato, molto probabilmente i fondo Balme e più in generale la montagna, quella finanzieri si saranno accorti che tu potevi essere più autentica e solitaria, rappresentano la tutto meno che un contrabbandiere e ti avranno parafrasi di ogni vita e il pastore, in fin dei conti, è certamente lasciato proseguire il cammino. tra coloro che l’anno capito, affrontando la vita Carissimo pastore, sappiamo entrambi che Balme come uno scalatore: pazienza, umiltà, esperienza, non è un paese facile, il clima è spesso avverso, in fiducia nei propri passi. C’è un posto a Balme inverno la neve scende copiosa e il paese è dove si domina tutto l’abitato sottostante, un continuamente esposto al pericolo delle valanghe piccolo pilone dedicato a San Pancrazio, attorniato che spesso si sentono rumoreggiare a due passi dal bosco e poco lontano dall’alpeggio della dall’abitato ma il paesaggio è mozzafiato: una 2 BARMES NEWS n.52 Cumba. Ricordo che alla sera, dopo cena, visitavo dal sole, dal rumore dell’acqua che scorre nel sempre quel luogo per contemplare la bellezza del fiume poco lontano, dal belato di una capra che paese illuminato dai soli lampioni dalla luce elemosina un tozzo di pane, dal sorriso aranciata che illuminano le abitazioni, la chiesa intelligente della mucca che annusa il vitello, dal parrocchiale e alcuni caseggiati, costruiti nel ‘400, soave profumo dei fiori che riempiono i prati, dai per i quali sembra che il tempo si sia fermato. mille colori autunnali, dal naso freddo e umido Osservando l’antico villaggio sembra affiorare il del cane che chiede una carezza, dalla luce delle pensiero che da un momento all’altro si possa stelle e di quella Luna che accompagna le tue notti scorgere una donna con un foulard nero in testa e insomma, dalle piccole cose, quelle a cui non si dà il vestito della domenica, quello buono, anch’esso peso ma che riempiono il cuore. Là, dove le cime nero, che si dirige in chiesa, intitolata alla dei monti toccano il cielo, là dove le stelle Santissima Trinità, oppure un uomo a cavallo, un rischiarano il tuo cammino, là dove l’immenso viandante, giunto a Balme per varcare il confine, cielo azzurro accompagna le tue giornate, là dove in fuga da chissà quali malefatte, o ancora il lungo le aquile volano indisturbate facendo sentire il corteo che porta a Torino la Sacra Sindone, partita loro canto, là dove gli stambecchi e i camosci da Chambery nel 1535, per accorciare il cammino saltellano da una parete dall’altra, là dove la neve al futuro San Carlo Borromeo che, da Milano, dell’inverno copre tutto gettando ogni cosa nel intendeva partire alla volta di Torino per silenzio del letargo, là dove il profumo dei fiori e venerarla (a Balme infatti è ancora presente la del timo usato per i formaggi inebria ogni angolo, Cappella della Sacra Sindone, dove la reliquia là dove lo scoppiettare del fuoco rinfranca le tue venne fatta sostare). La montagna forma alla vita, giornate, là dove il latte degli animali viene fatto chi la frequenta finisce inspiegabilmente per fruttare costituendo il sostentamento dei tanti cambiare: la bellezza affina lo sguardo, rende pastori solitari, là dove tante vite sono iniziate e squillante il battito del cuore che sembra altrettante sono finite e a loro perenne ricordo traboccare di fronte alla bellezza del panorama. sono state poste delle croci, là dove l’infinito si Caro pastore montanaro, la solitudine nella quale riassume nel maestoso paesaggio che ti circonda ti puoi sentire imbrigliato non è il risultato di una accogliendo i tuoi pensieri, le tue angosce, i tuoi vita storta, sbagliata, o il rimasuglio di pianti e i tuoi sorrisi là, caro pastore solitario, là, un’esistenza senza sicurezze ma il desiderio di in quelle valli, il mio cuore è rimasto, là il mio costruire qualcosa di bello, di fare della vita un cuore trova riposo, pace e conforto... capolavoro, di rendere migliore il luogo in cui si vive e di sentirsi utili, migliori giorno dopo giorno Dedicato a tutti i pastori e allevatori di Balme perché cercando di trovare un posto, anzi, “il” posto dove possano continuare a rendere il paese ancora più bello. sentirsi in pace. Quella pace che senti nel cuore viene resa tale dal profumo dei larici illuminati morto per morso di vipera, dalla metà del ‘600 ai giorni nostri. Aquile, lupi, vipere e … Eppure in passato, quando i Balmesi in estate spiriti folletti camminavano scalzi, raccoglievano il fieno lasciato a seccare, oppure, sulle rocce, lo raccoglievano a ciuffi con la “missouìri”, la falce Giorgio Inaudi messoria, le morsicature erano abbastanza frequenti. Il morso della vipera aspide, quella che Dalle nostre parti non esistono animali pericolosi. c’è da noi, è molto doloroso e lascia per lungo Certo ci sono le vipere e i nostri bambini, sin da tempo disturbi neurologici, ma raramente è quando incominciano a camminare, devono mortale. La gente sapeva come intervenire: si imparare a non infilare le dita nei buchi delle faceva con il coltello un taglio sulla ferita a forma pietraie.

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