Piano Faunistico Venatorio Regionale (Pvfr) 2010/2020

Piano Faunistico Venatorio Regionale (Pvfr) 2010/2020

Regione Campania A.G.C.Sviluppo Attività Settore Primario Settore Foreste Caccia e Pesca PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE (PVFR) 2010/2020 Bozza ad uso della procedura VAS al 15 settembre 2011 a cura della Regione Campania AGC 11 Sviluppo Attività Settore Primario Settore Foreste Caccia e Pesca Consulenza scientifica: Università Federico II di Napoli, Dipartimento di Scienze Biologiche Indice PARTE 1: GENERALITA’ 5 CAPITOLO 1 : RIFERIMENTI NORMATIVI 6 1.1 L A GESTIONE FAUNISTICO- VENATORIA 6 2.2 L A VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.) 8 CAPITOLO 2 : ANALISI DEL TERRITORIO REGIONALE 10 2.1 U SO DEL SUOLO E COPERTURA VEGETAZIONALE 10 2.2 R ETE NATURA 2000 13 2.3 A LTRE AREE PROTETTE 22 2.4 A REE CONTIGUE 25 2.5 Z ONE DI RISPETTO VENATORIO 27 2.6 A SPETTI FAUNISTICI 29 2.7 A REE IMPORTANTI PER LA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI 49 2.8 H ABITAT IMPORTANTI 53 2.9 S PECIE DI INTERESSE VENATORIO 54 2.10 S PECIE ALIENE E ALLOCTONE 70 2.11 L’ ESERCIZIO VENATORIO 72 2.12 I MMISSIONI E RIPOPOLAMENTI 82 2.13 A REE A GESTIONE PRIVATA DELL ’ATTIVITÀ VENATORIA 83 CAPITOLO 3 : METODOLOGIE E INDIRIZZI SEGUITI 84 3.1 D EFINIZIONE E CRITERI PER IL CALCOLO DEL TERRITORIO AGRO -SILVO -PASTORALE (TASP) 84 3.2 C RITERI PER LA VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ E L ’IDONEITÀ DELLE STRUTTURE FAUNISTICHE 84 PARTE 2: I PFV PROVINCIALI 89 CAPITOLO 4: ANALISI DEI PFV PROVINCIALI 90 4.1 A VELLINO 90 4.2 B ENEVENTO 95 4.3 C ASERTA 99 4.4 N APOLI 101 4.5 S ALERNO 104 CAPITOLO 5: COMPATIBILITÀ DEI PFVP CON LE LINEE GUIDA 109 5.1 A VELLINO 109 5.2 B ENEVENTO 112 5.3 C ASERTA 114 5.4 N APOLI 116 5.4 S ALERNO 118 PARTE 3: COORDINAMENTO E PIANO REGIONALE 120 CAPITOLO 6: LA GESTIONE VENATORIA 121 6.1 TASP E SUPERFICIE A GESTIONE PROGRAMMATA 121 6.2 A MBITI TERRITORIALI DI CACCIA 122 2 6.3 D ISTRIBUZIONE DEI CACCIATORI 122 6.4 D ENSITÀ VENATORIA 123 6.5 A TTIVITÀ VENATORIA NEI SITI NATURA 2000 124 CAPITOLO 7: STRUTTURE FAUNISTICHE 126 7.1 O ASI DI PROTEZIONE DELLA FAUNA 126 7.2 Z ONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA 128 7.3 C ENTRI PUBBLICI DI PRODUZIONE DELLA FAUNA SELVATICA ALLO STATO NATURALE O INTENSIVO 131 7.4 C ENTRI PRIVATI DI PRODUZIONE DI SELVAGGINA ANCHE ALLO STATO NATURALE 132 7.5 Z ONE E RELATIVI PERIODI PER L'ADDESTRAMENTO , L'ALLENAMENTO E LE GARE DEI CANI SU FAUNA SELVATICA NATURALE SENZA L 'ABBATTIMENTO DELLA FAUNA SELVATICA 133 7.6 Z ONE E PERIODI PER L 'ADDESTRAMENTO , L'ALLENAMENTO E LE GARE DI CANI CON L'ABBATTIMENTO ESCLUSIVO DI FAUNA DI ALLEVAMENTO APPARTENENTE A SPECIE CACCIABILI 133 7.7 Z ONE IN CUI SONO COLLOCABILI GLI APPOSTAMENTI FISSI 134 7.8 V ALICHI MONTANI INTERESSATI DALLE ROTTE DI MIGRAZIONE 135 CAPITOLO 8: GESTIONE DEI DANNI PROVOCATI DALLA FAUNA SELVATICA 136 8.1 G ESTIONE DEI DANNI ALL’AGRICOLTURA 136 8.2 P REVENZIONE DEI SINISTRI STRADALI CON COINVOLGIMENTO DI FAUNA SELVATICA 138 CAPITOLO 9: MIGLIORAMENTO FAUNISTICO 139 9.1 I NDIRIZZI PER LE IMMISSIONI DI FAUNA SELVATICA 139 9.2 I NDIRIZZI PER IL MIGLIORAMENTO AMBIENTALE 147 9.3 I NDIRIZZI PER LA GESTIONE DELLE SPECIE PROBLEMATICHE O ALLOCTONE 159 9.4 I NDIRIZZI PER IL MONITORAGGIO FAUNISTICO 162 9.4 I NDIRIZZI PER IL CALENDARIO VENATORIO 163 PARTE 4: ALLEGATI 165 CAPITOLO 10: BIBLIOGRAFIA 166 10.1 E LENCO DELLA BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 166 CAPITOLO 11: ELENCO DELLA CARTOGRAFIA ALLEGATA 179 11.1 L E STRUTTURE FAUNISTICHE 179 3 Il Piano Faunistico Venatorio Regionale è stato curato dalla Regione Campania AGC 11, Sviluppo Attività Settore Primario Settore Foreste Caccia e Pesca Consulenza scientifica: Università Federico II di Napoli, Dipartimento di Scienze Biologiche Gruppo di lavoro coordinato dalla Prof. Maria Filomena Caliendo Elaborazioni cartografiche, GIS e modelli Istituto di Gestione della Fauna, Napoli Prof. Gabriele de Filippo Ha contribuito: Gruppo di lavoro Formez Progetto P.O.N. G.A.S. “Competenze per lo Sviluppo” Coordinato dal Prof. Antonio Saturnino Consulenti per la VAS: Gabriele de Filippo e Maurizio Fraissinet 4 PARTE 1: GENERALITA’ 5 CAPITOLO 1 : RIFERIMENTI NORMATIVI 1.1 La gestione faunisticofaunistico---- venatoria Gli obiettivi di un piano faunistico – venatorio sono regolati da una serie di leggi, che verranno in seguito elencate, e consistono nel realizzare le migliori distribuzioni qualitative e quantitative sul territorio delle comunità faunistiche, e nello stesso tempo garantire il diritto all’esercizio dell’ attività venatoria a chi la pratica. Gli strumenti per raggiungere tali obiettivi sono elencati principalmente nelle Legge 157/92 e nella Legge Regionale 8/96. In particolare il comma 1 dell’articolo 10 della Legge 157/92 afferma: “ Tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore, alla conservazione delle effettive capacità riproduttive e al contenimento naturale di altre specie e, per quanto riguarda le altre specie, al conseguimento della densità ottimale e alla sua conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio ”. La Regione Campania ha recepito le direttive della Legge 157/92 approvando la Legge Regionale n. 8 del 10 aprile 1996 “Norme per la protezione della fauna selvatica e disciplina dell’attività venatoria in Campania” (B.U.R.C. n. 22 del 19 aprile 1996). L’articolo 11 della Legge Regionale Campania fornisce indicazioni e perimetrazioni sul territorio ove potranno essere istituiti particolari strutture come: 1) oasi di protezione 2) zone di ripopolamento e cattura 3) centri pubblici e privati di produzione della selvaggina 4) zone per l’addestramento, allenamento e gare dei cani con e senza abbattimento della selvaggina 5) zone in cui sono collocabili appostamenti fissi 6) valichi montani interessati da rotte migratorie La pianificazione in materia faunistico-venatoria è regolamentata dall‘art. 10 della L. 157/92 e dall’art. 11 della L. R. 8/96, che la affidano alle Regioni e alle Province, affidando alla Provincia il compito di elaborare i Piani Faunistico-Venatori Provinciali e alla Regione il compito di operare il coordinamento dei piani provinciali. La scadenza del termine a dieci anni prevista per il Piano Faunistico Venatorio Regionale, indicata dal comma 5 della L. R. 8/96, impone la revisione del precedente Piano e la redazione di un aggiornato Piano Faunistico Venatorio Provinciale. L’intero quadro legislativo nazionale ed internazionale disponibile alla data di redazione del presente Piano è il seguente: • Convenzione di Parigi (18 ottobre 1950) per la conservazione degli uccelli; • Convenzione Ramsar, 02/02/1971, esecutiva in Italia con D.P.R. n. 448 del 13/3/1976; • Convenzione di Parigi (18 ottobre 1950) per la conservazione degli uccelli; • Convenzione di Washington 03/03/1973, ratificata dall’Italia con Legge 19 dicembre 1975, n. 874; modificata dalla Legge 07 febbraio 1992, n. 150; integrata dalla Legge 09 dicembre 1998, n. 426; tenuto conto del Regolamento (CE) 338/97 del 09 dicembre 1996; Regolamento (CE) 1579/01 del 01 agosto 2001; Regolamento (CE) 1808/01 del 30 agosto 2001; Regolamento (CE) 2087/01 del 24 ottobre 2001; Regolamento (CE) 6 2476/01 del 17 dicembre 2001; Regolamento (CE) 349/03 del 25 febbraio 2003; Regolamento (CE) 1497/03 del 18 agosto 2003; • Convenzione di Berna 19/09/1979, ratificata dall’Italia con Legge 05 agosto 1981, n. 503; • Convenzione di Bonn 23/06/1979, ratificata dall’Italia con Legge 01 gennaio 1983, n. 2; • Convenzione di Rio de Janeiro 05/06/1992; Decisione 93/626/CEE, (Agenda 21; Dichiarazione dei principi per la gestione sostenibile delle foreste; Convenzione quadro sui cambiamenti climatici; Convenzione quadro sulla biodiversità; Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo; V Piano d'Azione Ambientale dell'UE "Per uno sviluppo durevole e sostenibile" 1993/1999; • Convenzione di Johannesburg 03/09/2002; 7° Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità, Kuala Lumpur, 2004), ratificata dall’Italia con Legge 14 febbraio 1994, n. 124; • Convenzione di Kyoto 11/12/1997, ratificata dall’Italia con Legge 01 giugno 2002, n. 120; • Direttiva 79/409/CEE, “Direttiva Uccelli”, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, e successive modifiche ed integrazioni (81/854/CEE; 85/411/CEE; 86/122/CEE; 91/244/CEE; 94/24/CE); • Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane; • Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole; • Direttiva 92/43/CEE, “Direttiva Habitat”, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (recepite dall’Italia con D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357); • Decisione della Commissione 2006/613/CE, del 19 luglio 2006 “elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea adottati a norma della Direttiva 92/43/CEE del Consiglio”; • R.D. 13 febbraio 1933, n. 215 (e s.m. DPR 11/1972; L. 183/89; L. 36/94); • D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616; • Legge 06 dicembre 1991, n. 394; • Legge 11 febbraio 1992, n. 157; • Legge Regione Campania 1 settembre 1993, n. 33; • Legge Regione Campania 10 aprile 1996, n. 8; • Legge Regione Campania 7 maggio 1996, n. 11 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 28 febbraio 1987, n. 13, concernente la delega in materia di economia, bonifica montana e difesa del suolo. Ecologia); • Legge 24 aprile 1998, n. 128; • Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152; 7 • Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 258; • Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267; • D.M. Ambiente 3 aprile 2000, n. 65; • Legge Regione Campania 6 dicembre 2000, n.

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