Nella Terra Del Tufo

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Il borgo gode di una notevole importanza, in quanto scavi del 1908 hanno portato alla luce una vasta necropoli paleoetrusca. Marsiliana è situata a pochi km da Manciano, Albinia e dalla Costa d’Argento. Il borgo, che conta su circa mille abitanti, è contornato da una rigogliosa macchia mediterranea e si estende su un territorio vasto e pianeggiante. Inoltre vi sono presenti molti oliveti e vigne. Tradizione vuole che questo fosse il territorio dell’antica Caletra Etrusca, posta tra i fiumi Albegna e Fiora. Lo sviluppo del territorio di Marsiliana inizia tra fine VIII e inizio IV secolo a.C., come testimoniano i corredi tombali scoperti. I sepolcri tombali più importanti per il contenuto rinvenuto sono il Circolo della Fibula e il Circolo degli Avori. Nel primo fu rinvenuta la Fibula Corsini, capolavoro d’arte orafa etrusca; nel secondo fu trovata la famosa Tavoletta della Marsiliana, tavolo d’avorio recante un alfabeto etrusco inciso. Il nome di Marsiliana sembra derivare dal gentilizio latino Marcilia, da cui discende il medioevale Castrum Marciliani che compare nell’atto di donazione di Carlo Magno all’Abbazia delle Tre Fontane. Il borgo fu terra aldobrandesca e possesso del ramo di Sovana, ma in seguito all’estinzione della famiglia dominante passò agli Orsini. In seguito, fu posseduta dai Senesi con il resto della Maremma costiera, ma nel XVI secolo passò sotto il dominio spagnolo con la costituzione dello Stato dei Presidi. Il territorio fu poi venduto ai Medici, i quali a loro volta lo cedettero ai Corsini. Fu proprio il principe Don Tommaso Corsini che per primo fece ricerche archeologiche nel territorio, che misero in evidenza costruzioni tombali con corredi del VII secolo a.C.. Con la Famiglia Corsini nacque la Fattoria di Marsiliana, che in principio la gestirono solamente, ma in seguito ne divenne proprietaria. Oggi la tenuta possiede molti vigneti dai quali si ricava un buon vino. Il castello sorge su di una collinetta in posizione veramente dominante, assicurando la vista di un panorama affascinante che si spinge fino al mare. Il castello appartenne ai monaci della Tre Fontane, agli Aldobrandeschi, agli Orsini, ai Medici ed infine ai Principi Corsini. La torre del castello di Marsiliana fu probabilmente un possedimento di Carlo Magno prima e di Leone III poi. Della sua originaria struttura oggi si possono ammirare le mura di cinta e pochi elementi architettonici. Dai vigneti della Tenuta provengono gustosi vini. Da citare è il vino “La Partenza” che identifica la Maremma e la Famiglia Corsini. Durante l’ultima settimana di maggio, Marsiliana ospita la nota Sagra della Fragola che attira molti turisti. Oltre a degustare e comprare fragole, si potrà visitare l’intero borgo ammirando gli innumerevoli stand e degustando prodotti tipici maremmani. Dal 2002 è attivo, nei mesi autunnali, un campo archeologico che prevede attività di scavo, ricognizione e didattica a cui possono prendere parte studenti di archeologia e volontari, purchè maggiorenni. Il Progetto di ricerca, teso ad indagare il centro etrusco di Marsiliana, è diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana in collaborazione con il Laboratorio di Etruscologia dell'Università di Siena. 3 Magliano in Toscana Magliano è una delle più belle città della Toscana; la sua bellezza è cantata anche dallo scrittore Carlo Laurenzi, che la definisce “la più armoniosa architettonicamente e paesisticamente” città della Maremma. Magliano si trova a 128 m di altitudine, a destra del fiume Albegna, in provincia di Grosseto. Il territorio del comune fa parte del Parco Naturale della Maremma. Le attività principali sono l’allevamento dei bovini e all’agricoltura. I prodotti maggiori sono l’olio e il vino. La città fa parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino, associazione che opera per la valorizzazione delle risorse paesaggistiche, ambientali e storiche dei comuni che aderiscono. Probabilmente Magliano è l’etrusca Heba; è stata infatti rinvenuta una necropoli, risalente al VII o VI secolo a.C., con tombe a camera ed a circolo, scavate nella roccia, oltre a numerose ceramiche, tra cui anche alcuni bicchieri. Sono visitabili quelle di Santa Maria in Borraccia e di Cancellone. Inoltre vi è stata trovata anche una lamina in piombo con una incisione a spirale chiamata Tavola Hebana, un importante documento romano. Nel III secolo, infatti, il territorio di Magliano fu conquistato dai romani. Probabilmente, l’attuale nome della città deriva dal latino Mallius, nome proprio di persona, a cui venne aggiunto il suffisso –anus, che indicava l’appartenenza. La specificazione Toscana invece fu aggiunta solo nell’Ottocento. Poco dopo l’arrivo dei romani, quest’area conobbe un periodo di decadenza, che culminò con la caduta dell’Impero Romano e il progressivo spopolamento del territorio. All’interno del paese si trova il Centro di Documentazione Archeologica, che ricostruisce alcuni aspetti della vita nel periodo etrusco-romano. Nel Medioevo, Magliano fu governato dapprima da una famiglia di signori locale, e poi, intorno al tardo Duecento dagli Aldobrandeschi, che fecero realizzare qui un castello, intorno al quale cominciarono ad essere costruite le prime case. Successivamente, il paese fu amministrato da un vassallo degli Aldobrandeschi, per poi tornare nelle mani dei conti, nel ramo degli Aldobrandeschi di Santa Fiora. Dopo un breve periodo sotto i Pannocchieschi, la città fu conquistata dai senesi; nel Quattrocento venne terminata la cinta muraria iniziata intorno all’anno Mille, presente ancora oggi, per difendere la città dall’assedio di truppe inglese di John Hawkood.I senesi riuscirono a difendere Magliano e controllarono la città dal tardo Trecento fino ai primi del Cinquecento, quando fu annesso al Granducato di Toscana. Fu quindi feudo di Cornelio Bentivoglio, generale delle truppe dei medici, che ne mantenne il possesso fino al Settecento. Più tardi, con l’avvento dei Lorena, a Magliano fu concesso di avere autonomia e statuto propri. La dominazione dei Lorena durò fino all’annessione al Regno d’Italia. 4 Da visitare: Chiesa di S. Martino: Nasce come una pieve nel Medioevo, vicino all’omonima porta; solo l’avancorpo è ancora romanico, la parte restante è stata ricostruita intorno al XV secolo. La Chiesa di S. Martino, di forme romaniche, è stata eretta, almeno in parte, intorno al 1000. La facciata in conci di pietra, è adorna di un portale decorato negli stipiti da due draghi,uno dei quali cavalcato da una figura umana, e in alto da una bifora con una colonna senza capitello. L’interno a croce latina, è formato da due piani: la Navata, di pianta rettangolare, ed il transetto di epoca più recente (1400). L’abside rettangolare è di stile gotico. Sulle pareti della Chiesa si possono ammirare numerosi affreschi di scuola senese (1400/1 500). Sulla sinistra troviamo raffigurati S. Sebastiano, S. Maria Maddalena,una Madonna con Bambino, ed infine la Deposizione di Gesù dalla Croce., nel transetto,S. Martino che dona metà del mantello al povero, S. Agostino, S. Cristoforo, S. Antonio, S. Lucia. Nel transetto a destra S. Rocco, S. Caterina d’Alessandria, S. Guglielmo d’Aquitania. Particolare dell’esterno

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