Questo Libro È Stato Pubblicato Dall'editore Aracne Nel Dicembre 2015. Dal Gennaio 2019 La Proprie- Tà Del Copyright È Torn

Questo Libro È Stato Pubblicato Dall'editore Aracne Nel Dicembre 2015. Dal Gennaio 2019 La Proprie- Tà Del Copyright È Torn

Questo libro è stato pubblicato dall’editore Aracne nel dicembre 2015. Dal gennaio 2019 la proprie- tà del copyright è tornata per intero a Federico Repetto, che autorizza a diffonderlo secondo il copyright creative commons . 2 Indice Indice 3 4 Indice Indice 5 6 Indice Indice 7 Questo saggio è dedicato ai colleghi della scuola pubbli- ca che, contro vento, hanno cercato di tenerla a galla e di farla navigare, e a quelli che stanno tentando fatico- samente di entrarci Ringrazio il professor Giovanni De Luna, che ha seguito questa ricer- ca, il professor Roberto Trinchero, che l’ha pazientemente sostenuta fino all’ultimo, e Diego Novelli che mi ha fatto l’onore di leggerla. 8 Indice Indice 11 Prefazione di Roberto Trinchero 17 Introduzione 37 Capitolo I L’egemonia pubblicitaria berlusconiana come egemonia “di de- fault” 1.1. La cosiddetta “anomalia italiana” 37 – 1.2. Alcune premesse di metodo. Ridefi- nizione dell’egemonia 41 – 1.3. La cultura della prima Repubblica 43 – 1.4. Alcuni dati di base per la comprensione della cultura della “Seconda Repubblica” 45 – 1.5. Fattori che contribuiscono alla formazione della generazione anni ottanta (un quadro sommario) 46 – 1.6. L’“agenda setting” educativa e l’egemonia “orizzontale” 50 – 1.7. In che senso si può parlare di un’egemonia personale di Berlusconi 56 – 1.8. Ra- gioni di debolezza e di crisi dell’egemonia berlusconiana 61 – Nota sull’egemonia 63 65 Capitolo II La cultura pubblicitaria neotelevisiva alle origini della “Secon- da Repubblica” 2.1. La “Seconda Repubblica” e le elezioni politiche del 1994 65 – 2.2. Le radici di Berlusconi e del suo elettorato: l’antipolitica tradizionale 67 – 2.3. Eppure il nuovo c’é, e si vede: nei referendum del 1995 77 – 2.4. La marcia del nuovo nell’opinione pubblica: la fininvest come soggetto politico 72 – 2.5. Le votazioni referendarie del 1995: il processo di formazione di una nuova cultura è compiuto 74 79 Capitolo III Egemonia capitalistica degli inserzionisti e palinsesti televisivi 3.1. “Egemonia sottoculturale” di Berlusconi? 79 – 3.2. 1976-1986: trasformazione dell’atteggiamento verso il consumo e la pubblicità 80 – 3.3. Pubblicità e pubblico 88 – 3.4 La pubblicità controlla i palinsesti 90 – 3.5. A monte di Berlusconi: la Rai, le tv locali, la cultura del mercato 95 – 3.6. Il pubblico: confronto tra generazioni e tra gruppi sociali 99 105 Capitolo IV Egemonia capitalistica degli inserzionisti e formazione 4.1. Pubblicità e bambini 105 – 4.2. Il pubblico ricodifica il messaggio dei media co- me vuole. E come può 107 – 4.3. Consumo familiare di tv e rapporti tra generazioni 113 – 4.4. Bambini, scuola e tv 117 – 4.5. L’identikit del teen ager anni ottanta secon- do Eurisko 128 – 4.6. Tipologia dei giovani consumatori anni ottanta: gli integrati, gli impegnati e gli esclusi 131 – 4.7. La “società senza padri” e il tipo dell’adolescente Indice 9 narcisista 138 – 4.8. Il reality come “coeducazione” 142 – 4.9. Gli insegnanti di fronte al gap comunicativo 148 – 4.10. “Autosocializzazione” dei giovani o responsabilità educativa solidale degli adulti? 152 157 Capitolo V La strategia culturale di Fininvest e di Berlusconi 5.1. Progetto egemonico o tacita intesa? 157 – 5.2. La strategia culturale di Fininvest 160 – 5.3. Berlusconi superstar 165 – 5.4. La collaborazione con «Tv, sorrisi e canzo- ni»: una risorsa per l’audience e per l’egemonia 170 – 5.5. L’immagine personale di Berlusconi su «Tv, sorrisi e canzoni» 177 – 5.6. L’immagine di Berlusconi su «Oggi», “La Stampa” e vari periodici 178 – 5. 7. Gli italiani spiegati da Berlusconi; Berlusco- ni spiegato dagli italiani 183 – 5.8. Élite senza progetto ed egemonia di default 187 – 5.9. La “democrazia del pubblico”, la personalizzazione della politica e la tendenza al- la leadership forte 190 – 5.10. Aveva ragione Bobbio? 196 199 Capitolo VI Le contraddizioni dell’egemonia e la svolta tecnologica del nuo- vo secolo 6.1. Il primo impatto di internet sulle società avanzate 199 – 6.2. Il declino della tv generalista e quello di Berlusconi 201 – 6.3. Il ritardo dell’Italia nel mondo in tra- sformazione degli anni novanta 205 – 6.4. Il partito di “Rainvest” rimanda il rinnova- mento tecnologico, ma il duopolio si trasforma in triopolio 209 – 6.5. Il “governo tecnico” e il “governo delle larghe intese”: ulteriore indebolimento della credibilità delle élite dirigenti 212 217 Capitolo VII Trent’anni dopo: dalla cultura neotelevisiva ai social network 7.1. Dalla neotelevisione a Internet: un nuovo gap intergenerazionale 218 – 7.2. Nell’era dei social network che ne è del palinsesto e del patto comunicativo tra media ed utenti? 223 – 7.3. Il calo della fiducia nella pubblicità e nella televisione 233 – 7.4. Atteggiamenti e valori dell’adolescente e del giovane all’epoca dei media digitali 239 – 7.5. Istruzione, informazione e cittadinanza 247 257 Conclusione 1. Una nuova generazione occidentale politicamente attiva 257 – 2. Il referendum del 2011: vengono alla ribalta i temi di una nuova politica 264 – 3. Grillo: una diversa po- litica-spettacolo 267 – 4. Grillo alla prova del pubblico 276 – 5. Renzi: come nasce una stella 282 – 6. La comunicazione di Renzi 287 – 7. Renzi: un’egemonia soft? 294 – Nota conclusiva su media, mediatori ed educazione – 300 309 Bibliografia 321 Indice dei nomi Prefazione La televisione è, nel bene e nel male, una finestra sul mondo. É però una finestra molto particolare. Anzitutto non è trasparente ma seletti- va: coglie alcuni aspetti della realtà, magari marginali, e li amplifica a dismisura, spettacolarizzandoli. In secondo luogo, non è una finestra passiva: non si limita a riprodurre e distorcere particolari aspetti di re- altà, ma li rimanda amplificati alla realtà stessa, contribuendo così a costruirla. Questo duplice meccanismo ha alcuni interessanti effetti. Ad e- sempio, i “giovani d’oggi” non sono quelli che si vedono in program- mi come Amici o Grande Fratello , o meglio, alcuni sono così, altri dedicano il loro tempo allo studio, al volontariato, alle attività sociali, alla politica, alla lettura, all’arte e alle attività culturali. I secondi però sono notevolmente sottorappresentati in televisione rispetto ai primi, quindi è più probabile che nell’immaginario di un telespettatore inge- nuo questi ottengano meno spazio, alimentando un’immagine distorta della gioventù odierna. Allo stesso modo, scorrendo i programmi di prima serata in Tv è possibile vedere una quantità impressionante di omicidi e di dibattiti su omicidi. Un telespettatore ingenuo potrebbe costruirsi un’immagine di un mondo odierno violento, pericoloso, in- sicuro. Quanti telespettatori sono così ingenui? Questo non lo possia- mo sapere. Ciò che possiamo affermare senza ombra di dubbio è che la televisione ha un peso rilevante sulla costruzione delle opinioni di consumo (e non solo) della popolazione, altrimenti non si spieghereb- bero i poderosi investimenti in pubblicità televisiva e i numerosi mes- saggi propagandistici che qualsiasi telespettatore attento può cogliere nei cosiddetti programmi “di informazione”. Proprio per questa capacità di penetrazione nell’immaginario col- lettivo, la realtà visiva selezionata, amplificata e ridistribuita dalla Tv è un importante elemento di confronto per tutti gli spettatori, ingenui o attenti, che influisce sulla percezione di sé, sulla loro identità e sul lo- ro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. Questo è particolarmente ve- ro sui soggetti più giovani. Gli spot pubblicitari, le serie Tv, i pro- grammi di intrattenimento, veicolano, consapevolmente o meno, ste- 12 Prefazione reotipi di genere, comportamenti di consumo e modelli di azione. At- traverso il mezzo televisivo i bambini acquisiscono modelli di cosa voglia dire essere “uomo” ed essere “donna”, essere “desiderabile” o essere “ridicolo”, alimentarsi “bene” o alimentarsi “male”, avere “successo nella vita” o “fallire”, e questi modelli vengono espressi in termini di ciò che si pensa, si dice, si fa, si possiede. Non tutti i modelli di vita rappresentati dalla Tv sono necessaria- mente discutibili (ad esempio, la trasmissione Amici veicola anche va- lori positivi quali l’impegno e il sacrificio per raggiungere un obietti- vo, il rispetto dell’insegnante e dei giudizi valutativi che dispensa, la competizione nel rispetto delle regole) e non tutti sono necessariamen- te desiderabili. Sono semplicemente modelli parziali e non neutri di cui è necessario essere consapevoli. É l’acquisizione di questo livello di consapevolezza che pone problemi per gli adulti e, in misura mag- giore, per bambini ed adolescenti. Spetta alle agenzie educative (scuo- la, famiglia, ecc.) sviluppare nei giovani la necessaria consapevolezza critica verso i messaggi che vengono proposti, dato che non è proprio auspicabile una Tv che “educhi da sola alla sua fruizione” (il solo pensiero mette i brividi…), anche se, come dimostra l’articolato stu- dio di Federico Repetto, qualcosa del genere sembra essere successo in Italia a partire dai primi anni ottanta del Novecento… La sovrarappresentazione televisiva di alcuni aspetti della realtà è ovviamente frutto dell’esigenza di catturare l’attenzione dello spetta- tore e massimizzare l’audience, offrendo modelli accattivanti da pro- porre: il ragazzo che studia, fa volontariato, visita i musei, è noioso, il ballerino di Amici è divertente e stimolante; l’omicidio fa sensazione, la routine quotidiana meno; i ritmi televisivi (veloci, immediati, ricchi di colpi di scena, che non richiedono impegno e che danno gratifica- zione istantanea) catturano e tengono alta l’attenzione, quelli scolasti- ci (lenti, mediati, prevedibili, che richiedono impegno e offrono una gratificazione differita) la abbassano. La Tv commerciale è obbligata ad inseguire l’audience. Un programma è valutato positivamente se “fa ascolti”, e quindi introiti pubblicitari, non necessariamente se pro- pone contenuti di qualità. Programmazione televisiva e pubblicità so- no intrinsecamente inscindibili nella Tv commerciale e la mission de- gli operatori pubblicitari non è quella di educare, ma di vendere pro- dotti.

View Full Text

Details

  • File Type
    pdf
  • Upload Time
    -
  • Content Languages
    English
  • Upload User
    Anonymous/Not logged-in
  • File Pages
    326 Page
  • File Size
    -

Download

Channel Download Status
Express Download Enable

Copyright

We respect the copyrights and intellectual property rights of all users. All uploaded documents are either original works of the uploader or authorized works of the rightful owners.

  • Not to be reproduced or distributed without explicit permission.
  • Not used for commercial purposes outside of approved use cases.
  • Not used to infringe on the rights of the original creators.
  • If you believe any content infringes your copyright, please contact us immediately.

Support

For help with questions, suggestions, or problems, please contact us