Il Football: Un Fenomeno Di Frontiera Il Caso Del Friuli Venezia Giulia Di Stefano Pivato

Il Football: Un Fenomeno Di Frontiera Il Caso Del Friuli Venezia Giulia Di Stefano Pivato

Il football: un fenomeno di frontiera Il caso del Friuli Venezia Giulia di Stefano Pivato Consolidata tradizione vuole che il football, na­ It is a common assumption that soccer foot­ to nei colleges britannici attorno alla metà del­ ball, born in British colleges round the mid-Ni- l’Ottocento, sia stato importato in Italia dagli neteenth century, was imported into Italy by the inglesi sul finire del secolo. Recentemente que­ English at the turn o f the century. This opinion, sta opinione comune è stata messa in discussio­ however, has been recently challanged by some ne da quanti hanno insistito su apporti differen­ scholars who claim a somewhat different genea­ ti. È il caso, ad esempio, del ruolo esercitato da­ logy. It is the case o f the role played by the Swiss gli svizzeri educati nei colleges britannici che eb­ educated in British colleges, who would take a bero una parte non secondaria nel far conoscere major part in the promotion o f the “new English il “nuovo gioco inglese” in regioni come la Lom­ game’’ in such regions as Lombardy. bardia. Ma è anche il caso, esaminato in questo It is again the case, discussed in this essay, of saggio, dei sudditi dell’Impero austroungarico those Austrian-Hungarian subjects who would che non poca parte ebbero nella diffusione della play a primary role in divulging the practice of pratica calcistica nell’Italia nordorientale. soccer football in the North-east o f Italy. In Austria, Ungheria e Cecoslovacchia il foot­ In Austria, Hungary and Czechoslowakia soc­ ball inizia in realtà ad essere praticato almeno un cer actually starts being played at least two de­ ventennio prima che in Italia. E da quelle zone cades in advance, and thence happens to be ex­ viene esportato in cittadine di confine come Udi­ ported to border towns such as Udine, where ne dove, non a caso, si stampa, nel 1895, il primo the first Italian soccer regulations are published regolamento calcistico in lingua italiana e dove la in 1895, and where the local Gymnastic Asso­ società ginnastica locale si aggiudica, nel 1896, ciation wins a football tournament which was un torneo anni più tardi rivendicato come il pri­ to be claimed years after as the first Italian soc­ mo scudetto dell’Italia calcistica. In questo con­ cer championship. testo è emblematico anche il caso di Trieste, che Against this background, particularly worth re­ funge in quegli anni da cerniera di trasmissione cording is the case of.'Trieste, at that time a pri­ fra le pratiche sportive della Mitteleuropa e l’Ita­ vileged channel o f sport diffusion from Central lia. È infatti da Trieste che, dopo aver fondato Europe to Italy. It is in fact from Trieste that an nella cittadina giuliana una squadra calcistica, Austrian citizen, after founding a football team emigra a Bologna un cittadino austriaco fondan­ in that town, migrates to Bologna and there gi­ dovi, nel 1909, il Bologna football club. ves birth to the local Football Club in 1909. Italia contemporanea”, giugno 1991, n. 183 258 Stefano Pivato La ginnastica è noiosa e antipatica [...] perché la tore, si era contrapposta infatti la “scuola ginnastica diventi popolare dobbiamo cambiare di Bologna” sostenuta da Emilio Baumann. indirizzo, dobbiamo aiutare i giovani all’esercizio Quella disputa, letterariamente ricostruita libero dei giuochi e la ginnastica deve essere solo anche da De Amicis in Amore e ginnastica, un complemento dell’educazione fisica [...] Biso­ aveva finito per dare origine a due vere e gna che la democrazia si impadronisca essa di proprie anime della ginnastica italiana. Se questo problema, e faccia propaganda in favore •dei giuochi per i fanciulli1. la legge De Sanctis del 1878, nel rendere obbligatoria l’educazione fisica nelle scuole, In questi termini, nel 1892, Angelo Mosso, aveva fatto proprio il dogma della scuola padre del rinnovamento ginnastico e tenace obermanniana, sul finire del secolo le istan­ modernizzatore dell’educazione fisica italia­ ze della scuola bolognese furono in parte na esibiva quel programma giustamente de­ accolte in un programma di ampia revisione finito come il “manifesto teorico” di un di­ degli ordinamenti didattici varato nel 18932. battito che ebbe larga eco negli ambienti Quei programmi, pur non abdicando del educativi di fine secolo. Il movimento gin­ tutto alla ginnastica militare, facevano però nastico, inscindibilmente legato all’epopea proprie alcune istanze di quel rinnovamento risorgimentale e sorto all’indomani dell’U­ auspicato da Angelo Mosso introducendo, nità col precipuo intento di ‘allenare’ all’a- accanto agli esercizi ginnastici obbligatori, mor di patria, mostrava verso la fine del se­ alcuni giochi. colo i segni di un evidente declino. Le gio­ La stesura dei nuovi ordinamenti nel vani generazioni, attratte dal fascino e dalla 1893 era stata preceduta dal lavoro di una modernità dei “giochi inglesi” disertavano commissione governativa, presieduta dall’o­ vieppiù le palestre siglando un profondo norevole Francesco Todaro, nella quale processo di disaffezione nei confronti dei non poca parte ebbe il senatore Gabriele noiosi e ripetitivi esercizi ginnastici. Di qui Pecile3. Nativo di Fagagna, eletto deputato per l’appunto la nascita di un movimento di al Parlamento nel 1866 e, dal 1880, senato­ opinione volto a rinnovare insegnamenti e re per il collegio di Udine, Pecile aveva par­ metodi della educazione fisica proprio at­ tecipato alle lotte risorgimentali. Liberale traverso l’introduzione dei giochi inglesi. progressista ed esponente di rilievo della si­ Tuttavia, se quel dibattito rivelava punte di nistra storica, il senatore udinese era un particolare interesse proprio sul finire del convinto assertore della valenza educativa secolo, faceva però proprie tensioni presenti dell’educazione fisica nell’opera di forma­ nel movimento ginnastico nazionale già da zione della coscienza nazionale. Già nel qualche lustro. 1863, quando ancora Udine era sotto il do­ Alla marcata impronta di carattere milita­ minio asburgico, aveva dato alle stampe un re della cosiddetta “scuola di Torino”, che discorso, Sulla educazione fisica dei figli, in ebbe in Rodolfo Obermann il suo teorizza­ cui non considerava “vera educazione quel- 1 Angelo Mosso, La riforma della ginnastica, “La Nuova Antologia”, 15 gennaio 1892. 2 Sulle vicende della ginnastica alla fine del secolo si veda Sergio Giuntini, Sport scuola e caserma dal Risorgimento a!primo conflitto mondiale, Padova, Centro Grafico Editoriale, 1988, p. 60. 3 La commissione, istituita dal ministro della Pubblica istruzione Ferdinando Martini, era così composta: France­ sco Todaro (presidente), Gabriele Pecile, Gregorio Valle, A. Mosso, Paulo Fambri, Vincenzo Flauti, F. Abbon­ danti, Emilio Baumann, A. Gamba, Angelo Celli, F. Ballerini (segretario). Si veda una breve biografia di G. Pecile in Associazione Sportiva Udinese, Cinquant’anni di educazione fisica a Udine, Udine, Edizioni d’arte de la Pana­ rie, 1925, pp. 15-16, e in Un benemerito dell’educazione fisica, “Virtus”, 19 maggio 1893. Il football: un fenomeno di frontiera 259 la che si occupa soltanto della parte intellet­ trasformazione in senso affatto diverso” che tuale, lasciando in perfetta inerzia gli organi imponeva un radicale revirement dell’eserci­ dei sensi e della locomozione”4. Ma, soprat­ zio fisico considerato “un requisito indi­ tutto, Pecile indicava gli inglesi come “mae­ spensabile per la conservazione della libertà stri in fatto di educazione fisica” e additava della Patria [...] In caso di guerra tutti i cit­ l’Inghilterra come “bella forte e robusta na­ tadini devono essere soldati. Ma per fare ra­ zione”5 6. Tali pronunciamenti rivelavano, pidamente dei soldati si richiede nell’uomo per quel periodo, una non comune percezio­ resistenza e agilità”. Per il conseguimento di ne anticipatrice rispetto ad un dibattito che questi obiettivi Pecile considerava ormai la solo molto più tardi avrebbe individuato ginnastica non solo uno strumento superato l’Inghilterra come la ‘patria’ dei giochi. ma —- altresì — un “esercizio artificiale” la Sul finire del secolo Pecile avrebbe con cui utilità era considerata “inferiore al giuo­ più ampiezza di elementi indicato nel model­ co libero, non solo come quantità di eserci­ lo anglosassone il referente educativo per lo zio muscolare ma come qualità”8. All’In­ ‘svecchiamento’ della ginnastica italiana. Il ghilterra dunque “nazione grande, ricca, po­ 27 marzo del 1892 il senatore udinese tenne tente” e agli inglesi “gente forte, coraggiosa infatti un discorso, Ginnastica e giuochi di e longeva” Pecile invitava a guardare per ri­ “sport” nelle scuole e nel popolo6 che, più formare l’educazione fisica italiana. È vero volte ripetuto e ristampato, ebbe ampia riso­ però che Pecile arrivava a considerare l’in­ nanza negli ambienti della ginnastica italia­ troduzione dei giochi nella cultura fisica ita­ na. In quel discorso Pecile, facendo propria liana non già per un cedimento a suggestioni la proposta di Angelo Mosso, proclamava esterofile ma, semmai, con l’intento di recu­ come, ormai, “un movimento di risveglio perare antiche tradizioni italiane di cui si era pell’educazione fisica, e pegli esercizi di persa memoria. Il senatore udinese infatti, energia e di agilità, si manifesta in tutto il secondo uno stereotipo di marca nazionali­ continente europeo” e come occorresse sta allora assai diffuso, riteneva che gran guardare all’Inghilterra “dove non solo le parte degli sport allora in voga in Gran Bre­ scuole, i collegi, le università si dedicano a tagna altro non fossero che rielaborazioni

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