Installazione linux: Ubuntu, Ubuntu-FF Fulvio Ferroni [email protected] 2015.04.30 Copyright Fulvio Ferroni [email protected] Via Longarone, 6 - 31030 - Casier (TV) Le informazioni contenute in questa opera possono essere diffuse e riutilizzate in base alle con- dizioni poste dalla licenza GNU General Public License, come pubblicato dalla Free Software Foundation. In caso di modifica dell’opera e/o di riutilizzo parziale della stessa, secondo i termini della licen- za, le annotazioni riferite a queste modifiche e i riferimenti all’origine di questa opera, devono risultare evidenti e apportate secondo modalità appropriate alle caratteristiche dell’opera stes- sa. In nessun caso è consentita la modifica di quanto, in modo evidente, esprime il pensiero, l’opinione o i sentimenti del suo autore. L’opera è priva di garanzie di qualunque tipo, come spiegato nella stessa licenza GNU General Public License. Queste condizioni e questo copyright si applicano all’opera nel suo complesso, salvo ove indicato espressamente in modo diverso. II Indice generale Premessa . IV 1 Ubuntu ..........................................................................1 1.1 Presentazione di Ubuntu . 1 1.2 Installazione di Ubuntu . 1 1.3 Usare Ubuntu . .7 1.4 Aggiunta pacchetti software . .9 2 Ubuntu-FF . 11 2.1 Scopi della modifica . 11 2.2 Elenco sommario dei pacchetti aggiunti . 11 2.2.1 Programmazione . 11 2.2.2 Educational . 12 2.2.3 Documentazione . 13 2.2.4 Server e Data Base . 14 2.2.5 Utilità varie . 15 2.2.6 Svago . 16 2.3 Installazione di Ubuntu-FF . 17 2.4 Note di utilizzo . 19 2.4.1 Scelta tra Gnome e KDE . 19 2.4.2 Terminale per comandi testuali . 19 2.4.3 Menu del boot manager grub . 20 2.4.4 Risoluzione dello schermo . 21 2.4.5 Accesso al sito locale . 21 2.4.6 Accesso al CMS joomla. .21 2.4.7 Accesso a webmin e usermin . 21 2.4.8 Uso di netkit . 21 2.5 Informazioni varie . 21 3 Uso di VirtualBox in MS-Windows per installare Ubuntu su macchina virtuale . 23 3.1 Installazione di VirtualBox su MS-Windows . 23 3.2 Attivazione di VirtualBox e definizione della macchina virtuale . .23 III Premessa « Questo documento spiega come installare le distribuzioni Ubuntu, (versione ‘14.04 LTS’ per architettura ‘i386’) e Ubuntu-14.04-FF nel disco rigido. Ubuntu-14.04-FF è una versione di Ubuntu-14.04 a 32 bit modificata dall’autore con l’aggiunta di numerosi pacchetti potenzialmente utili per la scuola in generale, a partire dalla primaria e con particolare riguardo agli istituti con indirizzi informatici. Vengono anche illustrate l’installazione e l’uso di VirtualBox in ambiente MS-Windows allo scopo di definire una macchina virtuale da usare per installare Ubuntu o Ubuntu-FF. La scelta di utilizzare la versione 14.04 (aprile 2014) altre versioni più aggiornate è motivata dal fatto che si tratta di una distribuzione LTS (Long Term Support) e quindi ha un supporto più lungo nel tempo: 36 mesi (60 per la versione server) anzichè i 18 (36 per i server) delle distribuzioni «normali». IV 1 Capitolo 1 Ubuntu « In questo documento si prende in considerazione la versione «desktop» di Ubuntu, cioè quella utilizzabile come distribuzione live e poi installabile con procedimento semiautomatico. E’ però importante sapere che esistono anche la versione per server, per architettura ‘amd64’, oltre alla versione alternate) con la quale il procedimento di installazione è quello «tradizionale», meno semplice ma preferibile per chi vuole un livello maggiore di personalizzazione del sistema. I requisiti hardware per potere installare e usare in modo accettabile le varie distribuzioni di Ubuntu sono: • CPU: almeno Pentium III o equivalente (preferibile almeno un Pentium IV); • Memoria centrale: almeno 512 MB (meglio almeno 768 MB); • Spazio su disco: per il sistema 3 GB, per l’area di swap uno spazio pari ad una volta e mezza la memoria centrale. 1.1 Presentazione di Ubuntu « Accanto a Ubuntu vengono sviluppate alcune versioni denominate «derivate ufficiali» che sono supportate dalla Canonical (l’azienda che sviluppa Ubuntu); esse si differenziano per l’ambito di utilizzo o, più spesso, per il gestore dell’ambiente grafico che è diverso da quelli di Ubuntu (Unity o Gnome3); tra le altre possiamo citare: • Kubuntu, che ha l’ambiente grafico KDE; • Edubuntu, che comprende molti programmi in ambito educatico; • Ubuntu Gnome, che ha l’ambiente grafico Gnome 3; • Xubuntu, che ha l’ambiente grafico Xfce particolarmente indicato per macchine poco potenti o non recenti. Ci sono poi le distribuzioni «derivate riconosciute» (da Canonical) come ad esempio: • Gobuntu, che contiene solo pacchetti di software libero; • Ubuntu Mythbuntu, pensata per gestire un media center con MythTV; • Ubuntu Studio, adatta alla produzione di materiale multimediale. Infine troviamo le distribuzioni «derivate non ufficiali» che non sono supportate da Canonical e hanno obiettivi e repository (archivi dei pacchetti software) separati da quelli ufficiali; sono molto numerose e tra esse si distinguono: • Fluxbuntu, che ha l’ambiente grafico leggero FluXbox; • Linux Mint, che contiene nativamente alcuni codec non liberi, permette l’utilizzo dell’interfaccia «Gnome classic» e recentemente ha superato la stessa Ubuntu come diffusione. 2 Ubuntu Riguardo alla scelta della versione da utilizzare, le discussioni su quale sia la migliore non sono mai giunte ad una conclusione condivisa dalla maggior parte degli utenti e sono (a mio parere) anche abbastanza sterili; la cosa più opportuna è che ognuno provi le varie soluzioni e poi usi quella che lo convince di più o che è più rispondente alle proprie esigenze. 1.2 Installazione di Ubuntu « Avviando la macchina con il cd di Ubuntu (per fare questo occorre che il BIOS della macchina sia configurato per effettuare il boot dal lettore ottico) si deve per prima cosa scegliere la lingua utilizzata nella fase di installazione, e il tipo di attività da svolgere, come mostrato in figura 1.1; Figura| 1.1. Come si vede si può scegliere di provare il sistema live dal cd senza alterare la situazione presente sul disco fisso oppure di installare direttamente Ubuntu. Supponiamo di scegliere la seconda alternativa notando che comunque anche dalla versione live è possibile fare l’installazione, in modo del tutto equivalente, cliccando sull’icona mostrata nella figura 1.2. Ubuntu 3 Figura| 1.2. L’installazione inizia con una schermata che riepiloga le condizioni necessarie (come lo spazio su disco), seguita da quelle che richiedono dove installare fisicamente il sistema, mostrate nella figure 1.3 e 1.4. Figura| 1.3. 4 Ubuntu Figura| 1.4. Nell’esempio vediamo la situazione, molto frequente, in cui nella macchina è già presente un altro sistema operativo. Il programma di installazione propone alcune alternative di configurazione dello spazio su disco per la maggior parte «automatiche»; il consiglio è di optare per la prima scelta che solitamente non dà problemi e ridimensiona automaticamente una delle partizioni presenti per «fare spazio» per GNU/Linux. Da questo punto inizia la vera e propria installazione cone le conseguenti modifche alla struttura del disco fisso; eventuli ripensamenti atale proposito sono quindi impossibili dopo avere premuto il pulsante «Installa» della schermata precedente. Durante l’installazione appaiano ulteriori schermate per le scelta del fuso orario e del tipo di tastiera, oltre a quella, mostrata nella figura 1.5 con la quale si unserisce l’utente predefinito con relativa password. Ubuntu 5 Figura| 1.5. Al termine dell’installazione si ottiene la schermata mostrata in figura 1.6 e si può riavviare la macchina avendo cura di espellere il supporto ottico in modo che il boot avvenga normalmente dal disco fisso. Figura| 1.6. Riavviando la macchina si ottiene il menu del boot-loader ‘grub’ (simile a quello della figura 1.7); 6 Ubuntu Figura| 1.7. esso viene configurato automaticamente durante l’installazione in modo un po’ «partigiano», cioè impostando Ubuntu come sistema da avviare per default a scapito di altri sistemi operativi preesistenti; questi ultimi vengono comunque riconosciuti ed inseriti nel menu la cui struttura può poi essere modificata (con le modalità mostrate nel prossimo paragrafo) intervenendo sul file di configurazione ‘/etc/default/grub’. Tornando al boot del sistema: se scegliamo di avviare Ubuntu, terminate le operazioni di avvio, si arriva alla schermata di login grafico (figura 1.8) e si può iniziare a lavorare accreditandosi con il nome utente e la password definite in sede di installazione. Figura| 1.8. Ubuntu 7 1.3 Usare Ubuntu « Se si dispone di un collegamento veloce a Internet è opportuno rispondere affermativamente all’eventuale richiesta di installazione del supporto per le lingue (tale operazione potrebbe essere anche avvenuta durante l’installazione, in caso fosse stata già disponibile la connessione alla rete). Questo paragrafo non vuole essere un manuale di uso di Ubuntu (ben altro sarebbe lo spazio necessario) da aggiungere ai numerosi presenti in rete (ad esempio in hhttp://help.ubuntu-it.org/ i) o in libreria; il suo scopo è solo quello di dare qualche suggerimento relativo all’esecuzione di quei comandi per i quali è necessario possedere i diritti del superuser «root». Nelle varie versioni di Ubuntu infatti tale utente è disattivato per default e ci si collega con il nome utente definito al momento dell’installazione. Se si devono eseguire, dall’interfaccia testuale, comandi che necessitano dei privilegi di root, occorre anteporre ad essi il comando «sudo»; in questo modo prima dell’esecuzione del comando viene richiesta l’immissione della password dell’utente. Se invece si eseguono funzioni presenti nei menu dell’interfaccia grafica, è il sistema che richiede automaticamente, con apposito modulo a video, la password per acquisire i suddetti privilegi. Nel proseguo si fa riferimento all’uso di Ubuntu nell’ambiente grafico con la nuova interfaccia «Unity» che ha sostituito, da qualche tempo, «Gnome classic».
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