BERENGO GARDIN 16 AUTORI Di Giuliana Mariniello

BERENGO GARDIN 16 AUTORI Di Giuliana Mariniello

SOMMARIO LUGLIO/AGOSTO PERISCOPIO 04 TANTI PER TUTTI 10 ATTIVITÀ FIAF di AAVV GIANNI BERENGO GARDIN 16 AUTORI di Giuliana Mariniello PROGETTO PRESIDENTI TALENT SCOUT 22 LORENZO LESSI 24 TALENT SCOUT di Attilio Lauria MATTEO SIGNANINI 28 LORENZO PORTFOLIO ITALIA di Massimo Mazzoli 24 LESSI TONI THORIMBERT 32 INTERVISTA a cura di Giovanna Calvenzi VENTICINQUE VOLTE DIA SOTTO LE STELLE 38 ATTIVITÀ FIAF di Massimo Pinciroli SINGOLARMENTE FOTOGRAFIA 42 AZELIO MAGINI, DOMENICO LORENZONI, BRUNO CHERUBINI, MIRKO ZANETTI, LAURA DELL’IRA, ADRIANO FAVERO. DEMON KEN 46 VISTI PER VOI di Giuliana Mariniello STEFANO MALFETTI 50 AUTORE DELL’ANNO REGIONALE TOSCANA di Massimo Agus MATTEO 28 SIGNANINI IL PROCESSO CREATIVO 52 SAGGISTICA di Isabella Tholozan CLUB FOTOGRAFICO APUANO 58 CIRCOLI FIAF di Massimo Pinciroli LAVORI IN CORSO 60 a cura di Romano Cicognani CONCORSI 62 a cura di Piero Sbrana CHI CONCORRE FA LA FIAF 64 a cura di Enzo Gaiotto Copertina: Foto di Toni Thorimbert - Keith Haring, “Amica”, 1984. GIANNI BERENGO GARDIN LO SGUARDO SULL’ ITALIA AUTORI di Giuliana Mariniello umanistica di Robert Doisneau, Si è recentemente aperta al Palazzo Edouard Boubat e Willy Ronis oltre che dal reportage di tipo sociale. Nel delle Esposizioni di Roma la grande 2005 la FIAF, di cui è socio storico e MFI, gli ha dedicato un volume della retrospettiva dedicata a Serie Grandi Autori, Gianni Berengo Gardin. Parigi 1954, che raccoglie Gianni Berengo Gardin, Vera fotografia. la documentazione di quel periodo irripetibile trascorso nella capitale francese. Altrettanto importante è Reportage, immagini, incontri. stata la fotografia sociale americana della Farm Security Administration e La mostra (19 maggio-28 agosto significa ripercorrere la storia del l’impegno di Berengo rivolto al mon- 2016), curata con grande attenzione nostro Paese negli ultimi sessant’anni do del lavoro si ritrova in particolare e competenza da Alessandra Mammì come egli stesso ha scritto:”È una mia nelle foto industriali realizzate per e Alessandra Mauro, con il coordina- ambizione; non solo un desiderio, l’Alfa Romeo, la Pirelli, l’Ansaldo e mento scientifico di Daniela Lancio- ma proprio il mio scopo: lasciare un l’Olivetti al cui centro non c’è tanto ni, ripercorre la carriera artistica di documento della nostra epoca”. Si il prodotto finito quanto le linee di Berengo attraverso circa 250 fotogra- può ben dire che con i suoi repor- montaggio e la vita quotidiana degli fie datate fra il 1954 e il il 2015, in tage Berengo Gardin sia lo ‘sguardo operai. Molte di queste immagini gran parte vintage e suddivise per sull’Italia’, attento, sensibile, curioso sul mondo dell’industria sono state aree tematiche. e rispettoso, pieno di amore e dedi- recentemente in mostra nel corso del Percorrere le belle sale del Palaexpo zione verso la fotografia, gli uomini e MAST di Bologna nel 2015. La realtà i luoghi: “Il mio interesse vero è sem- del malato, guardato con empatia pre stato l’Italia in tutti i suoi aspetti, e umana condivisione, è al centro fin dagli inizi, quando ho scoperto del suo lavoro con Franco Basaglia la cultura operaria e contadina, così che dette origine allo storico repor- misconosciuta da tutti”. tage Morire di classe, con i testi dello Nato a Santa Margherita Ligure nel psichiatra triestino. Con lo stesso 1930 Gianni Berengo Gardin ha sguardo di rispetto guarda al mondo cominciato a occuparsi di fotografia degli zingari con cui ha vissuto per nel 1954 attraverso il mondo dei fo- condividerne la vita in varie comunità toamatori legato allo storico Circolo da Palermo a Firenze, Padova, Reggio Fotografico La Gondola cui avevano Emilia e Bolzano tanto da diventare aderito anche autori come Paolo per loro non più un fotografo ma Monti e Italo Zannier. La sua evolu- nonno Gianni. E poi la cultura con- zione artistica si amplia negli anni ’50 tadina, il paesaggio, i ritratti, la vita dopo una lunga permanenza parigina quotidiana, le foto di denuncia civile in cui è affascinato dalla fotografia come l’ultima serie dedicata all’in- Gianni Berengo Gardin, 2016. (Ph Giuliana Mariniello) Pagina precedente Parigi, 1954. © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia. Pagina a lato Venezia, 2013-2015. Bacino San Marco, visto da via Garibaldi. 18 | FOTOIT LUG/AGO 2016 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia. AUTORI di Giuliana Mariniello FOTOIT LUG/AGO 2016 19 vasione delle grandi navi a Venezia. giorno, sabato e domenica, sempre. New York (1999), Roma (2001), Mila- Nonostante il boicottaggio del sindaco Non prendo quasi mai vacanze; le mie no (2005 e 2013) e Venezia (2012). Le che ha visto in queste immagini un vacanze sono fotografare”. Berengo sue immagini si trovano in importanti potenziale danno per il turismo di non ama definirsi artista ma fotografo collezioni private e pubbliche, italiane massa delle navi da crociera Berengo (anzi, “testimone del suo tempo”) e la e straniere, tra cui la Calcografia Na- è riuscito ad esporre il suo lavoro nel mostra romana è stata intitolata Vera zionale di Roma, il Musée de l’Elysée negozio Olivetti a Piazza San Marco fotografia perché questo è il timbro che di Losanna, il MoMA di New York, ed ora quelle immagini appaiono autentica il retro di ogni sua stampa la Maison Européenne de la Photo- nell’ultima sala del Palaexpo a testimo- fotografica. Nell’intervista ha ribadi- graphie, la Collection Photo FNAC niare un impegno civile e uno sguardo to come, a suo parere, un’immagine e la Bibliothèque Nationale di Parigi. sempre attento al mondo che cambia. digitale, non è una vera fotografia: “In Numerosissimi i riconoscimenti come Nonostante il carattere schivo Berengo un’epoca digitale in cui si taroccano le il Premio Scanno (1980), il Prix Brassaï è sempre molto cordiale e generoso foto con photoshop l’immagine non è (1990), il premio Leica Oscar Barnack quella che ha visto ad Arles (1995), il premio Città di Trie- e soprattutto quell’umiltà, che è solo il fotografo, ma ste (2005), il premio Werner Bischof dei grandi, di guardare al proprio è quella che ha (assegnatogli nel 2007 dal Circolo costruito ed è FIAF omonimo di cui ero all’epoca lavoro con lo spirito del principiante quindi una truffa, presidente onorario) e il prestigioso un imbroglio”. Lucie Award nel 2008. negli incontri e nelle interviste. Inoltre rileva come col digitale gli La sua produzione bibliografica è Ha sempre la freschezza dello sguar- archivi rischino di scomparire e come vastissima con circa 250 volumi tra cui do, la gentilezza della parola che sia cambiata la mentalità dei fotografi ricordiamo Morire di classe (con Carla rende piacevole conversare con lui e che scattano troppo e senza pensare Cerati nel 1969), Un paese vent’anni soprattutto quell’umiltà, che è solo perché spesso è la macchina che decide dopo (con Cesare Zavattini, 1976; dei grandi, di guardare al proprio tutto. Una lezione da tenere a mente 2002), Zingari a Palermo (1997), Les lavoro con lo spirito del principian- in un’epoca di bulimia dell’immagi- Italiens 1953-1997 (1998), Copyright te: “Mi rendo conto di aver avuto ne, professionale e privata. Berengo (2001) Gianni Berengo Gardin (2005), un certo successo professionalmente Gardin ha tenuto più di 300 mostre L’Aquila prima e dopo (2011) e il recente proprio perché fotografo ancora con personali fra cui le grandi antologiche Venezia e le Grandi Navi (2015). Il suo lo spirito e la passione del dilettante. di Arles (1987), Milano (1990), Losan- lavoro è stato particolarmente apprez- La passione mi fa lavorare notte e na (1991), Parigi (1990, 1997 e 2005), zato dalla critica – da Italo Zannier a sx Lido di Venezia, 1958. © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia. a dx Trento, 1985. © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia. 20 | FOTOIT LUG/AGO 2016 Pagina a lato Gran Bretagna, 1977. © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia. a E.H. Gombrich – ma anche da soprattutto sugli uomini, con quella Jannis Kounellis, Sebastião Salga- numerosi colleghi come Cecil Beaton, sua specialissima maniera di rendere do, Ferdinando Scianna, Giovanna Bill Brandt, Henri Cartier-Bresson e ogni singola persona indimenticabile, Calvenzi, Lea Vergine, Carlo Verdo- Ferdinando Scianna che ha scritto: integrandola quasi inscindibilmente ne, Marco Bellocchio, Renzo Piano, “Il suo sguardo si posa con sensibilità nello spazio e nell’ambiente in cui Vittorio Gregotti e Stefano Boeri che si accampa. Su ogni cosa, scrive: ”Le sue sono immagini/mondo uomini e oggetti, umili e perché vivono da sole. E sono immagi- ricchi, porta uno sguardo ni classiche perché si sottraggono alle sereno, di umanissima mode. Hanno la grazia di qualcosa ironia e partecipazione, di che sembra esserci sempre stato. Sono, straordinaria capacità evoca- semplicemente, mondi da abitare”. tiva e narrativa”. La mostra romana è accompagnata da un agile catalogo, pubblicato da Contrasto, che presenta 24 fotografie commentate da registi, artisti, critici, foto- grafi e architetti che offrono la loro particolare visione dell’immagine prescelta. Tra gli altri Mimmo Paladino, Copertina Vera Fotografia di Gianni Berengo Gardin FOTOIT LUG/AGO 2016 21 .

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