RADIOCORRIERE TV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Numero 5 - Anno 86 6 Febbraio 2017 Reg

RADIOCORRIERE TV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Numero 5 - Anno 86 6 Febbraio 2017 Reg

RADIOCORRIERE TV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA numero 5 - anno 86 6 febbraio 2017 Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 W W SOMMARIO N. 5 6 FEBBRAIO 2017 RADIO L'eleganza e l'humour garbato lo resero tra i maggiori interpreti della VITA DA STRADA commedia brillante. In occasione della nascita 5 di Ernesto Calindri, Radio 6 Teca dedica al celebre attore uno Speciale a cura di Elisabetta De Toma 42 SANREMO DALIDA Al via la 67ma edizione del Festival della canzone Grande talento e una vita CULTURA RAGAZZI italiana condotta da Carlo segnata dalla sofferenza. Il meglio della Conti e Maria De Filippi A trent'anni dal suicidio di programmazione Tante le novità in Luigi Tenco, il film-evento di Rai5 programma su Rai Gulp e 10 "Dalida", realizzato con Rai RaiYoYo. Stay tuned! Cinema, viene trasmesso il 38 15 febbraio su Rai1 44 34 CINEMA IN TV STUDIO UNO Una selezione dei film in programma sulle reti Rai Il 13 e 14 febbraio su Rai1 la miniserie "C'era una volta Studio Uno"fa rivivere gli 46 esordi del varietà televisivo che sdoganò star come Mina, le Kessler e Don Lurio 6 PALINSESTI SETTIMANALI 48 RADIOCORRIERETV DIRETTORE RESPONSABILE www. radiocorrieretv. it Hanno collaborato Fotografico SETTIMANALE DELLA RAI FABRIZIO CASINELLI www. rai-com. com Simonetta Faverio Barbara Pellegrino www. ufficiostampa. rai. it RADIOTELEVISIONE ITALIANA Redazione - Rai Carlo Casoli Fabiola Sanesi Claudia Turconi Reg. Trib. n. 673 Via Umberto Novaro 18 HEADLINE GIORNALISTI Antonio Ranalli* Palinsesti del 16 dicembre 1997 00195 ROMA Marina Cocozza Michele Trobbiani Numero 5 - anno 86 Tel. 0633178213 Grafica, impaginazione Filippo Blandino 6 febbraio 2017 Cinzia Geromino Claudia Tore Maria Rita Burghi "Dicono che son solo canzonette, ma poi le cantano un po' tutti”. E adesso ditemi che non avevano ragione Renzo Arbore e Nino Frassica. Siamo entrati nella settimana festivaliera, quella in cui la sera tutti si nascondono in casa per guardare, commentare, attaccare e soprattutto criticare. Tutti pronti a giurare e spergiurare di non aver visto neanche una serata dell'Ariston, salvo tradirsi poco dopo con una serie di post sui social commentando i testi delle canzoni o le scarpe indossate dal super-ospite. Siamo onesti, il Festival della Canzone è un po' come quando in occasione delle elezioni nessuno ammetteva di votare per la DC e puntualmente con l'esito delle urne arrivava la smentita. E ora provate a chiedere un po' in giro chi guarderà questo Festival e le risposte che riceverete saranno distratte e laconiche salvo poi a controllare i dati di ascolto da strada Vita che dicono tutt'altro. Perché? Sarebbe banale dire perché Sanremo è Sanremo, ma di fatto per dieci giorni all'anno il nostro Paese si lascia andare, riprende smalto e si scrolla di dosso il grigiore quotidiano. Diventa voyeur. Diventa fanatico della musica e del grande artista internazionale, ma anche accanito "opinion maker" pronto a influenzare, a lanciare messaggi, a dire la sua. Ma va bene così perché questa è la settimana del Festival, della "dolce vita" e "della grande bellezza”. È la settimana delle lacrime e della gioia. È la settimana in cui tutti sono a caccia di un'inquadratura televisiva "rubata”, di un selfie come ricordo o di un autografo da custodire gelosamente e postare subito sul proprio profilo come trofeo. È la settimana in cui si può fare a meno di parlar male dei politici e degli amministratori per riversare le attenzioni sul colore dei capelli dei cantanti o sui vestiti troppo stretti indossati dalle ospiti con fianchi troppo larghi. Si possono criticare i compensi dimenticandosi che anche il mondo dello spettacolo è un lavoro, con tutte le sue differenze. E non è esattamente solo quel che ci appare tra luci e paillettes. Perciò è davvero sterile attaccarsi alla pagliuzza per nascondere la trave, non serve a nulla se non a esplicitare il deprecabile sentimento dell'invidia. E allora, ognuno svolga il ruolo che gli è stato assegnato o che ha conquistato. Chi deve amministrare amministri, chi deve governare, governi. Chi è stato chiamato a tirare calci a un pallone, giochi. E chi deve regalare a tutti qualche ora di spensieratezza, faccia il suo lavoro. Lo faccia con l'abituale forza e professionalità, mettendo a disposizione le sue qualità e soprattutto il suo cuore che nelle occasioni importanti si è sempre dimostrato grande… senza tanta pubblicità. Signore e signori, non ci resta che augurarvi buon Festival: "Stiamo tutti a Sanremo (solo) pe cantà”… Buona settimana Fabrizio Casinelli FICTION TUTTA L'ITALIA CANTAVA 6 TV RADIOCORRIERE 7 Il 13 e 14 febbraio su Rai1 la miniserie "C'era una volta Studio Uno"fa rivivere gli esordi del varietà televisivo che sdoganò star come Mina, le Kessler e Don Lurio. Erano gli anni Sessanta e la Rai spalancava le porte sul futuro degli italiani e di tanti giovani che credettero in un progetto innovativo e travolgente. Accadde anche a Giulia, Elena e Rita sogni, soprattutto i sogni, quelli che la Rai ha permesso di realizzare alla generazione che negli anni Sessanta credeva nel cambiamento. Targata Lux Vide e prodotta in collaborazione con Rai Fiction da Luca e Matilde I Bernabei, la miniserie in due puntate "C'era una volta Studio Uno"arriva il 13 e 14 febbraio in prima serata e in prima visione su Rai1 per far rivivere il periodo d'oro della televisione italiana, quando il varietà si faceva con la straordinaria voce di Mina, le lunghissime gambe delle gemelle Kessler e l'incredibile agilità di Don Lurio. Nel periodo in cui il nostro Paese si godeva il boom economico, a dirigere la Rai in bianco e nero c'era Ettore Bernabei e a firmare i grandi successi Antonello Falqui e Guido Sacerdote. E poi c'erano le ragazze. Nella fiction sono tre e le loro storie s'intrecciano insieme al loro entusiasmo di lasciarsi coinvolgere in un ambizioso progetto che guardava al futuro. Sono Giulia (Alessandra Mastronardi, ndr) che fu assunta al servizio opinioni, Elena (Giusy Buscemi, ndr) inserita nel corpo di ballo e Rita (Diana Del Bufalo, ndr) nello staff di sartoria. S'incontravano ogni giorno, ciascuna col proprio bagaglio personale, nella sede Rai di via Teulada a Roma, dove nascerà il mitico Studio Uno e dove germoglieranno amori più o meno duraturi. Nei panni di Mina, che già spopolava con "Tintarella di luna”, troviamo Giorgia Cardaci. Mentre Lada Poznyakova e Linda Stroncerova interpretano Alice ed Ellen Kessler, le dive del celebre Da-Da Umpa. "C'era una volta Studio Uno"si avvale della regia di Riccardo Donna, che spiega: «Ho diretto tanti spettacoli di varietà televisivi, la mia vita professionale inizia proprio da lì. Un mondo al quale sono molto legato. Da bambino m'incantavo a guardarli e allora non potevo sapere che "Studio Uno" stava portando una ventata di trasformazione, modernizzando un intero modo di pensare e di raccontare. Leggendo la sceneggiatura e incontrando uomini geniali come Falqui e Bernabei sentivo crescere in me una grande responsabilità. Ho passato giornate intere nella Cineteca della Rai riguardando con curiosità e meraviglia tanto materiale di repertorio. Ci sono cose che invecchiano, che risultano "datate" e altre che hanno la capacità di restare attuali». Nel cast artistico figurano anche Andrea Bosca, Diana Del Bufalo, Gianmarco Saurino, Giampaolo Morelli, Edoardo Pesce, Simone Gandolfo, Enrico Ianniello e Antonello Fassari. 8 TV RADIOCORRIERE 9 SANREMO 2017 10 TV RADIOCORRIERE 11 SANREMO 2017 Le canzoni al centro di tutto. È la parola d'ordine della 67.ma edizione del Festival di Sanremo condotta da Carlo Conti e Maria De Filippi, con grandi ospiti internazionali e una rosa di artisti di talento pronti a sfidarsi sullo storico palco dell'Ariston. La kermesse, che terrà banco dal 7 all'11 febbraio, sarà trasmessa in diretta su Rai1 e su Rai Radio2 ome abitualmente accade per gli eventi molto pop, alla vigilia del 67.mo Festival di Sanremo, il terzo che vede Carlo Conti nel duplice ruolo di direttore artistico e conduttore, non si sono fatte attendere le polemiche. Questa volta sul cachet del presentatore, che prontamente ha risposto per buona pace di tutti: «È più bello aiutare gli altri senza Cfarlo sapere, senza sbandierarlo per farsi belli. Avevo già programmato di destinare una somma importante alle popolazioni colpite dal terremoto e volevo tenerlo per me, ma purtroppo queste polemiche assurde mi costringono a renderlo pubblico. Amare il prossimo è per me un comandamento importante che cerco di mettere in pratica ogni giorno». Chiarissimo. Allora si alzi il sipario sull'Ariston per le cinque attesissime serate, dal 7 all'11 febbraio, in diretta su Rai1 e su Rai Radio2, che si conferma radio ufficiale del Festival. I presupposti del successo ci sono tutti grazie alla presenza in conduzione di due indiscusse icone della tv come Carlo Conti e Maria De Filippi e di grandi ospiti internazionali, mentre le protagoniste assolute saranno le canzoni. Conti ha definito il cast artistico della kermesse di quest'anno «un "bouquet" selezionato per il valore delle canzoni e la loro potenzialità rispetto al mercato, con una particolare attenzione al loro appeal radiofonico». E ha aggiunto: «La scelta della direzione artistica è stata quella di raccontare in maniera fedele i molteplici aspetti della musica popolare contemporanea, dando voce come sempre ai nuovi talenti e agli artisti già affermati del panorama italiano. Il risultato è un ventaglio di proposte musicali, provenienti dai più diversi generi, che porteranno sul palco dell'Ariston un emozionante racconto della musica italiana di oggi». E la musica, i testi e le interpretazioni dei trenta gli artisti in gara, ventidue Campioni e otto nuove Proposte, saranno valutati attraverso il Televoto e le Giurie Demoscopica, di Esperti e della Sala Stampa La terza serata del 9 febbraio è quella delle "cover", in cui sedici Campioni eseguiranno versioni inedite dei grandi successi della canzone italiana e l'interpretazione più votata riceverà un riconoscimento speciale.

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