Università degli Studi di Padova Dipartimento di Scienze storiche, Geografiche e dell’Antichità Scuola di dottorato in Scienze storiche Indirizzo: Storia XXIII ciclo Confini, comunità e conflitti nel Cadore del XVI secolo Direttore della Scuola : Ch.mo Prof. ssa Maria Cristina La Rocca Coordinatore d’indirizzo: Ch.mo Prof. Walter Panciera Supervisore : Ch.mo Prof. Walter Panciera Dottoranda: Annamaria Pozzan Indice Abbreviazioni Abstract in lingua italiana Abstract in lingua inglese Parte I: La questione storica dei confini p. 1 Capitolo 1: Definizioni terminologiche e dibattito storiografico 3 1.1 Alcune considerazioni terminologiche: l’apporto delle altre discipline 5 1.2. Confini e frontiere in ambito storico: la storiografica francese 11 1.3 Le frontiere naturali: nuovi approcci storiografici 17 1.4. Lo stato della ricerca e il dibattito storiografico a livello nazionale 20 1.4.1. Confini e stati territoriali 25 1.4.2. Il binomio confini/conflitti: comunità, risorse, costruzione del territorio 28 1.4.3. Confini politici e mercato 33 1.4.4. Confini religiosi: alcuni casi di studio 39 1.4.5. La percezione e la rappresentazione dei confini 44 Capitolo 2: I confini in area veneta 49 2.1 Il contesto generale 51 2.2. I Provveditori sopra Camera dei confini 54 2.3. Le controversie ai confini dello Stato veneziano 60 2.4. Il caso vicentino 68 2.5 Gli altri casi 82 Parte II: I confini del Cadore in età moderna 87 Capitolo 1: Il territorio 89 Capitolo 2: Questioni di confine tra Cadore e territori asburgici in età moderna 97 2.1. Le questioni 99 2.2. Il confine Auronzo-Dobbiaco 105 2.3. Il confine Auronzo-Ampezzo 110 2.4. Il confine Ampezzo-San Vito 115 2.5. Gli accordi del 1582 e 1589 117 2.6. Le regole di determinazione dei confini 124 2.7. La raffigurazione del confine: la cartografia 131 2.8. Alcune considerazioni 142 Capitolo 3: I confini del Cadore dopo i trattati cinquecenteschi (secoli XVII e XVIII) 147 3.1 I conflitti persistono 149 3.2. La linea confinaria del Cadore dopo il Congresso di Rovereto del 1752 157 Parte III: Istituzioni, società economia in un territorio di frontiera 166 Capitolo 1: L’organizzazione amministrativa del Cadore 168 1.1. La ‘privilegiatissima’ provincia di Cadore 170 1.2. Il Consiglio della Comunità di Cadore: composizione e funzioni 184 1.3 Le autorità esterne: il capitano e il vicario 190 1.4. Gli officiali. La ‘tirannide’ dei Vecellio 196 1.5. Tra colte e approvvigionamenti: il deficit annonario della Comunità di Cadore 209 1.6. L’organizzazione militare 220 1.7. I poteri di base: regole e centenari 225 1.8. Al di là del confine veneto: l’assetto amministrativo dell’Ampezzo asburgico 247 Capitolo 2: Il patrimonio collettivo p. 253 2.1 L’origine della proprietà collettiva: una questione dibattuta 255 2.2. I pascoli 266 2.3. Il bosco 275 2.4. Le vizze 279 2.5.Le locazioni dei boschi comuni 285 2.6. Vizze e boschi di confine: il caso di San Vito 293 2.7. Le vizze bandite per l’Arsenale veneziano: il bosco di Sommadida o vizza di San Marco 297 Capitolo 3: L'economia di montagna 307 3.1. Il commercio del legname 309 3.1.1. Le dimensioni: alcuni dati generali 312 3.1.2. Il trasporto 316 3.1.3. I legnami tedeschi 324 3.1.4. Le segherie 327 3.1.5. Alcune figure significative di mercanti: Bianchini, Venago, Vecellio 329 3.2. Il settore metallurgico 344 Bibliografia 354 Documenti cartografici Abbreviazioni ASVE: Archivio di Stato di Venezia ASVE, PSCC: Provvediotore e sopraintendente alla Camera dei confini AMCC: Archivio della Magnifica Comunità di Cadore ASB: Archivio di Stato di Belluno b.= busta c., cc.= carta/carte fasc.= fascicolo ms.= manoscritto p. =pagina/pagine s.d.=senza data Misure La lira veneta si componeva di 2 soldi; un soldo si componeva di 12 o “piccoli”. Un ducato valeva 6 lire e 4 soldi. Date Le date sono espresse nella forma moderna e quindi il more veneto viene uniformato all’uso corrente. Abstract La tesi si articola in 3 parti. Nella prima si dà conto del dibattito storiografico riguardante il tema dei confini e delle frontiere. Il confine - inteso come linea che divide, separa, differenzia ma anche che consente rapporti, contaminazioni, scambi tra realtà diverse - si presta, in una prospettiva storica, ad una pluralità di percorsi di ricerca: confini religiosi, politici, economici, sociali. Il focus è stato posto sul tema dei confini politici e su quello dei processi di costruzione degli stessi nei secoli XVI e XVII, nonché sulle questioni connesse all’esercizio della giurisdizione e del possesso (individuale e collettivo). Si passa poi ad illustrare il tema della costruzione dei confini in area veneta, tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Asburgico, con riferimento ad alcuni casi maggiormente studiati. Nella seconda parte è analizzato il processo di definizione della linea confinaria nei territori orientali della Repubblica (Cadore e Ampezzo) nel corso del XVI secolo. E’ parso opportuno esaminare questo processo in una prospettiva di lunga durata facendo anche riferimento agli esiti finali, ossia ai trattati settecenteschi che segnano la stabilizzazione e formalizzazione della linea di confine fino alla Grande Guerra. La terza parte è dedicata all’analisi dei territori di confine (il Cadore), nel corso del XVI secolo dal punto di vista della struttura istituzionale, amministrativa e dei rapporti tra le diverse comunità, i loro organismi rappresentativi e lo stato centrale. L’area in esame, il Cadore, godeva di ampi margini di autonomia e di uno status di ‘separatezza’ che si fondava sul mantenimento di una struttura amministrativa-istituzionale specifica, basata sulle regole, sui comuni e sul Consiglio della Comunità di Cadore, ossia l’organismo di rappresentanza delle regole. Un’autonomia che si realizzava attraverso la concessione di una serie di privilegi da parte dallo Stato veneziano: privilegi fiscali e prerogative, prime fra tutte il riconoscimento della proprietà di boschi e pascoli, definiti beni comuni (ossia beni della Comunità di Cadore e non beni demaniali come avveniva in gran parte delle aree di pianura). Nella seconda metà del Cinquecento in queste società alpine erano in atto profondi mutamenti dell’assetto sociale, economico, amministrativo. La crescente domanda di legname da parte di Venezia e dagli altri centri urbani della terraferma, ha offerto a queste popolazioni grandi opportunità economiche e lavorative, coinvolgendole entro traffici commerciali di ampie dimensioni. Ma ha anche prodotto nuovi e diversi equilibri tra comunità, tra queste e la Dominante. Abstract The thesis is divided into 3 parts. In the first it is delined the historiographical debate on subject of boundaries and frontiers. The boundary - as line that divides, separates, but also allows different relationships, contamination, exchanges between different realities- allows, in a historical perspective, a lot of different lines of research: religious, political, economic, social boundaries. The focus is on political boundary and on the processes of building of them in the sixteenth and seventeenth centuries, and on the problem of the connection between jurisdiction and possession (individual and common). The it is illustrated the theme of the construction of boundaries in the veneta area between the Republic of Venice and the Habsburg Empire, with reference to some of the most studied cases. The second part analyzes the process of defining the borderline in the eastern territories of the Republic (Cadore and Ampezzo) during the sixteenth century. It is important to examine this process in a long-term perspective with reference to the final outcomes, that is eighteenth-century treaties, which mark the stabilization and formalization of the boundary line until the Great War. The third part analyzes frontier’s area, Cadore, in the sixteenth century: institutional and administrative structure, and the relationships between different communities, their representative bodies and the central state. This area Cadore enjoyed a large degree of autonomy and a status of 'separateness' which was based on the keeping of a specific institutional-administrative structure, based on the regole , on the comuni and the Consiglio generale della Comunità of Cadore , which is the representative body of regole . Autonomy that was achieved through the provision of a range of privileges by the Venetian state: fiscal privileges and prerogatives of all first specific recognition of possession of forests and grasslands, defined common goods (that is goods by the Community of Cadore and not public property as was the case in most lowland areas). In the second half of the sixteenth century in these area there were deep changes in social, economic, administrative structure. The increasing demand for wood by Venice and other towns of the mainland , has offered great economic opportunities and working for these populations, involving them in large trades and business . But it has also produced new and different balances between communities and between them and the Dominant . Parte I: La questione storica dei confini 1 2 CAPITOLO 1 Definizioni terminologiche e dibattito storiografico 3 4 1.1. Alcune considerazioni terminologiche: l’apporto delle altre discipline Il termine ‘confine’ utilizzato nel corso della presente ricerca si inserisce in una prospettiva ‘classica’: il confine nella duplice accezione di linea di demarcazione tra stati e giurisdizioni (domini asburgici e antica Repubblica di Venezia) e linea di definizione tra possessi di differenti comunità. Si tratta di un utilizzo del termine per nulla scontato, in considerazione tanto dei differenti significati ad esso attribuiti dalle diverse scienze sociali (innanzitutto l’antropologia e la geografia), quanto delle molteplici direzioni in cui le ricerche storiche hanno preso avvio proprio a partire dalla nozione di confine. La prima precisazione che si impone è quella tra confine e frontiera, sulla scorta dell’ormai tradizionale distinzione anglosassone tra ‘boundary’ e ‘frontier’ (a cui si connettono anche i termini quale ‘border’ e ‘borderland’ per indicare territori marginali, eccentrici, periferici rispetto ad un centro).
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