Sentieri Dell'arte

Sentieri Dell'arte

CLUB ALPINO ITALIANO Sezione di Varallo Commissione “Montagna Antica, montagna da salvare” Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia BOCCIOLETO (667 m) ALPE SECCIO (1390 m) Foto Mario Soster COMUNE DI 1 BOCCIOLETO Il paese di Boccioleto, da cui parte il nostro itinera- rio, è raggiungibile da Varallo, da cui dista 14 km, lasciando a Balmuccia la Strada Provinciale per Alagna e risalendo la strada della Val Sermenza per circa 4 km. Il “Sentiero dell’arte” che si sviluppa sul lato idrografico destro della Val Cavaione può essere affrontato direttamente dal centro del paese (667 m) o dalla frazione Ronchi (814 m), dove si può arrivare in auto. Inserite in un contesto ambientale caratteri- stico, colpiscono l'escursionista le facciate affrescate degli oratori, le cappellette decorate e soprattutto il gioiello artistico della chiesetta di San Lorenzo all'Alpe Seccio. Boccioleto È situato quasi ai piedi della Torre delle Giavine, un macigno alto 90 metri, nelle vicinanze del punto d'in- contro di due torrenti: il Sermenza e il Cavaione. All’inizio del Duecento le frazioni di Rossa e di Boc- cioleto furono la sede dei primi insediamenti perma- nenti della Val Sermenza. Nel secolo successivo la loro distribuzione nel territo- rio di Boccioleto raggiunse rapidamente la configura- zione ancora oggi visibile, con numerosi insediamenti sparsi sui versanti della Val Sermenza e della Val Ca- vaione, collegati attraverso una rete di mulattiere e sentieri al fondovalle che, grazie alla sua collocazione baricentrale, divenne il centro della vita civile e reli- giosa della comunità. Alcuni gruppi famigliari di Boccioleto erano dediti all’attività notarile. Tra questi si distinse la famiglia Preti, che era anche titolare dei diritti di sfruttamen- to di molte alpi dell’alta valle. Il rappresentante più noto di questa famiglia fu Giacomo Preti, detto il Giacomaccio, il principale esponente di un partito degli uomini della montagna che raccolse le istan- ze delle comunità dell’alta valle. Assieme ad Alberto Giordani di Fobello, con l'alleanza di Giovanni Pietro Vinzio di Valduggia, fu artefice della rivolta popolare del 1519 contro i Varallesi del Consiglio Superiore. Il Preti, dopo esser giunto con cento uomini armati In copertina: sino al ponte sul Mastallone in Varallo e aver appic- 2Cappelletta di San Nicola e Oratorio di Sant’Antonio a Solivo (1017 m) cato il fuoco ad alcune case di notabili valsesiani, si 1 ritirò per accampare i duemila uomini al suo seguito menti, accoglie preziose testimonianze pittoriche e presso la Balangera, in attesa dell'arrivo del Vinzio di pregevoli opere d’intaglio ligneo, in parte prodotte Valduggia con la gente della Curia Inferiore. Contro da maestri boccioletesi. l'accampamento i Varallesi lanciarono capre e pecore In diversi punti delle pareti laterali della navata sono con micce accese legate alle corna; la simulazione di presenti resti di affreschi quattrocenteschi scoperti nel un attacco d’uomini armati ebbe felice esito e gli uo- 1983 e recuperati negli anni 2000-2002, attribuiti ad mini dell'alta valle fuggirono tornando ai loro monti. un ignoto autore denominato Anonimo di Boccioleto, L'attacco fallito dal Preti fu ritentato dal Giordani di di probabile provenienza novarese. Il presbiterio è do- Fobello, che con quattrocento uomini riuscì in tempo minato da un grandioso altare ligneo dorato, disposto di Carnevale ad irrompere nella sala ove erano riuniti su tre ordini, realizzato dal boccioletese Francesco An- in Consiglio i reggenti varallesi, uccidendo anche al- tonio d’Alberto nel 1708 e dipinto dal figlio Giovanni cuni rappresentanti della famiglia Scarognini. Gior- Antonio nel 1723 con la collaborazione di altri artisti dani e Vinzio, uniti anche da parentela, assieme al del legno di Boccioleto. Nella navata si aprono quattro Preti avrebbero in tal modo assunto il potere in valle cappelle laterali. La cappella del Rosario (a sinistra) e organizzarono la resistenza dei Valsesiani al tentati- presenta un buon effetto scenografico, con ripetizione vo di introduzione di una signoria locale con Tiberino dei motivi architettonici entro cui sono inseriti quin- Caccia. La composizione del lungo contrasto avvenne dici ovali con le scene dei Misteri, opera di Antonio nel 1527 con l'incontro nel convento di Santa Maria Orgiazzi. L’altare della cappella ospita una statua delle Grazie a Varallo di Giacomo Preti, in rappresen- della Vergine col Bambino, opera del 1645 di Bartolo- tanza del partito della montagna e di Giovanni Am- meo Ravelli. La cappella di S. Giuseppe presenta altre brogio Scarognini, in rappresentanza della vicinanza decorazioni pittoriche dell’Orgiazzi che accolgono gli varallese. L'affermazione varallese del Preti sarebbe ovali con le Storie della vita di S. Giuseppe. La sta- testimoniata dalla sua raffigurazione in uno dei 150 tua al centro dell’altare è opera del 1693 di Francesco soggetti dipinti da Gaudenzio Ferrari nella Cappella Antonio d’Alberto. Nella cappella di Santa Marta (a della Crocifissione, una delle più antiche e prestigiose destra) sono da segnalare l’altare ligneo, con otto me- del Sacro Monte di Varallo, terminata nel 1528, anno daglioni con storie della vita della Santa e la statua seguente la composizione della vertenza tra Varalle- della Madonna del Gonfalone; l’opera lignea, eseguita si e abitanti della montagna. Sulla scorta di quanto parallelamente a quella dell’altare del Rosario, richia- scritto dal Fassola, storico peraltro non sempre atten- ma modi propri degli Sceti di Campertogno. dibile, la vicenda entrò nella storiografia valsesiana Sulle pareti della navata sono presenti le tavole di dell'Ottocento senza trovare conferme documentarie una Via Crucis eseguita nella seconda metà dell'Ot- e finì relegata nel mondo leggendario nel Novecento. tocento dal pittore Giovanni Piccina, originario della Gli atti notarili d’inizio Cinquecento restituiscono i frazione Palancato di Boccioleto. Le dodici tele degli personaggi alla loro dimensione storica: Jacobus fi- Apostoli sono opera del boccioletese Carlo Borsetti lius quondam Petri Zanoli de Preto, documentato a che le dipinse nel 1727/8, ispirandosi al Gianoli. partire dal 1513, era un ricco possidente terriero al Sulle pareti esterne della chiesa sono visibili altri af- centro di un'intensa attività di compravendita e lo- freschi di diverse età. Nel sagrato è degna di nota la cazione di beni in valle e fuori, tanto da occupare con Cappella dell’Annunciazione, con dipinti cinquecen- la sua presenza quasi la metà degli atti nel minutario teschi di scuola gaudenziana e con una bella Croci- del notaio Giovanni Preti di Boccioleto. fissione in legno recentemente restaurata. L’accesso al sagrato avviene attraverso un Arco trionfale su cui Nel centro di BOCCIOLETO (667 m) ha svolto le sue sono dipinte a chiaroscuri le figure di S. Pietro e di funzioni per secoli la Chiesa dedicata ai SS. Pietro e S. Paolo (sul lato interno) e le scene del Martirio di Paolo, che fu la più antica parrocchia della Val Ser- S. Pietro e del Martirio di S. Paolo (sul lato esterno); 2 menza. L’edificio attuale, frutto di numerosi amplia- gli affreschi, eseguiti nel 1890 dai pittori Arienta, 3 Longhetti e Piccina, riproducono la precedente ope- Continuando a salire, superando altri gruppi di case ra di Antonio Orgiazzi, eseguita nel 1774 e demolita (Ca di Iot) si arriva alla frazione Ronchi (814 m), ove nell’Ottocento per l’ampliamento della strada rota- giunge da alcuni anni anche una strada asfaltata che bile. In fronte alla cappella, vicino ai muri della chie- si stacca sulla destra dalla provinciale della Val Ser- sa, è interessante notare la presenza di una pietra, menza presso l’oratorio di S. Marco, a poche centina- sollevata da terra da un basamento alto circa 30 cm, ia di metri a monte di Boccioleto. con l’iscrizione 1518 J.P. P. che la tradizione ritiene Il toponimo è derivato dalla voce latina medievale indichi il pulpito da cui Giacomo Preti (Jacobus Pre- ronchum, terra dissodata o da dissodare, entrata nel tis Preconium) arringava i valligiani. dialetto valsesiano come ronch. La voce trova un’am- All'uscita dal paese, lungo la strada provinciale pia applicazione nella macro e soprattutto microto- che porta a Rimasco, l’Oratorio dell’Annunciazione, ponomastica valsesiana e risale chiaramente al pe- ugualmente ricco di testimonianze artistiche, da al- riodo di trasformazione del territorio da alpeggio ad cuni anni ospita, per volontà del compianto parroco insediamento permanente con l’impianto di campi e don Pietro Ferri, le opere d’arte provenienti da altri prati. L’insediamento è citato per la prima volta in oratori e cappelle sparsi nel territorio parrocchiale. una carta del 1476, in cui compare un rappresentante Di questa chiesa sono da ricordare gli affreschi di della famiglia Lancia, documentata a Boccioleto sin Antonio Orgiazzi del 1755; la cantoria eseguita da dall’inizio del Quattrocento e costituente per seco- Giovanni Antonio d’Alberto nel 1767 e probabilmente li il casato più diffuso ed importante della frazione dipinta dallo stesso Orgiazzi; l’altare ligneo, opera Ronchi. del 1694 di Francesco Antonio d’Alberto. All’inizio dell’abitato troviamo l’oratorio dedicato Tra le opere provenienti da altri oratori si segnala alla Madonna delle Grazie, uno dei più notevoli di un altarolo portatile con statue in legno policrome, Boccioleto, che sorse all’inizio del Seicento sopra una datato 1572, e un altro cinquecentesco proveniente precedente cappella, già ricordata in alcune dispo- dalla frazione di Palancato. Le sette statue lignee del sizioni testamentarie del Cinquecento e citata negli Compianto sul Cristo Morto sono opera cinquecen- Atti di Visita Pastorale del 1617. Durante l’esecuzione tesca proveniente dal santuario della Madonna del degli affreschi sulla facciata, datati 1799 18 marzo, Sasso sopra Palancato. Giovanni Avondo diede ampia visibilità alla Madon- na delle Grazie, raffigurata al centro del complesso Il sentiero da percorrere parte dalla piazzetta a metà iconografico. Nella fascia mediana compare una serie dell’antica strada centrale del paese (Via Zali), nei di santi (S.

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