View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Archivio istituzionale della ricerca - Università di Cagliari Università degli Studi di Cagliari DOTTORATO DI RICERCA Studi filologici e letterari Ciclo XXVI TITOLO TESI Letteratura e identità irlandese nell'opera di Bram Stoker Settore scientifico disciplinare di afferenza L-LIN/10 Presentata da: Manuel Cadeddu Coordinatore Dottorato prof.ssa Cristina Lavinio Relatore/Tutor prof. Mauro Pala Esame finale anno accademico 2013 – 2014 1 Indice Introduzione p. 3 Capitolo 1 – Inquadramento e materiali 1.1 Nascita di una nazione p. 17 1.2 Letteratura e identità irlandese p. 27 1.3 Presentazione dei materiali analizzati p. 30 Capitolo 2 – Rappresentazioni irlandesi 2.1 Cenni biografici p. 35 2.2 Prime rappresentazioni irlandesi: ‘The Primrose Path’ p. 48 2.3 Nel cuore dell’Irlanda: The Snake’s Pass p. 57 2.4 Gradi di separazione: Stoker e il Revival p. 90 2.5 Vampiri irlandesi? p. 100 Capitolo 3 – Stoker e il folklore 3.1 Il ruolo del folklore nella creazione dell’identità nazionale p. 109 3.2 Folklore in The Snake’s Pass p. 122 3.3 Dracula: un caso ancora aperto p. 139 Capitolo 4 – Stoker e la politica 4.1 Stoker e i politici p. 147 4.2 A Philosophical Home Ruler p. 152 4.3 Idee per lo sviluppo di una piccola nazione: The Lady of the Shroud p. 157 Conclusioni p. 177 Bibliografia p. 193 2 3 Introduzione Il presente studio deriva dall’incontro tra due diversi interessi di ricerca, uno riguardante i legami che si instaurano tra letteratura e identità (sia personale che nazionale) e il ruolo svolto dalla letteratura nella formazione e definizione di tali identità, l’altro riguardante il recente desiderio di riappropriazione di Bram Stoker come autore irlandese che si può notare sia in ambito accademico sia presso il grande pubblico. In passato, Stoker è stato spesso incluso in antologie di scrittori britannici senza che venisse menzionato il suo essere irlandese. Talvolta è stato persino definito esplicitamente come autore inglese, ad esempio nel Collins Gem Dictionary of Biography del 19711, da Harper e Row nel loro The Reader’s Encyclopedia del 19882, nella New Webster’s International Encyclopedia del 19963 e nella World Book Encyclopedia del 19984. Ancora nel 2002, in una raccolta intitolata The Oxford book of English ghost stories, pubblicata da Oxford University Press e curata da Cox e Gilbert, è stato incluso un racconto di Stoker.5 La scelta di includere autori irlandesi, scozzesi e americani è spiegata dai curatori, nell’introduzione alla raccolta, con i caratteri tipici della ghost story inglese che queste storie sembrano mostrare e con il fatto che esse (e di conseguenza i loro autori?) facciano parte della letteratura inglese. L’inglesità, normalmente data per scontata nelle antologie nelle quali non si entra nel merito dell’inglesità stessa, in questa raccolta viene quindi scomposta con il riconoscimento delle diverse nazionalità di alcuni degli autori inclusi, ma solo per poi riunire tali nazionalità sotto l’ombrello comune della letteratura inglese. Nonostante le opinioni dei curatori di raccolte di questo tipo, al cui computo si potrebbero aggiungere numerose antologie scolastiche, l’irlandesità di Stoker derivante dalla sua nascita e dalla sua formazione non venne intaccata dagli anni trascorsi a Londra e dai suoi continui contatti con le elite sociali britanniche (possibili soprattutto grazie al suo lavoro per Sir Henry Irving al Lyceum Theatre). Ciò dovrebbe essere ovvio, come ricordano Haining e Tremayne: 1 Haining, Peter e Peter Tremayne. The Un-dead: The Legend of Bram Stoker and Dracula. London: Constable, 1997, p. 34. 2 Haining e Tremayne 1997: 34. 3 Miller, Elizabeth. Dracula. Sense & Nonsense. Southend-on-Sea, Essex: Desert Island Books, 2000, p. 48. 4 Miller 2000b: 48. 5 Si tratta di ‘The Judge’s House’ del 1891 (pubblicato per la prima volta su una rivista e in seguito nella raccolta Dracula’s Guest and Other Weird Stories, del 1914). 4 It is obvious that the culture one is born and brought up with, or, indeed, spends the first decades or so of one’s working life with, is going to have a profound influence on one’s literary endeavours wherever one is subsequently based.6 Nel caso di Stoker, questo non è stato così ovvio per molti critici e storici della letteratura, ma il suo dichiarato interesse per la questione irlandese (si definiva un “philosophical Home-Ruler”) e una attenta analisi della sua produzione (letteraria e non solo) mostrano chiaramente che la sua irlandesità non venne mai cancellata dalla sua integrazione nel mondo londinese. Il presente lavoro è teso, perciò, alla ricerca di elementi e temi irlandesi nei suoi scritti, con la triplice finalità di: mettere in risalto e definire la sua irlandesità e l’influenza che questa ebbe sulle sue opere; ampliare la conoscenza che il mondo accademico ha dei suoi scritti, sia letterari che giornalistici, cercando di andare oltre Dracula e le “solite” letture che se ne danno, così da giungere a una considerazione a tutto tondo di Stoker e della sua opera; definire la sua visione per quanto riguarda la formazione di una comunità e lo sviluppo di una piccola nazione, ricollegando così, in questo terzo punto, i due interessi che stanno alla base di questa tesi. Per perseguire tali fini, si è scelto di lavorare principalmente su tre opere: The Snake’s Pass (1890), il primo romanzo di Stoker e l’unico a essere ambientato in Irlanda; Dracula (1897), imprescindibile pietra miliare nella sua produzione letteraria; e The Lady of the Shroud (1909), più esplicitamente politico. Rintracciare elementi e temi utili ai fini della presente analisi nell’irlandesissimo The Snake’s Pass, romanzo ricco di personaggi, luoghi, toponimi, leggende, usanze e situazioni tipicamente irlandesi, non è impresa ardua. Tuttavia, il contributo offerto dall’analisi di quest’opera va ben oltre la semplice raccolta di elementi facilmente identificabili, in quanto offre anche la possibilità di dare un primo sguardo alle idee di Stoker relative alla formazione di una comunità e ai passi che egli riteneva necessari per lo sviluppo di un’area rurale. In The Lady of the Shroud, soluzioni simili a quelle proposte nel primo romanzo sono applicate a una piccola nazione immaginaria nei Balcani, che secondo alcuni potrebbe essere identificata con il Montenegro (nonostante Stoker, come si vedrà, nel corso della narrazione indichi chiaramente che non si tratta del Montenegro), ma anche con l’Irlanda, dato che le proposte qui avanzate sono abbastanza simili a quelle che si trovano in The Snake’s Pass e in alcuni articoli sull’Irlanda scritti negli stessi anni di The Lady of the Shroud. Per quanto riguarda Dracula, infine, un’analisi delle connessioni, delle somiglianze e delle differenze con le altre due opere può aiutare a comprendere 6 Haining e Tremayne 1997: 35. 5 questo famoso romanzo in maniera più approfondita rispetto al passato, nonché a monitorare lo sviluppo delle idee politiche di Stoker nel corso del tempo, giacché, nel loro insieme, questi tre romanzi coprono i due decenni in cui egli si dedicò alla scrittura in maniera più regolare rispetto a quanto non avesse fatto in precedenza: The Snake’s Pass segna l’inizio di questo doppio decennio, Dracula si posiziona all’incirca al centro del periodo e costituisce il culmine delle capacità artistiche di Stoker, mentre The Lady of the Shroud è vicino alla chiusura del ventennio preso in considerazione (e della vita di Stoker). Il percorso segnato da queste tre opere viene individuato anche da altri, in particolare da Glover.7 Sono stati selezionati anche un racconto lungo, ‘The Primrose Path’, pubblicato circa quindici anni prima di The Snake’s Pass, in cui sono preminenti il tema dell’emigrazione e quello dell’alcolismo, in quel periodo tipiche preoccupazioni irlandesi; due articoli che trattano dell’Irlanda, ‘The Great White Fair in Dublin’ e ‘The World’s Greatest Shipbuilding Yard’ (quest’ultimo sui cantieri navali in cui venne in seguito costruito il Titanic, destinato ad affondare a pochi giorni dalla morte di Stoker); alcuni saggi brevi e scritti di altro genere, oggi disponibili proprio grazie al rinnovato interesse degli studiosi per questo autore in passato a volte trascurato, come ad esempio alcune sue lettere, un discorso tenuto alla Historical Society del Trinity College Dublin, i suoi diari personali (in particolare quelli del periodo 1871-1882, pubblicati nel 2012 con il titolo The Lost Journal of Bram Stoker8), gli scritti riprodotti nell’ancora più recente The Forgotten Writings of Bram Stoker9 e quelli conservati nella biblioteca del Trinity College Dublin, donati da un membro della famiglia Stoker su suggerimento di Paul Murray, uno dei suoi biografi più recenti. Un corpus così ampio e variegato offre non solo copiosi materiali per supportare l’analisi con numerose prove dell’irlandesità di Stoker, ma anche la possibilità di ampliare la conoscenza della sua produzione, uno degli scopi dichiarati di questa tesi. La varietà e il numero delle fonti prese in considerazione mira quindi a fornire la maggior quantità di dati interpretativi possibile, ma anche a mostrare come l’irlandesità di Stoker non fosse occasionale o limitata, bensì una costante della sua vita e della sua opera, nonostante il lungo periodo trascorso lontano dalla sua 7 Glover, David. Vampires, Mummies, and Liberals: Bram Stoker and the Politics of Popular Fiction. Durham and London: Duke University Press, 1996, p. 25. 8 Miller, Elizabeth e Dacre Stoker (eds.). The Lost Journal of Bram Stoker. London: The Robson Press, Biteback Publishing Ltd, 2012. 9 Browning, John Edgar (ed.). The Forgotten Writings of Bram Stoker. New York: Palgrave Macmillan, 2012. 6 terra natia, il suo entusiasmo per Londra10 e il desiderio, indicato da alcuni biografi, di integrarsi completamente nella società inglese senza che lo si riconoscesse immediatamente come irlandese, cosa che, peraltro, veniva impedita anche dal suo accento11.
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