GIOVEDÌ 6 AGOSTO 1992 POLITICA INTERNA PAGINA 5 L'UNITÀ Guerra di posizione nello Scudocrociato De Mita lavora ad un compromesso: Domani riprende il Consiglio nazionale una commissione unitaria a fianco di Forlani Gli andreottìani tessitori del dissenso? Segni spara a zero: «State destabilizzando Anche Marini chiede uno «scossone» il paese. Il vertice de non è più credibile» Rispunta Andreotti e subito attacca «La discussione sull'incompatibilità non è affatto chiusa» Nella «guerra di posizione» aperta nella De scende tempo della sua segreteria i vo­ esprimere una nuova autorità fondo, e può forse costituire la polarismo» democristiano. An­ sono accusati di non saper an­ Scudocrociato non si smenti­ fronto, che oggi sono indi­ in campo Andreotti: «Sull'incompatibilità - avverte - ti degli andreottìani non erano morale». Del resto - fa sapere - base politica reale di una più che Guido Bodralo lo ha detto cora indicare un progetto dì ri­ sce, e le ore delle dichiarazioni spensabili». certo considerati un pec^'o. E in queste ore Mino Martmazzo- larga e credibile contestazione nel suo intervento al Cn, pa­ forma della politica e dello Sta­ di guerra e delle congiure sono E Mario Segni? Il capogrup­ dobbiamo discutere ancora». E il fido Cirino Pomici­ ieri - lo sottolinea con soddi­ li ha avuto un colloquio con lo a Forlani. Quella norma infatti ventando la strada dei «governi to davvero coerente con l'ur­ anche quelle della più attiva ri­ po Gerardo Bianco lo ha invi­ no fa il tessitore di un possibile fronte contro Forlani sfazione Cirino Pomicino - e stesso Forlani, e quel che più - avulsa da una più generale e amici» della De. Una risposta genza della crisi e, soprattutto, cerca della mediazione e del tato a far parte del «gruppo di e De Mita. Intanto pero si profila un compromesso: sceso in campo anche il leader conta, con Giulio Andreotti. coerente riforma istituzionale alle sollecitazioni del movi­ ai problemi di sopravvivenza compromesso. C'è una fitta re­ lavoro» appositamente costi­ una «commissione» unitaria che affianchi il segreta­ di «Forze nuove» Franco Mari­ L'ex presidente del Consi­ che garantisca un nesso forte mento referendario che rischia della De. te di colloqui tra i grandi capi tuito ieri per affiancare l'attività rio fino al congresso. Mario Segni spara a zero: «Sta­ ni. Ci vuole «uno scossone», av­ glio è intervenuto personal­ Ira mandato elettorale e ruolo di essere ancora più destabiliz­ Non tutto, insomma, può es­ di correnti e sottocorrenti. De della commissione bicamera­ verte l*ex ministro del lavoro. mente ieri nella «guerra di po­ di governo - mette in discus­ zante delle proposte di Segni. sere ridotto alla mera lotta per Mita vede a lungo Gava a piaz­ le. Un «contentino» per com­ te destabilizzando il paese». Forlani deve capirlo e de/e sizione» aperta nella De, risol­ sione la radice stessa del «po­ Forlani e De Mita, in sostanza, il potere intemo. Del resto lo za del Gesù, parla con i meno pensare l'esclusione dalla proporlo, altrimenti «il giudizio levando nel «bloc notes» per «radicali» dei suoi contestatori. commissione vera? I referen­ che dovremo esprimere non L'Europea la «vexata quaestio» Può forse curarsi poco delle in­ dari non si accontentano, e il potrà che essere negativo». Po­ dell'«incompatibilità». Bisogna temperanze di un Mastella, ma senatore De Matteo, vice presi­ ALBKRTOLnSS micino, che sembra essersi as­ discuterne sul seno - argo­ non può perdere il raccordo dente del «patto», chiede a sunto il ruolo del «tessitore» del menta Andreotti toccando un con i Bodrato, gli Elia, lo stesso gran voce la reintegrazione di •H ROMA. A pomeriggio inol­ Forlani e ai suoi maggiori so­ dissenso, fa i conti: c'è Marini, nervo scoperto del suo partito Martinazzoli (che ribadisce Segni. Quest'ultimo ha affidato tralo, su un divanetto di Monte­ stenitori: Gava e De Mita. Gli ci siamo noi, c'è un Grande - e ricorda che in altri sistemi comunque il dissenso da For­ ad un'intervista all'Europeo citorio discutono animata­ uomini della maggioranza av­ centro che perde colpi e pezzi, dedmocratici, come quello in­ lani) . Lo sbocco attorno a cui un'anticipazione di quello che mente Enzo Scotti, il solitario vertono: tanti scontenti non c'è lo scontento montante tra glese o quello francese non si sta lavorando è quello di una dirà domani nel «parlamenti­ ribelle ex pupillo di Gava. Cle­ fanno un'alternativa. Ma pro­ gli uomini di De Mita. E rilancia gestione unitana e straordina­ mente Mastella, uno dei capi esiste, o è nsolto in diversa ma­ no» de. E non sono certo paro­ prio Mastella ribatte: «Sarà an­ ancora e proprio alla sinistra: niera, il problema del «cumu­ ria del partilo fino al congres­ le di pace: «Lo scontro nella De dei «quaranta» arrabbiati della so, una sorta di «commissione» sinistra che contestano De Mi­ che vero, ma non vedo nem­ se avesse il coraggio di fare lo» tra mandato parlamentare - afferma - rischia di travolge­ ta, Calogero Mannino, potente meno un compatto partito dei una proposta ed esprimere un e lunzioni di governo. E la que­ rappresentativa di tutte le ani­ re il paese». Forlani, De Mita, leader della de siciliana, e Pao­ contenti "Forlani - aggiun­ candidato... Lo stesso Forlani - stione nella De, ha due facce: me, capace di dare un segno Gava, e anche Craxi, «sono re­ lo Cirino Pomicino, il superatti- ge - non può dire che chi parla ragiona l'ex ministro del bilan­ una è quella del livore suscita­ di rinnovamento, e garantita sponsabili della deriva del si­ vo uomo di Andreotti. Un bel diversamente da lui corrode la cio - ha cosi a cuore l'unità to dal «diktat» forlaniano, che da Arnaldo Forlani. Lo stesso stema, e non hanno la legitti­ pezzo di quel 'fronte degli De». E se la prende anche con che di fronte ad una presa di d'accordo con Gava, De Mila ( segretario, per la venta, vi ave­ mità di presentarsi al paese e scontenti» che domani, alla ri­ De Mita, che si ostina a parlare posizione seria, valesse anche e Scalfaro ) ha costretto molti va fatto cenno aprendo il Cn. di chiedere sacrifici in cambio presa del Consiglio nazionale solo con Gava e II Grande cen­ un trenta o quaranta per cento potenti del partito a stare fuori Nemmeno Bodrato lo esclude, della promessa del rinnova­ della Oc, potrebbe creare più tro: «Andreotti va bene solo dei voti, ne prenderebbe atto. dal governo (o a dimettersi dal a patto che «non serva per im­ mento. Su questo punto non di un problema ad Arnaldo quando lo decide lui?». Già, al «La De - dice - ha bisogno di Parlamento). L'altra è più di pedire la distinzione e il con­ c'è conciliazione possibile». VINCENZO SCOTTI RACCONTA «A cinismo di quei signori Giorni di amarezza e di riflessione per l'ex ministro degli Esteri, Vincenzo Scotti; in alto il segretario democristiano d porterà tutti alla rovina» Arnaldo Forlani STIPANO DI MICHU.I quelle reazioni ho pensato: che più mi ha (erito. Mi è ve­ genza, piegarmi all'omertà e chi metri più in là c'è De Mita, comunali infiltrati dalla mafia sfomnazione o coliamo a pic­ to ha fatto esplodere ciò che beh, ho colto nel segno. L'es­ nuto da pensare che questo al silenzio. Tutto quello che ma non gli rivolge nemmeno Mi aspettavo che immediata­ co. Questa De rischia di diven­ in realtà già esisteva, ci ha tol­ M ROMA «Cosa ho capito in cristiani, un progetto andato a sere scomodo è una cosa ter­ Paese è affidato alle cure di succede mi fa venire in mente lo sguardo. Scotti annuisce ad mente scattassero da parte del tare un partito senza senso». to tutti gli alibi La De non l'ha questi giorni? Forse quanto ci­ male, una congiura rimasta a ribile... lo non ho né truppe nò chi non ha alcuna coerenza una frase che mi ricordava un suo segreto pensiero. Ri­ partito altrettante misure • Non è pentito di quello che > voluto capire e adesso cerca nismo c'è nella classe dirigen­ metà? Alza un momento gli potere. L'unica dote che ave­ tra I discorsi che fa e i compor­ mio padre1 "Non disturbare il prende: «A quelli che guidano straordinane. E invece ho visto ha fatto? «No, non tornerei a di sopravvivere». Ma la gente, te del mio partito, che non si occhi, l'ex ministro, scuote il vo, l'incarico di ministro, l'ho tamenti, e non sa fare altro manovratore, qui si lavora e oggi il partito neanche i lampi che avveniva il contrario, che (are il ministro. il «popolo democristiano», co­ rende conto che tutto gli sta capo. «SI, lo so. Molti pensano: buttata su quel tavolo e nean­ che demonizzare l'avversano. non si parla di politica"». fanno più aprire gli occhi, lo il potere restava saldamente sa dice delle sue dimissioni? franando addosso». Parla con chissà cosa gli hanno promes­ che questo gesto ha fatto apri­ Questo suo voler sfuggire ai Poi Scotti avverte la De: mi sarei aspettato che mi di­ nelle mani di quei personaggi. «In questi giorni, facendo an­ gli occhi bassi, Enzo Scotti. so. Il costume mafioso ormai è re gli occhi a chi ha In mano la problemi usando accuse in­ «Nessuno sia più sicuro di es­ cessero: "Sci un disgraziato, Me li sono anche trovati da­ che disperare la mia scorta, Parla e accusa. Accuse di fuo­ presente dovunque, e si pensa De. Per fortuna non considero fantili è il segno della vera sere padrone del Libro dei Re­ ma cerchiamo almeno di di­ vanti, durante la campagna Neanche ho cercato di andare in giro co, contro II vertice dello scu­ sempre al killer e al mandan­ Il Consiglio nazionale il parti­ miopia e del fastidio a cam­ probi e nessuno immagini di scutere la questione che tu elettorale, mi hanno contesta­ da solo, di prendere dei taxi, docrociato.
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