UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO CORSO DI DOTTORATO in STORIA, CULTURE E TEORIE DELLA SOCIETÀ E DELLE ISTITUZIONI XXXI CICLO DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI LE SIGNORIE DI OBERTO PELAVICINO (1249-1266) M-STO/01 MADDALENA MOGLIA matricola: R11270 TUTOR: Chiar.mo Prof. Paolo GRILLO COORDINATORE DEL DOTTORATO: Chiar. ma Prof.ssa Daniela SARESELLA A.A. 2017-2018 ! SOMMARIO INTRODUZIONE ....................................................................................................................................4 1. La signoria cittadina nel dibattito storiografico .......................................................................4 2. Le signorie di Oberto Pelavicino: panorama documentario e fonti .................................. 12 CAPITOLO I I FONDAMENTI DEL POTERE ........................................................................................................... 18 1.1 Geografia del potere marchionale: i Pelavicini tra Impero e città ................................... 18 1.2 La carriera imperiale................................................................................................................ 32 CAPITOLO II UN DOMINIO MULTIFORME: TEMPI E SPAZI DELL’EGEMONIA DI OBERTO PELAVICINO..... 48 2.1 Verso la signoria: gli eventi .................................................................................................... 48 2.2 La pace e l’Impero: Cremona, Piacenza, Pavia, Vercelli (e Parma) ................................. 55 2.3 Prassi di governo: i podestà ................................................................................................... 64 2.4 La politica fiscale ..................................................................................................................... 71 2.5 La politica economica............................................................................................................. 75 2.6 Le forme del potere................................................................................................................. 83 CAPITOLO III LA SECONDA FASE DEL DOMINIO (1259-1266)............................................................................. 88 3.1 Le difficoltà del dominio (1256-1257).................................................................................. 88 3.2 Nuove strategie (1258)............................................................................................................ 97 3.3 Nuove alleanze (1259) .......................................................................................................... 100 3.4 L’apice del dominio: Milano (1259-1264).......................................................................... 104 3.5 L’apice del dominio: gli anni 1261-1265............................................................................ 109 3.6 «Cruce signati venient super nos, non enim volumus esse destructi»: lo sgretolamento del dominio (1265-1266)............................................................................................................. 115 CAPITOLO IV GLI UFFICIALI DI OBERTO PELAVICINO ..................................................................................... 120 ! 2! 4.1 Per una prosopografia dei podestà ..................................................................................... 120 4.1.a L’entourage del Pelavicino ............................................................................................... 121 4.1.b Aristocratici..................................................................................................................... 124 4.1.c La fedeltà imperiale........................................................................................................ 128 4.2. Gli ufficiali minori: giudici assessori e notai..................................................................... 130 4.2.a Reclutamento e circolazione......................................................................................... 133 4.2.b Esempi di carriere.......................................................................................................... 137 4.2.c Reti e clientele................................................................................................................. 139 4.2.d Giuristi e notai................................................................................................................ 144 4.2.e I popolari ......................................................................................................................... 147 4.3. Conclusioni............................................................................................................................ 151 CAPITOLO V LA NATURA DEL DOMINIO: CITTÀ, COMUNE E POPOLO ........................................................... 154 5.1 Il signore e le partes................................................................................................................ 154 5.2 Il signore e il Popolo............................................................................................................. 157 CONCLUSIONI................................................................................................................................... 167 1. Le signorie di Oberto Pelavicino .......................................................................................... 167 2. Verso i Pallavicini .................................................................................................................... 174 APPENADICE 1: SCHEDE PROSOPOGRAFICHE, I PODESTÀ DI OBERTO PELAVICINO .......... 180 APPENDICE 2: REPERTORIO DEGLI UFFICIALI MINORI ............................................................. 192 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................................. 209 ! 3! Introduzione 1. La signoria cittadina nel dibattito storiografico Un ritorno alla signoria nel discorso storiografico, scevro da precomprensioni idealtipiche e consapevole delle recenti acquisizioni, potrebbe dunque arricchire e sfumare il quadro dell’Italia comunale, mettendo a fuoco i caratteri distintivi tra diversi regimi, e così contribuire a riscrivere parte della storia di uno degli snodi politici decisivi della storia d’Italia.1 Con queste parole Andrea Zorzi concludeva otto anni fa l’introduzione al suo volume Le signorie cittadine in Italia (secoli XIII-XV), un testo programmatico del “Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale” (PRIN) del 2010 sul tema, appunto, delle Signorie cittadine nell’Italia comunale, coordinato da Jean-Caude Maire Vigueur.2 Il progetto, come bene sintetizza il suo titolo, nacque per l’esigenza sentita da una parte della comunalistica italiana di rivedere diversi paradigmi interpretativi, riguardanti il passaggio dal comune alla signoria e, più in generale, relativi ad alcuni dei principali nodi storiografici della storia basso medievale della Penisola, ossia quelli della specificità della civitas italiana e dei suoi sistemi politici. Le sintesi che ripercorrono i percorsi storiografici che a partire, soprattutto, dal XIX secolo dietro vita alle grandi narrazioni del comune e della signoria sono già numerose:3 mostrando le tappe di una storiografia ormai plurisecolare, esse ricongiungono i fili degli studi otto- novecenteschi di stampo storico giuridico a quelli della new communal history4 e della sua nuova sensibilità interpretativa. Pare ad ogni modo utile ripercorrere rapidamente in questa sede le tappe principali del dibattito sulla signoria cittadina, per poi mostrare alcuni dei risultati e dei percorsi nati in questi ultimi dieci anni di ricerche storiografiche che, come anticipato, hanno !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 1 Zorzi, Le signorie cittadine in Italia, p. 10. 2 Maire Vigueur, Signorie cittadine nell’Italia comunale, pp. 9-17. 3 Per citarne solo alcune: Zorzi, Le signorie cittadine in Italia, pp. 1-10; Rao, Signori di Popolo, pp. 15-57; Grillo, Milano guelfa, pp. 16-30. 4 Maire Vigueur, Signorie cittadine nell’Italia comunale, p. 11. ! 4! proposto «una radicale revisione dei paradigmi interpretativi» del rapporto tra governi comunali e signorili «in atto nell’Italia dei secoli XIII-XV».5 L’impostazione di matrice risorgimentale - che per prima si è dedicata al problema signorile individuando una contrapposizione idealtipica tra la realtà comunale, vista come luogo di libertà e partecipazione politica, e quella signorile, descritta come un regime dai tratti tirannici - influenzò gli studi storiografici per lunghissimo tempo.6 Agli inizi del Novecento, gli studiosi che si occuparono in maniera sistematica del passaggio dal comune alla signoria furono per lo più storici del diritto. Essi si concentrarono principalmente sul problema delle origini e sui modi di legittimazione delle signorie; nel 1900, Ernst Salzer identificò il «problema signorile»7 con la distorsione della natura originaria di alcuni istituti comunali: uffici quali la podesteria, il capitanato del Popolo e quello della Mercanzia, dilatando la propria sfera di competenza o prolungando negli anni la loro magistratura, diventarono il luogo di acquisizione e sviluppo delle prerogative signorili.8 Una decina di anni dopo, Francesco Ercole indagò i fondamenti giuridici della potestas signorile, cogliendo nella legittimazione conferita ai signori dalle assemblee cittadine la «base democratica della signoria».9 Ancora, nel 1914, Antonio Anzilotti evidenziava l’importanza del ruolo dell’autorità come garante dell’ordine e dell’uguaglianza
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