Rivista di cultura tra le due sponde 1-2/2009 Fondazione Ernesto Giammarco Composizione ed impaginazione: Monica De Rosa Stampa e allestimento: Lit. Brandolini - Sambuceto In copertina: Disegno originale di Srečko Jurišić Elaborazione grafica di Monica De Rosa e Alfonso Rendinella ADRIATICO/JADRAN Rivista di cultura tra le due sponde 1-2/2009 Fondata da Luciano D’Alfonso Direzione: Marilena Giammarco, Ljerka Šimunković, Antonio Sorella Direttore responsabile: Antonio Sorella Comitato scientifico: Gian Mario Anselmi, Franco Botta, Joško Božanić, Lorenzo Braccesi, Giovanni Brancaccio, Nicola D’Antuono,Vincenzo De Caprio, Fabio Fiori, Elvio Guagnini, Pasquale Guaragnella, Sebastiano Martelli, Alessandro Masi, Predrag Matvejević, Gianni Oliva, Aleksandar Palavestra, Gaetano Platania, Giovanna Scianatico, Marko Trogrlić Comitato di redazione: Snježana Bralić, Monica De Rosa, Brigida Di Leo, Stevka Šmitran Segreteria di redazione: Maja Bezić, Katarina Dalmatin, Claudio Di Felice, Chiara Magni, Pierluigi Ortolano, Ivania Petrin Redazione italiana: Fondazione Ernesto Giammarco, viale Riviera, 195, 65123 Pescara, tel. +39 085 76173; e-mail: [email protected]; [email protected] Redazione croata: Filozofski Fakultet Sveučilišta u Splitu, Sinjska, 2, 21000 Split; Tel: +385 21 384144; e-mail: [email protected]; sito web: www.ffst.hr Tutti i diritti sono riservati Si collabora alla rivista su invito della Direzione e del Comitato di redazione Per richiedere i numeri della rivista collegarsi al sito www.fondazionernestogiammarco.it ISSN 1828-5775 Autorizzazione n. 5/2006 del Tribunale di Pescara Sommario/Sadržaj 1-2/2009 Marilena Giammarco, Alla ricerca di un’identità adriatica: percezioni letterarie/ 9 U potrazi za jadranskim identitetom: književni pogledi Ljerka Šimunković, La concretizazzione dell'astratto nell'opera di Antonio Putti/ 31 Konkretizacija apstraktnoga u djelu Antonija Puttija Marina Marasović-Alujević e Antonia Luketin Alfirević, Toponimi di 41 Torcola, isola dei ricoveri nell’Adriatico/Šćedro – milosrdni otok na Jadranu Ljerka Šimunković e Ivania Petrin, I fuochi di San Giovanni nella tradizione 57 popolare della Croazia/ Ivanjski krijesovi u hrvatskoj narodnoj predaji Katarina Dalmatin, Da Il Cortegiano e Il Principe fino a Pomet: il contesto 65 intertestuale della poetica di Držić/Od Dvorjanjina i Vladara do Pometa: intertekstualni kontekst Držićeve poetike Stefano Scioli, Documenti sull’elaborazione e la mise en scène di Fedra/ 83 Dokumenti o izradi i mise en scène Fedre Brigida Di Leo, Tendenze e correnti dell’arte jugoslava del ventesimo secolo/ 105 Tendencije i struje u jugoslavenskoj umjetnosti dvadesetog stoljeća Monica De Rosa, Un inedito tra odeporica e immaginario: Terra Santa di 121 Romualdo Pàntini/Između odeporskog i zamišljenog: Sveta Zemlja Romualda Pàntinija Appendice/Dodatak Romualdo Pàntini, Terra Santa/Sveta Zemlja 141 a cura di Monica De Rosa Recensioni/Recenzije Un caso di insolita soluzione toponimica (L. Šimunković); Sud e cultura 183 antifascista. Letteratura, riviste, radio, cinema (V. Tarantino); Gente delle campagne della Val Vibrata. Folclore, Miti e Leggende (G. Di Domenican- tonio); Le “voci” del mare (M. De Rosa); Scrittori italiani a Zara negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale (1900-1915) (L. Šimunković) Alla ricerca di un’identità adriatica: percezioni letterarie*/ U potrazi za jadranskim identitetom: književni pogledi Marilena Giammarco Università di Chieti-Pescara Alla memoria di Elsa Chiti e di un’antica casa di Trieste 1. Adriatic Studies e imperativo morale Il rifiorire oggi, nella nuova prospettiva europea e dopo la lunga rimozione novecentesca, di iniziative e ricerche mirate alla rilettura delle problematiche adriatiche1 sembra sottendere un desiderio etico e gnoseologico che va ben oltre la mera progettualità politica, pur essa da non sottovalutare. Si ha infatti l’impressione che alla base del consolidamento scientifico di una disciplina non * Relazione letta al Convegno internazionale Europa adriatica. Rotte e percezioni nella storia e nella cultura del mare comune (Pescara, 29, 30 e 31 maggio 2008). 1 Per elencarle tutte sarebbe ovviamente necessario disporre di un’apposita sezione, per cui segnalerò qui solo quelle sorte più di recente in ambito accademico e a caratterizzazione umanistica. Per iniziare dall’Ateneo “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, va ricordato che sin dai primi anni Duemila sono attivi un Corso di Laurea in Storia e Civiltà del Mediterraneo e un Centro Studi per le Civiltà dell’Adriatico. Vanno ricordati inoltre il Dottorato di Ricerca in Culture dell’Area Adriatica e del Mediterraneo Orientale (Coordinatore Prof. Nicola D’Antuono), con omologo Master, e la Summer School on Adriatic Studies avviati presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Grazie alla collaborazione tra le Università di Pescara e Spalato (legate da una convenzione internazionale promossa dai Proff.ri Antonio Sorella e Ljerka Šimunković), le amministrazioni comunali delle due città adriatiche e la Fondazione Ernesto Giammarco, è stato poi possibile realizzare i seguenti Convegni transfrontalieri: “L’area adriatica. Lingue, culture, geostoria artistico-letteraria” (2004); “Adriatico: un mare d’intimità” (2005); “Adriatico delle diversità” (2006); “Adriatico delle identità” (2007). I relativi Atti sono pubblicati su questa rivista (nn. 1/2005; 2/2005; 1-2/2006; 2/2007). A loro volta, le Università di Bari e del Salento, capofila di un progetto Interreg III A Transfrontaliero Adriatico che ha dato vita, tra l’altro, all’istituzione del Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sul Viaggio Adriatico (CISVA, portale www.viaggioadriatico.it), hanno organizzato due Seminari di Studio e un Convegno itinerante i cui Atti si possono leggere rispettivamente in V. Masiello (a cura di), Viaggiatori dell’Adriatico. Percorsi di viaggio e scrittura, Palomar, Bari 2006 e nella recente Collana fondata e diretta da Giovanna Scianatico: G. Scianatico (a cura di), Scrittura di viaggio. Le terre dell’Adriatico, con una plaquette di racconti di G. Bevilacqua e C. Magris (Itinerari dell’Adriatico), e G. Scianatico e R. Ruggiero (a cura di), Questioni odeporiche. Modelli e momenti del viaggio adriatico, entrambi ivi, 2007. Va altresì segnalata l’opera di promozione e diffusione intrapresa dal CISVA per formare una Rete Interadriatica di Enti Locali e Imprese. Anche l’Università di Padova, in collaborazione con quella di Zara, propone dal 2005, con cadenza annuale, giornate di studio su temi adriatici: si veda G. Baldassarri, N. Jakšić, Ž. Nižić (a cura di), Letteratura, arte e cultura tra le due sponde dell’Adriatico, Zrinski d.d. Čakovec, Zara [s. d. ma 2008]. Marilena Giammarco più soggetta alla tanto frequentata “filologia mediterranea”2, ma che ambisce ormai ad autodefinirsi nella specialistica formula degli Adriatic Studies, vi sia in realtà il segreto vagheggiamento (e non sembri un ossimoro…) di un sogno intellettuale: quello di contribuire alla costruzione di un altro mondo possibile. Un mondo in cui l’uomo, attraverso il sapere e la conoscenza, giunga finalmente a riconquistare la percezione della propria identità e del vero scopo della propria esistenza. Si tratta, com’è ovvio, di questione di grande portata, al cui interno l’esegesi adriatica può fungere da emblematica cartina di tornasole. Se mi è concesso richiamare l’esperienza acquisita in anni recenti, durante una serie di fortunati e felici incontri personali o nel corso di viaggi3 (talora anche avventurosi) e di convegni transfrontalieri di alto spessore scientifico, posso dire infatti di aver constatato che tali momenti si sono rivelati motivo di arricchimento culturale e soprattutto di crescita umana per me e per tutti coloro che ho visto prodigarsi, pur tra mille difficoltà ma sempre generosamen- te e con grande energia, nell’oneroso e nobilissimo sforzo di costruire la tanto auspicata “rete adriatica”. Percorrendo da Nord a Sud i Paesi dell’Est adriatico (Slovenia, Croazia, Erzegovina, Montenegro, fino all’Albania), ho ammirato l’impegno con cui studiosi dell’una e dell’altra sponda hanno affrontato, ciascuno dal proprio punto di vista, tematiche pluridisciplinari ma tutte convergenti nella rigorosa disamina dell’area comune; ho assistito al sorgere di amicizie non effimere e alla nascita di un nuovo spirito del viaggiatore, cementato dalla reciproca voglia d’intendersi ascoltando, di scoprire insieme le radici che ci apparentano. Il dato più confortante è stato, però, l’entusiasmo dei giovani, la loro straordinaria capacità di abbattere ogni barriera. 2 L’espressione «filologia del mare», com’è noto, è stata coniata da Claudio Magris, che la impiega come titolo della sua prefazione a P. Matvejević, Breviario mediterraneo, V edizione ampliata, Garzanti, Milano 2004, p. 7 (Per una filologia del mare). 3 Oltre ai frequenti soggiorni all’Università di Spalato, dovuti alle instancabili iniziative della fondatrice del locale Corso di Italianistica Prof. Ljerka Šimunković (che qui pubblicamente ringrazio per l’opera svolta in favore della cultura italiana), ricordo con particolare emozione il viaggio in Montenegro del maggio 2006, alla vigilia del referendum popolare che ne sancì l’autonomia, e il suggestivo tour da Zara a Durazzo in occasione del Convegno itinerante sulle “Questioni odeporiche”, entrambi organizzati con infaticabile entusiasmo dal Direttore del CISVA, Prof. Giovanna Scianatico, prima sostenitrice della necessità di un intenso lavoro comune al fine di estendere la “rete adriatica”.
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